filippo catani
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martedì 11 dicembre 2012
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un ottimo film
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New York. Una banda di malviventi entra in una banca e fa ostaggi tra i presenti e i dipendenti. Un detective afroamericano, in odore di promozione ma sotto indagine per un vecchio caso, viene inviato come negoziatore. L'evoluzione della vicenda e la comparsa di una misteriosa donna scortata dal sindaco con l'incarico di prendere contatto con i rapitori, mette sull'avviso il detective che quella in coro non è una rapina come tutte le altre.
Questo di Spike Lee è il lampante esempio (se ci fosse ancora bisogno) del fatto che si possono ancora dirigere thriller o film d'azione all'altezza senza bisogno di assurde sparatorie o inseguimenti. Metti un'ottima trama arricchita da diversi colpi di scena, un cast composto da un attore più bravo dell'altro e un'ottima direzione e il gioco è fatto.
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New York. Una banda di malviventi entra in una banca e fa ostaggi tra i presenti e i dipendenti. Un detective afroamericano, in odore di promozione ma sotto indagine per un vecchio caso, viene inviato come negoziatore. L'evoluzione della vicenda e la comparsa di una misteriosa donna scortata dal sindaco con l'incarico di prendere contatto con i rapitori, mette sull'avviso il detective che quella in coro non è una rapina come tutte le altre.
Questo di Spike Lee è il lampante esempio (se ci fosse ancora bisogno) del fatto che si possono ancora dirigere thriller o film d'azione all'altezza senza bisogno di assurde sparatorie o inseguimenti. Metti un'ottima trama arricchita da diversi colpi di scena, un cast composto da un attore più bravo dell'altro e un'ottima direzione e il gioco è fatto. Owen è perfetto nel ruolo del criminale così come Washinghton in quello del detective e non può certo mancare una citazione per un'algida Foster alle prese con la pulizia dei problemi che toccano le alte sfere. Non manca qualche citazione alla contemporaneità specialmente per un regista impegnato come Spike Lee ed è così che un indiano si lamenta di essere sempre "casualmente" scelto per dei controlli tutte le volte che si reca in aereoporto e allo stesso tempo una scena del film viene ambientata davanti al muro con la scritta non dimenticheremo mai. Il film ha il pregio di mantenere sempre alta l'attenzione dello spettatore fino allo splendido finale. Meglio fermarsi quì per non rivelare nulla dello svolgimento ma davvero film consigliatissimo.
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tony montana
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sabato 27 novembre 2010
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un thriller ad orologeria
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Quattro uomini rapinano una banca e fanno una cinquantina di ostaggi. Due detective cercano di impedire che qualcuno si faccia male, ma i rapinatori agiscono diversamente da come ci si aspetterebbe, ed è evidente che ogni loro mossa è stata studiata nei minimi particolari…
Thrillerad orologeria nobilitato da un ottimo cast ed esaltato dalla regia di Spike Lee, Inside Man è un’ottima prova d’esordio per lo sceneggiatore Russell Gewirtz. Nativo di Long Island, New York, l’ex avvocato ed agente immobiliare Gewirtz cura la vicenda da lui ideata in ogni minimo dettaglio e pur adottando alcune soluzioni scontate non permette mai che la narrazione diventi poco interessante.
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Quattro uomini rapinano una banca e fanno una cinquantina di ostaggi. Due detective cercano di impedire che qualcuno si faccia male, ma i rapinatori agiscono diversamente da come ci si aspetterebbe, ed è evidente che ogni loro mossa è stata studiata nei minimi particolari…
Thrillerad orologeria nobilitato da un ottimo cast ed esaltato dalla regia di Spike Lee, Inside Man è un’ottima prova d’esordio per lo sceneggiatore Russell Gewirtz. Nativo di Long Island, New York, l’ex avvocato ed agente immobiliare Gewirtz cura la vicenda da lui ideata in ogni minimo dettaglio e pur adottando alcune soluzioni scontate non permette mai che la narrazione diventi poco interessante. Come recita lo slogan del film: nessun dettaglio è privo di importanza, e nessun indizio è inutile.
