La classe - Entre les murs

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Un film di Laurent Cantet. Con François Bégaudeau, Nassim Amrabt, Laura Baquela, Cherif Bounaïdja Rachedi, Juliette Demaille.
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Titolo originale Entre les murs. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 128 min. - Francia 2008. - Mikado Film uscita venerdì 10 ottobre 2008. MYMONETRO La classe - Entre les murs * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Finalmente un film veritiero sulla scuola moderna. Valutazione 4 stelle su cinque

di Great Steven


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sabato 31 gennaio 2015

LA CLASSE (FR, 2008) diretto da LAURENT CANTET. Interpretato da François Bégaudeau, NASSIM AMRABT, LAURA BAQUELA, CHERIF BOUNAIDJA RACHEDI, JULIETTE DEMAILLE, DALLA DOUCOURé
Con questa pellicola, la quarta del suo itinerario professionistico, Cantet guadagnò la Palma d’oro al Festival di Cannes 2008, con una giuria insolitamente unanime. Due anni prima, nel 2006, il libro Entre le murs di F. Bégaudeau – qui protagonista e collaboratore alla sceneggiatura – aveva vinto il premio France Culture/Télérama. In settembre il regista gli propose di farne un film da girare nel 2007. Scelsero di girarlo nel collegio Françoise-Dolto, posizionato nel ventesimo Arrondissement alla periferia di Parigi, vicino alla scuola dove Bégaudeau aveva insegnato per un quadriennio. Il perno dell’opera è costituito dal complesso e controverso rapporto tra un professore di francese e una classe quarta (l’ultima del collège, come si usa al di là delle Alpi) mista e plurietnica, composta da francesi, nordafricani, europei dell’Est e cinesi, chiamati a parlare “la stessa lingua” con le sue insidie (in francese il computer si chiama “ordinateur”). Un difetto della traduzione italiana è da imputare al titolo nostrano, troppo fievole e ambiguo, e infatti la Mikado ha toppato in maniera troppo maldestra. Tra i muri rende perfettamente l’idea di una scuola intesa inconsapevolmente come un sistema pressoché carcerario, più che istituzionale. Il film si attiene fedelmente ai dettami del libro, e dimostra come, nel sistema istruttivo francese, la scuola sia uno spazio di segregazione, non di integrazione: le differenze culturali e linguistiche finiscono giocoforza per separare gli studenti, non per avvicinarli, e anziché essere superate vengono incentivate e pertanto si aggravano, senza quindi che si riesca a individuare un punto in comune che consenta una fusione interetnica pacifica e cordiale. In patria è stato alquanto discusso, attaccato sia da destra che da sinistra. Al di là delle polemiche che una simile opera divulgativa e insospettatamente spregiudicata possa sollevare, è uno straordinario esempio di docufiction sociologica, girato da Cantet con un margine predominante di improvvisazione, e risulta un film onesto, autentico, coinvolgente e sincero. Pone molte domande senza pretendere di dare risposte anche nel doloroso finale (dove viene mostrata l’aula irrimediabilmente vuota mentre il prof. è impegnato insieme agli alunni in una partita di calcio) dove la finzione prevale sul documentario. Lo scrittore-attore principale fa del suo meglio per apparire credibile nella duplice veste, e ci riesce egregiamente, ma anche i ragazzi che si dilettano nella recitazione centrano il bersaglio. Fra i più azzeccati, è doveroso citare: Souleymane, il talentuoso ragazzo di colore dotato di poco autocontrollo che finisce per essere espulso dall’istituto per aver dato del tu all’insegnante e per aver ferito una compagna con lo zaino; la tunisina Esmeralda, impegnata nel ruolo di capoclasse che non prende molto sul serio e che la porta a riferire informazioni errate sul consiglio di classe; la nigeriana Khoumba, tra le alunne più irriverenti e beffarde ma tutto sommato non priva di simpatia; Carl, l’allievo che ha un fratello in prigione e che viene ammesso nell’istituto dopo aver combinato una marachella poco perdonabile in un’altra scuola. In conclusione, Entre les murs colpisce nel segno quando si propone di raffigurare, senza per forza insistere sul modello francofono, la scuola di oggigiorno: i ragazzi non imparano nulla e preferiscono trascurare lo studio, mentre i professori non sempre sanno distinguere cosa è giusto da cosa è sbagliato, e non solo per quanto concerne il loro delicato ruolo di docenti che spesso e malvolentieri si affianca a quello di educatori.

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