patrick bateman
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giovedì 5 febbraio 2009
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ian curtis......il male di esistere!
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La storia del carismatico leader dei grandi Joy Division,gruppo inglese attivo tra la fine dei 70'e i primi anni 80'.Positiva la regia di Corbijn con uno sfavillante bianco/nero a fotografare i borghi la campagna uggiosa inglese e quegl'interni tutti così anglosassoni.Bravo ,convincente e somigliante in maniera direi quasi imbarazzante il giovane attore Sam Riley vero mattatore del film il quale non si risparmia nell'interpretare Curtis con una mimica stratosferica (vedi le performance dei concerti)e tutte quelle espressioni tormentate fino ad arrivare alle drammatiche scene delle convulsioni epilettiche le quali funestavano il povero Curtis. Film che consiglierei ai nostri giovani rockers italiani,se non altro per capire che il successo si guadagna con il sacrificio e poi.
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La storia del carismatico leader dei grandi Joy Division,gruppo inglese attivo tra la fine dei 70'e i primi anni 80'.Positiva la regia di Corbijn con uno sfavillante bianco/nero a fotografare i borghi la campagna uggiosa inglese e quegl'interni tutti così anglosassoni.Bravo ,convincente e somigliante in maniera direi quasi imbarazzante il giovane attore Sam Riley vero mattatore del film il quale non si risparmia nell'interpretare Curtis con una mimica stratosferica (vedi le performance dei concerti)e tutte quelle espressioni tormentate fino ad arrivare alle drammatiche scene delle convulsioni epilettiche le quali funestavano il povero Curtis. Film che consiglierei ai nostri giovani rockers italiani,se non altro per capire che il successo si guadagna con il sacrificio e poi... si può essere eroi anche solo per un giorno (Bowie insegna)!!! ave !
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merilois
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mercoledì 13 maggio 2009
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non si può control-lare l'amore, la vita
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Artista sensibile Ian Curtis, diviso tra l'amore per due donne. Un amore che dentro di sè sente giusto e possibile. Il punto di vista non è però condiviso dalle due fanciulle. E poi c'è il successo che lo allontana da sè stesso. Si sente un'automa quando si esibisce davanti ad un pubblico che lo sente vicino ma lui non sente più sè stesso. Le medicine per l'epilessia, il successo, la sua emotività nascosta e compressa dalla timidezza e dall'introversione. Le marcette in cui egli si esibisce mentre canta, forse mimando anche convulsioni epilettiche, sono allusive di una condizione umana dove la società, la famiglia i doveri ci comprimono, ci condizionano, ci fanno marciare come soldatini annullando i nostri desideri e il nostro vero io.
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Artista sensibile Ian Curtis, diviso tra l'amore per due donne. Un amore che dentro di sè sente giusto e possibile. Il punto di vista non è però condiviso dalle due fanciulle. E poi c'è il successo che lo allontana da sè stesso. Si sente un'automa quando si esibisce davanti ad un pubblico che lo sente vicino ma lui non sente più sè stesso. Le medicine per l'epilessia, il successo, la sua emotività nascosta e compressa dalla timidezza e dall'introversione. Le marcette in cui egli si esibisce mentre canta, forse mimando anche convulsioni epilettiche, sono allusive di una condizione umana dove la società, la famiglia i doveri ci comprimono, ci condizionano, ci fanno marciare come soldatini annullando i nostri desideri e il nostro vero io. Il film in bianco e nero di Anton Corbjin non distrae con il colore che ci porterebbe fuori dal grigiore di un'Inghilterra tatcheriana degli anni '70, dove il grigio entra dentro alle persone della working class di cui Ian Curtis è figlio. E' un lavoro pulito ed essenziale che parla del dolore di chi crea una canzone, dei versi. Di un artista che ama, soffre e muore per non far soffrire le donne che ama. Noi pensiamo spesso che i protagonisti del mondo musicale e cinematografico che amiamo siano delle stelle lucenti e stratosferiche inattaccabili dalla malattia e dal dolore. Invece la condizione umana con le contraddizioni, il dolore, la malattia travaglia anche loro. La musica rock come strumento di contestazione di un sistema sociale oppressivo è stata anche per Ian Curtis un modo per esprimere il proprio disagio esistenziale e la propria sensibilità di artista. Un modo di uscire dal controllo del sistema sulla propria vita e di esprimerne il totale rifiuto intuendone il contenuto repressivo.
