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lina unali
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martedì 12 febbraio 2008
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zhang yimou e la tradizione cinese
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L’elemento forse più degno di nota del film di Zhang Yimou è il suo mantenere costantemente il tono epico. Anche se la storia riguarda una famiglia, tutto quello che si vede, i caratteri dei personaggi, gli ambienti in cui si muovono, rimanda al concetto di grandezza, di impero, ai destini di una nazione.
La musica sostiene il film in modo marziale.
La scena più significativa del rapporto a cinque tra padre, madre-matrigna, primo fratello, secondo fratello, terzo fratello si svolge all’interno della Città Proibita intorno a una struttura quadrata che sta per la terra, inscritta in una struttura circolare che sta per l’universo. Questa inscrizione del quadrato nel cerchio è tuttora visibile nel più importante tempio della capitale e forse di tutta la Cina, noto come Tempio del Cielo, anche se realizzata in marmo e non come accade nel film con i materiali che sembrano tessuti di centinaia di fiori.
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L’elemento forse più degno di nota del film di Zhang Yimou è il suo mantenere costantemente il tono epico. Anche se la storia riguarda una famiglia, tutto quello che si vede, i caratteri dei personaggi, gli ambienti in cui si muovono, rimanda al concetto di grandezza, di impero, ai destini di una nazione.
La musica sostiene il film in modo marziale.
La scena più significativa del rapporto a cinque tra padre, madre-matrigna, primo fratello, secondo fratello, terzo fratello si svolge all’interno della Città Proibita intorno a una struttura quadrata che sta per la terra, inscritta in una struttura circolare che sta per l’universo. Questa inscrizione del quadrato nel cerchio è tuttora visibile nel più importante tempio della capitale e forse di tutta la Cina, noto come Tempio del Cielo, anche se realizzata in marmo e non come accade nel film con i materiali che sembrano tessuti di centinaia di fiori. La sovrapposizione delle due forme geometriche indica l’inserimento della storia individuale, familiare, imperiale nell’universo. Il fiore che simboleggia tutta la vicenda narrata è il crisantemo che l’imperatrice è sempre intenta a ricamare in oro per la cosiddetta Festa dei Crisantemi, che sarà festa di morte.
Anche considerando altri suoi film, sembra prevalere nella personalità artistica di Zhang Yimou la volontà di insegnare l’antica tradizione cinese ai compatrioti che l’hanno dimenticata e agli stranieri che non l’hanno mai conosciuta. Tale tradizione si articola qui nei seguenti elementi: la contrapposizione principale tra yin e yang, cioè il principio yin yang presente in opposti fondamentali come uomo-donna, guerra-pace, oscurità-luce; il concetto di ordine confuciano espresso continuamente dal canto di versetti celebri dell’opera di Confucio; la farmacopea e il concetto di malattia in parte derivato dall’opposizione contenuta nella stessa diade yin e yang; le arti marziali secondo modalità ignote all’occidente; concetti quale quello del filo di seta che esprime un’azione non frammentata e armonica.
Per il resto si deve dire di questo regista che nella sua opera è depositata consapevolmente la cultura mondiale, da Shakespeare a Bertolucci, da Plauto con le sue scene di agnizione ad Akira Kurosawa, con i tappeti di fiori su cui i protagonisti camminano come in un episodio dell’ottima pellicola giapponese intitolata Dreams.
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(di elisabetta)
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(di caccianiga c.)
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alexandra
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sabato 2 febbraio 2008
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magnifico!!!
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lascia senza fiato! Magnifiche le scene, i costumi, i luoghi.
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molly
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giovedì 3 gennaio 2008
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basta
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Ve lo immaginate se gli italiani facessero solo film sull'impero romano, con legionari che volano e volteggiano nell'aria con i loro scudi e le loro lance? Basta Zang, ti stai ripetendo in maniera pedante, cafona e ridicola. Hero è stata una innovazione, un capolavoro, un'opera d'arte di colori, suoni e luci. Puoi fare un film così una volta nella tua carriera, due al massimo ma ora stai davvero esagerando.
