agata
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mercoledì 30 maggio 2007
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il signore degli anelli versione cinese!?!
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Scusate, ma questo dovrebbe essere un film storico sulla dinastia Tang!?! X secolo!? Ma per favore....l'imperatore è abbronzato come un surfista (per non dire contadino delle risaie) l'imperatrice sfoggia un trucco anni'80 copiato a Boy George...Diciamolo subito che è un Fantasy, perchè sfruttare l'ignoranza dell'italiano medio sulla storia cinese? Anche tralasciando la veridicità storica, il film fa acqua dappertutto, a mio parere addirittura su quelli che tanti considerano punti di forza: le scenografie > Il palazzo reale è composto da TRE CORRIDOI, tre stanzette pressochè identiche e una spezieria? Corridoio verdino, corridoio arcobaleno, corridoio arancio, i reali vivono in corridoio :) ? la trovata poteva essere anche carina, ma quante volte ce li hanno propinati? E' sensato poi che il principe malato sia locato in una spezieria? (Per quanto s-p-l-e-n-d-i-d-a).
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Scusate, ma questo dovrebbe essere un film storico sulla dinastia Tang!?! X secolo!? Ma per favore....l'imperatore è abbronzato come un surfista (per non dire contadino delle risaie) l'imperatrice sfoggia un trucco anni'80 copiato a Boy George...Diciamolo subito che è un Fantasy, perchè sfruttare l'ignoranza dell'italiano medio sulla storia cinese? Anche tralasciando la veridicità storica, il film fa acqua dappertutto, a mio parere addirittura su quelli che tanti considerano punti di forza: le scenografie > Il palazzo reale è composto da TRE CORRIDOI, tre stanzette pressochè identiche e una spezieria? Corridoio verdino, corridoio arcobaleno, corridoio arancio, i reali vivono in corridoio :) ? la trovata poteva essere anche carina, ma quante volte ce li hanno propinati? E' sensato poi che il principe malato sia locato in una spezieria? (Per quanto s-p-l-e-n-d-i-d-a). I colori > che tanto vengono osannati sono bellissimi, è vero, ma così sfacciati e ostentati da perdere di quella grazia che godevano in altri suoi film precedenti.
Zhang, mi sono sempre inchinata davanti ad un maestro del tuo calibro, ma stavolta, forse, troppa disponibilità economica ti ha fatto male. Il film è lento, a volte grottesco e il più delle volte da l'idea dello spettacolo circense più che di un elegante affresco storico. Forse voleva essere proprio così, chissà.
Pensare che è lo stesso regista di Lanterne Rosse....
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martina
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martedì 29 maggio 2007
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e' la volta dell'oro, dello sfarzo
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Zhang Yimou sembra avere una tavolozza di colori, dove in ogni film sceglie di usarne solo uno o piu' di uno. Questa volta ha scelto l'oro, simbolo di sfarzo della dinastia imperiale dei Tang. Accanto all'oro Yimou doveva usare altri colori per dare piacere visivo allo spettatore, e quale colori migliori dei colori accesi dell'arcobaleno, magenta, verde, giallo, azzurro. Il risultato è una visione della scena satura, dove il colore riempie gli spazi vuoti lasciati dalla mobilia. I costumi sono sfarzosi e tutti, sempre pesanti e ovviamente..d'oro. Particolare attenzione anche al trucco dell'imperatrice che ancora una volta riporta l'oro, l'arancio quasi rame del rossetto.
Principalmente di questo film, come degli ultimi di Zhang Yimou, nota di merito sono appunto i colori.
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Zhang Yimou sembra avere una tavolozza di colori, dove in ogni film sceglie di usarne solo uno o piu' di uno. Questa volta ha scelto l'oro, simbolo di sfarzo della dinastia imperiale dei Tang. Accanto all'oro Yimou doveva usare altri colori per dare piacere visivo allo spettatore, e quale colori migliori dei colori accesi dell'arcobaleno, magenta, verde, giallo, azzurro. Il risultato è una visione della scena satura, dove il colore riempie gli spazi vuoti lasciati dalla mobilia. I costumi sono sfarzosi e tutti, sempre pesanti e ovviamente..d'oro. Particolare attenzione anche al trucco dell'imperatrice che ancora una volta riporta l'oro, l'arancio quasi rame del rossetto.
Principalmente di questo film, come degli ultimi di Zhang Yimou, nota di merito sono appunto i colori.
