luca scialo
|
domenica 29 marzo 2020
|
esordio col botto per mcqueen
|
|
|
|
A due anni dall'insediamento, la Lady di ferro britannica Margaret Tatcher intraprende una dura battaglia contro i repubblicani nordirlandesi detenuti. Sottraendo loro lo status di prigionieri politici e trattandoli alla stregua di ordinali criminali. Ciò porterà ad una dura protesta, chiamata "delle coperte e dell'igiene", con i detenuti che tengono volutamente sporche le loro celle e rilasciano l'urina nel corridoio. E decidono di restare nudi, con indosso solo una coperta. Inoltre, sono vittime di violente rappresaglie per opera di secondini e reparti della polizia anti-rissa. Dato che ciò non basta, decidono di passare allo sciopero della fame e della sete, alternandosi drammaticamente morto dopo morto.
[+]
A due anni dall'insediamento, la Lady di ferro britannica Margaret Tatcher intraprende una dura battaglia contro i repubblicani nordirlandesi detenuti. Sottraendo loro lo status di prigionieri politici e trattandoli alla stregua di ordinali criminali. Ciò porterà ad una dura protesta, chiamata "delle coperte e dell'igiene", con i detenuti che tengono volutamente sporche le loro celle e rilasciano l'urina nel corridoio. E decidono di restare nudi, con indosso solo una coperta. Inoltre, sono vittime di violente rappresaglie per opera di secondini e reparti della polizia anti-rissa. Dato che ciò non basta, decidono di passare allo sciopero della fame e della sete, alternandosi drammaticamente morto dopo morto. Tra i primi c'è il leader Bobby Sands, il quale, a soli 27 anni e dopo 66 giorni di sciopero della fame e della sete, muore visibilmente provato. Il regista omonimo del grande attore Steve McQueen sceglie per il suo esordio un tema molto delicato. E decide di raffigurarlo tramite le sofferenze corporali di chi si oppose all'arroganza della Gran Bretagna pagandolo con la propria vita. Alcune scene lasciano il segno, come la morte del secondino mentre è all'ospizio con la madre malata di Halzeimer. O il lungo dialogo tra Bobby e il prete cattolico poco ortodosso. O i giorni dello sciopero della fame del protagonista, ben raffigurati oltre ogni limite interpretativo da Michael Fassbender. La pellicola, non a caso, è stata premiata a Cannes. Crudo e reale fino in fondo, il film rende omaggio a chi ha anteposto la libertà alla propria vita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
giovedì 12 novembre 2020
|
il cielo d''irlanda
|
|
|
|
Nel 1981, in Irlanda del Nord, nel carcere di Long Kesh, i detenuti repubblicani sono, per scelta del governo Inglese, trattati alla stregua di criminali comuni, per questa ragione il loro capo carismatico Bobby Sands decide di attuare differenti forme di protesta che saranno soffocate nella violenza perpetrata dalle guardie carcerarie. Per sensibilizzare l’opinione pubblica Bobby, e altri nove detenuti, decidono quindi d'iniziare uno sciopero della fame a costo di arrivare alle estreme conseguenze.
Steve McQueen e il suo attore feticcio Michael Fassbender, divenuto celebre grazie al ruolo di dirigente d’azienda avvezzo alla pornografia e protagonista di Shame, ci offrono uno spaccato di una vicenda storica che toccò in profondità l’animo di ogni abitante del Regno Unito.
[+]
Nel 1981, in Irlanda del Nord, nel carcere di Long Kesh, i detenuti repubblicani sono, per scelta del governo Inglese, trattati alla stregua di criminali comuni, per questa ragione il loro capo carismatico Bobby Sands decide di attuare differenti forme di protesta che saranno soffocate nella violenza perpetrata dalle guardie carcerarie. Per sensibilizzare l’opinione pubblica Bobby, e altri nove detenuti, decidono quindi d'iniziare uno sciopero della fame a costo di arrivare alle estreme conseguenze.
Steve McQueen e il suo attore feticcio Michael Fassbender, divenuto celebre grazie al ruolo di dirigente d’azienda avvezzo alla pornografia e protagonista di Shame, ci offrono uno spaccato di una vicenda storica che toccò in profondità l’animo di ogni abitante del Regno Unito. Tramite una narrazione lucida, spietata e che non desidera analizzare colpe e vincitori, ma solamente i fatti, ci caliamo nella realtà di un carcere di massima sicurezza ove i secondini sono visti attraverso gli occhi di uno di loro, ovvero unmarito esemplare e una guardia dall’irreprensibile curriculum vitae, ma al tempo stesso un dipendente del carcere che a causa del ruolo che ricopre diviene un aguzzino che si rifugia in una solitudine forzata, esattamente come coloro che deve reprimere. Dall’altro lato le ragioni dei detenuti repubblicani sono palesate attraverso proteste che toccano un abbigliamento che li vuole uniformare ai detenuti comuni e al rifiuto quindi di lavarsi e di vivere nella sporcizia, fra i due estremi, secondini e detenuti, non s’intravedono alla fine troppi distinguo se non fosse per gli ideali che guidano ogni membro repubblicano con un occhio particolare sul giovane Bobby Sands, figlio di una famiglia cattolica e membro di spicco della Professional IRA. Michael Fassbender muta il suo corpo affamandosi fino allo stremo, il tutto per non farci mancare nulla del calvario pieno d’ideali che colpirono il giovane originario di Belfast. McQueen con l’ausilio di una fotografia perennemente in penombra e perfettamente confezionata da Sean Bobbitt, e a una serie di piani sequenza interminabili, il più lungo dei quali di ben 17 minuti,riesce a restituirci il clima di sconfitta generalizzata che si respirava nel Nord Irlanda nei primi anni ’80. Pellicola arrivata nelle nostre sale con quattro colpevoli anni, ma mai attesa fu più gradita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
marica romolini
|
domenica 13 maggio 2012
|
ovvero della risignificazione del corpo
|
|
|
|
Irlanda del Nord. Con straniante effetto di controcampo per chi provenga dalla lunga soggettiva intimista di Iron Lady, la voce della Tatcher annuncia alla radio l'abolizione dello status di prigioniero politico per i detenuti dell'IRA. È l'inizio di una serie di proteste - la 'blanket protest', la 'dirty protest' e due scioperi della fame - che porta alla morte, tra le altre, del giovane leader Bobby Sands. Il suo corpo martoriato (eccezionale Fassbender) diventa il vero e proprio protagonista del film, che fa di un iperrealismo tanto caricato nelle immagini quanto sobrio nelle parole il suo punto di forza. Con un'unica finestra marcatamente dialogica, comprensiva di apologo recuperato da un'infanzia quasi mitica, al centro di una narrazione di ricercatissima fotografia.
[+]
Irlanda del Nord. Con straniante effetto di controcampo per chi provenga dalla lunga soggettiva intimista di Iron Lady, la voce della Tatcher annuncia alla radio l'abolizione dello status di prigioniero politico per i detenuti dell'IRA. È l'inizio di una serie di proteste - la 'blanket protest', la 'dirty protest' e due scioperi della fame - che porta alla morte, tra le altre, del giovane leader Bobby Sands. Il suo corpo martoriato (eccezionale Fassbender) diventa il vero e proprio protagonista del film, che fa di un iperrealismo tanto caricato nelle immagini quanto sobrio nelle parole il suo punto di forza. Con un'unica finestra marcatamente dialogica, comprensiva di apologo recuperato da un'infanzia quasi mitica, al centro di una narrazione di ricercatissima fotografia. Marcata, perché McQueen non permette che alcunché rilassi il filo teso da inizio a fine (ad effetto battito cardiaco costantemente alterato), per cui anche quando sceglie di lasciare spazio alla parola, tira l'elastico al massimo, stremando un piano sequenza al limite della tollerabilità; dialogica in tutti i sensi, perché il punto di vista torna a pluralizzarsi, sottraendosi al pericolo di un troppo empatico manicheismo. Abilissimo, a questo proposito, il ribaltamento di prospettiva dopo i primi minuti di film, durante i quali l'ancora ignaro spettatore è indotto a partecipare delle sorti del 'carnefice'. Il raccordo sulla mano gonfia del poliziotto che svela il gioco è un vero colpo da maestro: benché studiatissimo, non pecca né di gratuità autocompiaciuta né di funzione sorpresa risolutiva a cui demandare lo spessore della pellicola. Ma si diceva dell'iperrealismo dell'elemento fisico, così disturbantemente esibito nel degrado fisiologico e nell'agonia da trascendere sé stesso e acquisire un senso ulteriore. L'uso/abuso del corpo, in questa poetica di eccesso di visione della violenza, crea il messaggio. Introiettando e in qualche modo riproponendo il principio su cui si basa lo sciopero della fame del protagonista. L'esordio alla regia di McQueen, apparso solo ora nelle sale italiane, segna insomma un interessantissimo ritorno alla potenza significante del primum biologico, oltre ma non senza la piena consapevolezza delle più sofisticate costruzioni linguistiche e del percorso cerebro-intellettuale di molto cinema contemporaneo. Con quattro anni di ritardo, assolutamente imperdibile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marica romolini »
[ - ] lascia un commento a marica romolini »
|
|
d'accordo? |
|
tanus78
|
mercoledì 24 ottobre 2012
|
duro e intenso
|
|
|
|
Gran bel film, distribuito con appena quattro anni di ritardo in Italia ma fa niente. E' l'opera prima di McQueen, mentre il suo secondo film "Shame" è stato maggiormente pubblicizzato grazie alla fama nel frattempo acquisita dall'attore feticcio Fassbender e alla tematica più pruriginosa. In entrambe le opere ma a mio avviso maggiormente in "Hunger" comunque viene fuori l'innegabile abilità del regista nel riprendere i corpi e nel renderli protagonisti assoluti della storia. Parole poche e taglienti. A incidere profondamente lo sguardo dello spettatore provvedono la fisicità estrema della condizione carceraria patita dagli irlandesi "cattivi", le percosse, le proteste estreme fino alle peggiori conseguenze.
[+]
Gran bel film, distribuito con appena quattro anni di ritardo in Italia ma fa niente. E' l'opera prima di McQueen, mentre il suo secondo film "Shame" è stato maggiormente pubblicizzato grazie alla fama nel frattempo acquisita dall'attore feticcio Fassbender e alla tematica più pruriginosa. In entrambe le opere ma a mio avviso maggiormente in "Hunger" comunque viene fuori l'innegabile abilità del regista nel riprendere i corpi e nel renderli protagonisti assoluti della storia. Parole poche e taglienti. A incidere profondamente lo sguardo dello spettatore provvedono la fisicità estrema della condizione carceraria patita dagli irlandesi "cattivi", le percosse, le proteste estreme fino alle peggiori conseguenze. Un film che non lascia indifferenti e che, soprattutto come opera prima, sancisce la bravura e la particolarità di un autore che ha come unico difetto il nome, non per colpa sua certo, ma è innegabilmente un difetto.
[-]
[+] veramente ...
(di irene)
[ - ] veramente ...
|
|
[+] lascia un commento a tanus78 »
[ - ] lascia un commento a tanus78 »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
mercoledì 26 marzo 2014
|
il coraggio del sacrificio!
|
|
|
|
Durante gli anni del governo Thatcher, nella prigione irlandese di The Maze, molti attivisti dell’IRA furono incarcerati. Lì misero in scena violente proteste come quella dello sporco, represse in modo ancora più violento dalle guardie carcerarie. Tra i detenuti c’è anche Bobby Sands (Fassbender) che guiderà lo sciopero della fame di oltre settantacinque detenuti, di cui nove moriranno, in nome dei propri ideali. Sands morirà dopo sessantasei giorni di sciopero, ridotto ad una larva umana. Scritto da Enda Walsh con il regista, Hunger segna l’esordio alla regia dell’inglese nero Steve McQueen. In realtà questo film, peraltro vincitore di numerosi premi tra cui la Camera d’Or al Festival di Cannes per la miglior opera prima, è stato distribuito in Italia solo dopo al discreto successo di pubblico, critica e scandalo del successivo Shame, sempre con protagonista Fassbender.
[+]
Durante gli anni del governo Thatcher, nella prigione irlandese di The Maze, molti attivisti dell’IRA furono incarcerati. Lì misero in scena violente proteste come quella dello sporco, represse in modo ancora più violento dalle guardie carcerarie. Tra i detenuti c’è anche Bobby Sands (Fassbender) che guiderà lo sciopero della fame di oltre settantacinque detenuti, di cui nove moriranno, in nome dei propri ideali. Sands morirà dopo sessantasei giorni di sciopero, ridotto ad una larva umana. Scritto da Enda Walsh con il regista, Hunger segna l’esordio alla regia dell’inglese nero Steve McQueen. In realtà questo film, peraltro vincitore di numerosi premi tra cui la Camera d’Or al Festival di Cannes per la miglior opera prima, è stato distribuito in Italia solo dopo al discreto successo di pubblico, critica e scandalo del successivo Shame, sempre con protagonista Fassbender. È la cronaca terrificante degli eventi che avvenivano nei carceri inglesi negli anni del terrorismo dell’IRA? Sì, certamente lo è. Ma Hunger, vero e proprio pugno nello stomaco per la sua violenza e per le immagini raccapriccianti del dimagrimento di Sands, è qualcosa di più: è la ricerca di una spiegazione alla protesta senza quartiere di questi uomini, guidati da Sands. Perché il motivo della protesta è ovvio, ma molto più difficile da comprendere è invece da dove provenga la forza necessaria a sopportare l’insopportabile solo in nome dei propri ideali. E McQueen indaga la psicologia di questi uomini, in particolare di Sands, con una forza, una potenza e una visceralità rara. McQueen è un viscerale, e lo darà a rivedere anche nei seguenti Shame e 12 anni schiavo, e per la messa in scena dei suoi drammi predilige la macchina ferma e il primo piano, oltre a vertiginosi piani sequenza, che hanno il loro culmine nella scena più importante e riuscita del film: il dialogo con il prete (Cunningham) una scena lunga quasi mezz’ora che sembra durare pochi secondi per la sua straordinaria forza e bellezza. Ebbene in una scena di mezz’ora McQueen mette tre sole inquadrature e riesce a reggere un piano sequenza di ben 17 minuti, seguito da un primo piano di 7. Il suo sconvolgente talento registico è supportato qui dalla straordinaria interpretazione di Fassbender, dimagrito in modo sconvolgente per interpretare la parte, che si cala con funi e picchetti nel personaggio di Sands, lasciandoci un’interpretazione magistrale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
rita branca
|
sabato 26 aprile 2014
|
senza compromessi per la libertà di rita branca
|
|
|
|
Hunger (2008) film di Steve McQueen con Michael Fassbender, Liam Cunningham, Stuart Graham, Brian Milligan, Liam McMahon, Helen Madden, Des McAleer, Helena Bereen, Laine Megaw, Karen Hassan, Frank McCusker, Lalor Roddy, Geoff Gatt, Rory Mullen, Ben Peel, Paddy Jenkins
Film intensamente drammatico e pluripremiato dell’esordiente regista Steve McQueen, che con una splendida cruda fotografia, narra la difficile scelta di Bobby Sand e di un altro gruppo di patrioti nord irlandesi, membri dell’IRA che, non si perdono d’animo e non si piegano davanti ai crudeli, umilianti e disumani trattamenti subìti durante la prigionia nelle dure carceri inglesi durante il governo di Margaret Thatcher, ma decidono eroicamente di continuare a combattere per la loro causa, quando viene loro negato anche lo status di prigionieri politici.
[+]
Hunger (2008) film di Steve McQueen con Michael Fassbender, Liam Cunningham, Stuart Graham, Brian Milligan, Liam McMahon, Helen Madden, Des McAleer, Helena Bereen, Laine Megaw, Karen Hassan, Frank McCusker, Lalor Roddy, Geoff Gatt, Rory Mullen, Ben Peel, Paddy Jenkins
Film intensamente drammatico e pluripremiato dell’esordiente regista Steve McQueen, che con una splendida cruda fotografia, narra la difficile scelta di Bobby Sand e di un altro gruppo di patrioti nord irlandesi, membri dell’IRA che, non si perdono d’animo e non si piegano davanti ai crudeli, umilianti e disumani trattamenti subìti durante la prigionia nelle dure carceri inglesi durante il governo di Margaret Thatcher, ma decidono eroicamente di continuare a combattere per la loro causa, quando viene loro negato anche lo status di prigionieri politici.
Il regista sottolinea con efficacia il sacrificio affrontato con grande consapevolezza da questi eroi straordinari che, però, per amore dei figli e della patria, sono pronti a morire di fame pur di vincere chi invece vuole liquidarli con l’etichetta di comuni terroristi.
Straordinaria l’interpretazione di Bobby Sand da parte di Michael Fassbender, toccanti i contrasti fra le angherie del presente, il lento e inesorabile crollo fisico per mancanza di nutrimento ed i lirici ricordi dell’infanzia.
