Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore
«Il nascere si ripete di cosa in cosa e la vita a nessuno è data in proprietà ma a tutti in uso»: così, con Lucrezio, s’apriva nel 1982 Il pianeta azzurro. Si disse allora che l'uomo fosse assente, nel primo lungometraggio di Franco Piavoli. Condensando trentasei ore in novanta minuti, il cinema «raccontava» il succedersi della vita, così come potrebbe mostrarsi agli occhi d'un dio olimpico, stupefatto per la bellezza trionfante del suo tornare eterno e uguale, eppure deciso a tenersi al di fuori della caducità dell'esserci. [...]
di Roberto Escobar, articolo completo (4969 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore