time_traveler
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sabato 11 giugno 2011
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due facce della stessa medaglia
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Nella Spagna franchista la giovane Ofelia avrà la possibilità di inseguire il mondo fiabesco da lei tanto sognato. Incotrerà un fauno e delle fate, ma quanto di quello che vedrà sarà reale? Dall'estro del regista messicano Del Toro non poteva che nascere un lavoro così bello, così affascinante, ma al tempo stesso tanto brutale. Il film infatti, come anche il regista stesso spiega, è un continuo sovrapporsi e scontrarsi di realtà e fantasia, un arcano scontro tra il bene e il male. Orfelia è forse la personificazione dell'innocenza, del puro, e la leggerezza dei suoi anni la porteranno in un mondo fatto di fate e di luoghi incantati.
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Nella Spagna franchista la giovane Ofelia avrà la possibilità di inseguire il mondo fiabesco da lei tanto sognato. Incotrerà un fauno e delle fate, ma quanto di quello che vedrà sarà reale? Dall'estro del regista messicano Del Toro non poteva che nascere un lavoro così bello, così affascinante, ma al tempo stesso tanto brutale. Il film infatti, come anche il regista stesso spiega, è un continuo sovrapporsi e scontrarsi di realtà e fantasia, un arcano scontro tra il bene e il male. Orfelia è forse la personificazione dell'innocenza, del puro, e la leggerezza dei suoi anni la porteranno in un mondo fatto di fate e di luoghi incantati. Le verrà detto di essere una principessa, ma che dovrà dare la certezza di esserlo. E la sua bontà d' animo toccherà l'apice col suo sacrificio. Del Toro ci propone qualcosa di più di un semplice fantasy, di un semplice e banale film strappalacrime: il regista ci offre la possibilità di vedere il mondo con due punti di vista uguali e contrari. Vedremo la vita come una continua battaglia dove il debole soccombe al più forte, la vedremo sotto gli occhi del sanguinario Vidal, ma al tempo stesso la vedremo con gli occhi di chi con nulla di tutto ciò vorrebbe mai avere a che fare. Un film profondo, un film di cui vanno colti messaggi e significati, un film che non disdegna di nulla, amalgamando perfettamente due facce della stessa medaglia: la vita. Ottimo. Da non perdere.
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ultimoboyscout
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lunedì 16 maggio 2011
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il labirinto come rifugio.
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L'essenza del purissimo talento visionario di Del Toro. Sono convinto che tra le tante opere di qualità del regista questa sia di gran lunga la migliore, non solo perchè è un film piacevole e intelligente ma soprattutto perchè coraggioso: il doppio livello, quello reale e quello fantastico su cui si regge la storia si integrano perfettamente. Se quello della realtà è un piano ordianrio, senz'altro ben fatto ma nulla di speciale o innovativo, quello fantastico all'interno del labirinto è davvero gradevole, geniale e vi si può riconoscere tutta la fantasia del regista aiutata da una fotografia bellissima, adeguata ed estremamente funzionale al genere e allo scopo del film.
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L'essenza del purissimo talento visionario di Del Toro. Sono convinto che tra le tante opere di qualità del regista questa sia di gran lunga la migliore, non solo perchè è un film piacevole e intelligente ma soprattutto perchè coraggioso: il doppio livello, quello reale e quello fantastico su cui si regge la storia si integrano perfettamente. Se quello della realtà è un piano ordianrio, senz'altro ben fatto ma nulla di speciale o innovativo, quello fantastico all'interno del labirinto è davvero gradevole, geniale e vi si può riconoscere tutta la fantasia del regista aiutata da una fotografia bellissima, adeguata ed estremamente funzionale al genere e allo scopo del film. Tra l'altro i due livelli si mescolano con stile ed estrema sapienza, senza mai pestarsi i piedi e senza che un livello sovrasti l'altro sminuendolo perchè il film poggia proprio sui due mondi che sono paralleli ma entrambi necessari. Anche l'elemento drammatico e doloroso è presente ed è forte ma non prende mai il sopravvento ne risulta esagerato nonostante fossimo in un periodo storico particolare e in una Spagna oppressa. Grossa mano alla riuscita è stata data da trucco e dai pochi ma buoni effetti speciali, mentre non convincono gli attori e relative interpretazioni, veramente di basso profilo, ma non avendo i dollari hollywoodiani da qualche parte bisognava pur risparmiare. Da più parti viene bollato come film per ragazzi: non credo sia così anzi trovo che sia adatto ad un pubblico vastissimo, adulti compresi. Non è nemmeno un horror, direi un fantasy con qualche vena di horror poco marcata.
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molte
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venerdì 1 dicembre 2006
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piccolo gioiellino
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Film decisamente atipico e particolare, per essere apprezzato appieno ha sicuramente bisogno di un'elaborazione che non si può fermare solo alla proiezione. Film diviso in due parti concatenate: dramma storico e fantasy-horror. Non penso che il film, come la maggior parte di voi a detto, abbia due parti distinte, quasi scollegate, che hanno come punto di giunzione lo splendido finale. E' un continuo intreccio tra le due fin dall'inizio, lo stato emotivo della bambina è il collante. Da qui in poi avviso che è spoiler perchè non si sa mai:
La vita da bambina normale(e quindi anche piena di fantasia)è stravolta dal pensiero di dover vivere con un patrigno. Infatti l'inizio del film è emblematico: lei si sta accostando ad una vita reale che non le piace e vede un insetto e crede sia una fata.
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Film decisamente atipico e particolare, per essere apprezzato appieno ha sicuramente bisogno di un'elaborazione che non si può fermare solo alla proiezione. Film diviso in due parti concatenate: dramma storico e fantasy-horror. Non penso che il film, come la maggior parte di voi a detto, abbia due parti distinte, quasi scollegate, che hanno come punto di giunzione lo splendido finale. E' un continuo intreccio tra le due fin dall'inizio, lo stato emotivo della bambina è il collante. Da qui in poi avviso che è spoiler perchè non si sa mai:
La vita da bambina normale(e quindi anche piena di fantasia)è stravolta dal pensiero di dover vivere con un patrigno. Infatti l'inizio del film è emblematico: lei si sta accostando ad una vita reale che non le piace e vede un insetto e crede sia una fata. Questo determina la separazione e contemporaneamente il suo ingresso in due realtà distinte: quello reale e quello fantastico. Più il mondo reale diventa mostruoso ai suoi occhi,più il suo mondo fantastico prende corpo (l'insetto che si trasforma in fata). Essendo una bambina e non potendo affrontare il patrigno nel mondo reale, lo affronta nel suo mondo immaginario (l'unico dove è in grado di batterlo). E allora il capitano che crea infelicità e uccide persone indifese diventa nella sua fantasia un rospo che succhia la vita dell'albero e divora gli insetti inermi. Poi deve affrontare il banchetto: E il patrigno seduto a una tavola imbandita dove lei non ha potuto toccare cibo (perchè in castigo) diventa un mostro che divora i bambini e si sveglia solo quando prendi qualcosa dalla tavola. Infine lei ha sentito che il capitano ha detto al dottore che se deve scegliere di salvare il neonato e non sua madre(che poi muore di parto) e nelle sue fantasie si vuol vendicare uccidendo il neonato (facendo quindi la scelta opposta del patrigno), ma si rende conto che lei non è cattiva, vuole sconfiggere il capitano ma non infleggere il dolore che prova ad altri nè far male a qualcuno (al fratellino voleva bene). Quindi accetta la sconfitta (e la morte) nel mondo reale per trionfare (e vivere) in quello immaginario. Il labirinto del fauno non è altro che il labirinto della mente.
