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norman_joker
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lunedì 12 novembre 2012
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il peso dell'anima
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“Questa è la sala d’attesa della morte”: sono queste le parole con cui si apre 21 grammi, pellicola diretta dal messicano Alejandro Gonzàles Inàrritu. Ed in effetti si ha la sensazione, per tutta la durata del film, di vivere nell’anticamera, sull’orlo dell’abisso dei protagonisti. L’impronta nostalgica consente allo spettatore di vivere il film in uno stato di attesa che si risolve soltanto nelle fasi finali. La vicenda ruota attorno a tre drammi che conducono alla ricerca del senso della vita e della riappropriazione della propria identità. L’unità temporale è spezzata, il montaggio è attuato in maniera tale da ricreare lo stesso stato confusionale dei personaggi e per alleggerire l’intensità che deriva da un mix di tematiche che si intersecano in un intreccio dalla incredibile carica drammatica.
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“Questa è la sala d’attesa della morte”: sono queste le parole con cui si apre 21 grammi, pellicola diretta dal messicano Alejandro Gonzàles Inàrritu. Ed in effetti si ha la sensazione, per tutta la durata del film, di vivere nell’anticamera, sull’orlo dell’abisso dei protagonisti. L’impronta nostalgica consente allo spettatore di vivere il film in uno stato di attesa che si risolve soltanto nelle fasi finali. La vicenda ruota attorno a tre drammi che conducono alla ricerca del senso della vita e della riappropriazione della propria identità. L’unità temporale è spezzata, il montaggio è attuato in maniera tale da ricreare lo stesso stato confusionale dei personaggi e per alleggerire l’intensità che deriva da un mix di tematiche che si intersecano in un intreccio dalla incredibile carica drammatica. Il montaggio è vertiginoso, si procede per flashback e anticipazioni in modo che il presente sia indefinito: le inquadrature sono rapide, fugaci, necessitano di attenzione per essere pienamente comprese.
Viene stuzzicata la curiosità nel procedere della visione del film, nel cercare di ricondurre ad un filo temporalmente logico le vicende parallele. Gli attori sono semplicemente magistrali. L’incredibile Sean Penn supera se stesso nell’interpretazione di Paul, insegnante di matematica che in seguito ad una malattia necessita di un trapianto di cuore. Quindi viviamo sequenze in cui è in casa, legato ad una bombola d’ossigeno, aggrappato alla speranza del trapianto, che non riesce a prevalere sulla rassegnazione, insieme a sequenze in cui è riuscito a ricevere un cuore nuovo, intervallate da altre in cui, guarito, va alla ricerca della famiglia del donatore. La sua necessità è legata alla volontà di riappropriarsi della propria identità e il regista concede inquadrature lente, con primi piani impregnati di espressività ed intensa emotività, insieme ad una musica nostalgica, triste, che con poche note e la forza dei colori slavati riesce a lasciare la sua impronta nel marcare il sentimento e la psicologia.
La speranza per la vita di Paul è abilmente contrapposta nel corso del film all’angoscia e all’abisso in cui è crollata Cristina, interpretata da Naomi Watts, che ha perso il marito e le due figlie in un incidente d’auto ed è sprofondata nell’alcol e nella droga, senza riuscire a trovare la forza di riappropriarsi del futuro. E’ lei che prende la decisione di donare il cuore del marito, senza sapere che sarà destinato a Paul. La sua sofferenza è credibile, reale, attinge alla nostra empatia.
