loris trotti
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lunedì 23 settembre 2013
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cartone animato o kubrick animato?
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Per mille sciabole! La Pixar si sarà letteralmente scardinata le meningi per generare un’animazione così graziosa e innovativa: un vero e proprio muro di originalità. Dico muro, per rimanere in tema: Wall·e (‘wall’, in inglese, significa ‘muro’), difatti, è un robottino microcingolato con il compito di ripulire la terra dalla nostra mondezza, accatastando cubetti di spazzatura in modo geometrico, sì da formare degli enormi grattacieli di pattume. Siamo all’incirca nell’anno 2700, dato che il genere umano ha abbandonato il pianeta da sette secoli, e ora se la spassa trastullandosi tra diecimila comfort in una meganave spaziale.
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Per mille sciabole! La Pixar si sarà letteralmente scardinata le meningi per generare un’animazione così graziosa e innovativa: un vero e proprio muro di originalità. Dico muro, per rimanere in tema: Wall·e (‘wall’, in inglese, significa ‘muro’), difatti, è un robottino microcingolato con il compito di ripulire la terra dalla nostra mondezza, accatastando cubetti di spazzatura in modo geometrico, sì da formare degli enormi grattacieli di pattume. Siamo all’incirca nell’anno 2700, dato che il genere umano ha abbandonato il pianeta da sette secoli, e ora se la spassa trastullandosi tra diecimila comfort in una meganave spaziale. L’uomo del 2700 ha sostituito la tecnologia alla socializzazione e il divano alla piscina, riducendosi ad una sorta di budino incapace persino di deambulare. Sulla terra, comunque, Wall·e continua il suo lavoro indefesso, ammassando pattume su pattume, riciclando carabattole, e guardandosi a ripetizione Hallo dolly, film del 1969 di Gene Kelly: insomma, in generale Wall·e ha proprio il pallino formicante dell’accumulo. Educato dai balletti zuccherosi e un po’ sciatti di Hallo dolly, sogna l’amore che… arriverà dallo spazio. Proveniente dalla meganave succitata, giunge in missione sulla terra Eve, una robottina superdotata alla ricerca di forme di vita. Wall·e le mostra una piantina e lei la cova al suo interno (Eve sembra un uovo), prima di fare forzato ritorno alla base. Non staremo a raccontare come Wall·e la seguirà nello spazio sino all’interno della meganave: certo è che se Eva rompe il suo equilibrio sentimentale, lui romperà l’equilibrio di quasi tutti i residenti della navicella, robot o “umani” che siano. Ma la sua entrata in scena giova ai robot della nave, che prenderanno maggior coscienza di sé, staccandosi dalle mansioni principali e maturando un potere decisionale sino ad allora sconosciuto: emblematico il caso del robot addetto, guarda caso, alle pulizie di agenti contaminanti, che si trova ad un bivio: continuare a spostarsi sulla linea di un percorso obbligatorio (simile ad un circuito stampato), o seguire la scia di sporcizia lasciata da Wall·e all’infuori di tale cammino? (Andrà per la seconda). Che i robot possano avere sentimenti non è idea nuova (vd. Blade Runner, A.I., ecc.), ma Wall·e è rinfrescato da altre cose, a partire proprio dall’idea di un robot-spazzino. Lo scenario iniziale, poi, non sa né di I am legend, né di The road, né di Ken Shiro. Infine c’è quell’ilare alchimia di vecchio e nuovo; i pixaristi, infatti, fanno coesistere nel film elementi e forme retrò con elementi recenti o superfuturistici: Wall·e, ad esempio, possiede sia un vecchio mangiacassette che un ipod. Egli sembra un caterpillard miniaturizzato, un impacciato cubo di latta mentre Eve, di estrazione interstellare, si muove volando impeccabilmente, possiede delle belle forme dinamiche ed è tutta levigata. Ma non si sottovaluti il cubo, leitmotiv del film (pure la meganave disperde nello spazio enormi cubi di spazzatura), simboleggiato dal cubo di Rubick. La con Kubrick non è casuale, dacché Wall·e ha sempre presente il modello di 2001. Odissea nello spazio: diversificate sono le riprese dal cult kubrickiano, dall’assenza di dialogo nella parte iniziale del film ad Auto, la controfigura del computer Al di 2001.