Spike Lee sottolinea con ironia e con la giusta sottigliezza il fatto che questa sia la stessa New York della 25 ora , ed inserisce nel film diversi giochi citazionisti e autocitazionisti che non risultano però mai invadenti. Il suo lavoro è comunque magistrale soprattutto nel tenere costantemente alta la tensione e nel non nascondere particolari importanti pur non mettendoli mai in primo piano. Utilizzando egregiamente i flashforward con gli interrogatori agli ostaggi, Lee svela pian piano i dettagli della rapina e ci suggerisce che la conclusione è ben diversa da quella cui avevamo pensato inizialmente, ma ogni volta che ci facciamo un’idea su cosa stia succedendo trova modo di confondere le carte in tavola senza però mai barare. Il film è supportato da un ottimo cast su cui spiccano il sempre bravo Washington, un’attraente Jodie Foster e un bravo Clive Owen che sta facendo film su film tenendosi su un buon livello. Come detto, non ci sono particolari poco importanti, in questo film. Non lo è neppure il titolo – traducibile come “l’infiltrato” – che pur avendo perfettamente senso non è un indizio che può aiutare lo spettatore a risolvere l’enigma. Ed è giusto così, perché questo non è un giallo alla Agatha Christie, ma un thriller che ci viene raccontato come una fiaba, una leggenda, una storia che bisogna ascoltare lasciandosi trasportare e catturare.
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rmarci 05
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domenica 5 maggio 2019
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magistralmente scritto, diretto e interpretato
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Uno dei principali meriti di Spike Lee riguardo questo film è quello di essere riuscito a realizzare un film "su commissione" riuscendo a soddisfare le esigenze del grande pubblico senza mai rinunciare ai caratteri tipici del suo stile, come i numerosi riferimenti all'odio razziale e al clima di tensione creatosi dopo l'attentato alle Torri Gemelle (elemento in perfetta continuità stilistica con La 25° ora). Il regista esibisce, senza autocompiacimento fine a sé stesso, uno straordinario virtuosismo tecnico in linea con la storia, in cui le riprese a spalla, le rotazioni a 360 gradi ed i primi piani seguono lo svolgimento del racconto con un coinvolgimento tale da trasfomare la macchina da presa in un ulteriore attore.
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Uno dei principali meriti di Spike Lee riguardo questo film è quello di essere riuscito a realizzare un film "su commissione" riuscendo a soddisfare le esigenze del grande pubblico senza mai rinunciare ai caratteri tipici del suo stile, come i numerosi riferimenti all'odio razziale e al clima di tensione creatosi dopo l'attentato alle Torri Gemelle (elemento in perfetta continuità stilistica con La 25° ora). Il regista esibisce, senza autocompiacimento fine a sé stesso, uno straordinario virtuosismo tecnico in linea con la storia, in cui le riprese a spalla, le rotazioni a 360 gradi ed i primi piani seguono lo svolgimento del racconto con un coinvolgimento tale da trasfomare la macchina da presa in un ulteriore attore. La pellicola inoltre si avvale di una sceneggiatura essenziale e priva di eccessi, dai dialoghi incalzanti e brillanti, che permette una narrazione alquanto fluida, ricca di tensione e pervasa da un'immancabile ironia (qui ben calibrata), in cui i colpi di scena sono una denuncia socio-politica riguardante le tragedie della Seconda Guerra Mondiale. L'elemento che spesso anima con incredibile vivacità le scene più significative è la recitazione di tutti gli attori, ognuno dei quali perfettamente calato nel proprio ruolo, che forma un'alchimia di rara efficacia nel cinema di genere e che riesce a consentire il pieno apprezzamento di ogni sfumatura all'interno dei personaggi principali. Inside Man è un chiaro esempio di film trascendentale e al contempo perfettamente rientrante nelle caratteristiche del suo genere, ma è anche la conferma che è possibile produrre un buon film d'intrattenimento destinato al grande pubblico, senza che l'autore si sottometta alla produzione e accantoni la propria cifra stilistica, con, in più, un'aggiunta di contenuto. 4 stelle su 5.
