mauro lanari
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domenica 8 marzo 2015
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la genialità del "dripping".
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi) - La rivoluzionaria arte di Pollock consiste nella tecnica del dripping, in pratica nel manifestarsi ed esprimersi però a distanza, conservando m'attraversando il vuoto che separa pittore e tela. Uno dei concetti più d'avanguardia nella storia dell'umanità, la fanìa delle nostre esistenze che si ri-vela, velandosi svelandosi. La furia registica, interpretativa e produttiva d'Harris ricalca più prodigiosamente che magistralmente tale assunto. La sua forsennata ricerca d'un atto creativo d'assoluta innovazione che mostri tanto quanto celi, comunichi nell'identica misura con cui ometta omertosamente, segno perfetto del nostro vivere tormentati da vincoli che ci tengono separati perfino dall'accesso alla verità su noi stessi, è resa in modo impareggiabile e insuperabile.
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(In collaborazione con Orietta Anibaldi) - La rivoluzionaria arte di Pollock consiste nella tecnica del dripping, in pratica nel manifestarsi ed esprimersi però a distanza, conservando m'attraversando il vuoto che separa pittore e tela. Uno dei concetti più d'avanguardia nella storia dell'umanità, la fanìa delle nostre esistenze che si ri-vela, velandosi svelandosi. La furia registica, interpretativa e produttiva d'Harris ricalca più prodigiosamente che magistralmente tale assunto. La sua forsennata ricerca d'un atto creativo d'assoluta innovazione che mostri tanto quanto celi, comunichi nell'identica misura con cui ometta omertosamente, segno perfetto del nostro vivere tormentati da vincoli che ci tengono separati perfino dall'accesso alla verità su noi stessi, è resa in modo impareggiabile e insuperabile. Le citazioni rimbaudiane esaltano un analogo precedente tentativo artistico. Capolavoro. 81% su RT ed è ancora troppo poco.
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astamurti
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giovedì 17 luglio 2008
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gran lavoro di harris,prima e durante
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cio' che fa il film,a mio giudizio,è la "maniacale" opera di documentazione svolta prima di cominciare a girare.Ogni possibile fonte di informazioni sul pittore è stata consultata,dai musei,all'ambiente dei critici,dei pittori,dei galleristi,degli amici,nonche' tutti i vari testi,letterari e fotografici,a disposizione sull'argomento.Tutto cio' è stato letteralmente passato al setaccio,consentendo al regista/protagonista una padronanza del ruolo da manuale.I pregi del film sono svariati;innanzitutto,il rapporto di Pollock con la compagna,anch'essa pittrice(interpretata da una Gay Harden vincitrice d'Oscar;per Harris solo nomination)é descritto fedelmente,in maniera realista e articolata. Purtroppo,sembra che solo nelle circostanze del tragico epilogo si evinca la sua reale importanza nella vita e nell'esistenza del pittore.
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cio' che fa il film,a mio giudizio,è la "maniacale" opera di documentazione svolta prima di cominciare a girare.Ogni possibile fonte di informazioni sul pittore è stata consultata,dai musei,all'ambiente dei critici,dei pittori,dei galleristi,degli amici,nonche' tutti i vari testi,letterari e fotografici,a disposizione sull'argomento.Tutto cio' è stato letteralmente passato al setaccio,consentendo al regista/protagonista una padronanza del ruolo da manuale.I pregi del film sono svariati;innanzitutto,il rapporto di Pollock con la compagna,anch'essa pittrice(interpretata da una Gay Harden vincitrice d'Oscar;per Harris solo nomination)é descritto fedelmente,in maniera realista e articolata. Purtroppo,sembra che solo nelle circostanze del tragico epilogo si evinca la sua reale importanza nella vita e nell'esistenza del pittore.Inoltre,assistiamo alla nascita e,soprattutto,alla concettualizzazione di un nuovo linguaggio e "modalita'" pittorici,quale l'action-painting(pittura d'azione;cosi' è stata definita l'arte di Pollock),che non sappiamo per quanto tempo ancora avra' la sua influenza in America e in ogni parte del mondo. Infine,è accurato anche il ritratto del Pollock uomo,con le sue instabilita'caratteriali,i suoi scatti,la sua emotivita',il suo gusto per il bere e le donne,le sue improvvise crisi.Da vedere,per chi ama Pollock,per chi ama la pittura,o,più semplicemente,per chi ama anche solo il buon cinema.
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[+] film da vedere se si ama l''arte.
(di no_data)
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molly
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venerdì 26 gennaio 2007
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finalmente!
