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alespiri
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domenica 14 febbraio 2010
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un diavolo moderno che s'insinua tra le coscienze.
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Un Diavolo moderno, quello interpretato magistralmente in questo film da Al Pacino, un diavolo che entra in Chiesa, che si insinua nelle falle del potere in tutti i campi, un diavolo che scende tra la gente in metropolitana, che seduce lasciandoti scegliere la strada più veloce per essere te stesso… Un Diavolo che è già tra di noi, che ci lusinga e gioca con la nostra vanità, con la legge che detta potere, la Verità che si fa “sofismo” e dunque non è più assoluta, l’uomo che si fa misura di tutte le cose… un Diavolo che si fa “filosofo” per dimostrare a tutti l’ipocrisia di un Dio che gioca con gli istinti dell’uomo.
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Un Diavolo moderno, quello interpretato magistralmente in questo film da Al Pacino, un diavolo che entra in Chiesa, che si insinua nelle falle del potere in tutti i campi, un diavolo che scende tra la gente in metropolitana, che seduce lasciandoti scegliere la strada più veloce per essere te stesso… Un Diavolo che è già tra di noi, che ci lusinga e gioca con la nostra vanità, con la legge che detta potere, la Verità che si fa “sofismo” e dunque non è più assoluta, l’uomo che si fa misura di tutte le cose… un Diavolo che si fa “filosofo” per dimostrare a tutti l’ipocrisia di un Dio che gioca con gli istinti dell’uomo. Il film, inquietante e vero, ha ritmo e suspence crescente ed è girato dal talentuoso Taylor Hackford, già apprezzato nello splendido “L’ultima eclissi” tratto da uno dei più riusciti libri di Stephen King, Dolores Claiborne. Siamo a New York. La storia narra dell’ascesa al successo di Kevin Lomax, (l’insolitamente più espressivo Keanu Reeves), un intraprendente avvocato di provincia che si confronta con i suoi sensi di colpa per aver fatto assolvere un pedofilo assassino. Sulla sua strada incontra l’inquietante e affascinante John Milton (Al Pacino) che gli assegnerà cause legali di natura ambigua e lo condurrà lontano dalla splendida moglie Mary Ann ( Charlize Theron, molto brava) avvalendosi anche di un’altra figura di donna ambigua e affascinante (Connie Nielsen, estremamente sensuale) in un vortice che lo condurrà a confrontarsi col Diavolo in persona per un finale “teatrale” dove Al Pacino sfodera tutta la sua bravura e ci inquieta con il discorso su Dio e gli uomini. Un film metafora girato in una New York splendida e tentatrice, una Babilonia nascosta da una maschera di dignità. La fotografia di Andrzej Bartkowiak rapisce e la Regia di Hackford è eccellente. Gli effetti speciali, soprattutto le trasfigurazioni improvvise, sono da brivido. Un film da rivedere e da “riascoltare”.
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luca
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sabato 15 dicembre 2001
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da vedere
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Credo che questo film sia da vedere, non tanto per la sua qualità (secondo me discreta), più per la sua atmosfera malata che vi regna. Ci sono poi alcune scene davvero toccanti. Una di queste è sicuramente quando si vede la moglie dell'avvocato nella chiesa.......Pazzesca, veramente da brividi........Poi new york deserta.....
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taniamarina
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venerdì 16 luglio 2010
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gustoso e demoniaco
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Un gusto fotografico eccelso, dialoghi efficacissimi ed una gestione degli attori davvero notevole. L'istrionismo bacchettone di Keanu cade a pennello, e Pacino pompa maledettamente, fin troppo. Il punto debole del film è l'eccessivo istrionismo e una patologica logorroicità che si manifesta soprattutto nel finale. Alla fine il senso logico delle vicende si perde in un misticismo mal gestito, eppure alcuni monologhi (sottratte le pesanti retoricità) colpiscono per la loro nera potenza. Il doppiaggio di Giannini è divinamente demoniaco. Film che si rivede volentieri
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lore64
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giovedì 17 ottobre 2013
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spregevole americanata per i poveri di spirito
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Si tratta di un filmetto americano (cioè stupido e pacchiano) al 200%, in cui ogni scena è sparata sopra le righe al punto da muovere il raro spettatore pensante a chiedersi se l'intento del regista non fosse quello di fare un film comico.