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taniamarina
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martedì 3 maggio 2011
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film imperdibile, davvero!
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Splendido intreccio che si svolge in una sonnacchiosa giornata di rapina, è un film che c'ha dalla sua parte un ritmo incredibile che non scade mai. Sceneggiatura pazzesca, inquadrature mozzafiato, trilling gustosissimo ed un senso ironico alla Spike Lee che non delude, mai. Denzel è un grandissimo, Crhistopher Plummer è favoloso tanto l'odio che ispira ma la Foster è semplicemente in stato di grazia. Spike in questo film è un sociologo di prim'ordine, e non lo fa per nulla pesare. La motivazione storica del tutto fa un po' storcere il naso, ma è un film tra i più belli degli ultimi anni. Imperdibile!
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alberto 86
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giovedì 27 aprile 2006
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spike lee gioca alla grande col thriller...
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Spike Lee,il regista "arrabbiato"di FA'LA COSA GIUSTA e MALCOM X,cambia indubbiamente registro,realizzando il suo nuovo INSIDE MAN,un thriller costruito in maniera estremamente abile,perfetto nel suo svolgimento e nel dipanarsi della vicenda,pieno di trovate ironiche e intelligenti e con un cast di tutto rispetto.Un film di genere certo,ma mirabilmente di genere:sembra quasi un mix tra i classici "La stangata" e "Un pomeriggio di un giorno da cani"con in più l'inconfondibile tocco di Lee,uno dei registi più all'avanguardia e controcorrenti d'America...Un film che ha ritmo,mistero,suspance,tensione,stile...E di stile Spike Lee ne ha da vendere! Sfruttando al meglio una sceneggiatura scritta benissimo,il talentuoso cineasta realizza un film con la struttura del noir classico e un'idea di partenza non certo nuova,ma riesce a sorprenderci non solo per la complessità e la genialità della vicenda narrata ma anche per il ritmo che non demorde mai,gli audaci sfasamenti temporali che sostengono la costruzione a scatole cinesi della storia,i temi importanti trattati con leggerezza e al contempo con eticità e la pungente ironia con cui lancia divertite frecciatine all'America post 11 settembre.
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Spike Lee,il regista "arrabbiato"di FA'LA COSA GIUSTA e MALCOM X,cambia indubbiamente registro,realizzando il suo nuovo INSIDE MAN,un thriller costruito in maniera estremamente abile,perfetto nel suo svolgimento e nel dipanarsi della vicenda,pieno di trovate ironiche e intelligenti e con un cast di tutto rispetto.Un film di genere certo,ma mirabilmente di genere:sembra quasi un mix tra i classici "La stangata" e "Un pomeriggio di un giorno da cani"con in più l'inconfondibile tocco di Lee,uno dei registi più all'avanguardia e controcorrenti d'America...Un film che ha ritmo,mistero,suspance,tensione,stile...E di stile Spike Lee ne ha da vendere! Sfruttando al meglio una sceneggiatura scritta benissimo,il talentuoso cineasta realizza un film con la struttura del noir classico e un'idea di partenza non certo nuova,ma riesce a sorprenderci non solo per la complessità e la genialità della vicenda narrata ma anche per il ritmo che non demorde mai,gli audaci sfasamenti temporali che sostengono la costruzione a scatole cinesi della storia,i temi importanti trattati con leggerezza e al contempo con eticità e la pungente ironia con cui lancia divertite frecciatine all'America post 11 settembre.Non rinunciando ai suoi irriverenti dialoghi,agli immancabili riferimenti al razzismo e agli inconfondibili movimenti di macchina,Lee si diverte a giocare col genere classico,a rielaborarlo,ad arricchirlo,a modellarlo a suo piacimento...E come in INSIDE MAN una apparente rapina perfetta si trasforma in una vera e propria partita a scacchi e in un sottile gioco strategico tra i vari personaggi,così il film da thriller meravigliosamente costrutito diventa anche un gioiello d'autore,che pur non eguagliando a mio parere il fascino de "La 25esima ora",rimane un ottimo risultato dell'ultimo Spike Lee,dopo il non proprio riuscitissimo "Lei mi odia".Siamo sulle 4 stelle
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elena flauto
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giovedì 19 marzo 2009
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spike lee fa la cosa giusta
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Il meno prevedibile dei registi americani dirige la meno prevedibile tra tutte le rapine.