Un film che evidenzia la stupidità della guerra, l’ottusità dei prepotenti e la necessità di opporvisi.
Rita Branca
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rita branca »
[ - ] lascia un commento a rita branca »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
domenica 3 novembre 2013
|
prigionia di bobby sands
|
|
|
|
Storia dei detenuti politici dell'IRA prigionieri di un carcere britannico Nord Irlandese nel 1981, anno in cui suscitò particolare clamore presso l'opinione pubblica internazionale la cosidetta protesta delle 'coperte' e della 'sozzura' (i detenuti rifiutavano le divise carcerarie coprendosi solo con un plaid di lana e rifiutavano di lavarsi ricoprendo le pareti delle celle con i propri escrementi). A questa prima fase di protesta contro l'intransigenza del governo tatcheriano segue un durissimo sciopero della fame che mieterà diverse vittime tra prigionieri e altrettanti morti tra gli ufficiali di polizia di sua maestà freddati dagli indipendentisti repubblicani.
[+]
Storia dei detenuti politici dell'IRA prigionieri di un carcere britannico Nord Irlandese nel 1981, anno in cui suscitò particolare clamore presso l'opinione pubblica internazionale la cosidetta protesta delle 'coperte' e della 'sozzura' (i detenuti rifiutavano le divise carcerarie coprendosi solo con un plaid di lana e rifiutavano di lavarsi ricoprendo le pareti delle celle con i propri escrementi). A questa prima fase di protesta contro l'intransigenza del governo tatcheriano segue un durissimo sciopero della fame che mieterà diverse vittime tra prigionieri e altrettanti morti tra gli ufficiali di polizia di sua maestà freddati dagli indipendentisti repubblicani.
Primo lungometraggio del videoartista britannico omonimo (ma solo tale) del grande attore americano, è in realtà una lucida e spietata testimonianza di una disperata intransigenza etica e di uno stadio residuale della condizione umana, il fronte più avanzato di una guerra senza quartiere in cui si concepisce il proprio corpo come lo strumento terminale di una strenua rivendicazione politica e civile.
Puntando sul rigore formale di una messa in scena scabra e sulla precisione geometrica dei movimenti di macchina (calibrati piano sequenza, simmetria delle inquadrature fisse, alternaza di piani medi e primi piani) l'autore ci conduce nei meandri di un inferno claustrofobico dove il sogno libertario dei suoi disperati abitanti è un miraggio remoto e quasi impalpabile, la pura astrazione formale di conscienze assuefatte alla lotta ('sa di merda ...ma ci si abitua a tutto!') e che gravita attorno a questo microcosmo di miserie e indicibili sofferenze come il simbolo immanente di un inconfessabile ideale politico. Nel cotrasto tra il dentro e il fuori (dal carcere), tra vittime e carnefici, tra i segni di una violenza che colpisce tanto i reclusi che i loro impietosi aguzzini si manifestano i sintomi di una disperazione sociale che avvelena irrimediabilmente la civile convivenza degli uomini, che instaura un oppressivo clima di sospetto e di paura, che degrada la condizione umana fino ai termini più abietti di una fisicità fatta di 'sangue e merda'. Film compatto e dialetticamente perentorio esprime una mirabile sintesi del suo discorso politico più con la forza impietosa delle immagini che con la retorica dei dialoghi mostrando una perfetta simmetria tra la prima, lunga parte di una protesta 'della sozzura' e una seconda parte di inesorabile deperimento fisico (hunger) del suo radicale protagonista (uno straordinario Fassbender) attraverso il raccordo narrativo di una serrata confessione ideologica tra le anime divergenti di una 'liturgia della liberazione' (espiazione?), tra un cinico e disilluso confessore e la ineluttabile determinazione di un leader carismatico deciso ad immolarsi per il suo ideale laico. Latamente critico verso la scomoda presa di posizione della chiesa cattolica (la messa inascoltata, la bibbia 'fumata', le recriminazioni sociali del cappellano dedito al'business delle anime') si chiude idealmente nel contrasto tra gli slanci libertari di una poetica onirica (il volo d'uccelli nel blu crepuscolare di una 'notte americana') e il freddo nichilismo di un cadavere che viene traspotato all'esterno, chiuso per sempre fuori da un carcere da cui l'uomo (ed i suoi ideali) non sarebbero mai più usciti. Vincitore della Caméra d'or per la miglior opera prima del 61º Festival di Cannes.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
|