Mortacci |
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Un film di Sergio Citti.
Con Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Malcolm McDowell, Galeazzo Benti, Livia Venturini.
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Commedia,
durata 102 min.
- Italia 1989.
MYMONETRO
Mortacci
valutazione media:
2,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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mercoledì 12 dicembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sergio Citti, nato artisticamente e professionalmente con Pasolini, suo amico e mentore, esponente del cinema grottesco, satirico e graffiante, intriso di sarcasmo popolare ed ironia vernacolare, realizza nel 1989, con la collaborazione di V. Cerami, penna d’oro del cinema e del teatro italiani, una commedia nera dall’humor macabro ed ingenuo al tempo stesso. La vicenda , o per meglio dire le varie vicende dei trapassati, si svolgono anzi prendono l’avvio in un piccolo e vecchio cimitero di campagna ( nella realtà inesistente, venne girato negli studi di Cinecittà) custodito da Domenico ( un maturo ma pur sempre titanico Gassman). Costui è un uomo rozzo e volgare, vive di espedienti ed intrallazzi, non ha morale né scrupoli, tanto da derubare , con metodica precisione , tutti i cadaveri che arrivano nel suo territorio. Mano a mano si dipanano le varie storie che i defunti hanno vissuto durante l’esistenza terrena; il giovane soldato Lucillo ( S. Rubini) , dato erroneamente per morto dai suoi concittadini ed ucciso dagli stessi a furor di popolo per continuare a lucrare sulla sua figura di eroe di guerra, Edmondo ( fulgido M. Mc Dowell) attore con atteggiamenti da narciso gigione che va a piangere sulla tomba della sua amata, fin quando per ironia della sorte non finirà accanto ad essa. I gemelli dimenticati da tutti, fuorchè da una caritatevole vecchina, morta la quale, potranno abbandonare il luogo e tornare nell’Oblio. Già , perché la regola , vigente per tutti, è che non si può lasciare la Terra fin quando dura la memoria dei vivi nei confronti del defunto. Ed ancora, il misero Angelo, detto Scopone, morto durante uno dei suoi ridicoli tentativi di seduzione, nel peggiore e più inglorioso dei modi. Vicende alterne ed umane miserie narrate con graffiante ed a tratti tetra ironia, sempre con maestria e profondità d’animo. Una piccola perla di un autore ormai dimenticato.
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