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"Paulie"(JOhn Roberts, 1998)è una fiaba e come ogni vera fiaba ha un significato: si riferisce alll'assenza o comunque alla carenza di comunicazione tra gli esseri umani e non solo, riferendosi anche a quanto le persone sono carenti di comunicazione in quanto sono carenti sentmentalmente e Paulie, il pappagallo che non solo usa il linguaggio umano come mera imitazione ma anche ragionando è esempio di come sia possibile coniugare sentimento e razionalità, quando invece spesso gli umani , anche quelli che a livello razionale si collocano a livello infimo sono comunque carenti assenti di sentimenti , limitandosi all'istintualità o al massimo a emozioni scoordinate. Tony SHalhoub(peraltro ben più noto per la serie TV sul detective Monk) è un ottimo protagonista, la caratterizzazione di Gena Rowlands le rende onore(non so quantificare, ma penso sia una delle sue non ultime ma penultime prove), il film largheggia in inquadrature che si riferiscono al mondo naturale(albe, tramonti, natura in genere), il senso del film e la sua progressiva produzione di senso sono molto chiari e forse il film non ha avuto, almeno in Italia, il successo che gli si sarebbe dovuto tributare per il cinismo avanzante negli anni Novanta dello scorso secolo, per la progessiva-già accennata-dissociazione tra razionalità e sentimento, nel quadro di quanto in genere chiamiamo"alienazione". Da recuperare, a ormai praticamente dieci anni di distanza dalla sua realizzazione e diffusione, in quanto"Paulie"è uno di quei film, una di quelle opere(anche non filmiche)che non hanno trvoato spazio adeguato per vari motivi, di cui, almeno in questo caso, lo scarso successo è dovuto, almeno ritengo sia così, alla motivazione brevemente tratteggiata sopra. Da rivedere, anche in famiglia o comunque in gruppo, per recuperare il dialogo e contronto su temi come quello che il film esprime pienamente, credo. El Gato
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