Con la presenza di una Maggie Smith che si conferma magistrale, attorniata da un cast di ottimi attori, questo film si presenta come un gioiellino, di quelli che pur essendo non troppo sfarzosi e luccicanti, sono perfetti nella loro elegante fantasia: una favola storica, che vede la fine della II guerra mondiale, che ci riporta a tratti all'epoca della Reggenza, in un originale montaggio non certo di flash-back ma di visioni, dovute alla capacità del giovane coprotagonista di vedere i fantasmi, i classici fantasmi di una magione inglese, con gran naturalezza accettati dalla nonna. Una storia originalissima, con una profonda morale sulla non caducità del ricordo: non è vero che i morti seppelliscono i morti: i morti sono vivi in noi, basta essere "open", e cioè disponibili ad accogliere il loro ricordo.
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Con la presenza di una Maggie Smith che si conferma magistrale, attorniata da un cast di ottimi attori, questo film si presenta come un gioiellino, di quelli che pur essendo non troppo sfarzosi e luccicanti, sono perfetti nella loro elegante fantasia: una favola storica, che vede la fine della II guerra mondiale, che ci riporta a tratti all'epoca della Reggenza, in un originale montaggio non certo di flash-back ma di visioni, dovute alla capacità del giovane coprotagonista di vedere i fantasmi, i classici fantasmi di una magione inglese, con gran naturalezza accettati dalla nonna. Una storia originalissima, con una profonda morale sulla non caducità del ricordo: non è vero che i morti seppelliscono i morti: i morti sono vivi in noi, basta essere "open", e cioè disponibili ad accogliere il loro ricordo. Nulla a che vedere con le lugubri ed agghiaccianti atmosfere di The Hours. Qui la morte non fa paura, non ci spaventa: anzi, reca un certo conforto, un certo non so che di senso della vita. Da non perdere (anche se, finora, per quel che ne so io, solo in inglese). PS: Julian Fellow, il regista, è l'inventore di Downton Abbey (e non dico altro!)
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