paolp78
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sabato 5 aprile 2025
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tragedia fantascientifica
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Pellicola fantascientifica ambientata all’interno di una nave spaziale, che per atmosfere, elementi della storia, sequenze ricche di suspense, composizione dell’equipaggio e dinamiche interne allo stesso, mi ha riportato alla mente “Alien” di Ridley Scott. Nonostante quest’associazione, la pellicola mantiene comunque una sua cifra stilistica originale, che la caratterizza; in particolare si devono rimarcare i toni intesi e persino tragici della narrazione, non proprio consueti in film di questo genere, che solitamente adottano una narrazione più leggera, di maggiore evasione.
La regia è dell’eclettico Danny Boyle, che esibisce una grande maestria tecnica, trovandosi a suo agio nel gestire effetti speciali e riprese che vogliono impressionare per potenza visiva.
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Pellicola fantascientifica ambientata all’interno di una nave spaziale, che per atmosfere, elementi della storia, sequenze ricche di suspense, composizione dell’equipaggio e dinamiche interne allo stesso, mi ha riportato alla mente “Alien” di Ridley Scott. Nonostante quest’associazione, la pellicola mantiene comunque una sua cifra stilistica originale, che la caratterizza; in particolare si devono rimarcare i toni intesi e persino tragici della narrazione, non proprio consueti in film di questo genere, che solitamente adottano una narrazione più leggera, di maggiore evasione.
La regia è dell’eclettico Danny Boyle, che esibisce una grande maestria tecnica, trovandosi a suo agio nel gestire effetti speciali e riprese che vogliono impressionare per potenza visiva. Alcune sequenze del convulso finale sono poco definite, ma è una precisa scelta registica.
Apprezzabile la ricercatezza e lo studio dell’ingegneria spaziale e della tecnologia scientifica, che servono per conferire credibilità all’opera, rendendola più accattivante.
La sceneggiatura di Alex Garland, che aveva già collaborato con Boyle, si fa apprezzare tra l’altro per la buona l’interazione tra i personaggi, ciascuno sufficientemente ben definito; molto stuzzicanti le conflittualità.
Il cast è composto da attori di ottimo livello, a cui vengono richieste performance insolitamente intense per una pellicola di fantascienza. La parte di maggior rilievo va a Cillian Murphy, ma il cast corale riconosce un ruolo di rilievo anche agli altri personaggi, tra cui vanno citati Chris Evans, Michelle Yeoh, Rose Byrne, Cliff Curtis e un Mark Strong reso irriconoscibile dal trucco.
Non ci sono alieni o robot; la fantascienza di Boyle è poco spinta e fracassona, ma resta comunque finalizzata ad un puro e sano intrattenimento. Come detto l’elemento qualificante è dato dal non facile connubio tra fantascienza e tragedia, che nel finale si palesa in modo evidente e tutto sommato abbastanza convincente.
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wathan
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sabato 7 settembre 2019
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affascinante.
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Molto bello ricco di tensione e "concetti universali" non tutto funziona alla perfezione soprattutto nel parte finale leggermente ingarbugliata, ma affascina e fa riflettere, fotografia sontuosa ed elegante. Tanto per essere obbiettivo avrei assegnato un 3,5, alzo la media a 4 visto anche le stroncature che qui a ricevuto. Vero primo film di fantascienza per il regista britannico Danny Boyle che, tutto sommato, nonostante le difficoltà tecniche se la cava egregiamente.
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steffa
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sabato 27 aprile 2019
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b movie pretenzioso
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un pessimo cast di attori da vero B Movie non può che mantenere l'intero film nella categoria nonostante un set ben curato e di alto livello, inoltre diverse e gravi falle scentifiche e logiche rendono il risultato assolutamente ridicolo
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xxx
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giovedì 17 agosto 2017
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il sole..... il nostro dio
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ottimo film criticato un pò troppo per il fatto che la seconda parte non è attinente alla prima,la quale sfocia nel thriller horror.Io invece ho apprezzato tutto il film,trama semplice ma non scontata sgancire una bomba nucleare nel sole morente per riattivare la fusione nucleare, ottime le interpretazioni di tutti gli attori soprattutto cillian murphy,ottima la fotografia e la colonna sonora,finale bellissimo molto filosofico, ci fà capire che qualsiasi atomo esistente nella nostra terra è stato creato dal nostro sole.NON SIAMO ALTRO CHE POLVERE DI STELLE
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lgiulianini
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sabato 12 novembre 2016
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riflessione sui limiti umani
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Quello che ho colto nel film di danny Boyle,
sempre stimolante comunque, è un secondo me riuscito tentativo di stimolare lo spettatore rispetto alle profondità del cosmo, alla assoluta ostilità dello stesso, alla impossibilità di compiere lunghe missioni senza rimanerne psicologicamente ed emotivamente sconvolti e sopraffatti.
L' unico personaggio che mantiene un equilibrio pare essere il Comandante Kaneda, tutti gli altri sono dopo sedici mesi di permanenza nel cosmo in qualche modo deviati dalla lucida umanità che dovrebbe contraddistinguere una comunità di scienziati appositamente addestrati a compiere una missione rischiosa quanto determinante per la sopravvivenza del genere umano. Angosce, paure ancestrali, flashback stranianti, dimensioni oniriche incontrollabili, e rivalità fuori luogo e contesto in un ambiente così delicato per la sopravvivenza stessa di tutti, costituiscono la premessa per il fallimento della missione, il cui finale horror non deriva dalla volontà di mozzare il film in qualche modo, ma dalla estremizzazione del concetto di profondità ed insondabilità dell'ignoto, che di fatto fa impazzire il comandante Pinbacker, che non riesce a mantenersi FUORI dal mistero che ci avvolge di fronte all'infinito cui ogni astronauta è chiamato a confrontarsi, ma finisce per esservi risucchiato totalmente, perdendo ogni dimensione umana, sia fisica che psicologica.
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Quello che ho colto nel film di danny Boyle,
sempre stimolante comunque, è un secondo me riuscito tentativo di stimolare lo spettatore rispetto alle profondità del cosmo, alla assoluta ostilità dello stesso, alla impossibilità di compiere lunghe missioni senza rimanerne psicologicamente ed emotivamente sconvolti e sopraffatti.
L' unico personaggio che mantiene un equilibrio pare essere il Comandante Kaneda, tutti gli altri sono dopo sedici mesi di permanenza nel cosmo in qualche modo deviati dalla lucida umanità che dovrebbe contraddistinguere una comunità di scienziati appositamente addestrati a compiere una missione rischiosa quanto determinante per la sopravvivenza del genere umano. Angosce, paure ancestrali, flashback stranianti, dimensioni oniriche incontrollabili, e rivalità fuori luogo e contesto in un ambiente così delicato per la sopravvivenza stessa di tutti, costituiscono la premessa per il fallimento della missione, il cui finale horror non deriva dalla volontà di mozzare il film in qualche modo, ma dalla estremizzazione del concetto di profondità ed insondabilità dell'ignoto, che di fatto fa impazzire il comandante Pinbacker, che non riesce a mantenersi FUORI dal mistero che ci avvolge di fronte all'infinito cui ogni astronauta è chiamato a confrontarsi, ma finisce per esservi risucchiato totalmente, perdendo ogni dimensione umana, sia fisica che psicologica.
Cercare verosimiglianze è inutile quanto stupido: il viaggio dell'uomo verso l'ignoto è e sarà per sempre delicato e fragile, soprattutto un lungo viaggio, perchè l'essere umano è delicato e fragile nonostante scienza e tecnologia. E' quanto Boyle vuole dirci giustamente, rispetto a tanti film che ci mostrano troppo spesso, al limite dopo un viaggio di anni in semiibernazione, astronauti che si risvegliano a milioni di KM dalla Madre Terra come niente fosse, vedono partite di baseball e sentono musica rock.
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kondor17
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sabato 1 agosto 2015
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affascinante come pochi
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Non so quante volte l'ho visto ma non mi stanco mai. Sin dalla prima scena ti cattura e non ti molla più. L'idea non è nuova, ma è resa benissimo, grazie a un cast tecnico più che azzeccato, alla fantastica colonna sonora di John Murphy e a effetti speciali mozzafiato, forse mai raggiunti. Sunshine è una malattia, una droga. Quella droga che porta Searle a chiedere a Icarus II di arrivare alla massima esposizione, quella droga che ha probabilmente fritto il cervello e la pelle di Pinbaker, causandogli la pazzia che lo porterà a sabotare le missioni. Ma la luce solare è anche la vita, non tanto per l'equipaggio sacrificabile, quanto per la gente rimasta a terra.
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Non so quante volte l'ho visto ma non mi stanco mai. Sin dalla prima scena ti cattura e non ti molla più. L'idea non è nuova, ma è resa benissimo, grazie a un cast tecnico più che azzeccato, alla fantastica colonna sonora di John Murphy e a effetti speciali mozzafiato, forse mai raggiunti. Sunshine è una malattia, una droga. Quella droga che porta Searle a chiedere a Icarus II di arrivare alla massima esposizione, quella droga che ha probabilmente fritto il cervello e la pelle di Pinbaker, causandogli la pazzia che lo porterà a sabotare le missioni. Ma la luce solare è anche la vita, non tanto per l'equipaggio sacrificabile, quanto per la gente rimasta a terra. Su quella terra glaciale e inospitale, con un cielo da alba boreale. Una missione suicida bellissima, un pathos costante, uno dei migliori sci-fi di sempre. Poetico e metafisico, oltre che geniale.