Il responsabile dell’incidente d’auto è il terzo protagonista, Jack, interpretato da Benicio Del Toro, la cui vicenda apre una parentesi su tematiche non direttamente legate alla vicenda principale ma comunque abilmente trattate nella segmentazione della pellicola. Jack è un fanatico religioso che, dopo una vita passata in carcere ad intervalli regolari per piccoli crimini, si riveste di un bigottismo sfrontato e ritiene di possedere la sapienza religiosa, agendo in maniera ligia agli insegnamenti del Vangelo (emblematica la scena in cui obbliga la figlia a farsi picchiare dal fratello sull’altro braccio). Credendo di essere sotto la protezione di Cristo, interpreta ogni singolo aspetto dell’esistenza come un volere divino, per cui ha un crollo emotivo, un senso di sconcertante abbandono, dopo essersi costituito in seguito all’incidente. Il Cristo per cui ha operato ora sembra voltargli le spalle ed ha pertanto la necessità di scavare a fondo dentro di sé per convivere col senso di colpa, la responsabilità nei confronti della famiglia e il proprio dovere morale.
Quando Paul scopre che anche il nuovo cuore è instabile e rischia nuovamente la morte, gli eventi accelerano vorticosamente fino al finale, dal momento in cui il nostro Sean Penn ha la percezione che il nuovo ricovero sarà solamente un modo per “aiutarlo a morire meglio”.
La complicità dei personaggi porta alla comprensione di questi 21 grammi, il peso del dolore, un soffio leggero che è pesantezza dell’anima nella pellicola stilisticamente perfetta, tesa come i volti dei protagonisti che fluiscono in un’unica vicenda in maniera armoniosa. Non rimarrete indifferenti dinanzi alla casualità che non risulta forzata, alle debolezze del cuore e della vita.
Vi lascio con le parole di Paul, che rendono al meglio il senso stesso del film: “quante volte viviamo, quante volte si muore? Si dice che nel preciso istante della morte perdiamo 21 grammi di peso, nessuno escluso. Ma quanto c’è in 21 grammi, quanto va perduto, quando li perdiamo, quanto se ne va con loro? Quanto si guadagna? 21 grammi: il peso di cinque nichelini uno sull’altro, il peso di un colibrì, di una barretta di cioccolato; quanto valgono 21 grammi?”. Ve ne innamorerete, vi lascerà un peso in petto, forse dovuto a quei 21 grammi che si saranno ulteriormente arricchiti grazie alle miriadi di riflessioni che sgorgano dal film. Buona visione!
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ruspa machete
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domenica 5 agosto 2012
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eccezionale!
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Tutto stupendo, attori, regia, montaggio, trama...capolavoro.
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paul7
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mercoledì 1 agosto 2012
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intreccio di anime
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gran bel film girato magistralmente x 1 pubblico perspicace.benicio del toro,nei panni di 1 uomo catturato dalla fede x scappare dal male,recita da grande attore qual'è...da vedere...
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oscar15781
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domenica 15 luglio 2012
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un capolavoro di alejandro g. inarritu
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Probabilmente uno dei migliori film dello scorso decennio. Eì un film impegnativo dalle tinte vivide, dove i fatti dominati da un fato oscuro, vengono presentati, anticipatamente alla narrazione. E' un film che ininizia con la fine, dove un sapiente sfasamento dei piani temporali, serve al dispiegarsi di scorci di verità. Davvero per un po' sembra di venir proiettati nel fosco universo di Schopenhauer, dove una vita cieca vuole la vita senza senso, dove non c'è speranza in un destino da subito segnato. Il fatto che vengano travolti un papà con le sue bambine è un evento dannatamente forte, cosi' come è forte e dannata la religiosità di Jack Jordan da primo testamento, con un dio inflessibile "che sa se ti si torce un capello".
