flegiàs tn
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martedì 1 aprile 2008
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ingredienti: claustrofobia, terrore, perversioni..
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Con una falsa partenza / autocitazione, a cui il suo cinema ci ha da tempo abituati, De Palma ci porta subito al cuore del tema del film. Fondali dipinti in trompe -I'oeil, scenografie, impianti d'illuminazione, macchine da presa: ci troviamo all'interno di uno stabilimento cinematografico, luogo di interscambio necessario tra realtà e finzione, anello indispensabile nella catena di produzione d'immaginario dal quale (e dalla quale) ormai tutti, chi più chi meno, dipendiamo. Lo humour di De Palma si manifesta immediatamente: nel suo loculo, il vampiro di turno (cuoio, borchie e trucco da punk sado-maso, naturalmente) soffre nientemeno che di claustrofobia! Guaio serio per una produzione di serie B, che non può certo permettersi lunghe pause perché gli attori si diano una regolata e ritornino in forma, foss'anche il protagonista, come si presume sia questo il caso.
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Con una falsa partenza / autocitazione, a cui il suo cinema ci ha da tempo abituati, De Palma ci porta subito al cuore del tema del film. Fondali dipinti in trompe -I'oeil, scenografie, impianti d'illuminazione, macchine da presa: ci troviamo all'interno di uno stabilimento cinematografico, luogo di interscambio necessario tra realtà e finzione, anello indispensabile nella catena di produzione d'immaginario dal quale (e dalla quale) ormai tutti, chi più chi meno, dipendiamo. Lo humour di De Palma si manifesta immediatamente: nel suo loculo, il vampiro di turno (cuoio, borchie e trucco da punk sado-maso, naturalmente) soffre nientemeno che di claustrofobia! Guaio serio per una produzione di serie B, che non può certo permettersi lunghe pause perché gli attori si diano una regolata e ritornino in forma, foss'anche il protagonista, come si presume sia questo il caso. Ma l'ulteriore inconveniente di un incendio che guasta l'apparato scenografico costringe la troupe a una pausa forzata: il prologo si conclude sull'apertura di un periodo di vacanza, durante il quale per Jack, vampiro malandato, le coordinate si confonderanno, si invertiranno le funzioni «normalmente» operanti, in un adeguamento, molto più sensato di quanto non sembri, tra i suoi sintomi ansiogeni e la nuova posizione che andrà ad assumere nella circuitazione d'immagini che Io coinvolgerà. In conseguenza del suo anticipato ritorno a casa, Jack finirà per ritrovarsi sulla strada, e, in breve tempo, per una serie di «coincidenze», si installerà in un lussuosissimo osservatorio panoramico, nella posizione privilegiata per potersi gustare ogni sera con dovizia di particolari le evoluzioni autoerotiche della donna che sta nella casa sulla collina di fronte. Con una consequenzialità certamente più lineare e più «classica» che non in Blow out, per esempio (dove peraltro il prologo era destinato a caricarsi di senso per altri itinerari), la falsa partenza ingrana sulla disposizione drammatica che dà il via al corpo centrale del film, alla storia vera e propria.