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ashtray_bliss
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martedì 28 ottobre 2014
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il volo di icaro verso il sole.
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Sunshine vanta indubbiamente di un soggetto tradizionale per la cinematografia, tuttavia e' un soggetto tuttaltro che debole. Il concept narrativo è quindi incentrato sul vero protagonista della pellicola, il Sole. Quel elemento che ha permesso lo sviluppo delle forme vitali, che da sempre ha affascinato i popoli del mondo che a loro volta hanno istituito intere religioni, filosofie e monumenti archittetonici di ineguagliabile meraviglia.
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Sunshine vanta indubbiamente di un soggetto tradizionale per la cinematografia, tuttavia e' un soggetto tuttaltro che debole. Il concept narrativo è quindi incentrato sul vero protagonista della pellicola, il Sole. Quel elemento che ha permesso lo sviluppo delle forme vitali, che da sempre ha affascinato i popoli del mondo che a loro volta hanno istituito intere religioni, filosofie e monumenti archittetonici di ineguagliabile meraviglia. Il Sole, la cui importanza, ovviamente, surclassa quella delle semplici stelle cosmiche e grazie al quale un intero sistema di pianeti è mantenuto in posizione. Sunshine è dunque un viaggio nel Sole e per il Sole, un'esplorazione quasi primitiva alla ricerca dell'assoluto, della luce, della conoscienza che va ben oltre i limiti umani.
Ecco forse qual'è il punto di forza di Sunshine, quello che lo rende un film speciale e mai banale, nonche sicuramente l'elemento che lo ha consacrato nella mia top-10 di film preferiti di sempre: E' un film altamente spirituale e metafisico, dove la fantascienza è un mezzo che ci conduce altrove, ci catapulta in un'esperienza diversa e atipica, conducendoci nel cuore del metafisico, alla ricerca della del tempo, ma anche della creazione, speranza, fede, della conoscienza e della salvezza. In definitiva è la metafora per eccellenza della ricerca delle nostre origini, un ritorno alla culla della vita.
Opera raffinata, suggestiva e simbolica, Sunshine risulta un viaggio coinvolgente e toccante per lo spettatore che rende la visione del film indimentacabile.
Supportato da un impeccabile lavoro registico, una superba fotografia e scenografia e da un cast di attori eccellente, la suddetta pellicola riesce a superare a testa alta la sfida e catalogarsi direttamente un piccolo cult per tutti coloro che amano la fantascienza ben fatta, non esagerata o fine a se stessa, ma specialmente quella che comunica col suo pubblico che riesce a travolgerlo in una storia e mandare un messaggio piu' profondo, filosofico e umano.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora mozzafiato e come precisato prima, da una fotografia ottimale. Memorabili e impressionanti allo stesso tempo le riprese del Sole che riescono a far scaturire nello spettatore sia stupore che soggezione di fronte alla meraviglia e perfezione cosmica, la quale ci ricorda inesorabilmente che in fondo noi siamo solo polvere di stelle. Accuratissima la ricostruzione della navicella spaziale, sia all'interno che esterno, creata in maniera plausibile per un futuro prossimo, nel quale è ambientato il film.
Credibili le interpretazioni degli attori protagonisti, mai banali o scontate, cosi come i dialoghi. Riescono a disegnare adeguatamente le personalità e le motivazioni che si celano dietro le loro azioni. Vengono messi a dura prova dalla constatazione che affrontano un viaggio senza ritorno e devono rispondere a dinamiche umane che superano le leggi della fisica: l'umanità, l'empatia, la compassione, la perdita, l'arroganza e l'egoismo. Questo piccolo gruppo di persone, sole nel universo, viene messo a dura prova dalla missione e dall'ambiente nel quale si trovano. Come puntualizza il medico di bordo "qui non siamo in democrazia", che equivale a dire "non rispondiamo agli obblighi terrestri perchè siamo una comunità di scienziati che deve operare per il bene più grande". Bravissimo Cilian Murphy che riesce a rendere le varie sfaccettature di crescita emotiva e psicologica durante la durata del viaggio di Icarus.
Incantevole il finale, che alcuni trovano sbrigativo o scontato o semplicemente incomprensibile. Ma nel finale si racchiude la vera essenza di Sunshine, la sua filosofia. L'incontro tanto desiderato dell'Uomo con Dio, la luce, la conoscenza. L'uomo a contatto con l'origine di tutto, nel quale quest'ultimo viene travolto e dentro alla quale scompare, divenuto ormai parte dell'energia solare e cosmica infinita.
