porchetto
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domenica 25 luglio 2010
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il re dei b-movies?
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Darabont ha fatto una scelta difficilissima prendendo tra le mani prorpio questo racconto. Ciò che bisogna chiedersi alla fine del film è se ci si trova davanti al più eccelso dei B-movies o al solito horror da quattro soldi. Sicuramente Daramont ha voluto lanciare una più di una strizzata d'occhio ai cultori dei low budget horror, con mostri ridicoli, effetti speciali scadenti e scene che sono vere e proprie citazioni. Non si trova facilmente il confine tra il cine-paradosso e il contesto sociale del film e questo diventa un punto debole e allo stesso tempo la chiave della tensione. Proprio perchè da un certo momento in poi non sono più gli orrori della nebbia a disturbare lo spettatore, ma la fauna umana presente all'interno del supermercato.
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Darabont ha fatto una scelta difficilissima prendendo tra le mani prorpio questo racconto. Ciò che bisogna chiedersi alla fine del film è se ci si trova davanti al più eccelso dei B-movies o al solito horror da quattro soldi. Sicuramente Daramont ha voluto lanciare una più di una strizzata d'occhio ai cultori dei low budget horror, con mostri ridicoli, effetti speciali scadenti e scene che sono vere e proprie citazioni. Non si trova facilmente il confine tra il cine-paradosso e il contesto sociale del film e questo diventa un punto debole e allo stesso tempo la chiave della tensione. Proprio perchè da un certo momento in poi non sono più gli orrori della nebbia a disturbare lo spettatore, ma la fauna umana presente all'interno del supermercato. Ed è questo che fa il film: disturba.
In un ottica pseudo-parodistica si può accettare ghignando la scelta di rivelare la causa della nebbia, dato che in questo modo non si fa altro che aggiungere valore al film. In questo modo tutto il film può diventare una miscela potenissima di ironia che colpisce fuori dallo schermo la pellicola stessa, ma è questa stessa ironia che ci porta soffrire, ma in maniera alienata, le pene dei personaggi. A creare sensazioni di malessere contribuisce anche l'ottimo uso delle inquadrature (che è senza dubbio un pregio, a prescindere dalle intenzioni di Daramont).
Con il finale, in pieno stile "piove sempre sul bagnato", si spezzano tutte le catene col passato del film e della storia dei B-movies. Si apre un nuovo spazio di comunicazione nel quale tutto è da rimettere in discussione e che lascia allo spettatore qualcosa su cui non poter riflettere, costringendolo a lasciare vuoto quello spazio.
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.bree
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mercoledì 27 luglio 2011
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the mist, cosa si nasconde nella nebbia?
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Il protagonista, David, vive con sua moglie e suo figlio Billy in una tranquilla villetta in periferia, tanto che l'unica cosa che li distoglie dalla loro allegra felicità è uno strano e violento temporale che si abbatte una notte sulla loro abitazione e su quelle vicine. Il giorno seguente David e Billy si recano al supermercato, quando nei dintorni si diffonderà una fittà nebbia, che li costringerà a restare lì. Dopo varie rivelazioni sconvolgenti, i reclusi al supermarket non possono far altro che lasciarsi prendere dal panico e citare versi della Bibbia, affiché li confortino. La pellicola, trasposizione cinematografica del racconto di Stephen King 'La nebbia', contenuto nella raccolta 'Scheletri', è fedele al testo e spaventa come se non più del libro.
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Il protagonista, David, vive con sua moglie e suo figlio Billy in una tranquilla villetta in periferia, tanto che l'unica cosa che li distoglie dalla loro allegra felicità è uno strano e violento temporale che si abbatte una notte sulla loro abitazione e su quelle vicine. Il giorno seguente David e Billy si recano al supermercato, quando nei dintorni si diffonderà una fittà nebbia, che li costringerà a restare lì. Dopo varie rivelazioni sconvolgenti, i reclusi al supermarket non possono far altro che lasciarsi prendere dal panico e citare versi della Bibbia, affiché li confortino. La pellicola, trasposizione cinematografica del racconto di Stephen King 'La nebbia', contenuto nella raccolta 'Scheletri', è fedele al testo e spaventa come se non più del libro. Scene macabre, abominevoli e di suspance si alterneranno in un vortice che afferrerà lo spettatore, per poi rilasciarlo nel cruento quanto sconvolgente finale.
