annalaura
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lunedì 9 febbraio 2009
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commedia sopravvalutata
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C' è poco da dire riguardo ad un film che tutti si aspettavano fossere " grandioso" ( forse dovuto anche all' abbondandissima pubblicità che lo ha sponsorizzato) ma che poi, ha lasciato tutti i veri intenditori senza parole dallo sconforto provato nel vedere per l ennesima volta una commedia che, a giudicare dal tema, sarebbe potuta anche essere piacevole. Al contrario mi sono trovata davanti colpi di scena affatto inaspettati, scene sempplici e banali e recitazione non degna nemmeno di una sit-com. Un qualsiasi cinefilo sarebbe stato capace di trattare il tema con maggiore consapevolezza e soprattutto con maggiore accuratezza. SE non altro sarebbe stato apprezzabile considerazione anche sui lati diciamo " buoni" dell' italiano.
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C' è poco da dire riguardo ad un film che tutti si aspettavano fossere " grandioso" ( forse dovuto anche all' abbondandissima pubblicità che lo ha sponsorizzato) ma che poi, ha lasciato tutti i veri intenditori senza parole dallo sconforto provato nel vedere per l ennesima volta una commedia che, a giudicare dal tema, sarebbe potuta anche essere piacevole. Al contrario mi sono trovata davanti colpi di scena affatto inaspettati, scene sempplici e banali e recitazione non degna nemmeno di una sit-com. Un qualsiasi cinefilo sarebbe stato capace di trattare il tema con maggiore consapevolezza e soprattutto con maggiore accuratezza. SE non altro sarebbe stato apprezzabile considerazione anche sui lati diciamo " buoni" dell' italiano.
un buono castellitto, non tanto verdone in quanto gli è stato affibbiato un ruolo a dir poco ridicolo e privo di inventiva, (scamarcio nemmeno menzionabile) e Veronesi "apatico". cosa dire?? magari ci potrebbero riprovare costruendo un seguito?? magari..." i veri italians"??
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ambrus
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giovedì 5 febbraio 2009
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sarà dimenticato
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Secondo me è un ottimo film ma nel tempo sarà dimenticato come tante commedie che vediamo oggi.
I registi di oggi non hanno più quel forte graffio che gli autori di una volta riuscivano ad imprimere ad un loro film, oggi si gira solamente per scopi commerciali, chi non lo fa incassa poco o niente
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baronessa23
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domenica 1 febbraio 2009
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italians…il trailer inganna
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Uscendo dal cinema qualche sere fa, mi sono interrogata sul fatto che chi ha montato le scene del trailer di questo film è stato un genio.
E’ riuscito a farlo passare come una commedia esilarante,un film dinamico, veloce e spensierato.Quando invece le luci si sono spente all’interno della sala e la prima scena è partita ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto.Il primo episodio vede protagonista Sergio Castelletto, dipendente di una società romana di trasporti e il suo futuro sostituto Riccardo Scamarcio.I due intraprendono un viaggio lunghissimo attraverso il deserto, con un carico di Ferrari “nuove “ di zecca da consegnare nelle mani di un illustre uomo d’affari negli Emirati Arabi, precisamente a Dubai.
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Uscendo dal cinema qualche sere fa, mi sono interrogata sul fatto che chi ha montato le scene del trailer di questo film è stato un genio.
