laurence316
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giovedì 28 dicembre 2017
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pietra miliare dell'animazione giapponese
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Basato su un omonimo manga di Osamu Tezuka (il “Dio dei manga”), ideato nel 1949 ad appena 21 anni e lontanamente ispirato al classico di Lang del 1927, Metropolis è, senza ombra di dubbio, uno dei più fondamentali e importanti film d’animazione giapponesi.
Diretto da Rintaro (che fu allievo proprio di Tezuka) e scritto niente poco di meno che da Katsuhiro Otomo (Akira), che più che al manga finisce per richiamarsi molto di più al Metropolis di Lang, costato oltre un miliardo di yen (pare sui 15 milioni di dollari) e ben 5 anni di lavoro ad un vasto staff assolutamente d’eccezione, è un film ammaliante e visivamente potentissimo, oltreché molto originale nelle scelte stilistiche.
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Basato su un omonimo manga di Osamu Tezuka (il “Dio dei manga”), ideato nel 1949 ad appena 21 anni e lontanamente ispirato al classico di Lang del 1927, Metropolis è, senza ombra di dubbio, uno dei più fondamentali e importanti film d’animazione giapponesi.
Diretto da Rintaro (che fu allievo proprio di Tezuka) e scritto niente poco di meno che da Katsuhiro Otomo (Akira), che più che al manga finisce per richiamarsi molto di più al Metropolis di Lang, costato oltre un miliardo di yen (pare sui 15 milioni di dollari) e ben 5 anni di lavoro ad un vasto staff assolutamente d’eccezione, è un film ammaliante e visivamente potentissimo, oltreché molto originale nelle scelte stilistiche.
Presenta una perfetta fusione di CGI di altissimo livello (impiegata soprattutto nella resa di questa distopica città del futuro basata su più livelli [come lo era quella del film di Lang]) e di cel-animation (ovvero animazione tradizionale) impiegata invece per realizzare i personaggi, disegnati rispecchiando fedelmente lo stile caratteristico di Tezuka.
Ciò porta ad un risultato finale del tutto inusuale e diverso dalla media dei film d’animazione (non solo giapponesi), ad un film figurativamente magnifico che rivela una minuziosissima cura nei dettagli e una complessità, anche tematica, per nulla indifferente.
Certo, dal punto di vista narrativo, potrà apparire forse, almeno a primo acchito, un po’ troppo contorto e non altrettanto originale come nelle animazioni, ma i temi che affronta, a metà tra A.I – Intelligenza artificiale e Blade Runner, concernenti i possibili rischi derivanti da un progresso e un’innovazione tecnologica senza limiti, lasciati nelle mani solo di poche élite spesso malintenzionate, rimangono pur sempre stimolanti e tremendamente attuali.
E, il finale, per quanto apocalittico e apparentemente pessimista, lascia le porte aperte ad una possibile conciliazione futura tra uomini e macchine, e, quindi, alla speranza.
Non fosse sufficiente il messaggio, il film rimane comunque, come detto, visivamente un’esperienza assolutamente unica e pertanto, anche solo per questa ragione, meritevole di una visione.
Consueto grande successo in patria, da noi è passato invece tristemente inosservato. Ma rimane un film assolutamente da recuperare, non solo da qualunque appassionato di anime, manga e cultura giapponesi, ma anche da qualunque appassionato di cinema in genere.
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roscharch
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mercoledì 9 giugno 2010
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capolavoro fantascientifico
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Di sicuro Metropolis è uno dei migliori film d'animazione giapponesi degli ultimi anni, un'opera fantascientifica degna di gareggiare con capolavori quali Blade Runner, Minority Report e lo stesso predecessore di Fritz Lang. La pellicola è molto visionaria, commovente, e presenta una scenografia detttagliata e spettacolare, e una musica molto bella che rievoca gli anni '30-'40 con brani jazz e Ray Charles. Inoltre ho trovato molto azzeccato il personaggio di Rock che, nonostante non sia presente nel fumetto originale, qui ruba tutta la scena grazie al suo carisma e alla sua complessità. Consigliato anche a coloro che hanno sempre snobbato la cinematografia animata giapponese (come mia madre).