«Un cinema di paradigma e di repertorio, in cui poetica e retorica coincidono», così definisce R. Nepoti il cinema di De Palma nel suo «Castoro» (…). E S. Daney («Cahiers du cinéma» 334/335): «Forse De Palma fa come Hitchcoch, ma delle due parole «fa» è la più importante» (…). Anche in questo Body Double il racconto si va mettendo in scena subito come esplicita assunzione di luoghi del repertorio hitchcockiano. Il telescopio e la donna da spiare, che altro è se non La finestra sul cortile, dove pure si mostrava esplicitamente il nesso voyeurismo - eccitazione - pornografia nella visione ostentata del sedere della bionda che si agita per casa semisvestita in attesa di visite? E così la seconda parte del film prenderà a prestito l'idea narrativa di Vertigo; e numerosi potrebbero essere poi i riferimenti, subliminali o macroscopici, decifrabili ancora nello svolgimento della storia (da Intrigo internazionale, a Cocktail per un cadavere, a Gli uccelli, e sicuramente altri ancora). Ciò che conta è che De Palma agisce su (e con) gli elementi di questa retorica cinematografica largamente popolare perseguendo costantemente un suo progetto di cinema in cui il piacere relativo alla pratica di raccontare storie per immagini e suoni in movimento faccia tutt'uno con la consapevolezza dell'entità simbolica delle medesime, e delle relazioni che necessariamente si instaurano tra di esse e l'individuo 1 spettatore che se ne imbeve. In questa direzione, Body Double è certamente, a parere di chi scrive, il risultato più organico e completo a cui il regista americano sia finora arrivato; dopo la divagazione, per molti aspetti, anomala, costituita da Scarface, e, prima ancora, quella puntata sul versante del suono (Blow out: ma del resto al cinema il desiderio di sentire non fa tutt'uno con quello di vedere, almeno dall'inizio del sonoro?), Body Double torna al nodo costituito dai modi dell'attrazione spettatore / scena primordiale, e dalle implicazioni che ne derivano per le coppie parallele che questa chiama in causa: reale / immaginario, attivo / passivo, impotenza /feticismo.
Quando la luce del giorno scompare, tutte le sere, alla medesima ora, la finestra della camera da letto della casa di fronte si illumina e «ha inizio lo spettacolo»; l'inquadratura - schermo, gli avvicinamenti ottici che il telescopio permette in misura dell'aumento dell'eccitazione e del desiderio voyeuristico che le evoluzioni della donna favoriscono: l'identificazione tra Jack e lo spettatore in sala si compie attraverso la catena dei raddoppiamenti fondamentali (schermo - occhio dello spettatore - proiettore - macchina da presa - telescopio - occhio di Jack - finestra come schermo), che dà luogo ad un anello simbolico perfettamente conchiuso, dichiarato nella sua evidenza irriducibilmente cinematografica. Agganciato dal sortilegio della visione, Jack non ha scampo: come ogni spettatore, anche lui finisce vittima di quella passività pressoché totale che fa preferire il «vedere come va a finire» a qualsiasi intervento, da cui deriva l'impotenza ad appropriarsi dell'oggetto fantastico del proprio desiderio (e, ovviamente, il feticismo destinato a colmarne l'assenza). Il voyeurismo mantiene la distanza con il proprio oggetto, la frattura, l'insoddisfazione stessa, che è fonte di «soddisfazione» propriamente voyeuristica. Favorisce l'eccitazione e dunque prepara all'orgasmo da raggiungere nel momento in cui quella distanza sarà colmata. Ma per Jack questo non potrà accadere: il godimento gli verrà negato, la distanza ripristinata dopo il fugace momento del contatto, del bacio (non a caso momento fortemente onirico, e segnatamente simbolico già in quanto autocitatorio). L'incapacità di portare soccorso alla donna nel momento del pericolo mortale non è che la conseguenza ultima e inevitabile del meccanismo messo in moto precedentemente: completamente incapace ormai di agire secondo un pragmatico principio di realtà, Jack si comporta nel modo migliore per favorire l'omicidio, invece di scongiurarlo. Momento forte, ma anche carico d'ironia, il trapanamento del bel corpo della vittima (scena primordiale la cui visione è riservata ai soli spettatori in sala) è raccontata con il più classico degli ingranaggi narranti cinematografici (suspence, montaggio alternato) nel quale il nostro Jack 1 attore - spettatore è irretito senza alcuna possibilità d'intervento. (…)
Nel «tempo sospeso» successivo alla drammatica fine del suo sogno d'amore, Jack ritrova casualmente in un pornofilm il corpo che lo aveva turbato e stregato durante le sere precedenti: ma questa volta possiede anche un volto (ovvio, dal momento che generalmente il cinema - anche il pornocinema - nasconde sempre le dinamiche simboliche che lo reggono sotto un camuffamento «realistico»). È il surplus di fascinazione a cui la sensibilità di Jack era stata sottoposta (e che, evidentemente, l'ingegnoso assassino non aveva previsto) a far ripartire l'azione, modificando radicalmente il rapporto tra Jack e gli elementi della storia, e contemporaneamente permettendoci di intervenire, a posteriori, sulla messa in scena della prima parte, enucleandone nuove definizioni tematiche.
