valerypto
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domenica 9 novembre 2014
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zodiac era allen
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Dopo film come "Se7en" e "Fight Club" (ma anche "The game") da David Fincher ci si aspetta sempre il thriller sofisticato, quello con un finale a chiave che fino alla fine non ti fa capire chi è il colpevole e, soprattutto, di cosa. Con Zodiac i presupposti erano completamente diversi. La storia infatti è vera, ed è quella del serial killer che tra il 1969 e il 1970 terrorizzò la baia di San Francisco rivendicando pubblicamente ben 13 aggressioni. Un caso che non ha mai visto nessun imputato essere condannato e che quindi per essere raccontata in maniera interessante (capire l'assassino è il gioco per eccellenza dello spettatore di questo genere di film) doveva avere un altro punto di vista, un altro "centro".
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Dopo film come "Se7en" e "Fight Club" (ma anche "The game") da David Fincher ci si aspetta sempre il thriller sofisticato, quello con un finale a chiave che fino alla fine non ti fa capire chi è il colpevole e, soprattutto, di cosa. Con Zodiac i presupposti erano completamente diversi. La storia infatti è vera, ed è quella del serial killer che tra il 1969 e il 1970 terrorizzò la baia di San Francisco rivendicando pubblicamente ben 13 aggressioni. Un caso che non ha mai visto nessun imputato essere condannato e che quindi per essere raccontata in maniera interessante (capire l'assassino è il gioco per eccellenza dello spettatore di questo genere di film) doveva avere un altro punto di vista, un altro "centro".
Fincher lo trova nelle ossessioni di tutti coloro che si impegnarono all'epoca e per oltre venti anni alla ricerca del colpevole. Parte dal romanzo omonimo di Robert Graysmith (nel film interpretato da Jake Gyllenhaal) per farne un film corale sull'impegno e conseguenze che quei tragici eventi ebbero sulla vita non solo delle vittime, ma anche di chi vi si trovò indirettamente invischiato. Un lavoro corale in cui l'assassino è protagonista quanto gli altri personaggi. I suoi omicidi vengono rappresentati, i suoi discorsi riportati grazie ai messaggi che lasciò alla polizia e ai giornali, i suoi pensieri interpretati a voce alta da chi di volta in volta ne aveva interesse. La narrazione è lineare e supportata da opportune didascalie, su luogo e tempo di ogni scena. Attenzione è data, attraverso piccoli, ma interessanti espedienti (si pensi alla costruzione accelerata del grattacielo), al passare del tempo, elemento importantissimo sia ai fini della comprensione del "fallimento" dei detective, che del sacrificio richiesto a chi all'epoca, ebbe senso del dovere.
Seppur a livello globale si possa trovare il tutto non privo di momenti di "stanca", quasi che si stesse assistendo ad un reportage, sempre interessante è notare l'utilizzo di Fincher della macchina da presa. Ogni scena, e di conseguenza tutto il film, appare definito nel suo spazio, aree entro le quali succede sempre qualcosa, senza che "l'azione" scappi altrove. La redazione del Chronicle, la casa di Graysmith, la macchina dei due poliziotti e le case dei presunti assassini. L'esercizio di stile fatto con il precedente Panic room (un film che ha innovato l'uso della computer grafica al cinema) viene finalmente applicato ad una storia vera e propria, creando frammenti di suspance degni dei migliori registi di genere della storia. Le sequenze dedicate agli omicidi, il faccia a faccia nella casa dell'operatore del cinematografo, sono un perfetto connubio di visione e sonoro con destinazione groppo in gola.
Qualcosa a livello di sceneggiatura può scricchiolare: il film è stato montato più volte dopo i test non troppo positivi avuti con il pubblico statunitense alle anteprime. Si fanno accenni a scene non viste, e non tutto appare sempre lineare, ma sono davvero dettagli. Il finale, per esempio, è perfetto e chiude tutto al meglio.
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no_data
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venerdì 7 novembre 2014
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pesante come un mattone
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Se avete voglia di buttare due ore e quaranta della vostra vita guardate questo film. Dopo venti minuti già si capisce che è un malloppo indigesto, però si va avanti per vedere se, chissà, magari succede qualcosa di interessante. Niente: dialoghi, discussioni, nomi e cognomi; non si capisce niente. E poi ti chiedi: ma Gyllenhaal e Downey Jr che ci stanno a fare in questo film? Dopo due ore capisci che ci sta a fare Gyllenhaal, ma l'altro proprio no.