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nemesis
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domenica 22 maggio 2011
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da pelle d'oca
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Grandissimo film. La Regia e la fotografia sono spettacolari e l'interpretazione di Sam Riley è ottima.
Ve lo consiglio vivamente per due ragioni in particolare: 1) l'atmosfera e la musica dei Joy Dision sono state colte in pieno, con una rappresentazione storica straordinaria
2) Andando oltre all'aspetto della biografia fedele, il film cavalca degnamente quello che fu il pensiero di Ian Curtis. La sua esistenza breve ma intensa e tormentata si respira dall'inizio alla fine.
Credo che questo sia uno dei migliori film usciti negli ultimi anni, è un peccato che sia rimasto così poco conosciuto.
P.S Prima di vedere il film vale la pena di ascoltarsi qualche canzone dei Joy Divion e cercare qualche video delle loro esibizioni dal vivo, per apprezzare ancora di più l'ottimo lavoro che è stato fatto con Control.
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Grandissimo film. La Regia e la fotografia sono spettacolari e l'interpretazione di Sam Riley è ottima.
Ve lo consiglio vivamente per due ragioni in particolare: 1) l'atmosfera e la musica dei Joy Dision sono state colte in pieno, con una rappresentazione storica straordinaria
2) Andando oltre all'aspetto della biografia fedele, il film cavalca degnamente quello che fu il pensiero di Ian Curtis. La sua esistenza breve ma intensa e tormentata si respira dall'inizio alla fine.
Credo che questo sia uno dei migliori film usciti negli ultimi anni, è un peccato che sia rimasto così poco conosciuto.
P.S Prima di vedere il film vale la pena di ascoltarsi qualche canzone dei Joy Divion e cercare qualche video delle loro esibizioni dal vivo, per apprezzare ancora di più l'ottimo lavoro che è stato fatto con Control.
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rosario velardi
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martedì 6 marzo 2012
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fulgida presenza di una meteora
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Bisogna aver amato gli anni 80,bisogna aver amato gli alfieri di quegli anni,ovvero i Joy Division per apprezzare questo capolavoro di decadentismo.Ian Curtis e i suoi Joy Division sono stati l'anima più dark di quegli anni,il lato più angosciante della new wave inglese,la loro musica aveva dentro le coordinate per quello che poi si sarebbe trasformato in tragedia.Una delle tante figure nel panorama musicale che non ha retto il peso di una notorietà,schiacciato anche dal travaglio quotidiano,la doppia vita sentimentale,l'epilessia,il music business che impone ritmi forsennati.Stessa sorte toccata negli anni 90 a quel Kurt Cobain,che come lui è rimasto schiacciato da una notorietà arrivata troppo in fretta.
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Bisogna aver amato gli anni 80,bisogna aver amato gli alfieri di quegli anni,ovvero i Joy Division per apprezzare questo capolavoro di decadentismo.Ian Curtis e i suoi Joy Division sono stati l'anima più dark di quegli anni,il lato più angosciante della new wave inglese,la loro musica aveva dentro le coordinate per quello che poi si sarebbe trasformato in tragedia.Una delle tante figure nel panorama musicale che non ha retto il peso di una notorietà,schiacciato anche dal travaglio quotidiano,la doppia vita sentimentale,l'epilessia,il music business che impone ritmi forsennati.Stessa sorte toccata negli anni 90 a quel Kurt Cobain,che come lui è rimasto schiacciato da una notorietà arrivata troppo in fretta.Control è una trasposizione fedelissima della vita di Curtis, la verosomiglianza è impressionante, sembra che il suo spirito si sia reincarnato in Sam Riley,stessa movenza,stessa gestualità,identica tetra atmosfera che ha caratterizzato il percorso creativo dei Joy Division.Ottima scelta il bianco e nero,conferisce al film un'ulteriore senso di lugubre decadenza,sia musicale che di vita quotidiana.L'epilogo suona come qualcosa di annunciato,il malessere espresso in musica era lo stesso che ha corroso la fragile personalità di Curtis,un'altro eroe maledetto del panorama musicale.