Forse vuoi fare una saga alla Star Wors, sull'Impero Cinese??? Non si capiscono le tue intenzioni, ti allontani sempre di più da "Lanterne rosse". Shakespeare????? Ma leggetevi qualche testo teatrale va!!!!!!!! Qui la sceneggiatura non ha spessore è tutta azione e niente contenuto. Dove sono i monologhi di Amleto e Giulio Cesare.
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Ve lo immaginate se gli italiani facessero solo film sull'impero romano, con legionari che volano e volteggiano nell'aria con i loro scudi e le loro lance? Basta Zang, ti stai ripetendo in maniera pedante, cafona e ridicola. Hero è stata una innovazione, un capolavoro, un'opera d'arte di colori, suoni e luci. Puoi fare un film così una volta nella tua carriera, due al massimo ma ora stai davvero esagerando.
Forse vuoi fare una saga alla Star Wors, sull'Impero Cinese??? Non si capiscono le tue intenzioni, ti allontani sempre di più da "Lanterne rosse". Shakespeare????? Ma leggetevi qualche testo teatrale va!!!!!!!! Qui la sceneggiatura non ha spessore è tutta azione e niente contenuto. Dove sono i monologhi di Amleto e Giulio Cesare. Il confronto non regge anzi suona come un oltraggio alla cultura.
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lorenza rallo
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lunedì 17 dicembre 2007
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echi shakespeariani riproposti in chiave orientale
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Nella Cina del x secolo, si sviluppano intrighi colmi di echi shakespeariani, riproposti in chiave orientale.
Matrimoni senza amore, amori contrastati, amanti nascosti, lotte per l’eredità, lotte fra classi, rimedi malefici, obbedienza intimidatoria tutto vissuto in un trionfo dai colori vivaci che si combinano armonicamente disegnando le scene, quasi fossero dei singoli quadri. La trama viene gradualmente bistrattata, per poi essere ripresa nel finale che emulando la storia dell’amleto è veloce, tragico, sacrificale e plateale, lasciando spazio all’eccessiva bellezza estetica delle riprese e degli scenari valorizzati da campi lunghissimi che danno una visuale a tutto tondo del paesaggio, elemento tipico della magistrale regia del cinese Zhang Yimou .
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Nella Cina del x secolo, si sviluppano intrighi colmi di echi shakespeariani, riproposti in chiave orientale.
Matrimoni senza amore, amori contrastati, amanti nascosti, lotte per l’eredità, lotte fra classi, rimedi malefici, obbedienza intimidatoria tutto vissuto in un trionfo dai colori vivaci che si combinano armonicamente disegnando le scene, quasi fossero dei singoli quadri. La trama viene gradualmente bistrattata, per poi essere ripresa nel finale che emulando la storia dell’amleto è veloce, tragico, sacrificale e plateale, lasciando spazio all’eccessiva bellezza estetica delle riprese e degli scenari valorizzati da campi lunghissimi che danno una visuale a tutto tondo del paesaggio, elemento tipico della magistrale regia del cinese Zhang Yimou .
Gong Li imperatrice austera dall’espressione unica e “insensibile”, cercando in ogni scena di imporre la sua immagine sottomessa a quella del marito interpretato da Chow Yun-Fat, è avvolta da un aura dorata, colore che fa da sfondo alla storia e che è menzionato anche nel titolo originale “Curse of the Golden Flower “(La maledizione del fiore dorato), e che si traduce nell’immensa distesa di crisantemi, ridondante emblema reale, sempre più spesso permeati da pennellate di sangue.
Le colossali battaglie sono delle danze dove il ritmo e la musica vengono scanditi da falciate nette e assassine. La foga della rabbia vale più di 1000 soldati pronti alla resa dei conti, che ad ogni colpo cadono a decine come birilli,
Fantasia, effetti speciali, realtà si fondono rendendo più affascinante quest’ultima all’occhio dello spettatore attonito davanti all’”altezza” dei gesti, e alla successione di primi piani e dettagli sentimentalmente eloquenti.