La morale finale è che i poliziotti sono imbranati, per risolvere i casi (dopo trent'anni) ci vuole uno stupido vignettista.
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renato c.
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sabato 31 maggio 2014
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ma lo prendono!?
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Film difficile da recensire anche perchè non si capisce bene chi sia il colpevole e se alla fine lo prendono! Comunque ben interpretato e che coinvolge abbastanza! Purtroppo questi serial-killer sono realmente esistiti e ne abbiamo avuto anche noi! Zodiac mi ricorda molto "il mostro di Firenze"! Un giorno, in una discussione, un collega mi diceva che i manicomi sono dei veri lager e che i matti sono trattati come bestie! Non so se le cose siano ancora così, ed è giusto che tutti, nonostante tutto, siano trattati umanamente! Però, si può avere tutta la carità cristiana che si vuole, ma che cosa è più giusto? Che un folle, per non rinchiuderlo in un "lager" giri indisturbato e libero di accoppare gente innocente, o che sia rinchiuso in modo da non avere la possibilità di nuocere?! Ho detto a
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Film difficile da recensire anche perchè non si capisce bene chi sia il colpevole e se alla fine lo prendono! Comunque ben interpretato e che coinvolge abbastanza! Purtroppo questi serial-killer sono realmente esistiti e ne abbiamo avuto anche noi! Zodiac mi ricorda molto "il mostro di Firenze"! Un giorno, in una discussione, un collega mi diceva che i manicomi sono dei veri lager e che i matti sono trattati come bestie! Non so se le cose siano ancora così, ed è giusto che tutti, nonostante tutto, siano trattati umanamente! Però, si può avere tutta la carità cristiana che si vuole, ma che cosa è più giusto? Che un folle, per non rinchiuderlo in un "lager" giri indisturbato e libero di accoppare gente innocente, o che sia rinchiuso in modo da non avere la possibilità di nuocere?! Ho detto al mio collega: "Guarda che un pazzo libero in giro potrebbe anche uccidere tua figlia, tua moglie o tua madre! Che questi film facciano fare un pensierino a quelle persone troppo tenere coi folli!
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toty bottalla
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lunedì 3 febbraio 2014
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un continuo girare a vuoto fra noia e sonno!
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Un estenuante film reportage da sfiancare perfino pensionati con abbonamento gratuito, denso e ripetitivo, zodiac è un lavoro complicato, magari realistico, fatto con impegno, non ben recitato e che alla fine lascia perplessi per la mancata promessa di un vero thriller, e così magari uno pensa...chissà quante cose utili avrei potuto fare in queste due ore e mezzo abbondanti! Saluti.
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aldogu
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mercoledì 12 giugno 2013
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zodiac: l'altra metà di fincher
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Un occhio discreto che suggerisce un punto di vista soggettivo ed emotivamente evidenziato.
Zodiac pone sullo stesso piano due aspetti umanamente realistici:quanto l'essere umano si arrenda di fronte ai propri limiti e quanto possa cercare in tutti i modi di andarci oltre,non per interessi materiali ma in finalità a se stessi e al proprio ego (quest'ultimo concetto ben espresso dal personaggio interpretato da Jake Gyllenhaal).
Tutto ruota neanche intorno al delitto stesso come avviene in Seven quanto nelle circostanze emotive di chi ,un po' per esigenze professionali e chi per orgoglio o semplice curiosità ne è coinvolto.
Un Fincher un po' piu realistico rispetto ai tempi di Mulholland drive ma sempre differenziato dalla massa per i suoi thriller, in cui spicca sempre una certa nota di sarcasmo( personalmente incuriosita dal modo ironico in cui tende a sottolineare il sistema poliziesco di fine anni Sessanta,adesso denominato forse primitivo,grazie all'assenza di fax,e sistemi di indagine molto meno tecnologicamente avanzati di oggi) e ricco di dialoghi,forse a volte un po' lunghi, ma che rendono pesante un atmosfera che sicuramente ,trasmette allo spettatore la stessa pesantezza in cui è stato realmente affrontato il caso di Zodiac.
