parsifal
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giovedì 18 maggio 2017
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don't walk away, in silence
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Realizzato da Anton Corbin, fotografo e regista di elevato livello tratto dal romanzo di D. Curtis ( che oltretutto non ha approvato la stesura definitiva del film, ritenendola lesiva per sè stessa e per Ian stesso) , illustra la biografia artistica e personale del leader dei Joy Division, gruppo seminale della corrente post- punk britannica. Inizia quando Ian, adolescente , seguiva la linea dei propri sogni, scimmiottando D.Bowie mentre ascoltava i suoi brani , nel chiuso della sua microscopica stanzetta per poi passare all'incontro con Deborah, che sarà folgorante per entrambi e li condurrà in brevissimo tempo ad un prematuro ed acerbo matrimonio. Contemporaneamente Ian fa l'incontro decisivo per la sua futura carriera di musicista, dando vita con i suoi nuovi amici e compagni di avventure al gruppo Warsaw ed iniziando ad esibirsi nei club inglesi , quasi ogni sera, percorrendo molte miglia pur di dare vita alle proprie aspirazioni.
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Realizzato da Anton Corbin, fotografo e regista di elevato livello tratto dal romanzo di D. Curtis ( che oltretutto non ha approvato la stesura definitiva del film, ritenendola lesiva per sè stessa e per Ian stesso) , illustra la biografia artistica e personale del leader dei Joy Division, gruppo seminale della corrente post- punk britannica. Inizia quando Ian, adolescente , seguiva la linea dei propri sogni, scimmiottando D.Bowie mentre ascoltava i suoi brani , nel chiuso della sua microscopica stanzetta per poi passare all'incontro con Deborah, che sarà folgorante per entrambi e li condurrà in brevissimo tempo ad un prematuro ed acerbo matrimonio. Contemporaneamente Ian fa l'incontro decisivo per la sua futura carriera di musicista, dando vita con i suoi nuovi amici e compagni di avventure al gruppo Warsaw ed iniziando ad esibirsi nei club inglesi , quasi ogni sera, percorrendo molte miglia pur di dare vita alle proprie aspirazioni. Diventato padre all'età di ventun'anni, inizia ad avere dei problemi nel gestire la crescente fama da un lato ed il menagè familiare dall'altro ed inoltre, cede spesso alle tentazioni che si presentano spesso all'interno dello show business. La fama dei JOy Division cresce di giorno in giorno, le tournè si sommano così come i successi che ne conseguono, ma c'è un lato oscuro cin cui dovrà fare i conti; l'epilessia, che lo coglierà inizialmente impreparato e poi più di una volta accadrà di dover affrontare un attacco mentre entra in scena. Ciò rende Ian acora più insicuro e tormentato di quanto già non fosse, e spesso profondamente depresso. Si allontanerà dalla famiglia, coltivando un rapporto extra coniugale , ma i tormenti esistenzilai che portava con sè sin dalla più giovane età, continueranno a dilaniare il suo animo, sino a condurlo alla Mors Voluntaria., lasciando tutti attoniti e senza parole. Le atmosfere evocate dalla musica del gruppo e dalla voce di Ian Curtis, sono rese ottimamente grazie sia all'interpretazione di Sam Riley, sia grazie allo studio approfondito della fotografia in bianco e nero della quale Corbion è un indiscusso maestro ( è stato , tra l'altro, regista di alcuni video clip dei Depeche Mode). Stile ed esistenzialismo sonoro sono le cifre del film . Se si amano i Joy Division, il film è indiscutibilmente un tassello che non deve mancare.
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dead billy
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martedì 27 novembre 2012
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torno ad ascoltare unknown pleasures
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Ho letto proprio su questo sito un commento a questo film in cui si consigliava di ascoltare qualche canzone dei Joy Division prima di guardare il film, così che si possano capire meglio le atmosfere respirate nel film. Io farei una piccola modifica, se mi viene permesso (o anche in caso contrario, direi): se avete mai in vita vostra apprezzato i Joy Division non guardate questo film, o guardatelo pronti ad attraversare due ore di bestemmie ininterrotte.