Se la tensione desiderante instauratasi tra il protagonista e la vittima non era altro che la proiezione di un desiderio in realtà scatenato dalla visione di un altro corpo, il testo del film, in un primo momento apparentemente costruito nella ambito della semplice finzione cinematografica, si arricchisce ora della fondamentale relazione tra questa e il reale di cui essa è trasfigurazione. La pornostar Holly Body è allora la realtà di cui il cinema si serve come proprio dato di partenza, che, raddoppiato e trasformato in immagine, assumerà i connotati dell'oggetto di desiderio (Gloria), agognato quanto irraggiungibile nella sua assenza. Nell'esistenza di questa donna bionda che Jack ritrova e «realmente» possiede (ma, ancora una volta, sul set di un pornofilm dove la troupe di Body Double si raddoppia a sua volta in uno specchio, in un movimento di contemporanea scissione e identificazione con la troupe di questo), trovano loro spazio e giustificazione teorica la volgarità e il ridicolo in quanto antitesi della coppia sublime / affascinante, di pertinenza di Gloria, la cui «realtà» era il frutto del processo instaurante una finzione. L'irruzione di Melania Griffith (figlia di Tippy Hedren) nel ruolo di Holly è di una precisione di toni e movimenti sorprendentemente piacevole; la volgarità del suo personaggio, sempre sul filo dell'esagerazione parodica, ma sempre controllata al di qua della troppo facile farsa, è davvero deliziosa. (…)
La storia di Jack ha inizio su un set cinematografico, e sul medesimo set finisce, dove si va girando un horror a basso costo, B-movie cormaniano che fonda il suo funzionamento su espedienti elementari, vecchi come il cinema, eppure sempre efficaci: violenza e sesso, il trucco, la presenza della controfigura, il montaggio che costruisce l'illusione della continuità e dell'identità. In fin dei conti, finzione e realtà stanno bene così come sono, educate da novant'anni di storia del cinema a presentarsi mescolate ed intercomunicanti. È questa consapevolezza che annulla ogni possibile presunzione del discorso decodificante di De Palma, pur lasciandone intatta la verità, e promuove il livello dello spettacolo, senza pretendere sue trasformazioni, del resto impossibili (almeno in questo ambito), in qualcosa d'altro.
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nicolò
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mercoledì 18 aprile 2007
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de palma e l'eleganza con cui entra nel porno
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Buon thriller per De Palma che lascia stare le atmosfere alla Hitchcock (ma lo cita in continuazione, a partire da "La finestra sul cortile") per concentrarsi sul mondo dei film a luci rosse. Protagonista è un attore disoccupato di Hollywood che scopre l'omicidio di una ragazza che spiava in continuazione. La chiave del mistero è rappresentata da una bella pornostar, Holly Body, che ha il volto di una sensuale e alle prime armi Melanie Griffith. La colonna musicale è di Pino Donaggio. Ricco di suspense e tensione, con un cammeo del noto gruppo musicale Frankie Goes To Hollywood che interpreta la hit "Relax" che negli anni '80 ebbe un grande successo di scandalo.
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wing117
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domenica 16 marzo 2014
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non puoi credere a tutto ciò che vedi
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 temi centrali del film).
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 temi centrali del film).
De Palma dirige con maestria un thriller coinvolgente, teso e con un buon ritmo, traendo ispirazione da "La donna che visse due volte" (per la patologia di cui soffre il protagonista: lì le vertigini, mentre qui la claustrofobia; per l'ossessione erotico-sentimentale; per il tema del doppio) e da "La finestra sul cortile" (per il voyeurismo, altro tema centrale del film), 2 celebri film di Hitchcock (tra l'altro, l'attico lussuoso in cui va a vivere temporaneamente Jake Scully ricorda quello di "Intrigo Internazionale"). Non manca, inoltre, l'ironia e l'autocitazione: si pensi, ad esempio, all'ascensore ("Vestito per uccidere") al centro commerciale o al film nel film ("Blow out").