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Un occhio discreto che suggerisce un punto di vista soggettivo ed emotivamente evidenziato.
Zodiac pone sullo stesso piano due aspetti umanamente realistici:quanto l'essere umano si arrenda di fronte ai propri limiti e quanto possa cercare in tutti i modi di andarci oltre,non per interessi materiali ma in finalità a se stessi e al proprio ego (quest'ultimo concetto ben espresso dal personaggio interpretato da Jake Gyllenhaal).
Tutto ruota neanche intorno al delitto stesso come avviene in Seven quanto nelle circostanze emotive di chi ,un po' per esigenze professionali e chi per orgoglio o semplice curiosità ne è coinvolto.
Un Fincher un po' piu realistico rispetto ai tempi di Mulholland drive ma sempre differenziato dalla massa per i suoi thriller, in cui spicca sempre una certa nota di sarcasmo( personalmente incuriosita dal modo ironico in cui tende a sottolineare il sistema poliziesco di fine anni Sessanta,adesso denominato forse primitivo,grazie all'assenza di fax,e sistemi di indagine molto meno tecnologicamente avanzati di oggi) e ricco di dialoghi,forse a volte un po' lunghi, ma che rendono pesante un atmosfera che sicuramente ,trasmette allo spettatore la stessa pesantezza in cui è stato realmente affrontato il caso di Zodiac.
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mystic
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venerdì 22 febbraio 2013
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zodiac, in fondo, è soltanto un ottimo film
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Ultimamente e sempre più spesso il nome di David Fincher è stato associato a Il curioso caso di Benjamin Button, film che, ad onor del vero, ha diretto con gusto e personalità, e con cui ha clamorosamente esteso a quasi tutte le età il suo pubblico. In realtà i suoi fan più accaniti (gli amanti di Seven e Fight Club) gradiranno molto di più questo severo ritorno alle origini che le sue romantiche riflessioni sul tempo. Zodiac si muove infatti sulla stessa lunghezza d'onda dei suoi migliori lavori, donando al pubblico un giallo, oscuro quanto basta, basato su una storia vera che per anni ha terrorizzato l'America.
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Ultimamente e sempre più spesso il nome di David Fincher è stato associato a Il curioso caso di Benjamin Button, film che, ad onor del vero, ha diretto con gusto e personalità, e con cui ha clamorosamente esteso a quasi tutte le età il suo pubblico. In realtà i suoi fan più accaniti (gli amanti di Seven e Fight Club) gradiranno molto di più questo severo ritorno alle origini che le sue romantiche riflessioni sul tempo. Zodiac si muove infatti sulla stessa lunghezza d'onda dei suoi migliori lavori, donando al pubblico un giallo, oscuro quanto basta, basato su una storia vera che per anni ha terrorizzato l'America.
Zodiac, pseudonimo terrificante con cui si presenta, è un misterioso omicida che manda lettere con tanto di messaggi cifrati alla redazione del quotidiano San Francesco Chronicle, decifrate puntualmente dal vignettista di Jake Gyllenhaal. Inizia così un'indagine lunga, coinvolgente e assolutamente misteriosa dove tutti i personaggi sembrano poter essere, ognuno in diversi momenti del film, il misterioso assassino. Downey Jr., misterioso e alcolizzato, funziona bene nel confondere le carte in tavola, e Ruffalo interpreta con sincera professionalità un ruolo comunque non difficile. Ma è Fincher a dettare le regole: oscurità e assoluta mancanza di sentimentalismo, il tutto collegato da una potente fotografia.
Molto spesso, nel definire un film, si usano termini ricercati che riassumano l'essenza stessa dell'opera, ma non è questo il caso: Zodiac, in fondo, è soltanto un ottimo film. E, di questi tempi, non è poco.
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celluloide
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giovedì 20 settembre 2012
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interessante e ben recitato
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Per persone riflessive e attente.
Alcune scene da brivido.
La lunghezza del film porta a perdere il filo e l'intreccio.
Da vedere piu' volte per afferrare tutte le sfumature.
