rita branca
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venerdì 30 agosto 2013
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scorciatoia verso la fine
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Vesna va veloce, film (1996) di Carlo Mazzacurati con Tereza Zajickova, Antonio Albanese, Marco Messeri, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Patrizia Piccinini, Ivano Marescotti
Malinconico film sul tentativo di fortuna rapida tentata da una giovane e bella immigrata ceca, che, imprenditrice di sé stessa, lucidamente organizza il suo soggiorno italiano in maniera tale da creare un gruzzolo sufficiente alla realizzazione del suo sogno: aprire un centro di fitness e massaggi da dirigere e poter condurre una vita agiata, come quella che inventa e descrive nelle lettere inviate alla famiglia, così simili a quelle di tanti altri immigrati che nascondono una realtà totalmente diversa nel suo squallore.
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Vesna va veloce, film (1996) di Carlo Mazzacurati con Tereza Zajickova, Antonio Albanese, Marco Messeri, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Patrizia Piccinini, Ivano Marescotti
Malinconico film sul tentativo di fortuna rapida tentata da una giovane e bella immigrata ceca, che, imprenditrice di sé stessa, lucidamente organizza il suo soggiorno italiano in maniera tale da creare un gruzzolo sufficiente alla realizzazione del suo sogno: aprire un centro di fitness e massaggi da dirigere e poter condurre una vita agiata, come quella che inventa e descrive nelle lettere inviate alla famiglia, così simili a quelle di tanti altri immigrati che nascondono una realtà totalmente diversa nel suo squallore.
La vita di Vesna in Italia non corrisponde minimamente a quella della donna descritta da lei che, apprezzata dai suoi datori di lavoro, vive in agiate dimore con vista mare: in realtà lei vive in un misero albergo e si prostituisce con tariffe elevate a chiunque le capiti, comunicando in perfetto italiano studiato in patria, con l’accento che tanto attrae e ingentilisce i clienti che la trattano sempre con rispetto, offrendole anche degli extra: una cena, un letto in cui dormire, una casa in cui vivere.
Vesna sorride solo quando conta il denaro guadagnato ed è molto scontrosa e riservata, intollerante nei confronti di qualunque ingerenza nel suo privato.
Si intrufola in un gruppo di battone e attira l’attenzione irritata di un protettore che, prima la deruba, poi le toglie il passaporto e la lascia gravemente ferita.
Degne di nota le scene in cui si tuffa in mare metaforicamente purificandosi dal suo operato.
Con la bella fotografia, l’ottima recitazione degli interpreti e la struggente colonna sonora si evidenziano il disincanto della giovane protagonista, la scelta di vita discutibile e l’inevitabile tristezza per la fine quasi prevedibile.
Rita Branca
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ennio
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mercoledì 13 febbraio 2019
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un mazzacurati poco etnico e molto multietnico
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Il film è godibile, come quasi tutti quelli di Mazzacurati. E nonostante il cast esagerato, è proprio la sconosciuta protagonista la figura più autenticamente drammatica. Vesna si sa appena da dove viene (forse), non si sa da cosa e da chi fugga ma lo si intuisce. Ed è disposta a tutto, quindi a battere, perchè sogna una vita nuova e sa che solo coi soldi potrà costruirsela. Il resto non conta, gli affetti sono da evitare con la massima attenzione.
C'è da dire che, rispetto ai successivi film di Mazzacurati, qui l'elemento locale è visto solo come luogo fisico, senza un'anima. Non si capisce altrimenti cosa ci facciano un napoletano, un bolognese, un toscano, un milanese e due siciliani tra Trieste e Rimini, ma tant'è.
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Il film è godibile, come quasi tutti quelli di Mazzacurati. E nonostante il cast esagerato, è proprio la sconosciuta protagonista la figura più autenticamente drammatica. Vesna si sa appena da dove viene (forse), non si sa da cosa e da chi fugga ma lo si intuisce. Ed è disposta a tutto, quindi a battere, perchè sogna una vita nuova e sa che solo coi soldi potrà costruirsela. Il resto non conta, gli affetti sono da evitare con la massima attenzione.
C'è da dire che, rispetto ai successivi film di Mazzacurati, qui l'elemento locale è visto solo come luogo fisico, senza un'anima. Non si capisce altrimenti cosa ci facciano un napoletano, un bolognese, un toscano, un milanese e due siciliani tra Trieste e Rimini, ma tant'è. Alla fine solo Marescotti è (quasi) un indigeno.
Un film anomalo nella storia di Mazzacurati, con un cast che annovera molti tra i migliori attori del cinema italiano dell'epoca.
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