Una volta in guerra si conosceva e riconosceva il nemico, oggi tutto è cambiato: il terrorista si confonde tra i civili, non si sa più chi spia chi , nulla è come sembra.
Lo specchio è una rapina di rara originalità e unicità ad una Banca di New York, la Manhattan Trust, messa in scena da uno Spike Lee in piena forma che nel suo film più patinato non rinuncia a riferimenti autorali. Come le carrellate con a bordo cinepresa e attore, New York vista da Brooklyn, la cultura afro-americana, la multietnicità di una New York ancora schiava di pregiudizi razziali : il prologo con appello diretto alla cinepresa di Clive Owen , il rapinatore , che chiarisce i punti chiave della sua visione della rapina, ma che in realtà introduce un’ illusione di spazio .
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Il meno prevedibile dei registi americani dirige la meno prevedibile tra tutte le rapine.
Una volta in guerra si conosceva e riconosceva il nemico, oggi tutto è cambiato: il terrorista si confonde tra i civili, non si sa più chi spia chi , nulla è come sembra.
Lo specchio è una rapina di rara originalità e unicità ad una Banca di New York, la Manhattan Trust, messa in scena da uno Spike Lee in piena forma che nel suo film più patinato non rinuncia a riferimenti autorali. Come le carrellate con a bordo cinepresa e attore, New York vista da Brooklyn, la cultura afro-americana, la multietnicità di una New York ancora schiava di pregiudizi razziali : il prologo con appello diretto alla cinepresa di Clive Owen , il rapinatore , che chiarisce i punti chiave della sua visione della rapina, ma che in realtà introduce un’ illusione di spazio .
E l’illusione e il labile confine tra bene e male , sono ingredienti di un film di grande intrattenimento ricco di colpi di scena che si muove intorno al triangolo:
CLIVE OWEN , Dalton Russell, l’abile rapinatore mosso da vendetta e giustizia.
DENZEL WASHINGTON , Keith Frazer, il detective intuitivo con un forte senso del dovere che deve scagionarsi da una calunnia infamante.
JODIE FOSTER, Modaline White, che bianca è di carnagione e senza colore nell’abbigliamento. Algida e potente mediatrice di
CHRISTOPHER PLUMMER , Arthure Case, il ricco proprietario della Banca che incarna nella tradizione , l’avidità del danaro e il suo potere.
Segreti, scambio di ruoli , salti temporali, tutto si confonde in una storia costruita per tenere gli spettatori avvinghiati alla poltrona , che da thriller si trasforma in un documento di denuncia all’altezza del migliore Spike Lee.
E se per il suo capolavoro La 25° ora ha costretto gli interpreti Edward Norton , Philippe Seymour Hoffman , Barry Pepper e Rosario Dawson alla visione corale di Un uomo da marciapiede per la sensazione che da di fluttuare nella notte di New York e per la tessitura visiva e Fronte del porto perché parla di un protagonista che affronta una crisi morale, per Inside Man non avrà mancato di studiare Quel pomeriggio di un giorno da cani"", poi "Serpico" e "Rapina record a New York", tutti di Lumet.