Tutto ciò rende il suo cinema non solo arte ed attenzione per la cinepresa, ma fa capire quanto questo regista sia attento alla fotografia ed alla resa "visiva" delle sue opere, quasi tutte le volte stesse dipingendo un quadro.
Attenzione forse un po' retro' è stata fatta riguardo ai primi piani, sia sui volti che sui particolari (specialmente nel duello tra imperatore ed il figlio Jay). Un'inquadratura del soggetto e dell'azione che ricorda molto il modo di girare degli anni'70. Quei primi piani macro, con il retro offuscato, quei primi piani imperscrutabili e silenziosi, le spade che scivolano sulle armature, ma di cui vediamo solo una parte, la parte del contatto tra le armi o con le armature.
Il film colpisce sicuramente in ampia parte per la cromaticità associata alle due "fazioni" imperiali, l'imperatrice che si ribella, usa l'oro per i suoi crisantemi, l'oro per le armature dell'esercito costituito appositamente per la sua rivolta e per detronizzare l'imperatore.
Viceversa l'imperatore, usa l'esercito color argento, i suoi guerrieri di fiducia coperti da abiti neri e maschere d'argento.
Bellissimo è proprio l'attacco sul tappetto giallo di crisantemi che si trova nella piazza del palazzo da parte della valanga d'oro contro la controparte valanga argento.
Zhang Yimou non c'è dubbio, portatore verso l'occidente di una cultura orientale attenta ai particolari, una fotografia pittorica che raramente si trova in occidente, giustificata forse proprio da una cultura differente.
La storia non è molto offuscata dai colori, come sembrerebbe, perchè bisogna notare che quando il cinema di Yimou affronta storie e film "in grande" le storie sono sempre semplici e brevi. A differenza dell'altro cinema di Yimou, come la Storia di Qui ju, Vivere, La strada verso casa, film che lasciano spazio al racconto di storie semplici, dove c'è un uso dei colori diverso, meno spettacolarità "occidentale". Film che ci fanno vedere l'altra parte di Cina, quella popolare, le storie di tutti i giorni, storie di cultura differente.
Nello scrivere cio' mi potrebbe sorgere un timore. Il timore che Yimou possa esaltare la sua spettacolarità emulando il cinema da botteghino fatto di effetti speciali tipico americano.
Spero sia solo un recondito timore, fugato dalla consapevolezza e speranza che venga sempre fuori quella bella cultura orientale che tanto differenzia l'oriente dall'occidente.
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cespuglio
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lunedì 28 maggio 2007
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la famiglia al tempo dell'imperatore
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Non parlerò dei colori e delle scene di massa, del lato estetico e spettacolare. Mi preme sottolineare qualcosa che a mio avviso è stato a torto trascurato: il rilievo della famiglia. La chiave di lettura è data dal discorso dell'imperatore durante la prima riunione di famiglia, quando spiega il significato del cerchio e del quadrato, il ruolo della famiglia e di componenti all'interno di essa, una trama di relazioni e ruoli che si basa su un delicato e celeste equilibrio. Un equilibrio che nel momento in cui veniva esaltato era già corrotto proprio dal suo cantore: emblematica la scena finale, quando il rimedio, scagliato in aria dal rifiuto dell'imperatrice, ricade al centro del tavolo, corrodendolo in una macchia nera.
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Non parlerò dei colori e delle scene di massa, del lato estetico e spettacolare. Mi preme sottolineare qualcosa che a mio avviso è stato a torto trascurato: il rilievo della famiglia. La chiave di lettura è data dal discorso dell'imperatore durante la prima riunione di famiglia, quando spiega il significato del cerchio e del quadrato, il ruolo della famiglia e di componenti all'interno di essa, una trama di relazioni e ruoli che si basa su un delicato e celeste equilibrio. Un equilibrio che nel momento in cui veniva esaltato era già corrotto proprio dal suo cantore: emblematica la scena finale, quando il rimedio, scagliato in aria dal rifiuto dell'imperatrice, ricade al centro del tavolo, corrodendolo in una macchia nera. Quell'iniziale macchinazione aveva avviato la catena di tragici eventi che ha distrutto la famiglia imperiale. Una famiglia in cui nessuno rispettava il proprio ruolo. Inizialmente il padre aveva ripudiato la prima madre e ciò ha creato il rancore dell'imperatrice, l'apparente incesto con il primo genito dell'imperatore che ha scatenato l'odio dell'ultimo genito; l'incesto reale tra il primo genito e la figlia del medico imperiale, che si scopre essere sua sorella, poiché la madre non era morta come detto dal padre, ma era sopravvissuta all'originario complotto ed era stata salvata dall'ignaro medico. Il figlio maggiore confuso che si dà la morte. Il figlio maggiore che la ottiene, ma dal fratello minore. Un figlio mediano, designato imperatore, che non impara l'insegnamento del padre, non sa accettare ciò che gli è dato senza prendersi ciò che non gli viene concesso. Il risultato di tanta macchinazione? Una coppia sterile, che ha fallito il suo compito naturale: crescere ed educare la prole. Anzi: ha fatto di tutto per annientarla.
