lukytells
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domenica 7 novembre 2010
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mortacci
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per capirlo bene il film va guardato non una ma più volte. non è un semplice film, della commedia italiana, perchè discista dal genere. citti con la sua satira graffiante mostra in questi film i vizi e le poche virtù degli italiani. c'è un Alvaro Vitali godibilissimo e un McDowell in un ruolo insolito, ma che dimostra, come i grandi attori possono spaziare dai ruoli drammatici quale quello che lo ha reso celebre in "arancia meccanica" e questo e Carol Alt alle prime armi bravina e i gemelli Ruggeri forse nella loro unica prova degna di questo nome come per Andy Luotto nel ruolo di Scopone. la Melato invece è come al solito bravissima e lo stesso Gasmann.
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per capirlo bene il film va guardato non una ma più volte. non è un semplice film, della commedia italiana, perchè discista dal genere. citti con la sua satira graffiante mostra in questi film i vizi e le poche virtù degli italiani. c'è un Alvaro Vitali godibilissimo e un McDowell in un ruolo insolito, ma che dimostra, come i grandi attori possono spaziare dai ruoli drammatici quale quello che lo ha reso celebre in "arancia meccanica" e questo e Carol Alt alle prime armi bravina e i gemelli Ruggeri forse nella loro unica prova degna di questo nome come per Andy Luotto nel ruolo di Scopone. la Melato invece è come al solito bravissima e lo stesso Gasmann. Giuffrè idem
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parsifal
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mercoledì 12 dicembre 2018
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ombre notturne
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Sergio Citti, nato artisticamente e professionalmente con Pasolini, suo amico e mentore, esponente del cinema grottesco, satirico e graffiante, intriso di sarcasmo popolare ed ironia vernacolare, realizza nel 1989, con la collaborazione di V. Cerami, penna d’oro del cinema e del teatro italiani, una commedia nera dall’humor macabro ed ingenuo al tempo stesso. La vicenda , o per meglio dire le varie vicende dei trapassati, si svolgono anzi prendono l’avvio in un piccolo e vecchio cimitero di campagna ( nella realtà inesistente, venne girato negli studi di Cinecittà) custodito da Domenico ( un maturo ma pur sempre titanico Gassman). Costui è un uomo rozzo e volgare, vive di espedienti ed intrallazzi, non ha morale né scrupoli, tanto da derubare , con metodica precisione , tutti i cadaveri che arrivano nel suo territorio.
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Sergio Citti, nato artisticamente e professionalmente con Pasolini, suo amico e mentore, esponente del cinema grottesco, satirico e graffiante, intriso di sarcasmo popolare ed ironia vernacolare, realizza nel 1989, con la collaborazione di V. Cerami, penna d’oro del cinema e del teatro italiani, una commedia nera dall’humor macabro ed ingenuo al tempo stesso. La vicenda , o per meglio dire le varie vicende dei trapassati, si svolgono anzi prendono l’avvio in un piccolo e vecchio cimitero di campagna ( nella realtà inesistente, venne girato negli studi di Cinecittà) custodito da Domenico ( un maturo ma pur sempre titanico Gassman). Costui è un uomo rozzo e volgare, vive di espedienti ed intrallazzi, non ha morale né scrupoli, tanto da derubare , con metodica precisione , tutti i cadaveri che arrivano nel suo territorio. Mano a mano si dipanano le varie storie che i defunti hanno vissuto durante l’esistenza terrena; il giovane soldato Lucillo ( S. Rubini) , dato erroneamente per morto dai suoi concittadini ed ucciso dagli stessi a furor di popolo per continuare a lucrare sulla sua figura di eroe di guerra, Edmondo ( fulgido M. Mc Dowell) attore con atteggiamenti da narciso gigione che va a piangere sulla tomba della sua amata, fin quando per ironia della sorte non finirà accanto ad essa. I gemelli dimenticati da tutti, fuorchè da una caritatevole vecchina, morta la quale, potranno abbandonare il luogo e tornare nell’Oblio. Già , perché la regola , vigente per tutti, è che non si può lasciare la Terra fin quando dura la memoria dei vivi nei confronti del defunto. Ed ancora, il misero Angelo, detto Scopone, morto durante uno dei suoi ridicoli tentativi di seduzione, nel peggiore e più inglorioso dei modi. Vicende alterne ed umane miserie narrate con graffiante ed a tratti tetra ironia, sempre con maestria e profondità d’animo. Una piccola perla di un autore ormai dimenticato.
