Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- USA, Francia 2008.
- Moviemax
uscita venerdì 24ottobre 2008.
MYMONETROBabylon A.D.
valutazione media:
1,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una ragazza vergine ma incinta e con poteri soprannaturali deve essere portata dalla Russia a New York City seguendo determinate regole; per esempio non farsi rapire da nessuno. Ad accompagnarla ci saranno la sacerdotessa (Michelle Yeoh) e Toorop (Vin Diesel). Mi aspettavo di più. Conoscendo i ruoli che affidano a Vin Diesel me lo aspettavo più combattivo. Non è che ci siano molte scene di battaglia. Qualche effetto speciale e qualche panoramica sull'ambiente ma non è che sia eccezionale. Da quando in qua le sacerdotesse conoscono il karate e da semplici missionarie del Signore diventano 'guardie giurate'??! Questo particolare stona non poco. Sufficiente ma sul filo del rasoio.
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Una ragazza vergine ma incinta e con poteri soprannaturali deve essere portata dalla Russia a New York City seguendo determinate regole; per esempio non farsi rapire da nessuno. Ad accompagnarla ci saranno la sacerdotessa (Michelle Yeoh) e Toorop (Vin Diesel). Mi aspettavo di più. Conoscendo i ruoli che affidano a Vin Diesel me lo aspettavo più combattivo. Non è che ci siano molte scene di battaglia. Qualche effetto speciale e qualche panoramica sull'ambiente ma non è che sia eccezionale. Da quando in qua le sacerdotesse conoscono il karate e da semplici missionarie del Signore diventano 'guardie giurate'??! Questo particolare stona non poco. Sufficiente ma sul filo del rasoio. Voto 6.5/10 Perdibile.
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Il caso di questo film è singolare! Non mi è quasi mai capitato di vedere un film e non capirne la trama. Babilon A.D. non sviluppa assolutamente nessuno dei personaggi che presenta, la storia va avanti senza spiegarsi. Lascia lo spettatore perplesso e sconcertato, si può dire che è un film che finisce prima ancora di iniziare. Solitamente mi piace argomentare i miei giudizi, questo film è talmente insensato che non c’è molto da dire se non MEGLIO NON VEDERLO!!!!
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Il mercenario Toorop riceve da Gorsky, un mafioso russo, un incarico che non può rifiutare: deve far arrivare clandestinamente negli Stati Uniti una ragazza di nome Aurora, scortandola fino a New York. Ma la ragazza, cresciuta in un convento, è dotata di misteriosi poteri e anche altri sono sulle sue tracce.
Quando un regista si dissocia pubblicamente dal proprio film, le aspettative si orientano pericolosamente verso il basso. E’ quello che è accaduto con “Babylon A.D.”, il cui autore, Mathieu Kassovitz, ha dichiarato che la Fox non gli ha mai dato la possibilità di girare una scena così come era stata concepita, e che non gli è stato permesso di rispettare la sceneggiatura.
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Il mercenario Toorop riceve da Gorsky, un mafioso russo, un incarico che non può rifiutare: deve far arrivare clandestinamente negli Stati Uniti una ragazza di nome Aurora, scortandola fino a New York. Ma la ragazza, cresciuta in un convento, è dotata di misteriosi poteri e anche altri sono sulle sue tracce.
Quando un regista si dissocia pubblicamente dal proprio film, le aspettative si orientano pericolosamente verso il basso. E’ quello che è accaduto con “Babylon A.D.”, il cui autore, Mathieu Kassovitz, ha dichiarato che la Fox non gli ha mai dato la possibilità di girare una scena così come era stata concepita, e che non gli è stato permesso di rispettare la sceneggiatura. Kassovitz aggiunge che il film è solamente “violenza e stupidità”, e che si è trattato di “un’esperienza terribile”. Non si può che dargli ragione, dato che l’esperienza è oggettivamente terribile anche per lo spettatore e, se con la violenza non si abbonda poi così tanto, si cerca di compensare con la stupidità. E’ anche vero che il regista, dopo il fulminante esordio de “L’odio” nel lontano 1995, non ha più indovinato un film, e forse i demeriti andrebbero equamente ripartiti. Tratto dal romanzo “Babylon Babies” dell’ottimo Maurice G. Dantec, non solo il film non riesce a restituirne la complessità, cosa che si dava per scontata, ma lo ridicolizza inventandosi personaggi francamente improponibili, come la suora Rebecca interpretata da Michelle Yeoh (in originale, un’israeliana del Mossad armata di AK-47), o rimestando senza fantasia in situazioni da b-movie, girate male e montate anche peggio. La semplificazione della trama era in un certo senso obbligata, dato che Dantec predilige possenti quanto stimolanti elucubrazioni pseudofilosofiche, ma