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liuk
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venerdì 13 marzo 2009
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pessimo
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Non mi è proprio piaciuto. Il disegno è molto particolare, molto pieno, decisamente troppo pacchiano. I colori danno il voltastomaco da quanto sono accesi. Le musiche sono psichedeliche, da acido. La trama è assurda, tra la poesia e l'onirico.
Sicuramente questo Metropolis avrà il suo pubblico, ci sono persone che lo osannano, ma a me, con tutta onestà, proprio non va giù.
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uomo nero
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domenica 11 gennaio 2009
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completo
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Nonostante gli anni è ancora attualissimo
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otto
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martedì 19 agosto 2008
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cari
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Cari Luisa, Laura e Morando Morandini, non avete mai preso in considerazione l'idea di cambiare mestiere ? Penso che gli appassionati di cinema vi ringrazierebbero sentitamente ! Saluti.
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oscar
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domenica 6 gennaio 2008
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bellissimo
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Ottimo film, forse uno dei migliori anime mai realizzati. Otomo (autore dell'altrettanto bello Akira) aggiorna il canovaccio scritto da Tezuka con i temi della moderna fantascienza, da Blade Runner a A.I. Il risultato è un interessante rivisitazione di Metropolis di Lang in chiave moderna. Infatti il senso (ma non la qualità, non date retta a quella pirla del morandini) cambia, infatti i robot sostituiscono gli umani nei lavori più infimi e si inverte la missione dell'androide (in Lang catalizzatore della rivolta operaia, qui messaggero dell'apocalisse). Ma il pessimismo è solo apparente: la visione della fantascienza di Rin Taro, fedele allievo di Tezuka è umanista e romantica (l'unica rivoluzione è l'amore).
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Ottimo film, forse uno dei migliori anime mai realizzati. Otomo (autore dell'altrettanto bello Akira) aggiorna il canovaccio scritto da Tezuka con i temi della moderna fantascienza, da Blade Runner a A.I. Il risultato è un interessante rivisitazione di Metropolis di Lang in chiave moderna. Infatti il senso (ma non la qualità, non date retta a quella pirla del morandini) cambia, infatti i robot sostituiscono gli umani nei lavori più infimi e si inverte la missione dell'androide (in Lang catalizzatore della rivolta operaia, qui messaggero dell'apocalisse). Ma il pessimismo è solo apparente: la visione della fantascienza di Rin Taro, fedele allievo di Tezuka è umanista e romantica (l'unica rivoluzione è l'amore). Stupendi paesaggi in CGI i personaggi, disegnati con la morbidezza e sempilcità del tratto tezukiano si fondono insieme dando vita a una meravigliosa animazione che può creare disagio alle persone cresciute a suon di Walt Disney e Hanna e Barbera, ma è di indubbia originalità. Ottima anche la colonna sonora fatta di musiche jazz, con il geniale palinsesto finale di I Can't Stop Loving You, di Ray Charles, insieme al crollo della Ziggurat e alla morte di Tima. Lo consiglio a tutti coloro che reputavano l'animazione nipponica una cosa da bambini.
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mercoledì 5 dicembre 2007
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vergogna morandini
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Delude per (quasi) tutto il resto? Finale prevedibile? Tecnica senza poesia? Dì la verità il film non l'hai nemmeno visto! Se no, fossi in te, correrei a razzo da uno psichiatra a fare una bella revisione al tuo cervello.... E inoltre faresti bene a cambiare mestiere andando a fare lo spazzino... per un ritardato come te è la cosa migliore.
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martina badamon
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giovedì 21 dicembre 2006
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ogni tempo ha la sua babele
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Sono rimasta incantata da questo Anime autorale,ambientato in un'era futuristica,un microcosmo pervaso da odio,rassegnazione,sete inestinguibile di predominio,tutto racchiuso all'interno di una città-Metropolis-soggiogata da un folle regime dittatoriale.Ma una città capace anche di inghiottire il peggio tra le sue macerie,per restituire al popolo vessato la dignità perduta.
Memorabile il volo finale tra le guglie dello Zigurat destinato al crollo.
Dopo "Il castello errante di Howl" e "La città incantata" consiglio vivamente agli appassionati di cinema d'animazione di non trascurare questo prodotto...
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