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nebbiolina
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giovedì 3 novembre 2011
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una metafora delle emozioni umane
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Più che un film di paura è una metafora filosofica sulle pulsioni del nostro inconscio. I mostri scatenati dall'uomo, sono ancestrali (assomigliano infatti ad animali preistorici) ma al tempo stesso quasi innocenti nella loro istintività, non hanno colpa se non quella di seguire un istinto animalesco; a differenza di quello che accade nella maggiorparte dei film di questo genere, non sono il punto cruciale della storia, sono figurine meccaniche, quasi sfocate nella nebbia, paure presenti ma non ben identificabili anche se inevitabili.
Apriamo la porta alle paure più remote, più antiche, inevitabilmente umane e cerchiamo di gestirle con il fanatismo, i voltafaccia, la disperazione, la violenza.
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Più che un film di paura è una metafora filosofica sulle pulsioni del nostro inconscio. I mostri scatenati dall'uomo, sono ancestrali (assomigliano infatti ad animali preistorici) ma al tempo stesso quasi innocenti nella loro istintività, non hanno colpa se non quella di seguire un istinto animalesco; a differenza di quello che accade nella maggiorparte dei film di questo genere, non sono il punto cruciale della storia, sono figurine meccaniche, quasi sfocate nella nebbia, paure presenti ma non ben identificabili anche se inevitabili.
Apriamo la porta alle paure più remote, più antiche, inevitabilmente umane e cerchiamo di gestirle con il fanatismo, i voltafaccia, la disperazione, la violenza.
E alla fine quando tutto sembra perduto beffardamente l'orizzonte si rischiara: un finale soltanto in apparenza disperato, che invita a non disperare mai, nemmeno nei momenti peggiori, perché la soluzione potrebbe essere proprio dietro l'angolo.
Guardando questo film non ho potuto fare a meno di pensare all'ansia, all'insoddisfazione, alla depressione, a tutte quelle emozioni negative che purtroppo oggi popolano l'animo di moltissime persone delle società più ricche, la dimensione dalla quale passano i mostri è come un vaso di Pandora moderno al quale rispondiamo con le nevrosi fino ai gesti più disperati. La risposta non è nella pulizia dei militari o nel lasciarsi sopravvivere, ma ancora una volta nella scelta.
In definitiva un film che fa riflettere e rilancia il genere horror come sociale, come già Romero e i suoi zombie, con una catarsi degna del teatro antico.
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horrorman
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lunedì 13 giugno 2011
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non male, tutto sommato
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un tema molto innovativo e originale, credo mai visto prima. la tensione è costante anche se non eccessivamente elevata e il finale è carico di drammaticità.
VOTO: 7,5
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harry manback
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lunedì 12 agosto 2013
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un horror riflessivo, ma a tratti banale
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Un grande regista per un film tutto sommato discreto, che però riesce a far riflettere su quanto l’uomo sia in realtà un essere estremamente sensibile, ed incapace di mantenere la lucidità di fronte a situazioni più grandi di lui. Un’interessante morale, forse un po’ contaminata da banalità fastidiosissime nella sceneggiatura. Quest’ultima, però, nonostante la poca introspezione, presenta un discreto sviluppo ed una buona caratterizzazione dei personaggi, quasi tutti interpretati da degli attori davvero capaci.
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Un grande regista per un film tutto sommato discreto, che però riesce a far riflettere su quanto l’uomo sia in realtà un essere estremamente sensibile, ed incapace di mantenere la lucidità di fronte a situazioni più grandi di lui. Un’interessante morale, forse un po’ contaminata da banalità fastidiosissime nella sceneggiatura. Quest’ultima, però, nonostante la poca introspezione, presenta un discreto sviluppo ed una buona caratterizzazione dei personaggi, quasi tutti interpretati da degli attori davvero capaci. Di buon livello la regia e la fotografia, anche se molto inferiori rispetto ai precedenti film di Darabont (“Le ali della libertà” e “Il miglio verde”). Pessima, invece, la CGI dei mostriciattoli, che considerato il budget della produzione poteva essere fatta decisamente meglio. Nel complesso comunque, il film risulta davvero godibile e ritmato, nonostante le due ore di durata, ed il finale è qualcosa da non perdere assolutamente. Decisamente meglio rispetto a molte produzioni recenti.