E’ riuscito a farlo passare come una commedia esilarante,un film dinamico, veloce e spensierato.Quando invece le luci si sono spente all’interno della sala e la prima scena è partita ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto.Il primo episodio vede protagonista Sergio Castelletto, dipendente di una società romana di trasporti e il suo futuro sostituto Riccardo Scamarcio.I due intraprendono un viaggio lunghissimo attraverso il deserto, con un carico di Ferrari “nuove “ di zecca da consegnare nelle mani di un illustre uomo d’affari negli Emirati Arabi, precisamente a Dubai.L’episodio è davvero molto lento,le battute,i dialoghi sono davvero assenti. Tutto è sorretto malamente da dialoghi già sentiti, come se fossero stati copiati da altri film,dove la comicità e l’ilarità rasenta lo zero.Sono scene tristi quelle che si vedono. E’un’immagine triste che si da dell’Italia all’estero. Il fatto di rimarcare le assurdità di alcuni italiani non credo appartenga a tutti noi.Mi pongo poi un’altra domanda. Ma cosa ci troveranno tutte queste ragazzine in Scamarcio??Forse, avendo superato la boa dei 35 anni, non riesco ad essere obiettiva. Ma un bell’uomo credo di essere in grado di riconoscerlo. Forse, sarà un bravo attore??Ma anche qui mi devo ricredere. E’davvero mono espressione,e non trasmette alcunché. Purtroppo gli è rimasto attaccato il cliché del ragazzo dei lucchetti e difficilmente riuscirà a scrollarselo di dosso. È quindi poco credibile in tutto quello che combina. Sicuramente però il suo impiego è stato calcolato bene dai produttori. In quanto rimpolpa sicuramente le casse delle sale cinematografiche. Un po’ come l’operazione di invitare un super ospite a San Remo, è assodato che il volume di ascolti in quei 5 minuti di permanenza del personaggio di turno, arriva alle stelle. Bel piano di marketing.L’unico attimo di bellezza di quest’episodio me l’ha dato la vista della splendida Dubai, dove quest’estate ho lasciato il cuore.Le luci in sala si riaccendono, fine del primo tempo. Io e la mia amica ci guardiamo perplesse e in sala c’è un silenzio quasi spettrale. Per farvi un’idea, il tipico silenzio che si percepisce alla fine di una pièce teatrale particolarmente pesante.
Dopo qualche minuto d’interruzione, le luci sfumano nuovamente e veniamo catapultati all’interno del nuovo episodio.Protagonista il dentista Carlo Verdone, sempre depresso e alle prese con centinaia di ansiolitici e farmaci vari,e l’organizzatore di viaggi a sfondo erotico,Dario Bandiera.Reduce da un matrimonio fallimentare il dentista parte per la Russia, per partecipare ad un convegno internazionale organizzato proprio da lui.Il suo socio gli consiglia di affidarsi alle cure di un noto organizzatore di soggiorni di lusso con annesse delle affascinanti “nipotine”.Carlo Verdone, in forma smagliante, recita la parte che gli viene più congeniale. Quella dell’impacciato,sfigato,goffo,ma bonaccione.Eccezion fatta di alcune battute carine, e delle splendide scene girate nella stupefacente San Pietroburgo, anche in questo caso emerge un’immagine che fa degli italiani, un popolo triste che cerca all’estero un qual cosa che da noi difficilmente si trova. Ma che cosa sta accadendo alla commedia italiana?E’ possibile che non si riescano a fare più dei bei film come invece accadeva negli anni ’80-’90? Che peccato
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diana
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domenica 1 febbraio 2009
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luoghi comuni
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Veramente un film dove c'è la battuta"ci facciamo delle belle ficcatone", (o qualcosa di simile), non sarebbe da recensire.
Comunque, in nome della cinefilia, proverò a fare qualche considerazione.Innanzitutto i criteri di giudizio cambiano a seconda che si parli di un film che ha pretese artistiche, o di un film del genere cinepanettone. Io penso che Italians si proponga come appartenente alla prima categoria, per cui non si può sorvolare su difetti che per un film dell'altro genere non si prenderebbero in considerazione
essendo "nella norma" per un prodotto solo commerciale. Ora, se il modello voleva essere la commedia alla Alberto Sordi tipo "Finchè c'è guerra c'è speranza",(o alla Scola, alla Monicelli.
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Veramente un film dove c'è la battuta"ci facciamo delle belle ficcatone", (o qualcosa di simile), non sarebbe da recensire.