non certo la sua completa obliterazione a favore del nulla assoluto, che resterà sullo stomaco anche ai consumatori compulsivi delle multisale. Il mondo distopico dipinto da Kassovitz estremizza le angosce e le tensioni del presente alla maniera de “I figli dell’uomo” di Alfonso Cuaron, di cui “Babylon A.D.” pare una versione trash, ma le disavventure del mercenario Toorop a spasso nel futuro prossimo venturo, passando dal Kazakhistan a Vladivostok e dall’Alaska al Canada, suscitano un tedio profondo persino nelle anemiche scene d’azione, che sembrano gli scarti rimasti in sala di montaggio di un qualunque James Bond. Le caratteristiche messianiche della giovane Aurora e le sbandierate preoccupazioni per il futuro del pianeta, che il regista parrebbe voler rimarcare con l’entusiasmo del neofita, sconcertano per la banalità dell’assunto, almeno quanto sconcerta il risultato complessivo per l’approssimazione della regia, dato che persino in film obiettivamente indifendibili, come “I fiumi di porpora” o “Gothika”, Kassovitz azzeccava qualche sporadica sequenza. Vin Diesel, dopo alcune parentesi non troppo felici in cui ha cercato di riciclarsi, torna alla monolitica espressività di Riddick ma rimane incapace di dire una battuta, sia pure la più elementare come quelle che tocca subire in “Babylon A.D.”. In più la situazione è notevolmente peggiorata da assurdi camei, un Depardieu con un inutile naso posticcio, un imbarazzato Lambert Wilson e una spiritata Charlotte Rampling, nonché da un finale fastidioso per stucchevolezza, didascalismo spicciolo e becera ovvietà.
Completano il tutto pessimi effetti CGI e risibili scampoli cyberpunk, mentre l’unica nota positiva è la fotografia di Thierry Arbogast, collaboratore storico di Luc Besson. [-]
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Ho visto il film, un pò prevenuta, in realtà lo voleva vedere mio marito ... io ridendo ho detto, lo guardo solo per Vin Diesel :-) in effetti poi mi è piaciuto, non era affatto scontato, forse troppo violento per i miei gusti, ma molto meno di altri decisamente orrendi. Questo film mi è piaciuto. Mi è piaciuta la trama e un finale assolutamente a sorpresa! Si direi da "non ho voglia di vederlo" a " Grazie amore di avermelo fatto vedere :-) ".
Particolare per me
vorrei anche seguito e penso leggerò il libro.
Ta
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Un film futuristico che miscela attori, colonna sonora e location; creando un film che non se ne vedono tutti i giorni. Ben fatto e scene di azione ben riuscite.
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Ho letto diversi commenti e recensioni ma nessuno mette nel giusto rilievo la figura interpretata dalla Rampling.
Il Morandini parla di retroterra " fantasioso e cristologico " , ma non condivido .
Nella S.F. ogni volta che viene introdotta l'ironia i suoi fan spesso ne sono offesi e ancora più spesso non capiscono..
La Grande Sacerdotessa è un personaggio straordinario . La bambina che , vergine , deve partorire due gemelli è un'altra invenzione fantastica ( fantascientifica ? ).
La suora del convento kazako che si rivela ottima combattente secondo le migliori arti marziali ( orientali e no ) mi fa venire in mente la suora del romanzo " Ad occhi chiusi " , Gianrico Carofiglio - Sellerio Editore che strabilia combattendo
( e vincendo ) con gli occhi bendati.
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Ho letto diversi commenti e recensioni ma nessuno mette nel giusto rilievo la figura interpretata dalla Rampling.
Il Morandini parla di retroterra " fantasioso e cristologico " , ma non condivido .
Nella S.F. ogni volta che viene introdotta l'ironia i suoi fan spesso ne sono offesi e ancora più spesso non capiscono..
La Grande Sacerdotessa è un personaggio straordinario . La bambina che , vergine , deve partorire due gemelli è un'altra invenzione fantastica ( fantascientifica ? ).
La suora del convento kazako che si rivela ottima combattente secondo le migliori arti marziali ( orientali e no ) mi fa venire in mente la suora del romanzo " Ad occhi chiusi " , Gianrico Carofiglio - Sellerio Editore che strabilia combattendo
( e vincendo ) con gli occhi bendati. . .
Non so se l'eccessiva sintesi ( rispetto al lunghissimo romanzo ) sia un vero difetto . Il cinema è Cinema e la storia spesso non conta .
Io lo conservo con amore nella mia cineteca.
Masssimo Romita
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Non del tutto convincente. Non mi piace troppo il Vin Diesel nei film di fantascienza, la storia è confusa e per niente chiara e la regia è molto debole. Poi certo l'azione c'è, il cast pure ma mancano le marce alte che non ingrana dopo un ottima partenza.