VOTO 7
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critichetti
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lunedì 9 settembre 2013
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non male,peccato la recitazione
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NOTA PARTICOLARE:La recensione contiene qualche piccolo spoiler per meglio analizzare il film. Cominciamo con le cose buone:la storia è horror puro,ma dal maestro Stephen King non ci si può aspettare altro,Buonissime le ambientazioni e più che decente la regia.Molto belli anche gli effetti speciali.Altro lato positivo è che il film comincia pressochè subito con l'azione,cosa che non sempre si vede nei film horror dove spesso,specialmente negli ultimi anni,l'introduzione è fin troppo prolissa.Però vi sono alcune cose che mi hanno disturbato.Il primo piano rigurda la stupidità umana che in alcune occasioni è esagerata:la prima vittima,pur vedendo una persona scampata per miracolo a chissà quale stranissima cosa,si getta verso la macchina anzichè restare al sicuro nel centro commerciale,venendo assalito dalle misteriose presenze.
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NOTA PARTICOLARE:La recensione contiene qualche piccolo spoiler per meglio analizzare il film. Cominciamo con le cose buone:la storia è horror puro,ma dal maestro Stephen King non ci si può aspettare altro,Buonissime le ambientazioni e più che decente la regia.Molto belli anche gli effetti speciali.Altro lato positivo è che il film comincia pressochè subito con l'azione,cosa che non sempre si vede nei film horror dove spesso,specialmente negli ultimi anni,l'introduzione è fin troppo prolissa.Però vi sono alcune cose che mi hanno disturbato.Il primo piano rigurda la stupidità umana che in alcune occasioni è esagerata:la prima vittima,pur vedendo una persona scampata per miracolo a chissà quale stranissima cosa,si getta verso la macchina anzichè restare al sicuro nel centro commerciale,venendo assalito dalle misteriose presenze.Il secondo punto è la recitazione:mentre molti recitano bene.il protagonista recita male,e ciò si nota soprattutto in una scena particolare dove lo vediamo disperarsi.Non so se è colpa del doppiaggio italiano,ma a vedere le espressioni dell'attore non credo proprio,ma sono urla forzatissime e anche abbastanza fastidiose.Il finale è molto buono,ma ha anche un neo:è inaspettato quanto anche molto crudele.Personalmente ne avrei preferito uno un pò diverso (evito di dirlo perchè dovrei spoilerare quello effettivo)Ultima cosa che non mi è andata particolarmente giù è la lunghezza dell'azione:se infatti è vero che il film parte subito con l'azione,è vero che a volte l'azione è un tantino lunghetta.So che servirebbe a creare più dramma,però ogni tanto esagera.Credo che come voto meriti un 6,5
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lorenzapic
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domenica 1 novembre 2015
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un film pieno di sorprese
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Quando ho letto la trama del film, ero davvero molto incuriosita.Cosa ci sara' mai nella nebbia? La risposta arriva dopo qualche minuto di noioso preliminare cinematografico ma è deludente o meglio,rende il film un classico splatter di seconda mano(o peggio).Col passare dei minuti però il tutto prende una piega più interessante e ti dimentichi di cosa c'è la fuori o perchè: la pellicola diventa una panoramica dei diversi tipi di essere umano con tutti i suoi tratti caratterizzanti:il bifolco ignorante,l'avvocato presuntuoso,l'anziana maestra,la matta religiosa ecc. Ma cosa succede a mettere tante persone diverse in una stanza dalla quale non possono uscire? Risposta (forse) scontata:panico,confusione,violenza,lotta alla soppravivenza.