Comunque, in nome della cinefilia, proverò a fare qualche considerazione.Innanzitutto i criteri di giudizio cambiano a seconda che si parli di un film che ha pretese artistiche, o di un film del genere cinepanettone. Io penso che Italians si proponga come appartenente alla prima categoria, per cui non si può sorvolare su difetti che per un film dell'altro genere non si prenderebbero in considerazione
essendo "nella norma" per un prodotto solo commerciale. Ora, se il modello voleva essere la commedia alla Alberto Sordi tipo "Finchè c'è guerra c'è speranza",(o alla Scola, alla Monicelli...), cioè, divertente ma con un suo obiettivo di approfondimento e di denuncia sociale, il film di Veronesi lo manca per vari motivi.Innanzitutto per il linguaggio cinematografico,non incisivo, poi per il plot narrativo,debole in entrambi gli episodi,e nel primo nonostante le buone intenzioni sfilacciato e fumoso tanto da diventare a volte soporifero.A parte la scena della corsa delle Ferrari nel deserto, non vedo cosa potrebbe salvarsi di questo episodio:il tema della ragazza sfigurata sotto il velo è trattato senza convinzione, la generosità del ladro di
auto, in mancanza di un approfondimento psicologico del personaggio,risulta piuttosto inverosimile,prevedibile il finale.Il secondo episodio è maggiormente articolato e punta più sulla comicità...ma che comicità!Le situazioni comiche consistono per lo più in :turpiloquio, allusioni sessuali, scazzottature in un night con rovinio dei protagonisti sui tavoli, luoghi comuni che più comuni non si può sugli italiani e sul sesso. Niente di nuovo quindi,ma è un peccato perchè questo episodio, con una cura maggiore, avrebbe potuto raggiungere un buon risultato.La denuncia della situazione della Russia odierna, con i i magnati plurimiliardari , "mafiosi" e cafoni
contrapposti alla semplicità di un popolo che conserva valori patriarcali e grande umanità,si stempera nel prevalere della farsa sulla commedia. La svolta nella vita del dottor Carminati arriva in modo un po' semplicistico, ma è bella l'idea che la previsione dell'amico:"Tu non torni più da San Pietroburgo",con riferimento alle delizie del sesso, invece si verifichi a causa di più nobili motivi. Carino il
finale, bravi gli attori di entrambi gli episodi, ma mi domando se la volgarità di parecchie battute del magnaccia siciliano, in particolare nella scena iniziale della videochiamata,che danno al film un mood per cui la fabula atellana al confronto è una commedia sofisticata,era proprio così necessaria dato che l'attore caratterizzava già abbastanza bene il personaggio.
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sassolino
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domenica 1 febbraio 2009
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trainato da un verdone in stato di grazia
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Una certa simpatia per Giovanni Veronesi, che tenta un po maldestramente di imitare i mostri sacri di Risi e Monicelli, la mia toscanità e l'innata simpatia di Verdone mi impediscono di stroncare del tutto il film.
Nonostante i fili narrativi del primo episodio siano esili quanto una bolla di sapone; non si può ricattare gli spettatori al solo colpo di scena finale, peraltro troppo grottesco per convincere davvero.
La faccia di Scamarcio poi è di una motilità pressoché esigua, limitando la sua interpretazione a un canovaccio di belle pettinature controsole. Applausi per Castellitto che si conferma attore di mestiere e ottimo Virigilo dei deserti:
Con la chiusura semplicistica del primo episodio che comunque a tratti registra qualche sorriso ci si avvia verso la dilagante di Carlo Verdone, ci si inoltra spontaneamente nell'universo puttaniere tanto caro al nostro popolo.
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Una certa simpatia per Giovanni Veronesi, che tenta un po maldestramente di imitare i mostri sacri di Risi e Monicelli, la mia toscanità e l'innata simpatia di Verdone mi impediscono di stroncare del tutto il film.
Nonostante i fili narrativi del primo episodio siano esili quanto una bolla di sapone; non si può ricattare gli spettatori al solo colpo di scena finale, peraltro troppo grottesco per convincere davvero.
La faccia di Scamarcio poi è di una motilità pressoché esigua, limitando la sua interpretazione a un canovaccio di belle pettinature controsole. Applausi per Castellitto che si conferma attore di mestiere e ottimo Virigilo dei deserti:
Con la chiusura semplicistica del primo episodio che comunque a tratti registra qualche sorriso ci si avvia verso la dilagante di Carlo Verdone, ci si inoltra spontaneamente nell'universo puttaniere tanto caro al nostro popolo. Qui è la parte più riuscita.
L'imbarazzante fisico di Carlo farebbe ridere anche se lo tenessero fermo, la sua è una comicità naturale, una innata goffaggine per grandi e piccini, irresistibile quando si tratta di nascondersi sotto la nappa di un abat jour, esilarante se colpita dallo sfogo sadico di una sedicente ninfomane.
La Rapaport, nella sua erotica bellezza, non c'e' bisogno che sia dia troppo da fare, è aderente come sempre ai suoi personaggi dall'accento inconfondibile.
Come si evince, sono soprattutto gli attori a fare un film del genere, da collocare senz'altro nelle nuove commedie all'italiana non prive di una certa allegria.