Ora motiverò un minimo le mie parole, di modo che qualcuno magari si possa risparmiare la brutta esperienza che ho vissuto e che magari qualcuno che ha fatto il mio stesso errore possa sentirsi appoggiato.
Non è chiaro, durante tutta la visione del film, che cosa esattamente abbia spinto il regista a produrre un film su Ian Curtis: sicuramente non gli interessava molto la musica dei Joy Division, o comunque non riteneva molto utile dedicarle un po' di spazio se non qualche frammento delle loro canzoni più famose, buttate lì giusto per ricordarci che questo triste ragazzone cantava in un gruppo.
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Ho letto proprio su questo sito un commento a questo film in cui si consigliava di ascoltare qualche canzone dei Joy Division prima di guardare il film, così che si possano capire meglio le atmosfere respirate nel film. Io farei una piccola modifica, se mi viene permesso (o anche in caso contrario, direi): se avete mai in vita vostra apprezzato i Joy Division non guardate questo film, o guardatelo pronti ad attraversare due ore di bestemmie ininterrotte.
Ora motiverò un minimo le mie parole, di modo che qualcuno magari si possa risparmiare la brutta esperienza che ho vissuto e che magari qualcuno che ha fatto il mio stesso errore possa sentirsi appoggiato.
Non è chiaro, durante tutta la visione del film, che cosa esattamente abbia spinto il regista a produrre un film su Ian Curtis: sicuramente non gli interessava molto la musica dei Joy Division, o comunque non riteneva molto utile dedicarle un po' di spazio se non qualche frammento delle loro canzoni più famose, buttate lì giusto per ricordarci che questo triste ragazzone cantava in un gruppo. Ma concediamoglielo, magari un film che si concentrasse troppo sul lato musicale dei Joy Division sarebbe risultato pesante e probabilmente non avrebbe avuto nemmeno troppo senso. E' un vero peccato però che non gli importi nemmeno del personaggio Ian Curtis, visto che al bravo Sam Riley non viene praticamente richiesto di aprire bocca, e quando gli viene richiesto è più che altro per far passare l'idea del ragazzo ribelle e solitario, un po' misterioso ed anche depresso. Il perfetto protagonista di un film che fa girare la testa a tutti i quindicenni in cerca di una ribellione cool. Debbie Curtis poi viene fatta passare per la moglie un po' acida e appesantita dal tempo che nessuno vorrebbe più, specie quando si può avere la splendida groupie giovane e dalle forme sinuose che ogni cantante rock può vantare. Mi raccomando, non provate a rivelare a nessuno che i Joy Division non erano esattamente i Rolling Stones.
Dulcis in fundo, il film modifica tratti della biografia di Ian Curtis in punti che non hanno nessuna ragione di essere modificati, e ci si sente anche un po' presi in giro quando Ian mette The idiot sul piatto e NON parte The idiot! Evidentemente al regista Iggy Pop non sembrava adatto al suicidio del suo bel protagonista imbronciato. Si capisce quanto gli importasse di Ian Curtis.
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alex41
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sabato 6 ottobre 2012
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ian lost control again
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Per i fan dei Joy Division, ma soprattutto di Ian Curtis, è un ottimo film imperdibile, molto toccante in molti punti e con tanta ma tanta musica punk. "Love Will Tear Us Apart", "Disorder" o "Transmission" sono solo alcuni dei tanti capolavori racchiusi in questo bellissimo film su una delle più grandi (forse la più importante) band post-punk della storia. Fantastici gli attori, molto buona la regia, ottima la scelta della fotografia in bianco e nero, finale strappalacrime.
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rosario velardi
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martedì 6 marzo 2012
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fulgida presenza di una meteora
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Bisogna aver amato gli anni 80,bisogna aver amato gli alfieri di quegli anni,ovvero i Joy Division per apprezzare questo capolavoro di decadentismo.Ian Curtis e i suoi Joy Division sono stati l'anima più dark di quegli anni,il lato più angosciante della new wave inglese,la loro musica aveva dentro le coordinate per quello che poi si sarebbe trasformato in tragedia.Una delle tante figure nel panorama musicale che non ha retto il peso di una notorietà,schiacciato anche dal travaglio quotidiano,la doppia vita sentimentale,l'epilessia,il music business che impone ritmi forsennati.Stessa sorte toccata negli anni 90 a quel Kurt Cobain,che come lui è rimasto schiacciato da una notorietà arrivata troppo in fretta.