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Quando ho letto la trama del film, ero davvero molto incuriosita.Cosa ci sara' mai nella nebbia? La risposta arriva dopo qualche minuto di noioso preliminare cinematografico ma è deludente o meglio,rende il film un classico splatter di seconda mano(o peggio).Col passare dei minuti però il tutto prende una piega più interessante e ti dimentichi di cosa c'è la fuori o perchè: la pellicola diventa una panoramica dei diversi tipi di essere umano con tutti i suoi tratti caratterizzanti:il bifolco ignorante,l'avvocato presuntuoso,l'anziana maestra,la matta religiosa ecc. Ma cosa succede a mettere tante persone diverse in una stanza dalla quale non possono uscire? Risposta (forse) scontata:panico,confusione,violenza,lotta alla soppravivenza. Ma quando tutto sembra non avere senso,dove molte scene (come l'uccisione del soldato o il tentato sacrifico del bambino) sembrano non avere senso o hanno toni esagerati, il finale è una bellezza e ha una profondità senza eguali. Quei pochi minuti finali gridano "non smettere di lottare perchè non è mai tutto perduto"
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lorenzo80
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lunedì 4 settembre 2017
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non un capolavoro,ma di sicuro un buon film horror
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Ho visto finalmente il film su netflix dopo che anni fa avevo letto il racconto di King. Questo film mi ha lasciato molto spiazzato, secondo me è diviso in due, la parte iniziale in cui sembra davvero molto "cheap", quasi un film per la TV, dialoghi un po' troppo teatrali, recitazione da B movie ed effetti speciali fuori tempo anche per il 2007. Poi qualcosa cambia, il regista e tutto il cast mettono il turbo e il tutto diventa molto più avvincente, angosciante, gli attacchi sempre più intensi, vari e frequenti, la sensazione di speranza che va via, che non c'è più nulla da fare di fronte a una mostruosità sconosciuta e sempre più forte, fino alla strepitosa sequenza finale, superiore anche come effetti speciali (avranno cambiato gli animatori?) a tutto il resto del film.
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Ho visto finalmente il film su netflix dopo che anni fa avevo letto il racconto di King. Questo film mi ha lasciato molto spiazzato, secondo me è diviso in due, la parte iniziale in cui sembra davvero molto "cheap", quasi un film per la TV, dialoghi un po' troppo teatrali, recitazione da B movie ed effetti speciali fuori tempo anche per il 2007. Poi qualcosa cambia, il regista e tutto il cast mettono il turbo e il tutto diventa molto più avvincente, angosciante, gli attacchi sempre più intensi, vari e frequenti, la sensazione di speranza che va via, che non c'è più nulla da fare di fronte a una mostruosità sconosciuta e sempre più forte, fino alla strepitosa sequenza finale, superiore anche come effetti speciali (avranno cambiato gli animatori?) a tutto il resto del film. Gli avrei messo 3 stelle, gliene metto 4 proprio per via di quel finale agghiacciante e indimenticabile. Poteva essere un capolavoro, non lo è, ma non è per niente un brutto film.
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lu pichi
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venerdì 17 dicembre 2021
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film mediocre
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Film horror che in generale può passare anche se aveva tutte le premesse per diventare di prim'ordine, malauguratamente ho visto pellicole Thriller con molta più suspense di questo, qui siamo sul regolare, sul minimo indispensabile per un horror, alcune scene sono surreali come quando il protagonista dopo una battaglia epica con il mostro torna sporco di sangue e insieme ad altri testimoni lo racconta agli altri e nessuno gli crede, su tutti un suo vicino che si mette a ricacciare attriti vecchi per screditarlo, mi sarei aspettato una cosa più reale se fosse successo veramente e ti arrrivano 5 persone totalmente spaventate e tremanti il deneficio del dubbio gli va concesso, andando avanti nel film una signora diventa una santona e vuole fare sacrifici umani con una leggerezza disarmante, con certe scene siamo veramente scivolati nel B movie, anche il finale che e molto tragico e volendo è pure bello mi ricorda il finale di "Rats - Notte di Terrore" B-Movie e film definito (s)cult degli anni 80^, dove il finale tragico vuole lasciare lo spettatore stupito e farlo riflettere seppur diversamente da questo film, cioè non so, a me non mi ha entusiasmato.
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Film horror che in generale può passare anche se aveva tutte le premesse per diventare di prim'ordine, malauguratamente ho visto pellicole Thriller con molta più suspense di questo, qui siamo sul regolare, sul minimo indispensabile per un horror, alcune scene sono surreali come quando il protagonista dopo una battaglia epica con il mostro torna sporco di sangue e insieme ad altri testimoni lo racconta agli altri e nessuno gli crede, su tutti un suo vicino che si mette a ricacciare attriti vecchi per screditarlo, mi sarei aspettato una cosa più reale se fosse successo veramente e ti arrrivano 5 persone totalmente spaventate e tremanti il deneficio del dubbio gli va concesso, andando avanti nel film una signora diventa una santona e vuole fare sacrifici umani con una leggerezza disarmante, con certe scene siamo veramente scivolati nel B movie, anche il finale che e molto tragico e volendo è pure bello mi ricorda il finale di "Rats - Notte di Terrore" B-Movie e film definito (s)cult degli anni 80^, dove il finale tragico vuole lasciare lo spettatore stupito e farlo riflettere seppur diversamente da questo film, cioè non so, a me non mi ha entusiasmato. Avevo molte aspettative perchè è tratto da un libro di Stephen King e perchè me lo immaginavo tipo "Christine - la maccchina infernale" di John Carpenter invece non è così. E' un film da vedere senza pretese, allora può piacere.
