Cuori |
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Un film di Alain Resnais.
Con Laura Morante, Pierre Arditi, Lambert Wilson, Isabelle Carré, Claude Rich.
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Titolo originale Coeurs.
Drammatico,
durata 125 min.
- Francia, Italia 2006.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 1 dicembre 2006.
MYMONETRO
Cuori
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un premio alla longevitàdi meliesFeedback: 18760 | altri commenti e recensioni di melies |
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venerdì 4 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il regista francese Alain Resnais è riuscito a conquistare, alla veneranda età di ottantaquattro anni, il Leone d’argento alla Mostra di Venezia 2006 per il film “Cuori”. Proprio a Venezia aveva ricevuto nel 1961 il Leone d’oro per “L’anno scorso a Marienbad” e nel 1995 il Leone d’oro alla carriera. Basandosi su un testo scritto dal commediografo inglese Alan Ayckbourn, Alain Resnais ha trasposto la piéce in territorio francese e ha confezionato un’opera cinematografica raffinata. Il plot propone sei personaggi contemporanei osservati nella loro dimensione privata e pubblica, durante tre giorni e tre notti a Parigi, incessantemente ricoperta dalla neve. Essi sono Nicole (Laura Morante) e Dan (Lambert Wilson) una coppia di conviventi sull’orlo di una crisi sentimentale, impegnati a risolverla cercando un appartamento più grande; Thierry (André Dussolier) agente immobiliare, coabitante insieme alla sorella Gaelle, una giovane donna alla ricerca dell’amore, dello stesso appartamento; Lionel (Pierre Arditi) barman nel locale di cui Dan è un assiduo cliente, e figlio premuroso di un padre malato e allettato, facilmente irritabile (Claude Rich); Charlotte (Sabine Azema) collega di lavoro di Thierry e badante di sera dell’anziano malato, di cui non si vede mai il volto, ma di cui si ode solo la voce irata che lancia pesanti offese all’indirizzo della donna. Solo alcuni di questi personaggi si incrociano nel corso del film, ma sono tutti indissolubilmente legati tra loro, perché sono tutti impegnati a combattere la solitudine, ritenuta dal regista, non un male odierno, ma una condizione perenne dell’uomo che tenta di fronteggiarla come può, al fianco dei suoi simili, condividendo spazi e consuetudini, a volte anche ricorrendo alla memoria del passato, aggrappandosi ai ricordi, se li ritiene migliori della contemporaneità che sta vivendo. Ricco di dialoghi, a tratti superflui, il film è stato girato tutto in interni, che si succedono l’uno dopo l’altro e diventano il piccolo palcoscenico su cui ogni personaggio recita la propria quotidianità indefinita e ambigua, sempre all’affannosa ricerca di uno stato di benessere. Si vedono scorrere, pertanto, tante piccole scene, girate con piani-sequenza, legate tra loro da dissolvenze a tendina, a cui fa da sfondo la neve che cade senza sosta su Parigi.
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