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Probabilmente uno dei migliori film dello scorso decennio. Eì un film impegnativo dalle tinte vivide, dove i fatti dominati da un fato oscuro, vengono presentati, anticipatamente alla narrazione. E' un film che ininizia con la fine, dove un sapiente sfasamento dei piani temporali, serve al dispiegarsi di scorci di verità. Davvero per un po' sembra di venir proiettati nel fosco universo di Schopenhauer, dove una vita cieca vuole la vita senza senso, dove non c'è speranza in un destino da subito segnato. Il fatto che vengano travolti un papà con le sue bambine è un evento dannatamente forte, cosi' come è forte e dannata la religiosità di Jack Jordan da primo testamento, con un dio inflessibile "che sa se ti si torce un capello".Gli attori sono di una bravura ineccepibile, Benicio del Toro, nel ruolo dell'ex malfattore redento ad una religiosità inculcata su una colpa, che diventerà sordamente imperdonata, dopo che avrà investito padre e bambine. Paul Rivers ( l'insegnante interpretato da un ottimo Sean Penn), malato di cuore in attesa di trapianto, che riceverà il cuore del padre delle bambine .Inarritu poi è geniale nel mostrare la realtà classista della società usa: ben dipinge la condizione proletaria della famiglia di Jack Jordan . Poi c'è la tipica middle class della famiglia dell'insegnante e la famiglia borghese di Cristina Peck (una straodinaria Naomi Watts). Anche se la morte pareggia i conti, la condizione privilegiata non salva certo Michael e le povere bimbe. La narrazione poi riserva sorprese, nella famiglia di Paul , quando l'urgenza del trapianto fa emergere che la moglie dell'insegnante ha ceduto sul proprio desiderio di avere un figlio, perchè ha fatto in passato un interruzione, tacendola al marito. Questa scoperta fa perdere ogni interesse di Paul per la moglie, che da sempre lo accusa di sedurre le studentesse. Inattesa è poi. dopo il trapianto, la volontà di Paul di trovare e ringraziare chi stava col suo donatore, che lo porterà diritto a conoscere Cristina che, dopo la morte del marito e delle figlie ha ripreso a drogarsi. Paul sperà Cristina in piscina, dove la conoscerò e la seguirà nel discobar dove va a drogarsi. E' davvero coinvolgente vedere Paul che corteggia Cristine fino a farle dire "E'tutto il giorno che ci penso" "Non puoi andare da una donna che conosci appena e dirle che ti piace" "non hai idea di cosa stia passando". Dal fosco quadro precedente, lo spettatore si ritrova a tifare per questa storia impossibile E' una strana storia d'amore che non è che illusione. Infatti Cristina è difficile da salvare, lo stesso super io tirannico che la lega alla cocaina, parla presto in lei con l'ossessione patologica della vendetta. Paul la seguirà suo malgrado, sentendosi profondamente in debito. Il film si risolve con la scena topica del Motel, dove il suicidio di Paul, unirà Jack e Cristina nella corsa in ospedale. Si libereranno delle loro ossessione e la vita darà un altra occasione a Cristina
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nerazzurro
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domenica 11 marzo 2012
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profondo e struggente
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Girato interamente con telecamera a spalla, il film è stato definito da una famosa rivista come " un viaggio all'inferno e ritorno...". Personalmente la visione non mi ha dato questo risultato. Di certo non si può restare delusi da Attoni come Sean Penn, Naomi Watts e Benicio del Toro. I protagonisti rappresentano Amore, speranza, e vendetta, ma ho visto anche nel finale uscire fuori anche il perdono. Un film drammatico che consiglio vivamente.
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chaoki21
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domenica 12 febbraio 2012
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intanto bellissimo. poi....
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Un pick up investe un uomo e due bambine uccidendoli. E' il fatto attorno a cui si dipana la vicenda narrata dal film. Si intrecciano e si incontrano le storie, i drammi, i sentimenti dei personaggi di tre famiglie. Ci troviamo però di fronte ad un racconto non lineare. Il quadro viene dipinto attraverso una serie di tanti frammenti, in forma spesso di flashback, che alla fine va a comporre un opera intensa e avvincente. I vari pezzi si susseguono scanditi in un disordine temporale che lentamente trova una sua unitarietà. Per questo inizialmente è richiesta allo spettatore una notevole attenzione. Poi via via la storia prende corpo manifestandosi nella complessità dei drammi vissuti dai vari protagonisti.