Per il resto, il film lo trovo un po' troppo sbilanciato sul piano reale, forse avrei preferito un 50 e 50. Ma onore a Del Toro per aver fatto un bel film. voto: 7,5
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elvis
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giovedì 22 marzo 2007
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delle tenebre grazie, c'è speranza per il resto?
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Una favola crudele che non lascia alcuna speranza al di fuori del sacrificio della vita. L'orrore ha fine solo nella morte. Sembra che i tempi siano maturi e la coscenza comune sia abbastanza disincantata per vedere la fine di qualsiasi senso di umanità terrena. Protremo vedere solo nel labirinto delle nostre fantasie un percorso di giustizia e di luminosità d'animo? Qualcosa c'è di buono nell'umanità nell'umanità tutta ma è perennemente in bilico tra la fisicità del male e l'etereo candore del pensiero. E' giusto esplorare le oscure profondità della mente ma aprirei volentieri un portale che mi che mi potesse mostrare qualche piccola gioia terrena. Dopo un film come questo che ci educa alla disperazione ce qualcuno sa insegnarci, con altrettanta intesità, la speranza del risveglio della r
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Una favola crudele che non lascia alcuna speranza al di fuori del sacrificio della vita. L'orrore ha fine solo nella morte. Sembra che i tempi siano maturi e la coscenza comune sia abbastanza disincantata per vedere la fine di qualsiasi senso di umanità terrena. Protremo vedere solo nel labirinto delle nostre fantasie un percorso di giustizia e di luminosità d'animo? Qualcosa c'è di buono nell'umanità nell'umanità tutta ma è perennemente in bilico tra la fisicità del male e l'etereo candore del pensiero. E' giusto esplorare le oscure profondità della mente ma aprirei volentieri un portale che mi che mi potesse mostrare qualche piccola gioia terrena. Dopo un film come questo che ci educa alla disperazione ce qualcuno sa insegnarci, con altrettanta intesità, la speranza del risveglio della ragione?
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[+] il labirinto è reale
(di danny)
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ash006
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martedì 20 novembre 2007
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favola dark su base realistica
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Il Labirinto del Fauno è una favola dark. La piccola Ophelia incontra un'ambigua creatura sotterranea, che le propone di divenire la principessa del suo mondo, qualora riesca a superare tre ardue prove.
Il Labirinto del Fauno è una drammatica riflessione sulla guerra. Nella Spagna fascista la giovane Ophelia giunge con la madre in un casolare in campagna, ove risiede il presunto padre, un crudele capitano franchista. Qui la bimba conosce gli orrori e le violenze di quel periodo.
Film a episodi quindi? Tutt'altro. Ophelia non può comprendere la realtà che la circonda, perciò si "rifugia" in un'avventura dai tratti fiabeschi, inseguendo la magia di trasformarsi in una principessa. Parallelamente, nel mondo reale si spezzano vite, si consumano tradimenti, si esercitano poteri ed oppressioni.
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Il Labirinto del Fauno è una favola dark. La piccola Ophelia incontra un'ambigua creatura sotterranea, che le propone di divenire la principessa del suo mondo, qualora riesca a superare tre ardue prove.
Il Labirinto del Fauno è una drammatica riflessione sulla guerra. Nella Spagna fascista la giovane Ophelia giunge con la madre in un casolare in campagna, ove risiede il presunto padre, un crudele capitano franchista. Qui la bimba conosce gli orrori e le violenze di quel periodo.
Film a episodi quindi? Tutt'altro. Ophelia non può comprendere la realtà che la circonda, perciò si "rifugia" in un'avventura dai tratti fiabeschi, inseguendo la magia di trasformarsi in una principessa. Parallelamente, nel mondo reale si spezzano vite, si consumano tradimenti, si esercitano poteri ed oppressioni. Fino a quando quest'ultimo mondo irrompe in quello di Ophelia, devastando l'animo dolce e innocente della bambina e minacciando la sua missione.