La regia(Zhang Yimou), la fotografia(Zhao Xiaoding), la scenografia (Huo Tingxiao), i costumi (Yee Chung Man) e il montaggio(Cheng Long )sono eccellenti, a dispetto della storia, unica pecca presente nel film in cui gli eventi sono raccontati in alcuni tratti in modo confuso presentando per certi versi dei momenti morti che rallentano il racconto filmico facendo subentrare una latente noia da parte di chi guarda.
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cinephile 62
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sabato 15 dicembre 2007
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splendore formale
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Ottimo film del regista Zhang Yimou.Perfezione e splendore formale.Le immagini emergono dallo schermo con una plasticità esemplare.Tutto molto bello:forse troppo.Nel senso che a tanta perfezione stilistica non corrisponde un altrettanto coinvolgimento emotivo.Cinema di immagini dunque.Spettacolari,colori caldi e abbaglianti che trasmettono tutta l'opulenza dell'impero cinese.Coerentemente in linea con gli ultimi stupendi capolavori del regista cinese:Hero e La foresta dei pugnali volanti.Tra questi si inserisce-quasi per caso-il più intimista e meno formale Mille miglia lontano.Un film che affascina e sorprende,assolutamente da vedere e da amare.
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aga
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lunedì 10 dicembre 2007
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buon film
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budima
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giovedì 6 dicembre 2007
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nel ricamo del crisantemo giallo
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Nel ricamo del crisantemo giallo il regista cuce la ricostruzione storica di luoghi, colori, costumi e luci con vicende di tradimenti, vendette, espiazioni in un dramma che affoga il tutto in scene d’azione computerizzate - con massacri di massa nero-oro (uomini volanti, ricche armature, vasi di fiori gialli, preziosità varie, ...). Anche le crudelissime lotte imperialmente familiari sono bagnate in un lago di inchiostro e vernice rossa. E alla fine la piazza è sempre pulita.
Bella e sfarzosa la ricostruzione d’ambiente.
Film esteticamente bello e carico di melodrammatiche suggestioni.
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hollywood stefano
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martedì 30 ottobre 2007
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fantastico dipinto della cina imperiale
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Zhang Yimou ci propone una pellicola molto appassionante e intrigante. I costumi eccezionali rendono ancora meglio quella sensazione di potenza e perfezione di cui l'Impero cinese era massimo esponente. Il regista ci avvolge nel film con gli intrecci di palazzo che scorrono dall'odio,alla vendetta,al potere. Una famiglia,quella imperiale,che appare in principio fiera e ligia a ciò che rappresenta ma nel susseguirsi del racconto sprofonda nel baratro dei soprusi e delle vendette. Colpiscono molto le sequenze finali per la crudezza nn tanto delle immagine quanto per la crudezza di ciò che vogliono esprimere. Effetti speciali strepitosi,nelle sequenze di battaglia, come lo stesso regista e il cinema cinese in genere ci hanno fatto apprezzare.
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Zhang Yimou ci propone una pellicola molto appassionante e intrigante. I costumi eccezionali rendono ancora meglio quella sensazione di potenza e perfezione di cui l'Impero cinese era massimo esponente. Il regista ci avvolge nel film con gli intrecci di palazzo che scorrono dall'odio,alla vendetta,al potere. Una famiglia,quella imperiale,che appare in principio fiera e ligia a ciò che rappresenta ma nel susseguirsi del racconto sprofonda nel baratro dei soprusi e delle vendette. Colpiscono molto le sequenze finali per la crudezza nn tanto delle immagine quanto per la crudezza di ciò che vogliono esprimere. Effetti speciali strepitosi,nelle sequenze di battaglia, come lo stesso regista e il cinema cinese in genere ci hanno fatto apprezzare. Un ultima nota di merito va ad una Gong Li tanto affascinante quanto misteriosa vittima e artefice delle trame centrali di tutto il film. Gong si lancia autorevolmente tra le stelle del cinema mondiale in vista di questa sua ottima prestazione.