Un viaggio che va visto, vissuto e ripetuto per guardare quello che c'è oltre il tangibile e terreno ed infine per ricongiungersi con il nostro Io interiore, la nostra coscienza.
Poesia fatta cinema. Un film ricco di tutto: trama, tensione, emotività, filosofia e intrattenimento che non mollano mai lo spettatore.
Uno dei migliori lavori di D. Boyle. Imperdibile.
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folgore94
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lunedì 11 novembre 2013
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ottimo
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Uno dei migliori film di fantascienza in c ircolazione ,ritmo e trama avvincenti attori azzeccati stupenda la scenografia del sole e delle navi spaziali.
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andalea
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venerdì 8 novembre 2013
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benvenuti su icarus ii...
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Fin dalla prima scena il film ti proietta in un atmosfera isolata in un'astronave a decine di milioni di chilometri dalla Terra, ormai prossima alla "zona morta", in cui non e' piu' possibile comunicare con il nostro pianeta a causa dei venti solari.
L'equipaggio della Icarus II, ha il compito di sganciare una gigantesca bomba stellare nel cuore del Sole, che e' in agonia da diversi anni e si sta ormai spegnendo, condannando il destino dell'umanita e dell'intero sistema solare; Il peso della missione grava sulle spalle dei 7 membri dell'equipaggio che rappresentano l'ultima speranza di salvezza.
Ormai prossimi all'ultima parte della missione, il capitano Kaneda (Hiroyuki Sanada) e' colto da profondi dubbi riguardanti l'astronave Icarus I, che parti' dalla Terra 5 anni prima con il loro stesso obbiettivo e che entrata nella "zona morta" e non e' piu' tornata indietro, lasciando all'umanita l'unica certezza che la missione falli', per motivi ancora sconosciuti.
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Fin dalla prima scena il film ti proietta in un atmosfera isolata in un'astronave a decine di milioni di chilometri dalla Terra, ormai prossima alla "zona morta", in cui non e' piu' possibile comunicare con il nostro pianeta a causa dei venti solari.
L'equipaggio della Icarus II, ha il compito di sganciare una gigantesca bomba stellare nel cuore del Sole, che e' in agonia da diversi anni e si sta ormai spegnendo, condannando il destino dell'umanita e dell'intero sistema solare; Il peso della missione grava sulle spalle dei 7 membri dell'equipaggio che rappresentano l'ultima speranza di salvezza.
Ormai prossimi all'ultima parte della missione, il capitano Kaneda (Hiroyuki Sanada) e' colto da profondi dubbi riguardanti l'astronave Icarus I, che parti' dalla Terra 5 anni prima con il loro stesso obbiettivo e che entrata nella "zona morta" e non e' piu' tornata indietro, lasciando all'umanita l'unica certezza che la missione falli', per motivi ancora sconosciuti.
Lasciata l'orbita del pianeta Mercurio e sempre piu' vicini al luogo di sgancio della mega-bomba, l'equipaggio della Icarus II si trova' a dover affrontare un imprevisto, che si rivela essere solo il primo di una serie di eventi gravissimi per la riuscita della missione.
Quando sembra ormai tutto perduto, rimane solo un'ultima, rischiosa e impensabile possibilita' di salvare l'umanita'.
Nessuno di loro immagina le conseguenze che avra' la scelta che compieranno, nessuno di loro immagina che sara' proprio cio' che ha spinto l'uomo a compiere una missione cosi' immensa ed eroica, a mettersi contro di loro sul punto di non ritorno.
Un thriller psicologico a sfondo fantascientifico molto bello. Accompagnato da colonne sonore azzeccatissime, come l'Adagio In Re Minore di John Murphy.
Il cast di attori si e' dimostrato all'altezza di apparire in uno scenario insolito per la maggior parte di loro, come il protagonista Cillian Murphy che interpreta il progettatore dell'ordigno solare o Chris Evans, che si e' immedesimato nel tecnico di bordo.
Consiglio a tutti la visione di questo film.
Saluti da Andalea ;)
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corazzatakotiomkin
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venerdì 20 settembre 2013
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quando la luce fa più paura del buio.
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Sana fantascienza ! Lavoro ottimo che assolutamente non ripete storie già conosciute e scontate. Originale per il profondo tocco psicologico che si fa spazio in tra numerose scene adrenaliniche ed una trama prettamente scientifica.
Finalmente torniamo ad assistere ad uno spettacolo sia per gli occhi che per la mente.
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