Una favola intrisa nel sangue delle vittime della seconda guerra, molto ben orchestrata nella sua duplice facciata. Un fantasy controverso e macchiato di crudo realismo, con il sadico intento di far rimbalzare chi guarda tra sogni di speranza e veglia disperata. Come a dire che sognare fa bene, ma è questo il mondo che conta. O forse che vivere costantemente nel presente non basta; è necessario un pizzico di fantasia.
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tony montana
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martedì 19 ottobre 2010
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la fantasia trionfa sull’orrore della storia
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Innanzitutto voglio fare una piccola parentesi prima di parlare del film: Il labirinto del fauno, quello che probabilmente è il capolavoro di Guillermo Del Toro, non è una specie di Cronache di Narnia ambientato durante la Guerra Civile spagnola, ma è un autentica fiaba per adulti, infatti il divieto ai minori di 14 anni non è messo a caso viste le non poche scene di violenza e le creature fantastiche che potrebbe turbare un pubblico di under 14. Come ormai è chiaro, Del Toro è un appassionato di fantasy e di tutto ciò che riguarda il soprannaturale ( si basti pensare ai precedenti lavori come Hellboy, Mimic, gli acclamati horror Blade II e Il segno del diavolo, il recente The Golden Army e il prossimo Lo Hobbit prequel de Il signore degli anelli ), fra i film che lo hanno impressionato ci sono i zombie-movie di Romero, Cime tempestose di William Wyler e Taxi Driver di Scorsese, inoltre si fa influenzare molto dai pittori spagnoli come Goya.
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Innanzitutto voglio fare una piccola parentesi prima di parlare del film: Il labirinto del fauno, quello che probabilmente è il capolavoro di Guillermo Del Toro, non è una specie di Cronache di Narnia ambientato durante la Guerra Civile spagnola, ma è un autentica fiaba per adulti, infatti il divieto ai minori di 14 anni non è messo a caso viste le non poche scene di violenza e le creature fantastiche che potrebbe turbare un pubblico di under 14. Come ormai è chiaro, Del Toro è un appassionato di fantasy e di tutto ciò che riguarda il soprannaturale ( si basti pensare ai precedenti lavori come Hellboy, Mimic, gli acclamati horror Blade II e Il segno del diavolo, il recente The Golden Army e il prossimo Lo Hobbit prequel de Il signore degli anelli ), fra i film che lo hanno impressionato ci sono i zombie-movie di Romero, Cime tempestose di William Wyler e Taxi Driver di Scorsese, inoltre si fa influenzare molto dai pittori spagnoli come Goya. Questa volta, dopo un repertorio di film fantasy e semi action horror, Del Toro decide di filmare una pellicola ben più personale, cupa e retorica, questo film è Il labirinto del fauno che come Il segno del diavolo è ambientato durante la fine della guerra civile spagnola, però il tema, Del Toro dice di averlo affrontato meglio su Il labirinto del fauno, dove la fantasia gioca un ruolo fondamentale nell’eterna lotta fra il Bene e il Male. Film horror, saturo di violenza ( come già detto ) e di colori, ma nonostante i terrificanti abitanti del labirinto ( tra cui uno spaventoso Uomo Pallido dove gli occhi sono posti nelle mani ), il vero mostro del film è il capitano Vidal, la vera incarnazione del Male, che non esita ad uccidere e a seminare paura e morte per ottenere la vittoria facile. Per Del Toro, il fascismo è l’orrore con la O maiuscola, che ti costringe a compiere scelte dolorose e che ti distrugge, ti uccide pezzetto per pezzetto non solo fisicamente ma soprattutto moralmente. La piccola Ofélia e gli abitanti del labirinto rappresentano coloro che lottano, si ribellano al Male per una vita migliore e più felice. Drammatico, commovente e ben riuscito il finale.
