Un film giocato sui paradossi, non privo di intuizioni visive, ma che lascia un pò perplessi.
Auster dà la sensazione di non puntare ad un vero messaggio, che non sia il nonsenso della vita: ammesso che la vita non abbia un senso e che dovrebbe esserci, l'opera rischia di essere vittima dei paradossi su cui vorrebbe giocare e (si suppone) far riflettere.
Perché quando cerca una leggerezza che i letterati- Non chi scrive- definiscono "Calviniana"(Bella quella scena "alla televisione") sulla nuotatrice, poi si arricchisce di intellettualismi come "Che faccio qui?"Non ha importanza, la vita non ha senso", di pietre che potrebbero sedurci ma poi finiscono nel fiume, quando la povera Sorvino è in preda alla disperazione per la scomparsa dell'amato.
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Un film giocato sui paradossi, non privo di intuizioni visive, ma che lascia un pò perplessi.
Auster dà la sensazione di non puntare ad un vero messaggio, che non sia il nonsenso della vita: ammesso che la vita non abbia un senso e che dovrebbe esserci, l'opera rischia di essere vittima dei paradossi su cui vorrebbe giocare e (si suppone) far riflettere.
Perché quando cerca una leggerezza che i letterati- Non chi scrive- definiscono "Calviniana"(Bella quella scena "alla televisione") sulla nuotatrice, poi si arricchisce di intellettualismi come "Che faccio qui?"Non ha importanza, la vita non ha senso", di pietre che potrebbero sedurci ma poi finiscono nel fiume, quando la povera Sorvino è in preda alla disperazione per la scomparsa dell'amato. pPrché dopo una prima parte che in qualche modo funziona, nonostante Auster pretenda nella sostanza(Il rapporto arte-vita) e nella forma(Quei bianchi- neri che, spiace dirlo, non aggiungono nulla), il regista inventa un misterioso personaggio interpretato da Defoe, che aggiunge(a tratti) qualcosa, ma che con la storia c'entra poco, come ancora meno c'entravano il russo el'orientale che picchiavano il povero Keitel. Inventa una separazione tra i due amati-amanti che sembra più artificiosa che altro.
E perché quando Lulù si butta veramente nel ponte, e tutto si conclude con la morte dell'uomo nell'ambulanza, mentre la ragazza casualmente si trovava lì(A proposito, ma era ancora viva?, si evit il lieto fine, ma si rischia di trovare un rimedio peggiore del male.
Un film di aurea mediocritas, sulle stranezze della vita e dell'Arte. Ma è, appunto, una mediocritas che delle volte ti seduce. Se fosse un mio alunno, gli darei 5 o 5,5, non la sufficienza...ma non sono un professore, solo un cinefilo che forse non ha perso tempo.
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[+] e invece.....
(di francesco2)
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