mad max shining 99
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domenica 13 febbraio 2011
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migliore del primo
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toy story la piu bella saga d animazione mai girata bello il secondo episodio da piu energia allo spettatore john lasseter il 2 zio walt disney gia direttore di alcuni corti animati come knick e knack pennuti spennati e il gioco di geri vincitore di un premio oscar per il miglior corto animato dopo tutti questi corti il primo lungometraggio e stato toy story che e stato amato dalla ritica e dal pubblico poi a diretto a bugs life che voglio che facciano un edizione speciale in dvd pur quello era apprezzato dalla critica e dal pubblico dopo ha fatto toy story 2 che stavo dicendo che e migliore del primo nuovi giocattoli c e anche jessie e il suo amico bunza che woody e stato messo per sbaglio alla casa di uno che fa la pubblicita del pollaio woody aveva rotto un braccio e per andy non e
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toy story la piu bella saga d animazione mai girata bello il secondo episodio da piu energia allo spettatore john lasseter il 2 zio walt disney gia direttore di alcuni corti animati come knick e knack pennuti spennati e il gioco di geri vincitore di un premio oscar per il miglior corto animato dopo tutti questi corti il primo lungometraggio e stato toy story che e stato amato dalla ritica e dal pubblico poi a diretto a bugs life che voglio che facciano un edizione speciale in dvd pur quello era apprezzato dalla critica e dal pubblico dopo ha fatto toy story 2 che stavo dicendo che e migliore del primo nuovi giocattoli c e anche jessie e il suo amico bunza che woody e stato messo per sbaglio alla casa di uno che fa la pubblicita del pollaio woody aveva rotto un braccio e per andy non era il giocattolo preferitocosi buzz mr potato andy slinky e rex fanno un viaggio lunghissimo per ritrovare woody a mia volta mi pice vederlo ancora lo vedo tantisime volte e mi piace
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alex41
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venerdì 9 luglio 2010
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sequel (quasi) superiore al primo
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Toy Story è un Capolavoro dell'animazione Pixar, insieme anche a Gli Incredibili e Monsters & Co, ma è anche un film indimenticabile e storico. Tutti i personaggi del film, i giocattoli, sono stra simpatici (soprattutto Rex, il dinosauro dal cuore d'oro, e l'irascibile ma buono Mr. Potato). L'infanzia della Pixar, dove i giocattoli che ognuno di noi da piccolo ha usato per crescere prendono vita e compiono azioni spettacolari. Rispetto al primo film, in questo sequel appare la figura del cattivo per eccellenza di Buzz: l'imperatore Zurg. Inoltre, arrivano nuovi personaggi (il cavallo è troppo un grande, e gli alieni stra simpatici), e l'azione aumenta sempre di più.
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Toy Story è un Capolavoro dell'animazione Pixar, insieme anche a Gli Incredibili e Monsters & Co, ma è anche un film indimenticabile e storico. Tutti i personaggi del film, i giocattoli, sono stra simpatici (soprattutto Rex, il dinosauro dal cuore d'oro, e l'irascibile ma buono Mr. Potato). L'infanzia della Pixar, dove i giocattoli che ognuno di noi da piccolo ha usato per crescere prendono vita e compiono azioni spettacolari. Rispetto al primo film, in questo sequel appare la figura del cattivo per eccellenza di Buzz: l'imperatore Zurg. Inoltre, arrivano nuovi personaggi (il cavallo è troppo un grande, e gli alieni stra simpatici), e l'azione aumenta sempre di più. La scena dell'aeroplano sembra quasi il finale di un film di Bogart ("Non sappiamo se finisce bene"; "Vuol dire che lo scopriremo insieme" - Jessie e Woody sull'aeroplano). Il cattivo stavolta è un adulto pigro e fanatico dei soldi. Ma è da ricordare soprattutto la fantastica scena che ricorda Guerre Stellari, quella di 2001 Odissea nello spazio, e infine è da ricordare l'indimenticabile e spassosissima scena dei coni che attraversano la strada. Non c'è che dire, un sequel decisamente all'altezza. Speriamo che anche il terzo sia di alto livello. Toy Story non deluderà mai.