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jacopo b98
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giovedì 12 settembre 2013
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un fiammeggiante melodramma romantico del futuro
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Ho rivisto Wall.E e ho deciso di rivedere il mio giudizio sul film. Questa è quindi la mia recensione definitiva del film.
Wall.E è un robot compattatore di rifiuti, di cui la terra è sommersa. È l’ultimo della sua categoria, vive da solo con un insetto, colleziona reperti della civiltà umana. Gli umani sono partiti da settecento anni per una crociera nello spazio, per scappare dal dilagare dell’inquinamento. Quando dall’astronave-madre arriva Eve, una robot più moderna di lui, per scoprire se sia nuovamente possibile la vita, Wall.E se ne innamora e la seguirà sulla astronave da crociera dove sovvertiranno la dittatura del supercomputer che vuole impedire il ritorno sulla Terra.
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Ho rivisto Wall.E e ho deciso di rivedere il mio giudizio sul film. Questa è quindi la mia recensione definitiva del film.
Wall.E è un robot compattatore di rifiuti, di cui la terra è sommersa. È l’ultimo della sua categoria, vive da solo con un insetto, colleziona reperti della civiltà umana. Gli umani sono partiti da settecento anni per una crociera nello spazio, per scappare dal dilagare dell’inquinamento. Quando dall’astronave-madre arriva Eve, una robot più moderna di lui, per scoprire se sia nuovamente possibile la vita, Wall.E se ne innamora e la seguirà sulla astronave da crociera dove sovvertiranno la dittatura del supercomputer che vuole impedire il ritorno sulla Terra. È il miglior film d’animazione Disney-Pixar insieme a Monsters & Co. (2001), nonché uno dei più belli di tutti i tempi. Non è un film per bambini, dato che tratta temi, l’ecologia, la fine dell’umanità…che possono non essere adatti ad un pubblico troppo giovane, ma li tratta in modo così dolce, divertente, eppure serio che ai bambini è piaciuto, come dimostra il trionfo al botteghino. È una gigantesca, fiammeggiante storia d’amore romantica, con l’imbranato e vecchio Wall.E, che in ogni modo cerca di sedurre la sua Eve: anche i robot hanno un cuore. Ci dà un ritratto terrificante e apocalittico dell’umanità, eppure sempre proiettato verso un futuro luminoso che può essere ancora bello. Le citazioni non mancano e sono decisamente illustri: l’occhio del timone è uguale a quello di HAL 9000 in 2001: odissea nello spazio, come anche il comportamento che il computer tiene nei confronti del comandante, che lo disattiva al suono di Così parlo Zarathustra di Richard Strauss, proprio il tema musicale del capolavoro di Kubrik… È un film poco parlato, basti pensare alla prima mezz’ora, dove gli unici suoni sono “Wall.EEE” e “Eeeeve”, quando i due protagonisti si chiamano l’un l’altro. Non annoia mai, con battute e trovate divertenti e allo stesso tempo intelligenti, basti pensare all’idrante per muoversi nello spazio o a quando Wall.E trova una scatoletta con un gioiello, butta via proprio quest’ultimo e si tiene come souvenir la scatoletta. Il robot pulitore che insegue i ribelli gridando “Agente contaminante!” è da antologia. Oscar 2009 come miglior film d’animazione.
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asdrubale03
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sabato 17 agosto 2013
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capolavoro?
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non sono riuscito a trovare neanche l'ombra del "CAPOLAVORO"
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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la pixar centra il capolavoro, dopo monsters e co.
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Wall.E è un robot compattatore di rifiuti, di cui la terra è sommersa. È l’ultimo della sua categoria, vive da solo con un insetto, colleziona reperti della civiltà umana. Gli umani sono partiti da settecento anni per una crociera nello spazio, per scappare dal dilagare dell’inquinamento. Quando dall’astronave-madre arriva Eve, una robot più moderna di lui, per scoprire se sia nuovamente possibile la vita, Wall.E se ne innamora e la seguirà sulla astronave da crociera dove sovvertiranno la dittatura del supercomputer che vuole impedire il ritorno sulla Terra. È il miglior film d’animazione Disney-Pixar insieme a Monsters & Co.
