popazio
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domenica 18 febbraio 2007
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film molto mediocre
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Pessimo, noioso, umorismo piatto!
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loryzzo
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sabato 17 febbraio 2007
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pupi avati ci regala un malinconico sogno
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tenero,ci racconta di insuccessi affettivi e professionali,di belle case senza amore. con dolcezza guarda un cattivo padre di figlie confuse,che tanto cattivo non e',che come tanti di noi si perde nei sogni e solo in sogno si avvicina a realizzare i suoi desideri.chiudere gli occhi e disegnarci un mondo ,una vita diversa,"MORIRE,DORMIRE,SOGNARE".
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ronks
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giovedì 15 febbraio 2007
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tra fiction e film
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NON E' PERCHE' IL REGISTA SIA AVATI ALLORA AUTOMATICAMENTE CI DEVE ESSERE UNA CRITICA BENEVOLENTE... PERCHE' E' QUESTO CHE E' ACCADUTO!
LA PARTE CHE SPETTA AL FILM E' QUELLA IN CUI PARTECIPA UN OTTIMO ABATANTUONO... LA PARTE CHE SPETTA ALLA FICTION E' TUTTO IL RESTO... DOPODICHE' NON C'E' NIENT'ALTRO DA DIRE... COME LA PELLICOLA DEL RESTO!!!
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diomede917
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lunedì 12 febbraio 2007
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cena indigesta
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Sandro Lanza è un attore di serie B, negli anni 70 era una star di poliziotteschi film con liceali e horroracci. Adesso è una star in decadenza della soap Charme, un intervento di chirurgia estetica lo ha rovinato e lui tenta un suicidio sensazionalistico.
Sandro Lanza oltre ad essere un pessimo attore è anche un pessimo padre di tre ragazze avute da tre relazioni differenti, le tre ragazze a loro volta vivono malissimo le loro relazioni con l'altro sesso anche per colpa di questo padre.
Dopo il suicidio decidono di accoppiarlo con una sua fan di vecchia data per poterselo levare di mezzo ma....
I film di Avati si dividono in due categorie quelli belli e quelli da sufficenza afferrata dai capelli, purtoppo La cena per farli conoscere appartiene a questa seconda categoria anche se questa sufficenza non riesce a prenderla.
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Sandro Lanza è un attore di serie B, negli anni 70 era una star di poliziotteschi film con liceali e horroracci. Adesso è una star in decadenza della soap Charme, un intervento di chirurgia estetica lo ha rovinato e lui tenta un suicidio sensazionalistico.
Sandro Lanza oltre ad essere un pessimo attore è anche un pessimo padre di tre ragazze avute da tre relazioni differenti, le tre ragazze a loro volta vivono malissimo le loro relazioni con l'altro sesso anche per colpa di questo padre.
Dopo il suicidio decidono di accoppiarlo con una sua fan di vecchia data per poterselo levare di mezzo ma....
I film di Avati si dividono in due categorie quelli belli e quelli da sufficenza afferrata dai capelli, purtoppo La cena per farli conoscere appartiene a questa seconda categoria anche se questa sufficenza non riesce a prenderla.
Il film non osa, il personaggio di Diego Abatantuono poteva essere un figura ispirata a Ugo Tognazzi ma rimane nel limbo. Non è cinico, non è nemmeno tragicamente ridicolo rimane lì in attesa di lumi dalla regia. Ma la regia latita, Avati non sa mai dove andare a parare e anche questa famosa cena che poteva essere una polveriera dei sentimenti resta in sospeso in un qualcosa di indefinito.
Per le cene è meglio rivolgersi a Scola
Voto 5 - -
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max
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lunedì 12 febbraio 2007
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un grande abatantuono nella tristezza assoluta...
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Il titolo della mia recensione, non tragga in inganno. La tristezza non è relativa al film, alla sua sceneggiatura o alle prove degli attori. E' l'aura che avvolge l'intera pellicola che è triste, malinconica, quasi maledetta ma anche terribilmente vera. La prima parte convince meno della seconda dove vengono fuori i personaggi delle tre figlie del protagonista e la cosidetta "pretendente" (una brava Francesca Neri, mai così "sciroppata"...). Lì il film di Avati decolla anche se il finale non è decisamente "politicall correct". La riflessione amara, amarissima di Avati è sul mondo in generale, sulle famiglie "scoppiate" o mai nate e sul mondo dello spettacolo, vuoto e "pericoloso". Diego Abatantuono conferma le sue doti (e come il buon vino, invechiando migliora.
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Il titolo della mia recensione, non tragga in inganno. La tristezza non è relativa al film, alla sua sceneggiatura o alle prove degli attori. E' l'aura che avvolge l'intera pellicola che è triste, malinconica, quasi maledetta ma anche terribilmente vera. La prima parte convince meno della seconda dove vengono fuori i personaggi delle tre figlie del protagonista e la cosidetta "pretendente" (una brava Francesca Neri, mai così "sciroppata"...). Lì il film di Avati decolla anche se il finale non è decisamente "politicall correct". La riflessione amara, amarissima di Avati è sul mondo in generale, sulle famiglie "scoppiate" o mai nate e sul mondo dello spettacolo, vuoto e "pericoloso". Diego Abatantuono conferma le sue doti (e come il buon vino, invechiando migliora...) mentre il trio di bellezze Placido - Incontrada - Sastre risultano convincenti nei panni di tre figlie "perdute" e ritrovate da un padre per troppo tempo distratto da sè stesso e dalla sua carriera coltivata all'interno di un mondo filmico più trash che non si può. Bravo anche Ferrari nei panni del marito stronzo ed erotomane di Betty (Violante Placido), che maldestramente prova a coinvolgere le cognate nel suo "gioco" erotico. Il film è una saga di "occasioni perdute", di incontri mancati ma nel corso della pellicola bene o male, i protagonisti si riscattano anche se alla fine, ciò che manca alle loro vite non viene trovato. Restano tutte persone a metà. Ma è un male comune ai giorni nostri...