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marvelman
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lunedì 19 luglio 2010
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ribadisco
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Toy Story è la più bella trilogia d'animazione a cavallo tra lo scorso e il nostro secolo, la PIXAR scalda il cuore e riempie gli occhi senza abbassare la qualità dei suoi film...sebbene la rivale Blue Sky ha regalato agli amanti di genre tre splendidi capitoli dell'Era Glaciale, Toy Story rimane la più alta rappresentazione di personaggi fittizi e allo stesso tempo umani che reggono ALLO STESSO EFFICACE MODO tre uscite di gran classe...
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marvelman
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lunedì 19 luglio 2010
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semplicemente grandioso
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Citazionista ma educativo come quasi tutti gli episodi 2 delle grandi saghe, il secondo capitolo dei giocattoli animati batte il primo alla grande e prosegue la grandezza promessa dall'immenso Toy Story che raggiunge il suo apice di sentimento e perfezione estetica nell'asilo di Sunnyside del terzo capitolo. Personaggi più adorabili che mai e divertenti gag reggono il peso di una grande responsabilità che con grande amore e stile casa PIXAR conduce a pieno ritmo ormai da 15 anni regalando al mondo capolvori d'animazione come pochi sanno fare.
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dandy
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mercoledì 6 aprile 2011
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la crescita dei bambini è la morte dei giocattoli.
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Il secondo film della serie avanza notevolmente dal punto di vista tecnico,e alle premesse dell'originale aggiunge qualcosa di più "adulto".Da un lato inanella una sarabanda sfrenata di gag citazioniste("007","L'impero colpisce ancora" ,il numero con le Barbie).Dall'altro riflette in modo originale sulla solitudine,l'abbandono che finiscono per avvelenare gli animi.E fa capolino quello che diventerà il tema centrale nel terzo film:la consapevolezza da parte dei giocattoli che un giorno il loro proprietario sarà cresciuto e li accantonerà.Ricompaiono gli alieni dell'"artiglio",con un ruolo vero e proprio,e altri personaggi tra cui il cavallino Bullseye.
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Il secondo film della serie avanza notevolmente dal punto di vista tecnico,e alle premesse dell'originale aggiunge qualcosa di più "adulto".Da un lato inanella una sarabanda sfrenata di gag citazioniste("007","L'impero colpisce ancora" ,il numero con le Barbie).Dall'altro riflette in modo originale sulla solitudine,l'abbandono che finiscono per avvelenare gli animi.E fa capolino quello che diventerà il tema centrale nel terzo film:la consapevolezza da parte dei giocattoli che un giorno il loro proprietario sarà cresciuto e li accantonerà.Ricompaiono gli alieni dell'"artiglio",con un ruolo vero e proprio,e altri personaggi tra cui il cavallino Bullseye. Ritmo indiavolato e alto tasso di risate.Tra i momenti memorabili:l'incontro tra Buzz e i suoi innumerevoli simili(e lo scontro con il Buzz ancora convinto di essere uno "Space Ranger"),la scoperta di Woody dei giochi e della serie tv a lui dedicata.Woody e Buzz sono sempre doppiati da Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto(in originale Tom hanks e Tim Allen).Jessie è doppiata da Ilaria Stagni,storica doppiatrice di Burt Simpson.
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mystic
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venerdì 18 gennaio 2013
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il sequel di animazione più bello di sempre
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Toy Story 2-Woody & Buzz alla riscossa è un titolo che ha del retorico. Quante volte infatti abbiamo sentito secondi capitoli intitolarsi “la vendetta”, “il ritorno” e così via? In realtà, il secondo capolavoro di John Lasseter è un sequel potente.
Solo alcune delle grandi saghe hanno offerto seguiti all'altezza del primo lavoro, ma mai come stavolta erano stati cambiati i contenuti a tal punto mantenendo però inalterata la forma. La Pixar ha infatti accettato la sfida partendo dal presupposto di non riproporre in alcun modo cose già viste.