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Dopo "i colori dell'anima" ero così disgustata da non voler più vedere biografie impomatate di pittori disgaziati ma taaanto profondi, grazie a Pollock si ritorna con i piedi per terra, Ed Erris è davvero intenso CHE INTERPRETAZIONE!!! Autodiretto poi!!! Molly Regan è la perfetta incarnazione dell'amore maturo, per l'arte e per l'uomo vissuto da una VERA donna. Al di la di questo mio personale parere su questi due personaggi(perché l'uno senza l'altra non sarebbe stato nella satoria)....(o forse lei si?) il film ha un ottimo ritmo, l'emozione di vedere nascere una nuova forma d'arte è palpabile, la sceneggiatura è molto intensa ed i personaggi molto veri. Il finale è imponente, con una Jennifer Connelly che per poco ma efficaciemente lascia il segno nella pellicola interpretando la(ma quante ce ne sono) classica ragazzina affascinata dall'artista( badate, non dall'uomo e dall'arte, ma dall'artista)non si rende conto di giocare con qualcosa di troppo grande, grave e complesso per lei.
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Dopo "i colori dell'anima" ero così disgustata da non voler più vedere biografie impomatate di pittori disgaziati ma taaanto profondi, grazie a Pollock si ritorna con i piedi per terra, Ed Erris è davvero intenso CHE INTERPRETAZIONE!!! Autodiretto poi!!! Molly Regan è la perfetta incarnazione dell'amore maturo, per l'arte e per l'uomo vissuto da una VERA donna. Al di la di questo mio personale parere su questi due personaggi(perché l'uno senza l'altra non sarebbe stato nella satoria)....(o forse lei si?) il film ha un ottimo ritmo, l'emozione di vedere nascere una nuova forma d'arte è palpabile, la sceneggiatura è molto intensa ed i personaggi molto veri. Il finale è imponente, con una Jennifer Connelly che per poco ma efficaciemente lascia il segno nella pellicola interpretando la(ma quante ce ne sono) classica ragazzina affascinata dall'artista( badate, non dall'uomo e dall'arte, ma dall'artista)non si rende conto di giocare con qualcosa di troppo grande, grave e complesso per lei. (quante come lei e l'amichetta che realmente muore, si perdono ancora oggi nel miraggio di grandi e piccoli artisti o rock star). Un bel film che mi ha lasciata una nuova speranza per il cinema biografico di domani.GRAZIE ED ERRIS!
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francesco2
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lunedì 24 ottobre 2011
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genio e sregolatezza?no, piattezza
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Come molto bene scrive Magrelli nell'estratto della sua recensione presente su questo sito, i quadri non sono film. Nei quadri si COGLIE nei film bisogna anche RAC-COGLIERE: ecco, forse è questa una sintesi possibile.
Harris, invece, non raccoglie. Il suo film non ha il senso del tempo che passa, seguendo quella che chi legge definisce l'"Epoca mista" marqueziana. Le contraddizioni del personaggio, con i suoi impeti violenti di rabbia e la tenerezza per un cucciolo appena investito, non aggiungono nulla a quanto dovremmo sapere sulla complessità del genio. La vera o presunta "Solitudine" di quest'ultimo (Che in realtà, sembra, riguarderebbe soprattutto gli scrittori) non vien neanche sfiorata.
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Come molto bene scrive Magrelli nell'estratto della sua recensione presente su questo sito, i quadri non sono film. Nei quadri si COGLIE nei film bisogna anche RAC-COGLIERE: ecco, forse è questa una sintesi possibile.
Harris, invece, non raccoglie. Il suo film non ha il senso del tempo che passa, seguendo quella che chi legge definisce l'"Epoca mista" marqueziana. Le contraddizioni del personaggio, con i suoi impeti violenti di rabbia e la tenerezza per un cucciolo appena investito, non aggiungono nulla a quanto dovremmo sapere sulla complessità del genio. La vera o presunta "Solitudine" di quest'ultimo (Che in realtà, sembra, riguarderebbe soprattutto gli scrittori) non vien neanche sfiorata. Quanto al personaggio della Guy Harden, resta poco altro aparte la situazione iniziale in cui avvicina Pollock per motivi "Curiosi", e poi pronuncia una delle frasi più belle del film ."Ci si può astrarre dalla vita, non dal nulla".
Altri spunti (La nuova pittura che esprimeva le inquietudini di quegli anni o della nostra epoca, o il pittore che recita non volendo "fingere") sembrano appena sfiorati, con una convinzione, spiace dirlo, modesta o addirittura inesistente. La serie di personaggi che circondano il protagonista si compone di svariate figurine, in un montaggio quasi sempre affine al cosiddetto "Non stile" della televisione: uniformandosi ancor di più ad essa, Pollock inserisce musiche improvvisate che rappresentano l'ascesa del genio, ridotto ai margini (Anche, e soprattutto, dal punto di vista economico).
Harris ha fatto peggio del televisivo e discutibile, ma più simpatico, "The Last station" su Tolstoj. Né il film fonde magia e rigore documentaristico come ha fatto Pollack (Curioso: quasi il cognome del protagonista e del film stesso) nel suo "Frank Gehry, creatore di sogni". E, per una volta, possiamo avere nostalgia di noi stessi, quando Martone, nella sua "Morte di un matematico napoletano", occhieggiava un pò al (suo) teatro, ma seppe descrivere la sregolatezza degli "uomini non comuni".
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