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Wall.E è un robot compattatore di rifiuti, di cui la terra è sommersa. È l’ultimo della sua categoria, vive da solo con un insetto, colleziona reperti della civiltà umana. Gli umani sono partiti da settecento anni per una crociera nello spazio, per scappare dal dilagare dell’inquinamento. Quando dall’astronave-madre arriva Eve, una robot più moderna di lui, per scoprire se sia nuovamente possibile la vita, Wall.E se ne innamora e la seguirà sulla astronave da crociera dove sovvertiranno la dittatura del supercomputer che vuole impedire il ritorno sulla Terra. È il miglior film d’animazione Disney-Pixar insieme a Monsters & Co. (2001), nonché uno dei più belli di tutti i tempi. Non è un film per bambini, dato che tratta temi, l’ecologia, la fine dell’umanità…che possono non essere adatti ad un pubblico troppo giovane, ma li tratta in modo così dolce, divertente, eppure serio che ai bambini è piaciuto, come dimostra il trionfo al botteghino. È una gigantesca storia d’amore romantica, con l’imbranato e vecchio Wall.E, che in ogni modo cerca di sedurre la sua Eve: anche i robot hanno un cuore. Ci dà un ritratto terrificante e apocalittico dell’umanità, eppure sempre proiettato verso un futuro luminoso che può essere ancora bello. Le citazioni non mancano e sono decisamente illustri: l’occhio del timone è uguale a quello di HAL 9000 in 2001: odissea nello spazio, come anche il comportamento che il computer tiene nei confronti del comandante, che lo disattiva al suono di Così parlo Zarathustra di Richard Strauss, proprio il tema musicale del capolavoro di Kubrik… È un film poco parlato, basti pensare alla prima mezz’ora, dove gli unici suoni sono “Wall.EEE” e “Eeeeve”, quando i due protagonisti si chiamano l’un l’altro. Non annoia mai, con battute e trovate divertenti e allo stesso tempo intelligenti, basti pensare all’idrante per muoversi nello spazio o a quando Wall.E trova una scatoletta con un gioiello, butta via proprio quest’ultimo e si tiene come souvenir la scatoletta. Il robot pulitore che insegue i ribelli gridando “Agente contaminante!” è da antologia. Oscar 2009 come miglior film d’animazione.
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gatsby97
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mercoledì 1 maggio 2013
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emozione.
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Bellissimo film della pixar che sforna un film pieno di significato che ha come protagonista un robottino che è rimasto solo sulla Terra e funge da trita rifiuti (WALL-E) .... tutto va come tutti i giorno fino a quando non arriva una robot e wall-e se ne innamorerà perdutamente e farà di tutto per farsi notare fino a scoprire una brutta verità. Il mio vot è 9. Vedetelo vi scapperà anche qualche risata pur non parlando mai. Bellissimo
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mystic
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mercoledì 3 aprile 2013
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qualcosa di speciale: un piccolo 2001 moderno
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Quando Pixar portò sul grande schermo l'odissea nello spazio di un robot arruginito, un insetto e un ipertecnologico oggetto mandato dallo spazio di nome di Eve sullo sfondo di una Terra disastrata e silenziosa furono in molti a rimanere delusi. Mentre questi ultimi lamentano il ritmo poco adatto al pubblico a cui si rivolge (i bambini) e gli insopportabili minuti di meditativo silenzio iniziali, altri sottolineano come questa opera voglia liberarsi dagli stretti vincoli narrativi che le produzioni per ragazzi impongono.
Un paesaggio urbano degradato dove i grattacieli sono stati sostituiti dalle discariche diventa il teatro in cui gli animatori sono liberi di regalare immagini di rara bellezza, dando un bel calcione a tutto il campionario di gag scontate di cui i film d'animazione fanno troppo spesso indigestione: qui il divertimento sta nei dettagli.
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Quando Pixar portò sul grande schermo l'odissea nello spazio di un robot arruginito, un insetto e un ipertecnologico oggetto mandato dallo spazio di nome di Eve sullo sfondo di una Terra disastrata e silenziosa furono in molti a rimanere delusi. Mentre questi ultimi lamentano il ritmo poco adatto al pubblico a cui si rivolge (i bambini) e gli insopportabili minuti di meditativo silenzio iniziali, altri sottolineano come questa opera voglia liberarsi dagli stretti vincoli narrativi che le produzioni per ragazzi impongono.