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paolp78
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venerdì 2 giugno 2023
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darabont fa ancora centro con king
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Il regista americano di origini ungheresi Frank Darabont ha diretto quattro lungometraggi nella sua carriera, di cui ben tre sono tratti da opere di Stephen King: ognuna di queste tre pellicole conserva la forza narrativa e ripropone gli aspetti psicologici delle opere di King da cui sono tratte, risultato nient’affatto scontato e non sempre raggiunto nelle numerosissime altre trasposizioni cinematografiche dei romanzi e racconti del “Re del terrore”. Il sodalizio tra questi due grandi autori è quindi estremamente fortunato e foriero di opere di notevolissimo livello artistico e di grande capacità di attrazione per il pubblico.
Il film può essere classificato come un horror fantascientifico per via delle creature mostruose provenienti da un universo parallelo che caratterizzano la storia, tuttavia questi esseri alieni a ben vedere non sono semplicemente il nemico da combattere, bensì sono un fattore della struttura narrativa, funzionale ad innescare complesse dinamiche personali tra i vari personaggi che entrano in relazione, aspetto quest’ultimo che costituisce il vero elemento narrativo di maggior interesse, che alimenta e tiene viva l’opera con rinnovato impulso sino in fondo.
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Il regista americano di origini ungheresi Frank Darabont ha diretto quattro lungometraggi nella sua carriera, di cui ben tre sono tratti da opere di Stephen King: ognuna di queste tre pellicole conserva la forza narrativa e ripropone gli aspetti psicologici delle opere di King da cui sono tratte, risultato nient’affatto scontato e non sempre raggiunto nelle numerosissime altre trasposizioni cinematografiche dei romanzi e racconti del “Re del terrore”. Il sodalizio tra questi due grandi autori è quindi estremamente fortunato e foriero di opere di notevolissimo livello artistico e di grande capacità di attrazione per il pubblico.
Il film può essere classificato come un horror fantascientifico per via delle creature mostruose provenienti da un universo parallelo che caratterizzano la storia, tuttavia questi esseri alieni a ben vedere non sono semplicemente il nemico da combattere, bensì sono un fattore della struttura narrativa, funzionale ad innescare complesse dinamiche personali tra i vari personaggi che entrano in relazione, aspetto quest’ultimo che costituisce il vero elemento narrativo di maggior interesse, che alimenta e tiene viva l’opera con rinnovato impulso sino in fondo.
Il film è decisamente appassionante e presente numerosi aspetti di interesse per lo spettatore che resta totalmente avvinto dalla storia.
Ottimo il cast corale di cui non fanno parte star hollywoodiane di prima grandezza. Nella parte del protagonista c’è Thomas Jane; nelle altre parti di primo piano si ricordano Laurie Holden, Marcia Gay Harden, Toby Jones, Frances Sternhagen ed infine due fedelissimi di Darabont, William Sadler e Jeffrey DeMunn, che si ricordano entrambi anche negli altri due adattamenti delle opere di King diretti dal regista di origini ungheresi (“Le ali della libertà” e “Il miglio verde”).
Diversamente da quanto fatto nelle precedenti pellicole, Darabont adotta una tecnica di ripresa del tutto originale ed inconsueta, caratterizzata dall’uso costante di telecamere mobili, ed il continuo ricorso a zumate e primi piani molto stretti. Francamente questa soluzione non mi ha entusiasmato, tuttavia dopo un po’ ci si abitua e se ne apprezza gli effetti visivi che conferiscono alla mesa in scena un carattere particolarmente frenetico, adatto al film.
Lo sconvolgente finale è estremamente difficile da digerire: al riguardo è curioso sapere che il racconto di Stephen King si conclude in tutt’altro modo e che fu invece Darabont a concepire e scrivere il beffardo epilogo che troviamo messo in scena nella pellicola cinematografica.
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