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elgatoloco
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venerdì 24 maggio 2019
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citti interessante
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Decisamente il più"intellettuale"dei "ragazzi di vita"di Pier Paolo Pasolini, con questo"Mortacci"(1989)Sergio Citti , coadiuvato nella scrittura della sceneggiatura da David Grieco, Vincenzo Cerami e Ottavio Jemma, ha realizzato un film a episodi inseriti, però, solidamente(nonostante il flm a tratti sia un po'slegato o meglio sia parecchio casuale il passaggio da un episodio all'altro), riesce a creare un'opera grottesca, satirica, a tratti comica, che pure fa riflettere, con un"al di là"diremmo materialistico, non-trascendente, ma anche con un'irriverenza notevoe verso modelli troppo acrreditati. Bisogna dire che in certte scene c'è l'"emersione"attorale(quando Malcom Mc Dowell, che ha involontariamente ucciso Carol Alt, durante un provino)recita il"pessimo attore", il"cane", non adeguatamente siupportato dalla partner, Alvao Vitali nelle scene con un ottimo Giuffré non sfigura, nella situazione del figlio che cerca la tomba del padre, Mariangela Melato recita da par suo come ballerina un po'mbrogliona, mentre i Fratelli Ruggeri, quali finti ciechi, sono decisamente convenzionali, Gassman , guardiano del cimitero, contorna e quasi"sorveglia"il tutto, quale eterno, inguaribile mattatore quale era volendolo essere, Sergio Rubini, nella situazione iniziale, del soldato creduto morto, in realtà disperso che torna a piedi dal Medio Oriente, trovando il paese arricchito che lo ha fatto assurgere ed eroe e lo uccide in modo"soft"per non creare scandalo e ridicolaggine, era decisamente bravo.
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Decisamente il più"intellettuale"dei "ragazzi di vita"di Pier Paolo Pasolini, con questo"Mortacci"(1989)Sergio Citti , coadiuvato nella scrittura della sceneggiatura da David Grieco, Vincenzo Cerami e Ottavio Jemma, ha realizzato un film a episodi inseriti, però, solidamente(nonostante il flm a tratti sia un po'slegato o meglio sia parecchio casuale il passaggio da un episodio all'altro), riesce a creare un'opera grottesca, satirica, a tratti comica, che pure fa riflettere, con un"al di là"diremmo materialistico, non-trascendente, ma anche con un'irriverenza notevoe verso modelli troppo acrreditati. Bisogna dire che in certte scene c'è l'"emersione"attorale(quando Malcom Mc Dowell, che ha involontariamente ucciso Carol Alt, durante un provino)recita il"pessimo attore", il"cane", non adeguatamente siupportato dalla partner, Alvao Vitali nelle scene con un ottimo Giuffré non sfigura, nella situazione del figlio che cerca la tomba del padre, Mariangela Melato recita da par suo come ballerina un po'mbrogliona, mentre i Fratelli Ruggeri, quali finti ciechi, sono decisamente convenzionali, Gassman , guardiano del cimitero, contorna e quasi"sorveglia"il tutto, quale eterno, inguaribile mattatore quale era volendolo essere, Sergio Rubini, nella situazione iniziale, del soldato creduto morto, in realtà disperso che torna a piedi dal Medio Oriente, trovando il paese arricchito che lo ha fatto assurgere ed eroe e lo uccide in modo"soft"per non creare scandalo e ridicolaggine, era decisamente bravo. Non l'ultima prova di Citti(scomparso nel 2005), ma una prova, sembra ispirata dallo stesso Pasolini, che ne avrebbe parlato prima della scomparsa con il suo"consulente per il romanesco"e collaboratore, che, nonostante qualche"vuoto"(la definizione è provvisoria e non certo esatta, dato che il flm a suo modo èp anche fin troppo "pieno")rimane un'opera notevole, una testimonianza di quel cinema italiano che sapeva lavorare efficacemente su diversi registri, fondendoli senza rimanere impigliato in nessuno di essi. Ormai ampiamente finiti neorealismo e cinema"politico"(in realtà spesso un fantasma di esso)questo cinema sapeva ancora, a fine anni Ottanta, guardare avanti, senza trascurare il passato, però, El Gato