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dan69
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sabato 17 dicembre 2011
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un film/documentario ben fatto
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Non mi trovo in sintonia con chi ritiene fiacco e "palloso" questo film. Posso concordare al massimo sulla sua durata eccessiva, anche se un film dal taglio documentaristico e quindi basato su una storia vera come questo necessita di tempi lunghi per narrare in maniera il più possibile dettagliata tutti gli avvenimenti.
Chi lo ritiene noioso è probabilmente fan accanito di film d'azione un po' fracassoni ma indubbiamente spettacolari ed inevitabilmente molto ripetitivi nella trama (e dunque in sostanza "pallosi"). A costoro sconsiglierei la visione di capolavori quali "I tre giorni del condor" e "Tutti gli uomini del presidente" solo per fare un paio di esempi.
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Non mi trovo in sintonia con chi ritiene fiacco e "palloso" questo film. Posso concordare al massimo sulla sua durata eccessiva, anche se un film dal taglio documentaristico e quindi basato su una storia vera come questo necessita di tempi lunghi per narrare in maniera il più possibile dettagliata tutti gli avvenimenti.
Chi lo ritiene noioso è probabilmente fan accanito di film d'azione un po' fracassoni ma indubbiamente spettacolari ed inevitabilmente molto ripetitivi nella trama (e dunque in sostanza "pallosi"). A costoro sconsiglierei la visione di capolavori quali "I tre giorni del condor" e "Tutti gli uomini del presidente" solo per fare un paio di esempi.
A me il film è piaciuto e trovo che al suo interno vi siano più d'una sequenza di buona suspence (la scena dello scantinato, tra le altre, mi sembra efficace). Visto il gran numero di personaggi alcuni di loro rimangono inevitabilmente ai margini della storia e risultano poco approfonditi, ritengo tuttavia che questo film sia ben interpretato.
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nfl 26
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domenica 11 settembre 2011
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chi è zodiac ?!
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David Fincher difficilmente sbaglia film; la sua carriera è segnata da capolavori come Fight Club,Seven,The Game,il nostro Zodiac e il più recente The social Network !
In questo angosciante thriller,Fincher racconta la dura lotta contro il serial killer Zodiac e il terrore che derivò dalle sue "azioni".
Le poche critiche negative che questo film ha ricevuto vertono sul fatto che tutto il film,tranne i famosi dieci minuti, sia lento,noioso!
Io vorrei ricordare che il caso Zodiac non ha mai visto una conclusione,il serial killer in questione non è mai stato trovato.
Ovviamente vi sono state molte ipotesi su chi potesse essere il killer ma poche (o nessuna) prove che potessero sostenere queste teorie!.
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David Fincher difficilmente sbaglia film; la sua carriera è segnata da capolavori come Fight Club,Seven,The Game,il nostro Zodiac e il più recente The social Network !
In questo angosciante thriller,Fincher racconta la dura lotta contro il serial killer Zodiac e il terrore che derivò dalle sue "azioni".
Le poche critiche negative che questo film ha ricevuto vertono sul fatto che tutto il film,tranne i famosi dieci minuti, sia lento,noioso!
Io vorrei ricordare che il caso Zodiac non ha mai visto una conclusione,il serial killer in questione non è mai stato trovato.
Ovviamente vi sono state molte ipotesi su chi potesse essere il killer ma poche (o nessuna) prove che potessero sostenere queste teorie!...David Fincher avrebbe potuto studiare e ristudiare il caso,girare il film e farlo finire con il suo possibile Zodiac dietro le sbarre !!
Ciò avrebbe facilitato la vita al regista e agli attori..."ma allora perchè non ha seguito questa strada???"
La risposta sta nella grandezza e talento di David Fincher,il quale ha preferito semplicemente raccontare una storia,senza saltare a conclusioni !!!
L'atmosfera palpabile e dark che regna in questo film è un pò la firma di David Fincher;la pellicola trasmette ,in maniera vivace, il panico che regna a San Francisco,la paura e il dolore della vittima che sa di non avere scampo, la felicità e la speranza dei detective non appena raccolgono prove o nuovi testimoni utili all'indaggine!!!
David Fincher racconta ciò che accadde quei giorni a San Francisco;l'assassino non fu mai trovato e allora il Zodiac di Fincher non consegnerà l'assassino al pubblico!!!
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