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roxin
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domenica 11 febbraio 2007
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che peccato per avati!!
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La cosa più bella che può accadere in un cinema è quando il film è talmente emozionante che ti senti parte della storia e i tuoi pensieri corrono sovrapponendosi a quelli dei personaggi...
Nel caso di questo film purtroppo mi sono ritrovata ogni 10 minuti a guardare l'orologio nell'attesa che qualche evento potesse ribaltare una storia noiosa dove venivano introdotti tanti personaggi, senza riuscire però a trasmettere nessuna emozione..
Potrei solamente descriverlo come un film spento,un rincorrersi di eventi a volte tristi e a volte comici, ma che vengono lasciati a se stessi in un abbadono inspiegabile..
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rescine
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domenica 11 febbraio 2007
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ma è di avati?
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Si fa davvero fatica a credere che "La cena per farli conoscere" sia targato Pupi Avati. Il film cammina sui binari di una banalità, assolutamente mai presente prima nei nelle sue opere. Film con una storia fiacca, povero di ritmo, di intensità e di dialoghi. Lo stesso Abatantuono ne esce assai poco brillante.
Da salvare, appena, la bellezza ed eleganza di Ines Sastre e l'apparizione di Francesca Neri, in un ruolo pur marginale.
Per il resto solo dispiace che un Maestro del nostro cinema, sia incappato in una tappa così. Il voto è per rispetto.
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madoelsa
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domenica 11 febbraio 2007
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ma che minchia pensavi quando hai elaborato ciò?
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11/2/2007 ore 01:41
Caro Pupi,
siamo ancora in quattro, stramazzati in questo sabato invernale dopo la visione del tuo orribile film: lasciacelo dire.... non ci è proprio piaciuto e , oltre tutto, non abbiamo capito la fine. Dovevi vedere che facce avevano gli spettatori mentre si vedeva la faccia fissa di Diego e, in sovrapposizione, quell'elenco incomprensibile e,diciamo pure, insignificante di titoli.....di che?
Te lo diciamo con affetto perchè, in questi ultimi 10 anni, qualche volta abbiamo visto altri tuoi film, ma mai ci siamo sentiti così di schifo come stasera. Come faremo adesso a riprenderci e a conservare un buon ricordo di te?
Pupi, che ti dobbiamo dire.
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11/2/2007 ore 01:41
Caro Pupi,
siamo ancora in quattro, stramazzati in questo sabato invernale dopo la visione del tuo orribile film: lasciacelo dire.... non ci è proprio piaciuto e , oltre tutto, non abbiamo capito la fine. Dovevi vedere che facce avevano gli spettatori mentre si vedeva la faccia fissa di Diego e, in sovrapposizione, quell'elenco incomprensibile e,diciamo pure, insignificante di titoli.....di che?
Te lo diciamo con affetto perchè, in questi ultimi 10 anni, qualche volta abbiamo visto altri tuoi film, ma mai ci siamo sentiti così di schifo come stasera. Come faremo adesso a riprenderci e a conservare un buon ricordo di te?
Pupi, che ti dobbiamo dire...... alla prossima...( ma, se continui così, noi almeno non ci saremo!)
quattro avviliti di questo sabato sera
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[+] complimenti
(di andre(v.ita))
[ - ] complimenti
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nerone
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sabato 10 febbraio 2007
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schifo
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fangorn
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sabato 10 febbraio 2007
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con grande leggerezza colpisce il centro
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5 stelle forse possono sembrare tante, ma non è facile trovare film come questo nelle sale. Pupi Avati è bravissimo a costruire una pellicola che scorre via con grande leggerezza sull'anima dello spettatore per donarle infine qualcosa di semplice e bello. E' la storia di un uomo dello spettacolo come ce ne possono essere tanti oggi, con le sue (tante) piccolezze, e del suo percorso umano. Senza fuochi d'artificio, tensioni, colpi di scena (e questa è la cosa meravigliosa: la leggerezza) con tanta ironia e tanto divertimento, lo spettatore può osservare (e vivere), quasi senza accorgersene, il cammino del protagonista, che passa dalle cose più inette alle cose che contano di più. Protagoniste con lui sono le donne del film, 4, tutte brave e tutte belle.
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5 stelle forse possono sembrare tante, ma non è facile trovare film come questo nelle sale. Pupi Avati è bravissimo a costruire una pellicola che scorre via con grande leggerezza sull'anima dello spettatore per donarle infine qualcosa di semplice e bello. E' la storia di un uomo dello spettacolo come ce ne possono essere tanti oggi, con le sue (tante) piccolezze, e del suo percorso umano. Senza fuochi d'artificio, tensioni, colpi di scena (e questa è la cosa meravigliosa: la leggerezza) con tanta ironia e tanto divertimento, lo spettatore può osservare (e vivere), quasi senza accorgersene, il cammino del protagonista, che passa dalle cose più inette alle cose che contano di più. Protagoniste con lui sono le donne del film, 4, tutte brave e tutte belle. I 5 personaggi principali del film trasmettono una grande simpatia umana (e quelli negativi risultano comunque molto divertenti). Un film così fa del bene a chi lo guarda.
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