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Un pick up investe un uomo e due bambine uccidendoli. E' il fatto attorno a cui si dipana la vicenda narrata dal film. Si intrecciano e si incontrano le storie, i drammi, i sentimenti dei personaggi di tre famiglie. Ci troviamo però di fronte ad un racconto non lineare. Il quadro viene dipinto attraverso una serie di tanti frammenti, in forma spesso di flashback, che alla fine va a comporre un opera intensa e avvincente. I vari pezzi si susseguono scanditi in un disordine temporale che lentamente trova una sua unitarietà. Per questo inizialmente è richiesta allo spettatore una notevole attenzione. Poi via via la storia prende corpo manifestandosi nella complessità dei drammi vissuti dai vari protagonisti. Intreccio drammatico ma non melodrammatico in cui sono tacitamente presenti varie tematiche tutte accennate e cui il regista non pretende di dare risposta. Bravissimi gli attori, tutti. Splendida Naomi Watts che avevo per la prima volta incontrato nel "Velo dipinto", altra sua eccellente interpretazione. Naturalmente mi meravigliano le sole due stelle assegnate dal commento "ufficiale" di presentazione del film. De gustibus....
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denzel for ever
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mercoledì 23 novembre 2011
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nnt da aggiungere
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film molto complesso da seguire bene....ma davvero un gran bel film...cn ottime interpretazioni...bravi
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peppe.simeone
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giovedì 6 ottobre 2011
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penn come angelo custode?
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sono pienamente d'accordo con la tua recensione. un film sicuramente criptico per i suoi stravolgimenti spazio-temporali e per i cambiamenti che caratterizzano i protagonisti per tutto il film. intenso e realistico, merito di tre grandi attori. bello il "lieto fine" dolce e amaro allo stesso tempo grazie ad un disperato gesto d'amore che ha quasi carattere metafisico.
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filippo catani
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giovedì 14 luglio 2011
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l'incrocio della disperazione
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Tre famiglie che nulla hanno a che fare tra di loro, si ritrovano a dover fronteggiare un incastro terrificante. Un ex galeotto che cerca di ricominciare da capo investe due bimbe ed il loro padre. Il cuore del padre verrà donato ad un professore universitario in attesa di trapianto che si trova a fronteggiare la richiesta della compagna di avere un figlio. Il professore, dopo essere riuscito a scoprire l'identità del suo donatore, si metterà in contatto con la giovane vedova.
Un bellissimo e tristissimo film "a incastro". Il titolo del film dice già tutto; 21 grammi è il peso che si perde al momento stesso in cui si muore. Viene messo in scena un vero e proprio dramma della disperazione dove rabbia, gioia, speranza e vendetta vengono frullati tutti insieme ma il risultato è tutt'altro che piacevole.
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Tre famiglie che nulla hanno a che fare tra di loro, si ritrovano a dover fronteggiare un incastro terrificante. Un ex galeotto che cerca di ricominciare da capo investe due bimbe ed il loro padre. Il cuore del padre verrà donato ad un professore universitario in attesa di trapianto che si trova a fronteggiare la richiesta della compagna di avere un figlio. Il professore, dopo essere riuscito a scoprire l'identità del suo donatore, si metterà in contatto con la giovane vedova.
Un bellissimo e tristissimo film "a incastro". Il titolo del film dice già tutto; 21 grammi è il peso che si perde al momento stesso in cui si muore. Viene messo in scena un vero e proprio dramma della disperazione dove rabbia, gioia, speranza e vendetta vengono frullati tutti insieme ma il risultato è tutt'altro che piacevole. E non potrebbe essere altrimenti. Splendida regia e un cast azzeccatissimo con Sean Penn e Benicio Del Toro autentici mattatori insieme alla giovane Naomi Watts reduce dal successo di The Ring.
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molenga
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mercoledì 29 giugno 2011
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anime pasanti
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Bravissimi tutti, che film d'eccezione!
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