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bob
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lunedì 21 maggio 2007
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painkiller
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Snobbato dall'adolescenziale pubblico americano, il nuovo atteso film (anni ' 70) di Fincher non e' tanto un thriller quanto un dolente docu-drama che ha per pratagonista ancora e sempre il Male. La conferma che Fincher e' un grande cineasta.
ps:
**** ....mi correggo...
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bob
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lunedì 21 maggio 2007
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painkiller
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Snobbato dall'adolescenziale pubblico americano, il nuovo atteso film (anni ' 70) di Fincher non e' tanto un thriller quanto un dolente docu-drama che ha per pratagonista ancora e sempre il Male. La conferma che Fincher e' un grande cineasta.
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bartolo fontana
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lunedì 21 maggio 2007
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zodiac - il mistero del male
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Regia di David Fincher, lo stesso di SEVEN.
Un serial killler mai catturato che terrorizzò la California tra gli anni 60 e 70.
Una cosa soltanto è certa: non si è mai riusciti a quantificare il numero, in maniera certa, delle vittime per causa di questo pazzo criminale.Egli è riuscito ad ossessionare anche i quattro uomini che cercarono di dargli la caccia,
rendendoli l'ombra di loro stessi.
E' la forma peggiore del male, nessun movente ma solo il gusto sadico di uccidere laddove i morti ammazzati si mescolano con la paranoia, divenuta incontrollabile, degli stessi uomini che cercarono di scoprire l'assassino.
Il film dura quasi due ore e mezza e, francamente, sono troppe.
Una via di mezzo tra documento e thriller, senza soddisfare sufficientemente nessuno dei due aspetti.
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Regia di David Fincher, lo stesso di SEVEN.
Un serial killler mai catturato che terrorizzò la California tra gli anni 60 e 70.
Una cosa soltanto è certa: non si è mai riusciti a quantificare il numero, in maniera certa, delle vittime per causa di questo pazzo criminale.Egli è riuscito ad ossessionare anche i quattro uomini che cercarono di dargli la caccia,
rendendoli l'ombra di loro stessi.
E' la forma peggiore del male, nessun movente ma solo il gusto sadico di uccidere laddove i morti ammazzati si mescolano con la paranoia, divenuta incontrollabile, degli stessi uomini che cercarono di scoprire l'assassino.
Il film dura quasi due ore e mezza e, francamente, sono troppe.
Una via di mezzo tra documento e thriller, senza soddisfare sufficientemente nessuno dei due aspetti.
Un finale meno fumoso avrebbe potuto restituire alla storia del film uno spessore diverso senza, per questo, giocare di fantasia. E' una realtà orrenda che spezza ogni schema, ogni ragionevole dubbio. E la fantasia, a volte, può essere più attendibile della realtà.
Un film paragonabile al ruggito di un leone, peccato che manchi il sonoro.
Quello che rompe il silenzio e ti fa saltare sulla sedia, svegliandoti all'improvviso.
E ti dice che non stai sognando.
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(di micetta67)
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silvia
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lunedì 21 maggio 2007
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bel film
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BEL FILM, INTERPRETATO MAGISTRALMENTE DA TUTTI GLI ATTORI, A ME NON HA ANNOIATO, NEMMENO LA FINE ANCHE SE DEVO AMMETTERE CHE ERA UN PO' TROPPO LUNGO...... PERO' NON E' UN THRILLER, CHIUNQUE VADA AL CINEMA ASPETTANDO DI VEDERE UN FILM D'AZIONE POTREBBE RIMANERE DELUSO; SI SVILUPPA MOLTO SULLA STORIA DEI PERSONAGGI (I GIORNALISTI ED IL DETECTIVE) CHE SONO OSSESSIONATI DAL KILLER ZODIAC. PER ME E' UN FILM PIU' CHE DISCRETO!!!!
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lukedee
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lunedì 21 maggio 2007
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mmmm...da vedere
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In effetti , forse , nn lo si potrebbe definire un thriller.Magari se uno va al cinema pensando di vedere quel determinato genere può restarci male.Penso però ke il film si incentri di + sul tentativo disperato,assoluto,di cercare a tutti costi di risolvere il caso...di nn lasciarlo aperto...quindi cerca di far vedere tutto il ragionamento x arrivare alla soluzione.Visto da questo oblò secondo me è carino...oserei quasi dire bello...nn oso solo x il finale...so ke è una storia vera,però onestamente il finale mi ha lasciato un pò così...un finale nn visto.