Tutti film newyorkesi , infatti Spike Lee è sempre scettico su Hollywood "No, ad Hollywood non è cambiato nulla. Ha vinto "Crash" perché Hollywood non è ancora pronta a premiare un film con protagonisti due cowboy omosessuali!" ha dichiarato in un’intervista. Intanto con questo film ci porta – tenendoci incollati alla poltrona come nella più riuscita delle sceneggiature ad orologeria – a rimestare in certe piaghe socio-storiche che mai crederemmo di poter incontrare. Politico e sociologico come sempre Spike muove da un canone classico di thriller e lo trasforma per farlo divenire il puntuale, affilato documento di denuncia firmato da un regista che ormai con la macchina da presa sa “dire” quel che vuole. E fa sempre la cosa giusta.
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renato c.
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sabato 6 luglio 2013
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poliziesco o fantapolitica?
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Il film inizia con una (purtroppo!) normale rapina in banca con ostaggi. Con lo scorrere del film, tutto comincia gradualmente a prendere un'altra piega, il tutto dall'apparizione di Jodie Foster, in combutta con Christopher Plummer! Alla fine risulta che era tutta una messa in scena (compreso l'agghiacciante assassinio di un ostaggio!) per incastrare Christopher Plummer, ebreo al servizio dei nazisti, pronto a vendere i suoi "fratelli" per denaro od altre convenienze personali! Alla fine risulta che i "rapinatori" non hanno fatto del male a nessuno (salvo infarti e traumi irreparabili!)
ma che erano i giustizieri del "venduto ai nazisti". Film comunque carico di tensione! E chi scrive di rapine in banca ne ha subite realmente con pistola puntata alla nuca! Quindi ne so qualche cosa! Ma c
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Il film inizia con una (purtroppo!) normale rapina in banca con ostaggi. Con lo scorrere del film, tutto comincia gradualmente a prendere un'altra piega, il tutto dall'apparizione di Jodie Foster, in combutta con Christopher Plummer! Alla fine risulta che era tutta una messa in scena (compreso l'agghiacciante assassinio di un ostaggio!) per incastrare Christopher Plummer, ebreo al servizio dei nazisti, pronto a vendere i suoi "fratelli" per denaro od altre convenienze personali! Alla fine risulta che i "rapinatori" non hanno fatto del male a nessuno (salvo infarti e traumi irreparabili!)
ma che erano i giustizieri del "venduto ai nazisti". Film comunque carico di tensione! E chi scrive di rapine in banca ne ha subite realmente con pistola puntata alla nuca! Quindi ne so qualche cosa! Ma con un finale che realmente rilassa ed ha un bel happy-end! Grandi Denzel Washington nella parte del poliziotto e Clive Owen nella parte del "capo dei banditi" Ed anche Christopher Plummer che, dopo aver interpretato un personaggio veramente
meraviglioso in "Tutti insieme appassionatamente", ha fatto poi spesso la parte di personaggi ambigui, compreso Kappler!
Film degno di attenzione!
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costcla
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sabato 30 maggio 2009
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impeccabile
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una delle più straodinarie rapine della storia del cinema che funziona come un orologio e riflette sui temi del mondo moderno...la speculazione (anche sui morti),il cinismo,il razzismo,la corruzione...grande Spike Lee,grande la fotografia,grandi i dialoghi,fantastici gli attori (TUTTI AZZECCATISSIMI NEI RUOLI)!
Per carità,i gusti sono gusti,e posso capire che il film possa non piacere,ma dire che risulta inverosimile perchè non controllano cellulari o vestiti...credo che sia abbastanza facile capire che gli altri 4 della banda hanno aggiunto i loro aquelli degli ostaggi!mica ci vuole Einstein per capirlo!
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aristoteles
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giovedì 1 ottobre 2015
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io uscirò da quella porta
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Sceneggiatura e trama veramente originali e di gran pregio per Spike Lee.
Il ritmo è perfetto ,i dialoghi mai banali e l'idea di fuga veramente brillante.