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piernelweb
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domenica 28 ottobre 2007
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gigantismo tagico
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Dopo "Hero" e "La foresta dai pugnali Volanti" ancora un film scenograficamente sfarzoso per il regista Zhang Yimou con mire stavolta più dirette alla tragedia Shakespeariana piuttosto che ad un vero e proprio wuxia. L'incipt è molto buono, il cast di assoluto livello (Gong Li è una sicurezza assoluta) tuttavia il regista cinese rimane imprigionato nell'eccessivo gigantismo della sua opera, con una regia che diviene a lungo andare eccessivamente manieristica e tronfia. Tutto il sangue che scorre sul tragico finale famigliare appare francamente ridondante (e questo è un difetto cronico di un certo tipo di cinema orientale) ed esaspera troppo i toni del dramma che diviene allora poco credibile e soprattutto strappa poche emozioni.
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Dopo "Hero" e "La foresta dai pugnali Volanti" ancora un film scenograficamente sfarzoso per il regista Zhang Yimou con mire stavolta più dirette alla tragedia Shakespeariana piuttosto che ad un vero e proprio wuxia. L'incipt è molto buono, il cast di assoluto livello (Gong Li è una sicurezza assoluta) tuttavia il regista cinese rimane imprigionato nell'eccessivo gigantismo della sua opera, con una regia che diviene a lungo andare eccessivamente manieristica e tronfia. Tutto il sangue che scorre sul tragico finale famigliare appare francamente ridondante (e questo è un difetto cronico di un certo tipo di cinema orientale) ed esaspera troppo i toni del dramma che diviene allora poco credibile e soprattutto strappa poche emozioni. Gli amanti delle scene d'azione all'arma bianca potranno aprezzare le notturne incursioni dal cielo dei guerieri del re ma resteranno delusi dalle battaglie di massa visibilmente artificiose e non dovutamente sostenute dalla grafica digitale. Un film riuscito a metà che garantisce il meglio nella prima parte quando il veleno imperiale che scorre nelle vene dell'imperatrice fà davvero male.
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eva
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sabato 20 ottobre 2007
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arcne. tra mito e contemporaneità.
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Chrysanthemum ricama l'imperatrice-Aracne tesse la sua tela destinata ad invischiare il maschio. Lei stessa è imprigionata nei fili di una trama - lo spazio claustrofobico del Palazzo - trabboccante d'oro e preziosità, metafora di un percorso obbligato, senza vie di fuga. Scaturisce una riflessione in merito alle profonde trasformazioni sociali e culturali che la Cina stà affrontando nella contemporaneità tra le quali è centrale l'evoluzione della donna, volta ad emanciparsi da un contesto patriarcale secolare. La cura maniacale di aspetti quali la scenografia, i costumi, la fotografia assume rilevanza aldilà del piano estetico, fornendoci chiavi di lettura ulteriori, colmando silenzi assordanti al pari di sguardi e gesti.
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Chrysanthemum ricama l'imperatrice-Aracne tesse la sua tela destinata ad invischiare il maschio. Lei stessa è imprigionata nei fili di una trama - lo spazio claustrofobico del Palazzo - trabboccante d'oro e preziosità, metafora di un percorso obbligato, senza vie di fuga. Scaturisce una riflessione in merito alle profonde trasformazioni sociali e culturali che la Cina stà affrontando nella contemporaneità tra le quali è centrale l'evoluzione della donna, volta ad emanciparsi da un contesto patriarcale secolare. La cura maniacale di aspetti quali la scenografia, i costumi, la fotografia assume rilevanza aldilà del piano estetico, fornendoci chiavi di lettura ulteriori, colmando silenzi assordanti al pari di sguardi e gesti. Oro e sangue è ciò che resta, morte e potere indissolubilmente imperanti.
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