Slevin - Patto criminale

Come detto da Ben Kingsley ad un certo punto del film, la vicenda di Slevin, scambiato per Nick Fisher, giocatore che deve cifre spropositate sia ad un boss di colore che ad un rabbino, ricorda per qualche verso Intrigo Internazionale di Alfred Hitchcock, seppure alla lontana. Anche Slevin viene scambiato per un'altra persona, ma fino all'ultimo non sapremo se questi è una semplice invenzione come il Kapland hitchcockiano o meno. La struttura narrativa non è certo di facile fruizione, si dirada in varie direzioni attraverso flashback e sottotrame, che finiscono per confluire e combaciare man mano ci si avvicina al finale. Il livello di attenzione dello spettatore deve essere tenuto alto, così come la tensione che pervade il film. Per quasi tre quarti il film è un noir ironico e divertente salvo poi cambiare registro e diventare più cupo parallelamente al ribaltamento situazionale dell'ultima mezz'ora, che seppure non sia proprio geniale resta convincente. Una sceneggiatura e una regia brillanti, ottime le interpretazioni (perfino il di solito spento Hartnett), che contribuiscono ad un film avvincente e molto godibile, anche se l'happy end finale sembra forzato e in contrasto con il resto della pellicola. Una piccola annotazione: il film ha vinto 4 premi al Film festival Internazionale di Milano (tra cui miglior film) lo scorso Aprile, ma viene distribuito in sala solo a fine Agosto come fondo di magazzino. Ennesimo caso di titolo interessante, maltrattato dalla distribuzione italiana.