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Bisogna aver amato gli anni 80,bisogna aver amato gli alfieri di quegli anni,ovvero i Joy Division per apprezzare questo capolavoro di decadentismo.Ian Curtis e i suoi Joy Division sono stati l'anima più dark di quegli anni,il lato più angosciante della new wave inglese,la loro musica aveva dentro le coordinate per quello che poi si sarebbe trasformato in tragedia.Una delle tante figure nel panorama musicale che non ha retto il peso di una notorietà,schiacciato anche dal travaglio quotidiano,la doppia vita sentimentale,l'epilessia,il music business che impone ritmi forsennati.Stessa sorte toccata negli anni 90 a quel Kurt Cobain,che come lui è rimasto schiacciato da una notorietà arrivata troppo in fretta.Control è una trasposizione fedelissima della vita di Curtis, la verosomiglianza è impressionante, sembra che il suo spirito si sia reincarnato in Sam Riley,stessa movenza,stessa gestualità,identica tetra atmosfera che ha caratterizzato il percorso creativo dei Joy Division.Ottima scelta il bianco e nero,conferisce al film un'ulteriore senso di lugubre decadenza,sia musicale che di vita quotidiana.L'epilogo suona come qualcosa di annunciato,il malessere espresso in musica era lo stesso che ha corroso la fragile personalità di Curtis,un'altro eroe maledetto del panorama musicale.
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dandy
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lunedì 23 maggio 2011
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ian will tear us apart,again,and again,and again.
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Esordiendo nel lungometraggio dopo una gavetta da fotografo e autore di videoclip,Corbijn si basa sull'autobiografia "Così lontano,così vicino" scritta dalla moglie di Curtis Deborah Woodruffe.Ma oltre al ritratto tormentato e dolente del frontman dei "Joy Division",mira al senso dell'esperienza new wawe,l'ultima grande rivoluzione rock del Novecento.E la fa emergere indagando dall'interno sul mistero di un personaggio sventurato e incapace di far fronte ai propri problemi personali,nonchè alle responsabilità della vita.Non tutto funziona,specie dal punto di vista drammatico.Così come non manca qualche eccesso didascalico(l'impasse della coppia commentata da "Love will tear us apart")o retorico(il finale con il fumo nero come nei lager nazisti,a cui si ispira il nome del gruppo[le prigioniere destinate ad intrattenere i nazisti]).
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Esordiendo nel lungometraggio dopo una gavetta da fotografo e autore di videoclip,Corbijn si basa sull'autobiografia "Così lontano,così vicino" scritta dalla moglie di Curtis Deborah Woodruffe.Ma oltre al ritratto tormentato e dolente del frontman dei "Joy Division",mira al senso dell'esperienza new wawe,l'ultima grande rivoluzione rock del Novecento.E la fa emergere indagando dall'interno sul mistero di un personaggio sventurato e incapace di far fronte ai propri problemi personali,nonchè alle responsabilità della vita.Non tutto funziona,specie dal punto di vista drammatico.Così come non manca qualche eccesso didascalico(l'impasse della coppia commentata da "Love will tear us apart")o retorico(il finale con il fumo nero come nei lager nazisti,a cui si ispira il nome del gruppo[le prigioniere destinate ad intrattenere i nazisti]).Ricostruzione fedele,grazie anche allo splendido bianco e nero,e perfetta interpretazione del protagonista,a sua volta leader di un gruppo,"The 10000 Things".E ben scelta la colonna sonora,tra i brani originali cantati ottimamente da Riley,e altri composti per l'occasione dai "New Order",gruppo formatosi dagli ex-"Joy Division"dopo la scomparsa di Curtis.Visti gli scarsi risultati ottenuti da noi dopo averlo distribuito (una volta tanto)in originale sottotitolato,hanno deciso di ritentare doppiandolo.Meglio del previsto,ma io preferisco la versione originale.