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levo95
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martedì 3 maggio 2011
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il miglior fantasy degli ultimi anni
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La storia della giovane Ofelia sospesa tra il magico mondo del fauno e la tragica realtà della guerra nella Spagna degli anni '40. Una notte Ofelia seguendo una strana mantide in un labirinto incontra un fauno che le propone tre prove che dovrà affrontare per diventare principessa del mondo sotterraneo. Film horror di pregevole fattura, con tutte le caratteristiche del genere: scene che mettono alla prova il nostro stomaco e scene di una violenza iperbolica che lo hanno fatto vietare ai minori di 14 anni. Nota di merito per il finale triste e disilludente, ma infuso di speranza.
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andyflash77
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lunedì 30 luglio 2012
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una fiaba noir durante la guerra civile spagnola
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1944. Una ragazza viaggia con la madre e il padre adottivo nelle zone rurali della Spagna del Nord, dopo la vittoria di Franco. La giovane incontra (o forse crede di incontrare) un fauno che le promette un regno fantastico, a patto però che superi tre prove...
L'autorialismo esibito di Del Toro non riesce mai a fare i conti col genere in maniera coerente ed efficace e la pesantezza d'approccio si fa ingessatura ma anche miopia. Assieme a La spina del diavolo e a un fantomatico terzo capitolo in arrivo dovrebbe formare una trilogia sulla guerra civile spagnola e i suoi orrori, ma non fa paura, non commuove e non interessa.Un inutile e confuso horror barocco che vorrebbe esplorare la guerra civile spagnolaPer Del Toro il fantasy e l'horror sono una specie di cassapanca del 500 o del 600, tirata a lucido e cerata per la bisogna.
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1944. Una ragazza viaggia con la madre e il padre adottivo nelle zone rurali della Spagna del Nord, dopo la vittoria di Franco. La giovane incontra (o forse crede di incontrare) un fauno che le promette un regno fantastico, a patto però che superi tre prove...
L'autorialismo esibito di Del Toro non riesce mai a fare i conti col genere in maniera coerente ed efficace e la pesantezza d'approccio si fa ingessatura ma anche miopia. Assieme a La spina del diavolo e a un fantomatico terzo capitolo in arrivo dovrebbe formare una trilogia sulla guerra civile spagnola e i suoi orrori, ma non fa paura, non commuove e non interessa.Un inutile e confuso horror barocco che vorrebbe esplorare la guerra civile spagnolaPer Del Toro il fantasy e l'horror sono una specie di cassapanca del 500 o del 600, tirata a lucido e cerata per la bisogna. Ma tarlata anche nei piedini. Il regista di Hellboy è una "sòla" tronfia e legnosa, il cui autorialismo esibito non riesce mai a fare i conti col genere in maniera coerente ed efficace. E i suoi film (con l'eccezione forse di Blade II) tradiscono una pesantezza d'approccio che è ingessatura ma anche miopia.
Soprattutto quelli di ambientazione e aspirazioni storico-politiche come questo polpettone di bambine principesse e capitani franchisti sadici, che assieme a La spina del diavolo e a un fantomatico terzo capitolo in arrivo dovrebbe formare una trilogia sulla guerra civile spagnola e i suoi orrori. Ma rispetto anche soltanto a un minuto di El mar di Agustín Villaronga, Il labirinto del fauno fa la figura del moscerino. E poi mai una sola volta che ci si riesca ad appassionare, o che si mediti con intelligenza (ma come si potrebbe fare, con quei simbolismi di riporto e quelle metafore di quart'ordine?), o che si "sentano" veramente l'atrocità, la crudeltà, la fuga immaginifica. Il labirinto del fauno non fa paura, non commuove e non interessa.
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andrea b
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domenica 12 dicembre 2010
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una discreta favola
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Una bambina soffre l' arrogante nuovo marito della madre che è anche un capo dell' esercito franchista in Spagna.Lo raggiungono in una base militare ma,seguendo uno strano insetto,la ragazzina entra in un labirinto dove un fauno gli spiega la sua vera natura di principessa e le illustra le tre prove da superare per diventare tale.La storia è senza dubbio originale ma forse un po' scontata nella parte finale.Gli attori non sono all' altezza dei personaggi soprattutto per quanto riguarda la piccola protagonista che talvolta sembra del tutto alienata durante la recitazione.Il trucco da Oscar porta un velo di misteriosità alla vicenda non indifferente e una grande fantasia nella creazione dei mostri dà un' elevata credibilità alla trama.