Un paesaggio urbano degradato dove i grattacieli sono stati sostituiti dalle discariche diventa il teatro in cui gli animatori sono liberi di regalare immagini di rara bellezza, dando un bel calcione a tutto il campionario di gag scontate di cui i film d'animazione fanno troppo spesso indigestione: qui il divertimento sta nei dettagli. E' il miglior lavoro della Pixar dai tempi di Toy Story. Si parla di pigrizia e forza di volontà, di bellezza e disastri, e ancora di eroismo e passività. A differenza di Toy Story però, dove i giocattoli erano gli eroi mentre i bambini si limitavano al ruolo di giganti senza cuore, in Wall·E l'eroe è sì un automa, che però dimostra che il pianeta si può salvare solo grazie al nostro contributo. Se nel 1995 Lasseter aveva studiato un modo per far comprendere con efficacia ai bambini l'importanza delle piccole cose, Wall·E non è stato meno importante nel parlare agli adulti con un invito a trattare bene il proprio pianeta. Molto più semplicemente però, il film di Stanton si chiede se ci sia ancora al mondo qualcuno che sa commuoversi di fronte alla rinascita della vita nelle sue forme più comuni. Se è vero che, come dice John Lasseter, l'animazione è una tecnica e non un genere, Wall·E potrebbe benissimo essere il miglior film sci-fi del nuovo millennio: profondo, originale e speciale, è un piccolo 2001 moderno. Consigliato a tutti coloro che ancora si rifiutano di sperare nella possibilità di un riscatto, morale o cinematografico che esso sia.
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tom87
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giovedì 14 marzo 2013
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la potenza del cinema nella semplicità di un robot
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L’ottavo emozionante cartoon della Pixar è originale proprio come il suo protagonista, un piccolo e simpatico robot di nome Wall•E. Rudimentale spazzino di pattume accumulato da un’umanità emigrata nello spazio che ha inquinato l’ecosistema terrestre rendendolo invivibile, Wall•E si ritrova solo e abbandonato. Suscita tenera ammirazione vederlo inconsapevole della sua condizione. E’ silenzioso e operativo all’infinito, ricco di stupore per ciò che raccoglie e seleziona; spinto solo dal compito di compattare i rifiuti in cubi identici, e dalla curiosità per l’umano ingegno e di ciò che gli appare meraviglioso e utile.
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L’ottavo emozionante cartoon della Pixar è originale proprio come il suo protagonista, un piccolo e simpatico robot di nome Wall•E. Rudimentale spazzino di pattume accumulato da un’umanità emigrata nello spazio che ha inquinato l’ecosistema terrestre rendendolo invivibile, Wall•E si ritrova solo e abbandonato. Suscita tenera ammirazione vederlo inconsapevole della sua condizione. E’ silenzioso e operativo all’infinito, ricco di stupore per ciò che raccoglie e seleziona; spinto solo dal compito di compattare i rifiuti in cubi identici, e dalla curiosità per l’umano ingegno e di ciò che gli appare meraviglioso e utile. La sua sensibilità gli fa conservare una scatoletta piuttosto che un anello al suo interno. Nell’ilarità di questa scena emerge subito l’allegorico gioco di contrasti che plasma tutto il film. La purezza e innocenza del robottino contrastano con la spazzatura e lo sporco di un mondo che è simile ad una discarica. Quando trova una forma di vita (un germoglio) in mezzo a tanta aridità, il suo infimo e irrilevante lavoro si rivela prezioso. Il mare di rifiuti si scopre fonte di meraviglie celate: i cimeli della nostra Storia. Wall•E, privo di modernità ed eleganza tecnologica, ma non di dolcezza e rispetto, si mostra attento e interessato alla vita perché colleziona la nostra memoria storica/culturale, ma al tempo stesso dà anche speranza al futuro dell’umanità terrestre, se questa volesse (come accade verso il finale) riapprezzare ciò che di buono era e potrà tornare ad essere. Con la sua semplicità batterà la diffidenza e la fredda razionalità di Eve, un robot di ultima generazione dalla natura femminile (che Wall•E, innamorato di lei, seguirà fin dentro un’astronave) e saprà rianimare la repressa vitalità degli ultimi uomini nello spazio, una generazione obesa e servita dalle macchine, che ha perso il contatto con le proprie origini. Sarà la piantina di Wall•E a mutare l’inconsapevolezza di costoro su come si viveva sulla Terra, in volontà a tornarvi per colonizzarla e impararci a vivere. Il racconto diventa così chiara metafora del degrado sociale dell’umanità (arida a livello intellettivo e affettivo) e