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nemesis
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domenica 22 maggio 2011
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da pelle d'oca
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Grandissimo film. La Regia e la fotografia sono spettacolari e l'interpretazione di Sam Riley è ottima.
Ve lo consiglio vivamente per due ragioni in particolare: 1) l'atmosfera e la musica dei Joy Dision sono state colte in pieno, con una rappresentazione storica straordinaria
2) Andando oltre all'aspetto della biografia fedele, il film cavalca degnamente quello che fu il pensiero di Ian Curtis. La sua esistenza breve ma intensa e tormentata si respira dall'inizio alla fine.
Credo che questo sia uno dei migliori film usciti negli ultimi anni, è un peccato che sia rimasto così poco conosciuto.
P.S Prima di vedere il film vale la pena di ascoltarsi qualche canzone dei Joy Divion e cercare qualche video delle loro esibizioni dal vivo, per apprezzare ancora di più l'ottimo lavoro che è stato fatto con Control.
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Grandissimo film. La Regia e la fotografia sono spettacolari e l'interpretazione di Sam Riley è ottima.
Ve lo consiglio vivamente per due ragioni in particolare: 1) l'atmosfera e la musica dei Joy Dision sono state colte in pieno, con una rappresentazione storica straordinaria
2) Andando oltre all'aspetto della biografia fedele, il film cavalca degnamente quello che fu il pensiero di Ian Curtis. La sua esistenza breve ma intensa e tormentata si respira dall'inizio alla fine.
Credo che questo sia uno dei migliori film usciti negli ultimi anni, è un peccato che sia rimasto così poco conosciuto.
P.S Prima di vedere il film vale la pena di ascoltarsi qualche canzone dei Joy Divion e cercare qualche video delle loro esibizioni dal vivo, per apprezzare ancora di più l'ottimo lavoro che è stato fatto con Control.
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carrol
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lunedì 18 aprile 2011
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chiaro e scuro
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non vorrei che "il mito" joy division condizionasse troppo i giudizi circa il film... non può che farmi piacere l'entusiasmo che leggo attorno all'effimero fenomeno ian curtis però devo amettere che il film non mi ha coinvolto più di tanto.
E' semprata la storia di una boy-band più che di un fenomeno musicale, non è stato ben delineato il momento musicale (molto importate) che stava vivendo l'inghilterra, niente droga e solo un paio di bottiglie per il vecchio (si fa per dire) Ian? insomma mi è sembrato piuttosto superficiale in molti punti ed una pellicola (ottima scelta) bianco&nero non è sufficente per creare l'atmosfera di manchester fine 70's
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shebangsthedrums
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sabato 19 marzo 2011
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incredibile.
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Posso solo consigliarlo a tutti, così, anche a chi non è un fan dei Joy Division, come fosse una scatola chiusa.
Apritela e non potrete che essere soddisfatti.
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areknames
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mercoledì 16 settembre 2009
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ottimo film
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Ho conosciuto la musica dei Joy Division negli anni 80 dopo la morte di Ian Curtis e questo film mi ha fatto conoscere il dramma dell'amore, la vita, l'epilessia, la frenesia portata dal dubbio eterno e drammatico del presente che incarna il dolore. Un gran bel film in tutti i sensi, ottima la scelta del bianco e nero.
Oh merda tu che inali odori sgradevoli non mi confondere nella realtà che pare cioccolata così tanto buona piena di prelibatezze. Soltanto l'amore per il suo eterno dramma può condurmi fino alla morte. Merda!!
Grande Ian Curtis!!
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yumi91
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venerdì 31 luglio 2009
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control
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Girato in vari paesi, racconta la vita di Ian Curtis, leader di un gruppo musicale di Manchester: i Joy Division che fondò con altri tre amici alla fine degli anni ’70.
Film in bianco e nero senza lieto fine ma molto coerente con la vera storia di Ian, ragazzo di 24 anni, malato di epilessia e in continua depressione. Anche l’esordiente Sam Risley rispecchia quasi alla perfezione il personaggio che interpreta.
Quando arrivò al successo decise di impiccarsi dando fine a tutte le sue sofferenze.
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