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alex41
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sabato 6 ottobre 2012
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ian lost control again
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Per i fan dei Joy Division, ma soprattutto di Ian Curtis, è un ottimo film imperdibile, molto toccante in molti punti e con tanta ma tanta musica punk. "Love Will Tear Us Apart", "Disorder" o "Transmission" sono solo alcuni dei tanti capolavori racchiusi in questo bellissimo film su una delle più grandi (forse la più importante) band post-punk della storia. Fantastici gli attori, molto buona la regia, ottima la scelta della fotografia in bianco e nero, finale strappalacrime.
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parsifal
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giovedì 18 maggio 2017
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don't walk away, in silence
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Realizzato da Anton Corbin, fotografo e regista di elevato livello tratto dal romanzo di D. Curtis ( che oltretutto non ha approvato la stesura definitiva del film, ritenendola lesiva per sè stessa e per Ian stesso) , illustra la biografia artistica e personale del leader dei Joy Division, gruppo seminale della corrente post- punk britannica. Inizia quando Ian, adolescente , seguiva la linea dei propri sogni, scimmiottando D.Bowie mentre ascoltava i suoi brani , nel chiuso della sua microscopica stanzetta per poi passare all'incontro con Deborah, che sarà folgorante per entrambi e li condurrà in brevissimo tempo ad un prematuro ed acerbo matrimonio. Contemporaneamente Ian fa l'incontro decisivo per la sua futura carriera di musicista, dando vita con i suoi nuovi amici e compagni di avventure al gruppo Warsaw ed iniziando ad esibirsi nei club inglesi , quasi ogni sera, percorrendo molte miglia pur di dare vita alle proprie aspirazioni.
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Realizzato da Anton Corbin, fotografo e regista di elevato livello tratto dal romanzo di D. Curtis ( che oltretutto non ha approvato la stesura definitiva del film, ritenendola lesiva per sè stessa e per Ian stesso) , illustra la biografia artistica e personale del leader dei Joy Division, gruppo seminale della corrente post- punk britannica. Inizia quando Ian, adolescente , seguiva la linea dei propri sogni, scimmiottando D.Bowie mentre ascoltava i suoi brani , nel chiuso della sua microscopica stanzetta per poi passare all'incontro con Deborah, che sarà folgorante per entrambi e li condurrà in brevissimo tempo ad un prematuro ed acerbo matrimonio. Contemporaneamente Ian fa l'incontro decisivo per la sua futura carriera di musicista, dando vita con i suoi nuovi amici e compagni di avventure al gruppo Warsaw ed iniziando ad esibirsi nei club inglesi , quasi ogni sera, percorrendo molte miglia pur di dare vita alle proprie aspirazioni. Diventato padre all'età di ventun'anni, inizia ad avere dei problemi nel gestire la crescente fama da un lato ed il menagè familiare dall'altro ed inoltre, cede spesso alle tentazioni che si presentano spesso all'interno dello show business. La fama dei JOy Division cresce di giorno in giorno, le tournè si sommano così come i successi che ne conseguono, ma c'è un lato oscuro cin cui dovrà fare i conti; l'epilessia, che lo coglierà inizialmente impreparato e poi più di una volta accadrà di dover affrontare un attacco mentre entra in scena. Ciò rende Ian acora più insicuro e tormentato di quanto già non fosse, e spesso profondamente depresso. Si allontanerà dalla famiglia, coltivando un rapporto extra coniugale , ma i tormenti esistenzilai che portava con sè sin dalla più giovane età, continueranno a dilaniare il suo animo, sino a condurlo alla Mors Voluntaria., lasciando tutti attoniti e senza parole. Le atmosfere evocate dalla musica del gruppo e dalla voce di Ian Curtis, sono rese ottimamente grazie sia all'interpretazione di Sam Riley, sia grazie allo studio approfondito della fotografia in bianco e nero della quale Corbion è un indiscusso maestro ( è stato , tra l'altro, regista di alcuni video clip dei Depeche Mode). Stile ed esistenzialismo sonoro sono le cifre del film . Se si amano i Joy Division, il film è indiscutibilmente un tassello che non deve mancare.
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[+] mahh
(di paolorol)
[ - ] mahh
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