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giulia
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venerdì 30 gennaio 2009
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italiani, brava gente
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Gli italiani secondo Giovanni Veronesi, ovvero secondo gli occhi di chi gli italiani li guarda dall'estero, fuori dal loro bel Stivale. Un popolo di piacioni, di ladri, di sbruffoni dall'inconfondibile cuore d'oro, costretti a sventolare ovunque il tricolore delle volgarità solo perchè italiani. Tuttavia gli "italians" di Veronesi si redimono, si riscattano dai luoghi comuni del loro Belpaese, ognuno con i suoi gesti estremi, ognuno perfetta macchietta italica. Il primo episodio del film incrocia due esemplari italici tipici della piccola borghesia illecitamente arricchita: Sergio Castellitto impavido ladro di Ferrari con fitta rete di commercio in quel di Dubai con al seguito il bel Scamarcio, successore designato e destinato a seguire le orme del camionista d.
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Gli italiani secondo Giovanni Veronesi, ovvero secondo gli occhi di chi gli italiani li guarda dall'estero, fuori dal loro bel Stivale. Un popolo di piacioni, di ladri, di sbruffoni dall'inconfondibile cuore d'oro, costretti a sventolare ovunque il tricolore delle volgarità solo perchè italiani. Tuttavia gli "italians" di Veronesi si redimono, si riscattano dai luoghi comuni del loro Belpaese, ognuno con i suoi gesti estremi, ognuno perfetta macchietta italica. Il primo episodio del film incrocia due esemplari italici tipici della piccola borghesia illecitamente arricchita: Sergio Castellitto impavido ladro di Ferrari con fitta rete di commercio in quel di Dubai con al seguito il bel Scamarcio, successore designato e destinato a seguire le orme del camionista d.o.c con collana d'oro al petto e calendario sexy nel retro vettura; dall'altro capo del mondo, in quel di San Pietroburgo si scontrano Verdone, affermato professionista in astinenza da forti emozioni, e un guru del sesso facile nella catena di export-import di straniere, un Dario Bandiera ormai presenza fissa nelle pellicole di Veronesi. I due episodi, profondamente diversi tra di loro, sono in realtà accomunati da un finale ad effetto, a tratti tragico, in cui si confrontano due e più modi diversi di essere italiani e di portare l'Italia all'estero. Non si può dire che le prove d'attore siano le migliori rese dai nomi altisonanti del cast; sicuramente conosciamo un Verdone e un Castellitto superbi, ma il canovaccio è debole e troppo stereotipato e gli attori si muovono dentro le strette fila delle frasi e atteggiamenti fatti. Tuttavia "Italians" merita un tre stelle per il coraggio mostrato da un regista italiano nello svergognare il suo e il nostro comune senso di appartenza alla cultura italica. Insomma, se essere italiani significa commerciare donne e motori, ci può salvare il senso dell'umorismo, tipicamente italiano del sorridere delle nostre più o meno gravi velleità. Sembra che, ovunque vada un italiano, non porti solo con sè mandolini e Colosseo, ma anche una pesante etichetta cucita addosso negli anni e sempre più restìa a scrollarsi. Se essere cittadini del mondo all'alba del 2009 è difficile per tutti, figuriamoci per noi poveri italiani...Restiamo, tuttavia, un popolo genuino, di "brava gente", a cui piace sciorinare in mille e più dialetti, godere davanti ad un sano piatto di spaghetti e un bicchiere di vino, fieri di essere stati la culla delle civiltà moderne, con quel nostro essere "romani", anche se dell'alta Brianza o del profondo Sud. Che ci chiamino "Italians" o italiani, che ci ridano alle spalle o che ci chiamino sbruffoni, tutti ci invidiano il nostro essere italiani, un bene tutto nostro e introvabile all'estero.
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djlova
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venerdì 30 gennaio 2009
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il ritorno del miglior verdone
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Il film segue lo stile caro a Veronesi riducendo stavolta a due gli episodi ma mantenendo la sostanza: si ride ma non solo.
C'è sempre da imparare da ogni situazione e niente è fine a se stesso. Il problema è capire quanto questo "buonismo" infici sulla riuscita finale del film, perchè in fondo l'episodio migliore è proprio quello più comico (il secondo con Verdone) e, a sua volta, le parti migliori di quest'ultimo sono quelle più esilaranti piuttosto che quelle più "moraliste" e più "sdolcinate".
L'episodio del Verdone in trasferta a San Pietroburgo, combattuto tra il cercare nel sesso la soluzione ai suoi problemi depressivi e il mantenere la professionalità del suo lavoro, è talmente riuscito da risollevare un film altrimenti lento, prevedibile e fin troppo leggero, piacevole nella sua prima parte più per la bellissima fotografia che per la trama.