figura come l’uomo sia arrivato ad uno stato di disconnessione da se stesso e dalla preziosità del creato. Una condizione da ribaltare! L’opera è più complessa di quel che appare. Dietro l’atmosfera malinconica, l’inventiva del racconto, l’immaginifico apparato audio-visivo, la messa in scena suggestiva e divertente, si nasconde tutta la potenza metaforica di una nuova evoluzione tecnico-sociale (più rispettosa stavolta del creato e delle capacità umane). Ma non è solo per il tema filosofico se si rivela ambiziosa. La sua audacia è anche nello stile, caratterizzato dall’espressività degli effetti sonori e della scarsità di dialogo, nonché dalla forza eloquente delle immagini. Impossibile non commuoversi poi nel finale e con le scene dei titoli di coda che mostrano la storia dell’arte primitiva coi mezzi tecnologici. Vi è qui di nuovo quella riproposizione di contrasti, che finalmente, trovano ora una loro sintesi e unione: il passato convive in armonia col futuro, il primitivo col moderno, la Terra con l’Uomo, Wall•E con Eve, l’avvenire con la fiducia nelle umane possibilità. La magia del film è tutta qui: nella visionarietà incantevole e lirica tipica del cinema dei primordi, che restituisce lo stupore del candore e la poesia dell’animazione; e nella sfida vinta di trasformare un cartoon in una grande lezione di cinema.
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no_data
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sabato 12 gennaio 2013
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un film di poche parole!!!!
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STORIA FANTASTICA,FILM ORIGINALE! UNO DEI MIGLIORI FILM DISNEY!!!!!
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anita intra
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mercoledì 31 ottobre 2012
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romanticismo senza tempo
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Nel 2105 sul nostro pianeta l'unico abitante e' WALL-E, un industrioso robottino, superstite di un esercito di spazzini meccanici programmati per ripulire la Terra dall'immondizia. L'infaticabile WALL-E continua il suo lavoro ammucchiando spazzatura in piccoli cubi, diventati alti come grattacieli. Il mondo del robot, solo , arruginito e ammaccato contrasta con quello della stazione spaziale Axiom dove si e' rifugiata la popolazione terrestre, dilagano le peggiori abitudini consumistiche e gli umani, ormai esseri passivi, comunicano solo attraverso i monitor. La condizione di WALL-E e' interrotta dall'incontro con Eve , una robottina scesa da un'astronave , della quale s'innamora.
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Nel 2105 sul nostro pianeta l'unico abitante e' WALL-E, un industrioso robottino, superstite di un esercito di spazzini meccanici programmati per ripulire la Terra dall'immondizia. L'infaticabile WALL-E continua il suo lavoro ammucchiando spazzatura in piccoli cubi, diventati alti come grattacieli. Il mondo del robot, solo , arruginito e ammaccato contrasta con quello della stazione spaziale Axiom dove si e' rifugiata la popolazione terrestre, dilagano le peggiori abitudini consumistiche e gli umani, ormai esseri passivi, comunicano solo attraverso i monitor. La condizione di WALL-E e' interrotta dall'incontro con Eve , una robottina scesa da un'astronave , della quale s'innamora. Sara' proprio lei a provare che sulla terra c'e' ancora vita e quindi esistono le condizioni per un ritorno degli umani. Capolavoro d'avanguardia informatica della PIXAR che va oltre la computer grafica 3D per come umanizza dispositivi, congegni, macchine e postazioni elettroniche, per come anima l'inorganico, per come riduce all'osso i dialoghi puntando sui suoni , sulle voci sintetiche e per la raffinata colonna sonora di Thomas Newman.
ANITA INTRA
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jon sugar
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sabato 29 settembre 2012
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un documentario sulle formiche è più emozionante
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Io mi chiedo: quelli che dicono che è bello, ci hanno dormito sopra e poi per non fare i guastafeste lo hanno elogiato, o non avevano nulla di meglio da fare che esaltare un film decisamente straziante? Noioso, inutile, fallimentare, insensato, in sostanza la più grande perdita di tempo della storia del cinema d'animazione. Come ho potuto sprecare una serata a vederlo, quando su Rai Yoyo ci sono tanti cartoni interessanti?
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