Dietro la rapina perfetta ,ci sono le storie dei protagonisti dei coinvolti,un rapinatore misterioso,un poliziotto sotto inchiesta e una glaciale Jodie Foester che si occupa degli affari sporchi della "New York Bene".
I colpi di scena si sprecano e il film risulta avvincente.
Violenza non ce n'è ,anche perchè il rapinatore Owen si traveste da ladro gentiluomo e visti i risvolti finali si finisce per assolverlo.
Anche Washington riuscirà dignitosamente a portare a termine il suo lavoro.
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Sceneggiatura e trama veramente originali e di gran pregio per Spike Lee.
Il ritmo è perfetto ,i dialoghi mai banali e l'idea di fuga veramente brillante.
Dietro la rapina perfetta ,ci sono le storie dei protagonisti dei coinvolti,un rapinatore misterioso,un poliziotto sotto inchiesta e una glaciale Jodie Foester che si occupa degli affari sporchi della "New York Bene".
I colpi di scena si sprecano e il film risulta avvincente.
Violenza non ce n'è ,anche perchè il rapinatore Owen si traveste da ladro gentiluomo e visti i risvolti finali si finisce per assolverlo.
Anche Washington riuscirà dignitosamente a portare a termine il suo lavoro.
Il "vero" cattivo di turno risulterà l'unico sconfitto.
"Un'allegra" e "affascinante" rapina in banca,vi sembrerà assurdo,ma guardate il film e capirete cosa intendo.
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elgatoloco
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giovedì 16 gennaio 2020
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assolutamente geniale
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Questo"Inside Man"(2006, Spieke Lee)oltre ad essere uno dei migliori film in assoluto, rappresenta, per il grande regista afroamericano,un'ulteriore prova del suo genio registico: la diegesi marcata, che si esprime e manifesta nel "playing th play", attraverso la narrazione della vincenda, ossia delle motivazioni e dello svolgersi della rapina da parte di chi(stando in carcere)l'ha orchestrata e diretta, porta al rapporto equilibrato e critico tra passato e presente, tra il"durante"e il"dopo"la rapina, svelando progressivamente e molto intelligentemente ciò che in realtà si nasconde dietro la facciata di rispettabilità della banca in pieno centro di Manhattan, ossia della cullla del capitalismo yankee.
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Questo"Inside Man"(2006, Spieke Lee)oltre ad essere uno dei migliori film in assoluto, rappresenta, per il grande regista afroamericano,un'ulteriore prova del suo genio registico: la diegesi marcata, che si esprime e manifesta nel "playing th play", attraverso la narrazione della vincenda, ossia delle motivazioni e dello svolgersi della rapina da parte di chi(stando in carcere)l'ha orchestrata e diretta, porta al rapporto equilibrato e critico tra passato e presente, tra il"durante"e il"dopo"la rapina, svelando progressivamente e molto intelligentemente ciò che in realtà si nasconde dietro la facciata di rispettabilità della banca in pieno centro di Manhattan, ossia della cullla del capitalismo yankee. Politicamente, diremmo, una demistificazione di quel "capitalismo finanziario" che, dagli anni 1980 in poi, ma soprattuttto nel decennio successivo e ancora dopo si è affermata in modo clamoroso, portando a risultati incredibili quanto perversi. Qui, sul tutto, pesa la speculazione(vero e proprio furto)operata dal presidente della banca, comprando a prezzi di asosluto vantaggio i diamanti della comunità ebraica rubati dai nazisti.... Straordinari interpreti tutti: da Clive Owen, l'orchestratore della rapina a Christopher Plummer, quello dell'operazione finanziaria"sporca", a Denzel Wanshington, il dtetective, a Jodie Foster, l'esperta in"mediazioni internazionali"che il presidente della banca coinvolge nella vicenda, a Willem Dafoe, il capitnao John Darius, agli altri e alle altre interpreti di un film che giustamente(ossia con pieno merito) deve essere assunto nel"Gptha"della storia del cinema di tutti i tempi. El Gato
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