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Ci sono registi che fanno il botto con un film bello e/o importante e poi si perdono, e ci sono registi che fanno il botto e proprio per questo vengono chiamati da produzioni, industrie e filmografie più ricche per sfruttarne il talento, e anche qui, i risultati sono sempre – almeno – discutibili. E poi c’è chi decide consciamente di trasferirsi in un altro paese, esportando una sua propria factory, e realizzare prodotti nella massima indipendenza economica. Esempi di questo vengono soprattutto dalla Francia, e se Luc Besson è il capostipite Mathieu Kassovitz è una sorta di suo erede che dopo il successo planetario de L’odio ha fatto brutti film hollywoodiani per farsi valere nell’industria che conta.
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Ci sono registi che fanno il botto con un film bello e/o importante e poi si perdono, e ci sono registi che fanno il botto e proprio per questo vengono chiamati da produzioni, industrie e filmografie più ricche per sfruttarne il talento, e anche qui, i risultati sono sempre – almeno – discutibili. E poi c’è chi decide consciamente di trasferirsi in un altro paese, esportando una sua propria factory, e realizzare prodotti nella massima indipendenza economica. Esempi di questo vengono soprattutto dalla Francia, e se Luc Besson è il capostipite Mathieu Kassovitz è una sorta di suo erede che dopo il successo planetario de L’odio ha fatto brutti film hollywoodiani per farsi valere nell’industria che conta. Qui, al suo nadir, si vede voltare le spalle anche da quell’industria che prima gli lascia la possibilità di raccontare il Blade Runner del terzo millennio e poi gli distrugge il film al montaggio. Che però, sembra già orrendo di suo. Scritto da Kassovitz con Eric Besnard da un romanzo di Maurice G. Dantec, un thriller fantascientifico e apocalittico di epica confusione, che prende come nume tutelare ancora il Carpenter di 1997: Fuga da New York, puntando però – e fallendo – ad un cyberpunk di concretezza irreale, fatto di immagini immateriche, cercando di scimmiottare il Kyashan di Kazuaki Kiriya. Ambientato nell’est europeo del XXI secolo, ancora sotto dittatura militare, e poi un po’ in giro per il mondo nemmeno fosse uno 007, il film racconta di un’umanità spenta e mortificata nel suo declino, a tutti i livelli, che vede nei poteri messianici di una ragazza l’unica speranza possibile contro un male che è ormai padrone assoluto. A proteggerla c’è significativamente un mercenario, simbolo di un mondo senza regole che vorrebbe rinascere. Kassovitz vuole puntare l’occhio sul reale e l’attualità, guardando anche a I Figli degli Uomini, ma già dall’inizio post-apocalittico in digitale è evidente l’incapacità del regista di costruire un discorso, di scegliere i toni, di far semplicemente seguire il filo logico allo spaesato spettatore, prigioniero di una narrazione senza spunti e di un racconto senza guizzi, che frastorna ma non avvince e non ha nemmeno un briciolo della radicalità concettuale, filmica ed estetica che si propone, ridotta a una visione del futuro datata, fatta di miserie e iper-tecnologia. La sceneggiatura è una spaventosa accozzaglia di plagi, calchi, prestiti e citazioni, incapace di costruire suspense e tensione, anche perché priva di motivazioni, spessore e nessi decenti, che Kassovitz non ha il minimo di interesse a migliorare, occupato a spendere più soldi possibile (come nella scena dell’elicottero, o in quella del sommergibile, l’unica decente del film) invece di rendere eccitante un’azione che montaggio e produzione macellano facilmente. Vin Diesel è ridicolo nel mettere in scena i soliti cliché del duro e tenebroso, mentre Gérard Depardieu si fa notare solo per l’orrido make-up. Accanto a loro, spiace constatare l’ennesimo spreco perpetuato ai danni di Michelle Yeoh, grande attrice e artista marziale, con cui Hollywood tappa i suoi buchi a mandorla (vedasi anche La Mummia3 ). Film orribile, incomprensibile e a tratti insopportabile, che segna – almeno a nostro avviso – la pietra tombale per un regista che per risollevarsi avrebbe bisogno di Romero, uno che ha avuto spesso a che fare coi morti viventi. [-]
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Inizia come un apprezzabile road-movie fantascientifico, con efficaci scopiazzature da vari film più nobili ( Blade Runner, Guerre Stellari );poi arriva un'improbabile svolta mistica che fa precipitare tutto nel ridicolo involontario. Non tutte le sequenze d'azione lasciano soddisfatti.
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Vin Diesel è tutto tranne ke un attore e nonostante tutto i suoi film sia di fantascienza ke d'azione mi piacciono. Ma questo...... non riesco neanche a classificarlo. Ci sono parti salvabili, la storia potrebbe essere valida, l'azione c'è........però......sinceramente......non ha ne capo ne coda......
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