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elgatoloco
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martedì 5 maggio 2020
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pasoliniano senza pasolini
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"Mortacci"(1989, Sergio Citti, anche autore di soggetto e della sceneggiatura.quest'ultima con David Grieco, Ottavio Jemma, Vincenzo Cerami, ma l'idea originale rimonta al compianto maestro di Citti, Pier Paolo Pasolini)ha la leggerezza del miglior Pasolini, considerando che il maestro era morto da ormai quasi tre lustri, all''eooca della realizzazione del film. Film a episodi che s'incastrano, tra loro, comico-grottesco nel segno della risata sulla morte, in genere aliena dallo "spirito italiano"(ma si vede che certi pregiudizi erano già stati superati.archiviati), vede alcuni "brani.chiave", quello del soldato morto che diventa eroe senza volerlo(Brecht e Brel antieorici conclamati avrebberto goduto, se avessero potuto vederlo.
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"Mortacci"(1989, Sergio Citti, anche autore di soggetto e della sceneggiatura.quest'ultima con David Grieco, Ottavio Jemma, Vincenzo Cerami, ma l'idea originale rimonta al compianto maestro di Citti, Pier Paolo Pasolini)ha la leggerezza del miglior Pasolini, considerando che il maestro era morto da ormai quasi tre lustri, all''eooca della realizzazione del film. Film a episodi che s'incastrano, tra loro, comico-grottesco nel segno della risata sulla morte, in genere aliena dallo "spirito italiano"(ma si vede che certi pregiudizi erano già stati superati.archiviati), vede alcuni "brani.chiave", quello del soldato morto che diventa eroe senza volerlo(Brecht e Brel antieorici conclamati avrebberto goduto, se avessero potuto vederlo...) ma nessuno poi lo vuole"vivo"(Sergio Rubini in stato di grazia), due musicisti finti ciechi e una ballerina che per mero in incidente provoca la loro morte facendoli investire da un treno(i fratelli Ruggeri versus una bellissima e bravissima Mariangela Melato), quello dell'attore innamorato che per"iicidente"(ancora. Ripetizione e differenza, con Deleuze...amico di Carmelo Bene, tra l'altro)aveva ucciso l'amante (irpsettivamente Malcom Mc Dowell e Carol Alt)che muore recitando, dopo aver fatto morire, ancora una volta(cfr.sopra- il simpaticamente cinico guardiano del cimitero(Vittorio Gassman, ancora una volta parlante perfetto romanesco), mentre un ragazzo invecchiato intratiene una conversazione polemica con l'agente di pompe funebri che gli ha proposto un cadavere di una perosna che non è il padre(Alvaro Vitali versus Aldo Giuffrè), per non dire dello"Scopone"(nulla a che vedere con il gioco delle carte, è Andy Luotto in un ruolo del tutto inconsueto)che stramazza dopo aver voluto"consumare"(non del cibo...)un'ultima volta. Decisamente tra morti vivissimi, ma per nulla zombies, tra inconsueti "altri"una storia stranamente coinvolgente, nel gioco sopraffino del playing the play, dello humor noir(Breton si sarebbe divertito anch'egli, nonostante le sue "strane" conventiones ad excludendum, per cui rigettava dal movimento surrealista tutti coloro che non gli garbavano), insomma un film che, superando forse qualche"atavico pregiudizio"(appunto)conviene vedere o anche ri-vedere, faute de mieux... e comunque in ogni caso. El Gato
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