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mmm
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lunedì 21 maggio 2007
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mmm
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nooo, non esiste..., troppo lungo! troppi elementi. credo sia un film dispersivo! ...ed è un peccato perchè è recitato bene, ed il cast è veramente d'alto livello. Dispersivo si, dispersivo!
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w scorsese
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domenica 20 maggio 2007
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propio bello
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UN PO PIU' D' AZIONE POTEVANO METTERCELA, MA COMUNQUE E' UN GRAN BEL FILM DEGNO DI SEVEN
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luke
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domenica 20 maggio 2007
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allucinante!
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Allucinante per quanto è noioso, parte bene ma poi è un disastro. Non riesco a credere che sia lo stesso regista di "the game".
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dannie
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domenica 20 maggio 2007
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polpettone indigeribile
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Mancano ritmo, suspance, colpi di scena, storia, manca tutto: due palle fotoniche! Non guardatelo per carità!
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giuseppe pastore
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domenica 20 maggio 2007
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bentornato mr. fincher
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Cinque anni dopo il passatempo “Panic Room” e soprattutto otto anni dopo “Fight Club”, torna – era ora – David Fincher. Come per la lunga attesa spesa per Tarantino prima di ammirare i suoi due Kill Bill, si può dire, con la pancia ancora piena di uno spettacolo-fiume di oltre due ore e trenta minuti, che ne è valsa la pena. Gli anni di sosta sono serviti a Fincher per smussare gli angoli che impedivano di definirlo regista finalmente “maturo”, una leggera propensione a preferire la forma alla sostanza, un certo maledettismo da copertina che faceva storcere il naso (la seconda parte di “Fight Club”). Muovendosi nel solco del bellissimo “Seven” Fincher torna sul luogo del delitto scegliendo di raccontare una storia che ha segnato le infanzie di molti quaranta-cinquantenni americani, lui compreso.
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Cinque anni dopo il passatempo “Panic Room” e soprattutto otto anni dopo “Fight Club”, torna – era ora – David Fincher. Come per la lunga attesa spesa per Tarantino prima di ammirare i suoi due Kill Bill, si può dire, con la pancia ancora piena di uno spettacolo-fiume di oltre due ore e trenta minuti, che ne è valsa la pena. Gli anni di sosta sono serviti a Fincher per smussare gli angoli che impedivano di definirlo regista finalmente “maturo”, una leggera propensione a preferire la forma alla sostanza, un certo maledettismo da copertina che faceva storcere il naso (la seconda parte di “Fight Club”). Muovendosi nel solco del bellissimo “Seven” Fincher torna sul luogo del delitto scegliendo di raccontare una storia che ha segnato le infanzie di molti quaranta-cinquantenni americani, lui compreso. La caccia cieca, disperata e senza metodo a Zodiac è l’ultima e migliore messa in immagini del suo inestinguibile pessimismo verso le cose del mondo, ma l’allucinante constatazione che si tratta di fatti realmente accaduti (tra le fonti di cui ha disposto Fincher c’è anche il romanzo di Robert Graysmith) sembra messa lì apposta per dargli ragione. Stilisticamente molto diverso dai precedenti lavori di Fincher, è meno notturno e ha un’inquietudine molto più nascosta che sfocia di tanto in tanto in sequenze straordinarie (tutte quelle degli attentati di Zodiac, di tensione inaccettabile); il suo altissimo valore si afferma man mano che ci si fa trascinare nel viluppo e – anche per chi ne conosce il finale – si cerca disperatamente l’appiglio, l’indizio, il ragionamento giusto. Disseminato di false piste e di continui equivoci, termina molte volte e altrettante ricomincia, per un risultato di lunghezza estenuante ma necessaria, un’enormità che difficilmente potrà essere superabile. Notevolissima la cura del dettaglio: è così che si fa un film d’epoca. I tre protagonisti si scambiano sovente i ruoli ed è difficile stabilire chi sia il migliore, anche perché nessuno dei tre ha un ruolo decisivo nella storia, ma sono tre personaggi che si fondono in un’unica, grande, tradizionale figura cinematografica, quella del Detective. Non è ancora arrivata l’estate, ma il 2007 conosce già il suo film.
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[+] la cultura di cui sei dodato e simile..
(di elisa)
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(di amico di giuseppe!)
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