Tutto il film si muove fra scene del jet-set, in cui si specchia la stucchevole superficialità dell'American dream, e scene di sesso di quarta categoria, fra una scenografia rutilante che cerca di sparare immagini nell'occho dello spettatore in modo che il suo microcervello non trovi un secondo di tempo per annoiarsi e dialoghi pesantemente sopra le righe. Questa monnezza buona per i poveri di spirito abituati a guardare la tv commerciale serve da superficiale collante fra le due anime del film, il giallone con qualche punto di contatto colla realtà e il film della paura.
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Si tratta di un filmetto americano (cioè stupido e pacchiano) al 200%, in cui ogni scena è sparata sopra le righe al punto da muovere il raro spettatore pensante a chiedersi se l'intento del regista non fosse quello di fare un film comico.
Tutto il film si muove fra scene del jet-set, in cui si specchia la stucchevole superficialità dell'American dream, e scene di sesso di quarta categoria, fra una scenografia rutilante che cerca di sparare immagini nell'occho dello spettatore in modo che il suo microcervello non trovi un secondo di tempo per annoiarsi e dialoghi pesantemente sopra le righe. Questa monnezza buona per i poveri di spirito abituati a guardare la tv commerciale serve da superficiale collante fra le due anime del film, il giallone con qualche punto di contatto colla realtà e il film della paura.
Sulle basi di questa demenza plebea si sviluppa l'immancabile contrapposizione - tipica dell'incultura religiosa americana - fra le fantasie del bene e del male, con il bene identificato - quale profondità - nei valori piccolo borghesi del paesino e della famiglia e il male nella grande città colle sue tentazioni e la sua lussuria -- che il film beninteso illustra a piene maniche e nel modo più corposo, per il sollazzo dello spettatore infoiato di avervi parte. Non c'è pericolo che il regista abbia paura di fare pubblicità al cosiddetto "male".
La contrapposizione escatologica viene sviluppata in maniera talmente trita e banale da far cascare le braccia. Il "male" del regista ha l'aspetto di un paio di tette siliconate e di qualche scena pornografica (rigorosamente soft). Il proseguio è il più ovvio e insulso che si possa immaginare. Se siete interessati al problema del male andate a rileggervi la Summa theologica di Tommaso. Questa porcheria lasciatela negli scaffali della cinematografia più stupida (e quindi più capace di parlare al popolo) del mondo, quella statunitense.
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erostrato
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venerdì 23 marzo 2012
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sopravvalutato
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La trama è presto detta, nonostante le due ore e passa di film:
il diavolo vuole una progenie di anticristi da un incesto tra due figli, uno dei quali generato da una bigotta campagnola
Lo scontro bene-male viene improntato su un discorso biblico e superficiale, il monologo finale di Al Pacino verte praticamente sul nulla, a cominciare da quando afferma che il XX secolo è stato tutto del maligno.
(Ma perché, gli altri secoli sono stati migliori? Non è forse vero che, rispetto a tempi passati oggi, perlomeno nel mondo occidentale, la vita ha un valore diverso, la schiavitù e la tortura sono lontani ricordi (o comunque non sono pratiche ufficiali e sistematiche come lo erano una volta) e le donne e gli omosessuali hanno un rispetto che prima non conoscevano, tanto per dirne qualcuna?)
Credo che si tratti di un film parecchio sopravvalutato, anche per quello che riguarda le interpretazioni: troppo gigione Al Pacino, troppo disturbata Charlize Theron, per non parlare dell'espressività di Keanu Reeves.
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La trama è presto detta, nonostante le due ore e passa di film:
il diavolo vuole una progenie di anticristi da un incesto tra due figli, uno dei quali generato da una bigotta campagnola
Lo scontro bene-male viene improntato su un discorso biblico e superficiale, il monologo finale di Al Pacino verte praticamente sul nulla, a cominciare da quando afferma che il XX secolo è stato tutto del maligno.
(Ma perché, gli altri secoli sono stati migliori? Non è forse vero che, rispetto a tempi passati oggi, perlomeno nel mondo occidentale, la vita ha un valore diverso, la schiavitù e la tortura sono lontani ricordi (o comunque non sono pratiche ufficiali e sistematiche come lo erano una volta) e le donne e gli omosessuali hanno un rispetto che prima non conoscevano, tanto per dirne qualcuna?)
Credo che si tratti di un film parecchio sopravvalutato, anche per quello che riguarda le interpretazioni: troppo gigione Al Pacino, troppo disturbata Charlize Theron, per non parlare dell'espressività di Keanu Reeves.
Bocciato.
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