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Una bambina soffre l' arrogante nuovo marito della madre che è anche un capo dell' esercito franchista in Spagna.Lo raggiungono in una base militare ma,seguendo uno strano insetto,la ragazzina entra in un labirinto dove un fauno gli spiega la sua vera natura di principessa e le illustra le tre prove da superare per diventare tale.La storia è senza dubbio originale ma forse un po' scontata nella parte finale.Gli attori non sono all' altezza dei personaggi soprattutto per quanto riguarda la piccola protagonista che talvolta sembra del tutto alienata durante la recitazione.Il trucco da Oscar porta un velo di misteriosità alla vicenda non indifferente e una grande fantasia nella creazione dei mostri dà un' elevata credibilità alla trama.L' unico errore un po' più netto è forse quello di unire due storie(la repressione franchista e le vicende fantastiche) che non hanno un collegamento effettivo e convincente.
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gus da mosca
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domenica 13 gennaio 2008
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"la guerra e' orribile"
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L'operazione di Guillermo e' stata tanto coraggiosa! Ci vuole tanto, molto coraggio per affrontare coi canoni del fantasy un tema politico, di persecuzione politica, di violenza politica, di guerra civile. Ci vuole ancor piu' coraggio quando il punto di vista scelto e' quello dei deboli, degli impotenti, delle vittime fuori dalla politica, sporcate dalla politica e dalla violenza. Lo stesso coraggio ch'ebbe Benigni nel "La vita e' meravigliosa" usando la sua comicita'. La violenta ibridazione di diversi linguaggi espressivi crea nello spettatore un profondo conflitto interno, scatenando sentimenti di odio, commozione, pianto, vendetta, compassione nei confronti dei martiri di questo film e dei loro aguzzini.
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L'operazione di Guillermo e' stata tanto coraggiosa! Ci vuole tanto, molto coraggio per affrontare coi canoni del fantasy un tema politico, di persecuzione politica, di violenza politica, di guerra civile. Ci vuole ancor piu' coraggio quando il punto di vista scelto e' quello dei deboli, degli impotenti, delle vittime fuori dalla politica, sporcate dalla politica e dalla violenza. Lo stesso coraggio ch'ebbe Benigni nel "La vita e' meravigliosa" usando la sua comicita'. La violenta ibridazione di diversi linguaggi espressivi crea nello spettatore un profondo conflitto interno, scatenando sentimenti di odio, commozione, pianto, vendetta, compassione nei confronti dei martiri di questo film e dei loro aguzzini. Se non e' facile trattenere le lacrime davanti all'agonia del giovane che chiede di morire, si prova compassione e tanta pena per quel capitano la cui abominevole ignoranza supera la bestialita' dei suoi gesti. Grande la maestria della regia nel creare un ricchissimo scenario di sentimenti, riscontrabile in poche altre pellicole. Visto in lingua originale e sottotitolato, il film risulta ancora piu' sanguigno e penetrante, soprattutto per lo spettatore anglosassone. 5 stelle perche' davanti a tanta capacita' creativa, si puo' chiudere un'occhio su imperfezioni e rudezze tecniche, superando le quali il film sarebbe stato fruibile anche dal pubblico del Signore degli anelli o di Harry Potter, erroneamente attratto dal termine fantasy ...(...chi cerca l'horror, vada a trovarlo altrove, la violenza in questo film non e' da baraccone)
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[+] scusate il "papocchio"
(di gus da mosca)
[ - ] scusate il "papocchio"
[+] error
(di anonimo219213)
[ - ] error
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