In questo film (seconda produzione di Spacey dopo “Il prezzo di Hollywood”) il grandissimo attore di “L.A. Confidential”, “Mezzanotte nel giardino del bene e del male”, “Seven”, “I soliti sospetti” e “American Beauty” (vero talento emergente del cinema degli ultimi anni assieme a Del Toro) cerca di ricimentarsi con la commedia dopo “C’eravamo tanto odiati” con l’alleniana Judy Davis ma non vi riesce nonostante una spalla come DeVito (misurato nella sua interpretazione), dialoghi a tratti gustosi nella loro salacità e l’interessante impianto da Kammerspiel, anche perché eccede talvolta in gestualità alla Carrey che proprio non gli si addicono e se la prima parte comico-tragica cerca di preparare alla seconda riflessiva e di bilancio umano (in cui affiora il talento drammatico dei due “big”) l’effetto globale è di “ciambella non riuscita con il buco”. Scartamento ulteriore e inutile il “finale rap” sui titoli di coda.
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roberto
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lunedì 18 giugno 2007
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l'hai visto il film?
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Ho visto il film per la quarta volta e mi piace ogni volta di più. Dalla tua recensione si capisce che il film non l'hai neanche visto!!!!!!!
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lesterburnham
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domenica 3 giugno 2012
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superficiale
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l'arte non è soltanto ricerca materiale. Cosa vi aspettavate, voialtri, che alla fine Spacey e Facinelli vendessero i loro lubrificanti? Questo film è un capolavoro mozzafiato, dove non vedo stiano i limiti di Spacey nell'interpretazione, tanto meno quelli di DeVito (se penso poi a Vacanze di Natale... dai, finiamola). E' una riflessione straordinaria sulla vita, la morte, la religione, il nostro senso e posto nel mondo. E' evidente che ci si diverta a fare gli antifilosi, ma non sempre riesce. P.S. il finale rap sui titoli di coda è solo un pezzo in più del mosaico che rappresenta il genere umano. E' evidente che in questo "Kammerspiel" tu non cogli il dramma shakespeariano, il mondo come palcoscenico di vita, con tutte le implicazioni legate al caso.
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l'arte non è soltanto ricerca materiale. Cosa vi aspettavate, voialtri, che alla fine Spacey e Facinelli vendessero i loro lubrificanti? Questo film è un capolavoro mozzafiato, dove non vedo stiano i limiti di Spacey nell'interpretazione, tanto meno quelli di DeVito (se penso poi a Vacanze di Natale... dai, finiamola). E' una riflessione straordinaria sulla vita, la morte, la religione, il nostro senso e posto nel mondo. E' evidente che ci si diverta a fare gli antifilosi, ma non sempre riesce. P.S. il finale rap sui titoli di coda è solo un pezzo in più del mosaico che rappresenta il genere umano. E' evidente che in questo "Kammerspiel" tu non cogli il dramma shakespeariano, il mondo come palcoscenico di vita, con tutte le implicazioni legate al caso. Non cogli tanto, e costruisci il tuo giudizio solo su quello che cogli. Un po come dire che American Beauty è solo il film sulla falsità della famiglia. Goodnight, and good luck.
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lesterburnham
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domenica 3 giugno 2012
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superficiale
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E' facile fare gli antifilosofi, quelli che vogliono sostanza anche in un'opera d'arte pregna di riflessione. Sulla vita, la morte, la religione, il posto e senso dell'uomo nel mondo. Il "Kammerspiel" lo vedo meglio come un teatro shakespeariano, in cui va in scena Beckett. Non hai colto le sottigliezze, secondo me, che ben rendono la miseria dell'essere umano, descritto, tramite i tre personaggi, nei tre aspetti della vita: gioventù (nella fattispecie cattolica), maturità (cinica ma controversa) e anzianità (saggia e pacata). Il rap sul finale è solo un tentativo di dare un'aspetto più universale alla pellicola, come universale è il ruolo di ciascuno sulla terra. Ovviamente sono punti di vista, ma il riferimento a Carrey non si può sentire xD P.
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E' facile fare gli antifilosofi, quelli che vogliono sostanza anche in un'opera d'arte pregna di riflessione. Sulla vita, la morte, la religione, il posto e senso dell'uomo nel mondo. Il "Kammerspiel" lo vedo meglio come un teatro shakespeariano, in cui va in scena Beckett. Non hai colto le sottigliezze, secondo me, che ben rendono la miseria dell'essere umano, descritto, tramite i tre personaggi, nei tre aspetti della vita: gioventù (nella fattispecie cattolica), maturità (cinica ma controversa) e anzianità (saggia e pacata). Il rap sul finale è solo un tentativo di dare un'aspetto più universale alla pellicola, come universale è il ruolo di ciascuno sulla terra. Ovviamente sono punti di vista, ma il riferimento a Carrey non si può sentire xD P.S. a me i due big sono piaciuti, anche se forse Spacey è torppo Lester Burnham, e sovrasta Larry.
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