Rubini legge e giudica manoscritti per una casa editrice in crisi e per un banale equivoco riceve l'invito a cena dalla Buy, nuova dirigente mandata a rimettere in sesto la situazione dalla sede centrale. Lui subirà le sempre più insistenti avances di lei, respingendole stoicamente, lei non si darà per vinta cercando appoggio e complicità nella Izzo, aspirante scrittrice e compagna proprio di Rubini. Un viaggio in Grecia aprirà nuovi clamorosi scenari e gli occhi dei due protagonisti. Uscito nel 1994 come "Rivelazioni" di Barry Levinson, ne tratta gli stessi argomenti, a partire dalle violenze di lei nei confronti di lui, ma in maniera nettamente più leggera e con intenti assolutamente diversi.
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Rubini legge e giudica manoscritti per una casa editrice in crisi e per un banale equivoco riceve l'invito a cena dalla Buy, nuova dirigente mandata a rimettere in sesto la situazione dalla sede centrale. Lui subirà le sempre più insistenti avances di lei, respingendole stoicamente, lei non si darà per vinta cercando appoggio e complicità nella Izzo, aspirante scrittrice e compagna proprio di Rubini. Un viaggio in Grecia aprirà nuovi clamorosi scenari e gli occhi dei due protagonisti. Uscito nel 1994 come "Rivelazioni" di Barry Levinson, ne tratta gli stessi argomenti, a partire dalle violenze di lei nei confronti di lui, ma in maniera nettamente più leggera e con intenti assolutamente diversi. L'inizio è gradevole, persino convincente, con Rubini a suo agio che tiene in mano la situazione e la Buy isterica e ossessiva (le riesce benissimo, con naturalezza e senza sforzi) al punto giusto: peccato che tutto si perda per strada, storia, personaggi e buoni propositi su tutto. Cliche a non finire (la segretaria scema ma tettona, un classicissimo!), volgarità diffuse, sceneggiatura da fast food e una sensazione di mediocità e bassissima professionalità che sconcertano, anzi spaventano sullo sfondi di una crisi economica (ma guarda un pò...) che incombe minacciosa. Farsesco in maniera indecorosa, scadentissimo, manderebbe fuori di testa ogni più convinta femminista. La Buy non dispiace, ma non è del tutto adatta al ruolo: ci vorrebbe altra fisicità e uno sguardo più animalesco e graffiante.
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