Iniziamo con i progressi tecnici: notiamo da subito un evidente passo avanti nell'animazione digitale che si traduce in qualche squisita sottigliezza, come il riflesso degli occhi di Buzz sulla plastica trasparente della visiera o il nuovo cagnolino di Andy che sembra l'evoluzione di quello di Sid il torturatore, ma soprattutto nella polvere e nelle ombre.
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Toy Story 2-Woody & Buzz alla riscossa è un titolo che ha del retorico. Quante volte infatti abbiamo sentito secondi capitoli intitolarsi “la vendetta”, “il ritorno” e così via? In realtà, il secondo capolavoro di John Lasseter è un sequel potente.
Solo alcune delle grandi saghe hanno offerto seguiti all'altezza del primo lavoro, ma mai come stavolta erano stati cambiati i contenuti a tal punto mantenendo però inalterata la forma. La Pixar ha infatti accettato la sfida partendo dal presupposto di non riproporre in alcun modo cose già viste.
Iniziamo con i progressi tecnici: notiamo da subito un evidente passo avanti nell'animazione digitale che si traduce in qualche squisita sottigliezza, come il riflesso degli occhi di Buzz sulla plastica trasparente della visiera o il nuovo cagnolino di Andy che sembra l'evoluzione di quello di Sid il torturatore, ma soprattutto nella polvere e nelle ombre.
L'opera si apre con gli inseguimenti stratosferici tra Buzz Lightyear e centinaia di robot spaziali che, sfortunatamente, si concludono con l'inevitabile sconfitta proprio allo scontro finale con Zurg, il tutto per scoprire che si trattava di un videogioco di ultima generazione, probabilmente l'ultimo capriccio di Andy. Poi lasseter propone le scene più famose del cinema in una versione parodistica: troviamo i soldatini in plastica verde usciti direttamente da una parata militare del Terzo Reich o riferimenti a commedie rosa e Spaghetti Western.
Il concetto morale su cui si fonda l'opera è in qualche modo non facile da comprendere: il vecchio è meglio del nuovo. Si nota solo col procedere della vicenda come i pupazzi dipinti a mano di materiale pregiato (ma ormai fuori moda) siano in realtà più affidabili e sicuri di quelli moderni, e di conseguenza preferibili. E infatti vediamo in Woody l'immagine del vero amico (quello sincero), mentre in Buzz vengono incarnati tutti i peggiori difetti dell'elettronica, quei cortocircuiti che rischiano continuamente di far fallire la missione con scambi d'identità pericolosi.
Ma nel secondo Toy Story è anche possibile percepire, soprattutto nel museo dove Woody è diretto, l'incombente prospettiva della pensione; in effetti, non leggete anche voi nello sguardo perso di Jessie lo sconforto tangibile a fine carriera dopo la soffocante umiliazione dell'abbandono? Sarà lo sceriffo a farle cambiare idea, riaccendendo in lei la speranza perduta.
Lasseter ha dato riferimenti a tematiche sociali come l'emarginazione (pensate al pinguino Wheezy dimenticato sugli scaffali della camera per quel fischietto guasto che lo ha reso apparentemente meno amabile agli occhi di Andy e di conseguenza venduto per pochi spiccioli) e la crisi delle relazioni.
Ancora più che nel primo capitolo, abbiamo qui presentate alcune tra le scene più belle della saga, sia gag per bambini (la testata di Rex diventa immediatamente un classico), che per adulti, e in particolare colpisce la stanza dei cimeli dove Woody realizza di essere un divo.
Toy Story 2 rimane non solo una delle pellicole Disney più ambiziose, ma anche una delle più intense. Si tratta, in altre parole, del sequel d'animazione più bello di tutti i tempi.
E alla fine, quando avrete realizzato di essere stati semplicemente bene vedendo che al pinguino è stato riparato il fischietto, capirete l'importanza delle piccole cose.
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great steven
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sabato 7 febbraio 2015
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squadra vincente non si cambia: la pixar trionfa!
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TOY STORY 2 – WOODY E BUZZ ALLA RISCOSSA (USA, 1999) diretto da JOHN LASSETER, LEE UNKRICH & ASH BRANNON
Sono passati alcuni anni dal salvataggio di Woody e Buzz dalla casa del malvagio Sid, e i due giocattoli sono ormai diventati ottimi amici e capitani a pari merito dei balocchi di Andy. Un giorno, però, mentre il padroncino è al campeggio, Woody viene rapito dal proprietario di una fattoria di giocattoli che lo riconosce per quello che è: la star di un cartoon anni 1960 sul Far West, componente di un set più grande del quale fanno parte anche la cowgirl Jessie, il destriero Bullseye e il cercatore d’oro Stinky Pete.
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TOY STORY 2 – WOODY E BUZZ ALLA RISCOSSA (USA, 1999) diretto da JOHN LASSETER, LEE UNKRICH & ASH BRANNON
Sono passati alcuni anni dal salvataggio di Woody e Buzz dalla casa del malvagio Sid, e i due giocattoli sono ormai diventati ottimi amici e capitani a pari merito dei balocchi di Andy. Un giorno, però, mentre il padroncino è al campeggio, Woody viene rapito dal proprietario di una fattoria di giocattoli che lo riconosce per quello che è: la star di un cartoon anni 1960 sul Far West, componente di un set più grande del quale fanno parte anche la cowgirl Jessie, il destriero Bullseye e il cercatore d’oro Stinky Pete. Buzz Lightyear mette immediatamente in piedi una coraggiosa e motivata comitiva (composta dal dinosauro Rex, dal tubero Mr. Potato, dal cane allungabile Slinky e dal porcellino-salvadanaio Hamm) per recarsi nell’attico del palazzo dove il ricettatore di giocattoli abita per liberare il fedele compagno Woody. Ma lo sceriffo ci riflette sopra e per un periodo preferisce non essere salvato, in quanto Andy un giorno o l’altro crescerà e si sbarazzerà dei suoi ninnoli e dunque è meglio stare immobili dietro la teca vitrea di un museo, ma il calore e l’affetto di Buzz e degli altri amici lo convincerà a cambiare idea e a riaggregarsi alla truppa per il ritorno in casa. Dovranno però affrontare il crudele Stinky Pete, intenzionato ad ogni costo ad andare al museo giapponese alla volta del quale il negoziante si imbarcherà su un aereo, e la lotta non sarà delle meno impegnative. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente le cose, ci si metterà un modello dell’Imperatore Zurg, acerrimo nemico di Buzz Lightyear. Questo secondo capitolo delle avventure dei giocattoli animati, che si possono ormai definire come i più celebri del mondo vista la popolarità e il largo consenso che hanno saputo conquistare, si apre con un omaggio ai videogiochi elettronici e si chiude dopo un coacervo magnifico e variegato di citazioni cinematografiche che ne ribadiscono la versatilità plastica e l’eccellente stratificazione narrativa. Lo svolgimento della trama e i cavilli della vicenda risultano secondari rispetto alla sua debordante energia inventiva, alla sua creazione stupenda di universi immaginari e spazi da riempire con divertenti fughe e azioni al limite del paradossale, al suo accavallarsi neanche troppo disordinato di idee e trovate ingegnose e alla sua riflessione su temi tutt’altro che secondari, o meglio, di un ordinario che si riscatta toccando picchi sublimi. Lasseter s’è fatto affiancare dai pupilli Unkrich e Brannon per avere più mani con cui lavorare su un progetto che presentava certamente numerosi rischi, non ultimo la trappola della ripetitività, ma fortunatamente il programma, concepito da tre menti tutte argute e intelligenti, ha dribblato efficacemente le buche, i ritardi e gli inutili camuffamenti per consegnare al pubblico un meraviglioso, caricaturale e imperdibile strumento di puro divertimento che funziona anche da veicolo pensante e mette in scena un cinema d’animazione che, per quanto riguarda la ricerca di una ricetta che gli permetta di correre a gambe levate verso il traguardo, appare sfrenatamente libero. Ai personaggi già comparsi nell’episodio introduttivo si aggiungono quelli nuovi, e si inseriscono tutti (sia deuteragonisti che antagonisti) nel miglior modo, costituendo un cast molto ben nutrito, multiforme, eclettico e ricco di sfumature psicologiche che strizzano l’occhio alle personalità cangianti e dinamiche di ciascun carattere. Le voci italiane di Fabrizio Frizzi per Woody e di Massimo Dapporto per Buzz centrano ancora una volta il bersaglio, sostituendo le originali di Tom Hanks e di Tim Allen per una versione nostrana tutta da godere. Prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures, e successivamente rimasterizzato in 3D. Vincitore del Golden Globe alla cerimonia di premiazione del 2002 come miglior film commedia o musicale. Fatto più unico che raro, per una pellicola d’animazione, il che dimostra quanto questo genere, a lungo snobbato e polemizzato dai critici più intransigenti, possegga delle corde espressive impensabili per un film con attori in carne e ossa e che travalicano i limiti del comico più autentico e genuino e della musica intesa come colonna sonora o accompagnamento soave e carismatico a una caterva di immagini in movimento.
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iasc085
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venerdì 21 ottobre 2011
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toy story 2 (1999)
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TOY STORY 2(1999) di John Lasseter (****)
Dopo A Bug’s Life, a distanza di 4 anni, dal primo Toy Story tornano Woody e Buzz in una nova avventura entusiasmante.
La madre di Andy recupera in uno scatolone, alcuni vecchi giocattoli per portarli nel mercatino dell’usato, allestito davanti casa, Woody per salvare un suo vecchio amico: Wheezy, viene rubato di nascosto da un collezionista che grazie al nostro cowboy, completa una rarissima collezione di balocchi degli anni 50, che potrà vendere ad un prezzo incredibile al museo di Tokyo.
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TOY STORY 2(1999) di John Lasseter (****)
Dopo A Bug’s Life, a distanza di 4 anni, dal primo Toy Story tornano Woody e Buzz in una nova avventura entusiasmante.
La madre di Andy recupera in uno scatolone, alcuni vecchi giocattoli per portarli nel mercatino dell’usato, allestito davanti casa, Woody per salvare un suo vecchio amico: Wheezy, viene rubato di nascosto da un collezionista che grazie al nostro cowboy, completa una rarissima collezione di balocchi degli anni 50, che potrà vendere ad un prezzo incredibile al museo di Tokyo. S’invertono le parti, questa volta è Buzz che tenterà di salvare l’amico, che nel frattempo conoscerà dei nuovi personaggi, attinenti al suo mondo western: Jessie (cowgirl) – Bullseye (Il suo puledro) – Stinky Pete (cercatore d’oro) che lo convincono a non tornare dal suo padrone, forti del fatto che poi crescerà e che non giocherà per sempre con lui, mentre al museo saranno ammirati da tutti per sempre. Intanto Buzz e gli altri ne passeranno di tutti i colori nel negozio del collezionista ,divertendo lo spettatore. Numerose le citazioni e i riferimenti ad altri film, su tutti Guerre Stellari, con Buzz che si troverà dinanzi al suo alter ego (che pensa che lui sia un disertore) e al suo nemico di sempre, l’imperatore Zurg. Alla fine in un rocambolesco inseguimento riusciranno a far tornare in sé il nostro Woody, salvandolo nel solito finale mozzafiato e avvincente. Nomination all Oscar per Randy Newman e la sua canzone (When she loved me). La Disney\Pixar non sbaglia mai, e inverte la tendenza di un sequel poco gradevole e quasi sempre inferiore al primo. Undici anni dopo arriverà Toy Story 3 che completerà la migliore trilogia animata di sempre.
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