Per questo, alla luce dei recenti telegiornali, in un contesto in cui si fatica a capire cosa si intenda per "famiglia", l'affresco del maestro cinese sembra richiamare ad antichi valori e al significato del ruolo che ciascuno occupa nel tessuto sociale.
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paper
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lunedì 28 maggio 2007
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ni
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Sono e non d'accordo con la recensione...il film è dotato di costumi splendidi, colore eccezionale, ricostruzione degli ambienti di tutto rispetto, ma poco piacevoli sono le ricostruzioni al computer che portano spettacolarità alla pellicola ma finzione con scarso realismo (non sarà che si abusa un pò troppo di questi mezzi? possibile che non se ne possa più far a meno?).
Gli attori bravi ma la trama lenta e almeno per tutto il primo tempo si fatica a trovare il senso del film e di una storia sfilettata.
Nel complesso un film più che discreto a tratti lento.
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lina
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lunedì 28 maggio 2007
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i colori più della vicenda
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Il cinema è fatto di immagini ma anche di storia. Qui le vicende della famiglia imperiale non appassionano. La recitazione è poco naturale, l'intreccio non sorprende e invece è spesso poco chiaro.
Ma le immagini, sono le immagini che rapiscono lo sguardo: i colori degli interni della città proibita tolgono il fiato; e poi i costumi, gli esterni sia della città proibita che dei pochi ambienti fuori dalle mura. Ogni fotogramma è una composizione perfetta.
La quantità delle comparse che scandiscono la vita del palazzo, a cui fa da controcanto l'immensa individualità di ogni componente della famiglia imperiale: per ognuno di loro, centinaia e centinaia di persone, contraddistinte da un particolare vestito a seconda della funzione che rivestono, si muovono in contemporanea per far funzionare la complessa macchina del palazzo.
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Il cinema è fatto di immagini ma anche di storia. Qui le vicende della famiglia imperiale non appassionano. La recitazione è poco naturale, l'intreccio non sorprende e invece è spesso poco chiaro.
Ma le immagini, sono le immagini che rapiscono lo sguardo: i colori degli interni della città proibita tolgono il fiato; e poi i costumi, gli esterni sia della città proibita che dei pochi ambienti fuori dalle mura. Ogni fotogramma è una composizione perfetta.
La quantità delle comparse che scandiscono la vita del palazzo, a cui fa da controcanto l'immensa individualità di ogni componente della famiglia imperiale: per ognuno di loro, centinaia e centinaia di persone, contraddistinte da un particolare vestito a seconda della funzione che rivestono, si muovono in contemporanea per far funzionare la complessa macchina del palazzo. Gruppi di persone che non sono esseri umani ma: decine di ancelle, o di soldati, o di medici di corte, ognuno vive (apparentemente) solo per svolgere la sua funzione; ogni gruppo si identifica per il vestito che ne annulla l'individualità. Salvo poi fungere da orecchie che ascoltano e labbra che riferiscono la vita e le trame della famiglia imperiale.
Un film poco appassionante ma memorabile per la maestosità delle scene corali e la perfezione visiva.
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leo
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lunedì 28 maggio 2007
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pessimo
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Pessimo: veramente, non ci sono altre parole.
Qualcuno dovrebbe spiegare a Zhang Yimou che 'grandiosità' non corrisponde necessariamente a 'bellezza'. Anzi.
In questo caso c'è un susseguirsi di scene sfarzose, ma il risultato è grottesco. In certe scene sembra ricordare (in anticipo: ma del resto tutti ce la immaginiamo già) la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino.
E' kitsch rutilante, ma privo dell'allegria spensierata e senza pretese di certo cattivo gusto. E' kitsch pretenzioso è insopportabile. Trama banale, melodrammatica e stracotta. Gong Li stravista inalbera la sua faccia smorfiosetta e sembra una Monica Bellucci cinese. Soliti combattimenti roteanti. Esilarante la scena in cui l'imperatore padre arrotola la manica del suo kimono oro zecchino, si toglie (ebbene sì) la cintura e prende a cinghiate il figlio disobbediente, come la caricatura di un padre-padrone di film italiani di quart'ordine.
