oldboy muzza
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giovedì 31 marzo 2016
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banale e inconsistente
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Un film di cui non si sentiva la mancanza. Scontato nello svolgimento, banale nell'esposizione dei fatti, troppo facilmente intuibile il finale. Nulla da salvare in questa pellicola, dalla debolezza della trama alla pochezza della struttura. Cerca di conciliare una storia di fantasmi con una strampalata teoria di viaggi nel tempo. Salvo solo l'accortezza nel non cadere in trappole logiche, inclinazione piuttosto tipica in film del genere.
Scarsi spunti per un film lontano dalla sufficienza. Merita poca attenzione e ancor meno parole.
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marilla
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martedì 10 febbraio 2015
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un piccolo gioiello
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Con la presenza di una Maggie Smith che si conferma magistrale, attorniata da un cast di ottimi attori, questo film si presenta come un gioiellino, di quelli che pur essendo non troppo sfarzosi e luccicanti, sono perfetti nella loro elegante fantasia: una favola storica, che vede la fine della II guerra mondiale, che ci riporta a tratti all'epoca della Reggenza, in un originale montaggio non certo di flash-back ma di visioni, dovute alla capacità del giovane coprotagonista di vedere i fantasmi, i classici fantasmi di una magione inglese, con gran naturalezza accettati dalla nonna. Una storia originalissima, con una profonda morale sulla non caducità del ricordo: non è vero che i morti seppelliscono i morti: i morti sono vivi in noi, basta essere "open", e cioè disponibili ad accogliere il loro ricordo.
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Con la presenza di una Maggie Smith che si conferma magistrale, attorniata da un cast di ottimi attori, questo film si presenta come un gioiellino, di quelli che pur essendo non troppo sfarzosi e luccicanti, sono perfetti nella loro elegante fantasia: una favola storica, che vede la fine della II guerra mondiale, che ci riporta a tratti all'epoca della Reggenza, in un originale montaggio non certo di flash-back ma di visioni, dovute alla capacità del giovane coprotagonista di vedere i fantasmi, i classici fantasmi di una magione inglese, con gran naturalezza accettati dalla nonna. Una storia originalissima, con una profonda morale sulla non caducità del ricordo: non è vero che i morti seppelliscono i morti: i morti sono vivi in noi, basta essere "open", e cioè disponibili ad accogliere il loro ricordo. Nulla a che vedere con le lugubri ed agghiaccianti atmosfere di The Hours. Qui la morte non fa paura, non ci spaventa: anzi, reca un certo conforto, un certo non so che di senso della vita. Da non perdere (anche se, finora, per quel che ne so io, solo in inglese). PS: Julian Fellow, il regista, è l'inventore di Downton Abbey (e non dico altro!)
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