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Il film segue lo stile caro a Veronesi riducendo stavolta a due gli episodi ma mantenendo la sostanza: si ride ma non solo.
C'è sempre da imparare da ogni situazione e niente è fine a se stesso. Il problema è capire quanto questo "buonismo" infici sulla riuscita finale del film, perchè in fondo l'episodio migliore è proprio quello più comico (il secondo con Verdone) e, a sua volta, le parti migliori di quest'ultimo sono quelle più esilaranti piuttosto che quelle più "moraliste" e più "sdolcinate".
L'episodio del Verdone in trasferta a San Pietroburgo, combattuto tra il cercare nel sesso la soluzione ai suoi problemi depressivi e il mantenere la professionalità del suo lavoro, è talmente riuscito da risollevare un film altrimenti lento, prevedibile e fin troppo leggero, piacevole nella sua prima parte più per la bellissima fotografia che per la trama. Qui il comico romano torna ad essere lui dopo alcuni film alle volte troppo calcati e torna a farci ridere a crepapelle col suo tipico stile che l'ha reso celebre: goffo, impacciato, romanesco.
L'accoppiata con Dario Bandiera, il giusto mix tra la comicità romana e quella meridionale e più propriamente siciliana, è formidabile ed è la vera impronta di "italianità" fedele al titolo (una trovata pubblicitaria assolutamente inutile l'accostamento con la rubrica di Severgnini che poco c'azzecca...).
E' un film piacevole che mette buonumore, forse eccessivamente "corretto", ma di questi tempi in fondo non fa poi così male.
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arvin
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giovedì 29 gennaio 2009
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verdone non basta e il film non si salva
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Nonostante la presenza di attori del Calibro di Verdone e Castellitto, Italians è un film del tutto privo di originalità ed iniziativa. Veronesi si crogiola nei luogi comuni e negli stereotipi che vedono il popolo italiano come un popolo di furbetti, ladri e puttanieri. Il primo capitolo è del tutto privo di senso, la storia non regge, non c'è trama, non c'è un nesso, non c'è un fine. E' un accozzaglia di luoghi comuni e di banalità.. La presenza di scamarcio un mero meccanismo di Marketing volto più a guardare all'incasso più che al film. Verdone con il suo straordinario talento e la sua comicità spontanea fa il possibile, e il film andrebbe visto solo per lui, ma non basta a salvare questa commedia.
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Nonostante la presenza di attori del Calibro di Verdone e Castellitto, Italians è un film del tutto privo di originalità ed iniziativa. Veronesi si crogiola nei luogi comuni e negli stereotipi che vedono il popolo italiano come un popolo di furbetti, ladri e puttanieri. Il primo capitolo è del tutto privo di senso, la storia non regge, non c'è trama, non c'è un nesso, non c'è un fine. E' un accozzaglia di luoghi comuni e di banalità.. La presenza di scamarcio un mero meccanismo di Marketing volto più a guardare all'incasso più che al film. Verdone con il suo straordinario talento e la sua comicità spontanea fa il possibile, e il film andrebbe visto solo per lui, ma non basta a salvare questa commedia. Una commedia banale, poco orginale, scontata.La commedia dei luoghi comuni la definirei. Un operazione più commerciale che cinematografica il cui risultato verrà sicuramente premiato al boxe office, ma la cui qualità lascia molto a desiderare...
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esplosivo
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martedì 27 gennaio 2009
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non solo italiani posooo vedere il film
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Eccellente la regia di Veronesi, migliora sempre più. Sceneggiato arrangiato, che si riallaccia finalmente alla commedia all'italiana, prodotto quest'ultimo, a mio giudizio veramente buono (basti pensare alle commedie americane di cui andiamo pazzi ed analizzarne i contenuti e sceneggiato, quasi sempre sono delle vere e proprie ca...e). La vita dell'italiano è buffa di conseguenza basta raccontarla per far venire fuori una commedia...certo in questo sceneggiato spesso si esalta la parte migliore dell'italiano, ma è giusto che sia così, la peggiore sarebbe da eliminare in ognuno di noi ed in questo senso il film può esserci di aiuto. Per quanto concerne gli attori bhè che si può dire..Castellitto eccellente, Verdone altrettanto anche se a tratti la sua mimica a qualcuno può scocciare ma il suo ruolo consisteva proprio nel portare il suo personaggio avanti soprattutto con la mimica che poi è anche simpatica.