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Pessimo: veramente, non ci sono altre parole.
Qualcuno dovrebbe spiegare a Zhang Yimou che 'grandiosità' non corrisponde necessariamente a 'bellezza'. Anzi.
In questo caso c'è un susseguirsi di scene sfarzose, ma il risultato è grottesco. In certe scene sembra ricordare (in anticipo: ma del resto tutti ce la immaginiamo già) la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino.
E' kitsch rutilante, ma privo dell'allegria spensierata e senza pretese di certo cattivo gusto. E' kitsch pretenzioso è insopportabile. Trama banale, melodrammatica e stracotta. Gong Li stravista inalbera la sua faccia smorfiosetta e sembra una Monica Bellucci cinese. Soliti combattimenti roteanti. Esilarante la scena in cui l'imperatore padre arrotola la manica del suo kimono oro zecchino, si toglie (ebbene sì) la cintura e prende a cinghiate il figlio disobbediente, come la caricatura di un padre-padrone di film italiani di quart'ordine.
Si esce depressi. Impossibile che questo film sia firmato dallo stesso regista de 'La strada verso casa'. Dev'essere un caso di omonimia.
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il mollusco
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lunedì 28 maggio 2007
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biu-tee-ful
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Un beautiful cinese:Complotti,incesti,tradimenti e congiure.
Il tutto in un solo palazzo.
Anche i dialoghi sono molto semplici,difficili invece da ricordare i nomi:
Ping,Wan,Jai ecc...
Però che costumi !che colori|che arredi!che incredibili scene di massa!
Una festa per gli occhi!
La scena finale in cui,in pochi minuti, viene pulita e riordinata una piazza con migliaia di cadaveri è impressionante.
Non sarà però uno spot per le future Olimpiadi?
L'ordine innanzitutto!
E' un film comunque da vedere.
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diego petruz
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venerdì 18 maggio 2007
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"dopo film"
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Uno spaccato della Cina antica, mi è sembrato davvero di entrare in quei luoghi di improbabile accesso. Ho sofferto, altro filo conduttore, forse maggiore per noi europei, che alimenta tutta l'opera.
Bellissime le scene di guerra, fantastici costumi armi e arti marziali. Inquietanti le
figure dei ninja imperiali, animaleschi, rapaci.
Forse esagerato il il dispiego di forze e i tempi brevi, nonché il "normalismo" che anima il popolo di corte mentre rimette in ordine la piazza grande, rimuovendo ben 17000 corpi e portando altrettante migliaia di vasi di coccio ai crisantemi gialli.
L'imperatore dice "Il cielo è tondo, la terra quadrata". Da notare che secondo la concezione Tolemaica creduta e vissuta in quel momento nell'Italia "post-caputmundica", la terra era piatta, ma ovoidale; questo spiegava l'arco dell'orizzonte e il 360° che una persona vede sempre attorno a sé.
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Uno spaccato della Cina antica, mi è sembrato davvero di entrare in quei luoghi di improbabile accesso. Ho sofferto, altro filo conduttore, forse maggiore per noi europei, che alimenta tutta l'opera.
Bellissime le scene di guerra, fantastici costumi armi e arti marziali. Inquietanti le
figure dei ninja imperiali, animaleschi, rapaci.
Forse esagerato il il dispiego di forze e i tempi brevi, nonché il "normalismo" che anima il popolo di corte mentre rimette in ordine la piazza grande, rimuovendo ben 17000 corpi e portando altrettante migliaia di vasi di coccio ai crisantemi gialli.
L'imperatore dice "Il cielo è tondo, la terra quadrata". Da notare che secondo la concezione Tolemaica creduta e vissuta in quel momento nell'Italia "post-caputmundica", la terra era piatta, ma ovoidale; questo spiegava l'arco dell'orizzonte e il 360° che una persona vede sempre attorno a sé.
a un certo punto del film, facendo le giuste scale di paragone con l'oggi, ho detto:"Cavolo questi hanno inventato tutto!". Capite, adesso, perché i "Marcopòli" hanno cambiato così tanto l'aspetto del mondo europeo?
Concludo dicendo: "così vicini da potersi dire tutto, così distanti da negarsi ogni verità"
Pubblicato da M-Diego !@! a 6.03
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