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Eccellente la regia di Veronesi, migliora sempre più. Sceneggiato arrangiato, che si riallaccia finalmente alla commedia all'italiana, prodotto quest'ultimo, a mio giudizio veramente buono (basti pensare alle commedie americane di cui andiamo pazzi ed analizzarne i contenuti e sceneggiato, quasi sempre sono delle vere e proprie ca...e). La vita dell'italiano è buffa di conseguenza basta raccontarla per far venire fuori una commedia...certo in questo sceneggiato spesso si esalta la parte migliore dell'italiano, ma è giusto che sia così, la peggiore sarebbe da eliminare in ognuno di noi ed in questo senso il film può esserci di aiuto. Per quanto concerne gli attori bhè che si può dire..Castellitto eccellente, Verdone altrettanto anche se a tratti la sua mimica a qualcuno può scocciare ma il suo ruolo consisteva proprio nel portare il suo personaggio avanti soprattutto con la mimica che poi è anche simpatica. Scamarcio invece, secondo me, sa fare di meglio, sarà stata la presenza di un Castellitto più anziano ed esperto di lui che forse l'avrà bloccato un po'...in effetti è stato l'uinco di cui l'interpretazione è stata leggermente scadente, speriamo che questa esperienza lo possa aiutare per il prossimo lavoro..Gli attori non protagonisti pure sono andati bene, colonna sonora azzeccata...Unica pecca è stato un intreccio scarso con la seconda storia, bisognava trovare un sistema per passare dalla prima alla seconda storia senza che lo spettatore se ne rendesse conto , invece si sente proprio la fine di un film per l'inizio di un altro film quasi come se fosse una miniserie di 2 puntate.Bhè del resto che dire, voto finale al film 8.
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lky rock
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lunedì 26 gennaio 2009
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italians, ritratto degli italiani all'estero.
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"Italians" di Giovanni Veronesi è una commedia fresca, intelligente e istrionica con un buon senso dell'umorismo che fa parte di un film a sorpresa che scruta lo spettatore e lo porta ad immaginare la figura dell'italiano all'estero. Alcune scene del film rimarrano nella mente di molti, lo straniero che prende in giro l'italiano a suon di pernacchie stravolgendo la canzone di Modugno, la scena in cui Castellitto mostra a Scamarcio l'effetto della ferrari sul deserto, la sparatoria a San Pietroburgo, La lezione d'italiano di Verdone ai bambini russi e lo stesso Verdone alle prese con la sadica Master and commander ecc... Veronesi è attento nel descrivere l'italiano medio e soprattutto furbo a cogliere le esigenze del pubblico.
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"Italians" di Giovanni Veronesi è una commedia fresca, intelligente e istrionica con un buon senso dell'umorismo che fa parte di un film a sorpresa che scruta lo spettatore e lo porta ad immaginare la figura dell'italiano all'estero. Alcune scene del film rimarrano nella mente di molti, lo straniero che prende in giro l'italiano a suon di pernacchie stravolgendo la canzone di Modugno, la scena in cui Castellitto mostra a Scamarcio l'effetto della ferrari sul deserto, la sparatoria a San Pietroburgo, La lezione d'italiano di Verdone ai bambini russi e lo stesso Verdone alle prese con la sadica Master and commander ecc... Veronesi è attento nel descrivere l'italiano medio e soprattutto furbo a cogliere le esigenze del pubblico. Lo stile del regista nel raccontare un cinema italiano nuovo che si evolve grazie all' effetto sorpresa il quale inganna o appassiona il pubblico è aiutato da un sorprendente cast. Nel complesso i due episodi sono da prendere realmente in considerazione come la consacrazione di Veronesi, il suo mix tra comicità corrosiva e malinconia lo conforma come il vero erede di Monicelli. Da non dimenticare anche è la mimica facciale di Verdone, il quale con modesta eleganza riesce in una salita sempre più divertente e rilassante che porta lo spettatore a scoppiare in grandi e gustose risate. Sergio Castellitto è come sempre bravo e attento nell'interpretare i suoi personaggi mentre Scamarcio e Rappoport sono in ascesa.
La colonna sonora è firmata Negramaro/Modugno. Il montaggio e la fotografia sono discrete come ogni commedia all'Italiana che si rispetti salvo la scena dello stivale(trovata geniale) e le riprese nel deserto.
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