"Omicidio a luci rosse" non è solo un ottimo thriller, con rimandi al genere horror e a quello pornografico (peraltro mai pesanti), ma è anche un film sul mondo del cinema, in particolare su quello hollywoodiano, poichè De Palma, da una parte, lo critica (magari in risposta a quella parte della critica che sostiene che i suoi film siano spazzatura), mentre, dall'altra, ce ne fa assaporare la magia.
Il film, certamente tra i migliori di De Palma, ha più interpretazioni. Tra di esse, è particolarmente interessante quella relativa al binomio realtà-apparenza e agli effetti sulla percezione della potenza dell'immagine, che nella società dell'immagine in cui viviamo rappresentano temi interessanti e attuali.
Da segnalare, inoltre, c'è l'ottima colonna sonora.
In conclusione, "Body Double" rappresenta un "incontro felice" tra il genio di Hitchcock e lo stile, l'eleganza e il talento visionario di De Palma, è un piacere per gli occhi e per la mente.
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samanta
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lunedì 7 settembre 2020
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povero "hitch" ...
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Il film uscito nel 1984 venne accolto pessimamente dalla critica americana e benevolmente dal quella italiana spesso provinciale nei giudizi, per cui quando vede un film un pò strampalato va in "in brodo di giuggiole": è un film d'avanguardia. La regia è di Brian De Palma che si prese per questo film (meritatamente) un Razzie Award, un regista (Blow Out, Scarface, Mission Impossible) di successo, ma che ebbe alcuni alcuni flop coomerciali (Passion con 20 milioni di $ di spese ebbe incassi per 714.000 $ !).
La trama un pò frammentaria come la sceneggitura ha come protagonista Jake (Craig Wasson mediocre attore, con un modesto curriculum: Gli amici di Giorgia, Nightmare 3) un modesto attore di serie B, afflitto da una pesante forma di claustrofobia e da una patologia che lo blocca nei momenti di stress, dopo un'infelice ripresa, scopre la fidanzata con cui vive a letto con un altro.
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Il film uscito nel 1984 venne accolto pessimamente dalla critica americana e benevolmente dal quella italiana spesso provinciale nei giudizi, per cui quando vede un film un pò strampalato va in "in brodo di giuggiole": è un film d'avanguardia. La regia è di Brian De Palma che si prese per questo film (meritatamente) un Razzie Award, un regista (Blow Out, Scarface, Mission Impossible) di successo, ma che ebbe alcuni alcuni flop coomerciali (Passion con 20 milioni di $ di spese ebbe incassi per 714.000 $ !).
La trama un pò frammentaria come la sceneggitura ha come protagonista Jake (Craig Wasson mediocre attore, con un modesto curriculum: Gli amici di Giorgia, Nightmare 3) un modesto attore di serie B, afflitto da una pesante forma di claustrofobia e da una patologia che lo blocca nei momenti di stress, dopo un'infelice ripresa, scopre la fidanzata con cui vive a letto con un altro. In cerca di una casa incontra un conoscente Sam Bouchard (Greg Henry, modesto attore TV, ha girato alcuni film con De Palma: Femme fatale, Doppia personalità) che gli offre di guardare una casa di lusso di un amico in Europa dato che lui si deve assentare per alcune settimane. Facendgli vedere la casa gli mostra un potente canocchiale che puntato su una finestra vicina, mostra tutte le sere una ragazza (non si vede il volto) balla seminuda. Jake è attratto dalla ragazza: Gloria Revelle (Deborah Shelton bella ma modesta attrice TV) e scopre che è pedinata da un uomo indiano dai capelli lunghi. Dopo varie vicende Jake guardando con il canocchiale sorprende la ragazza che sta per essere uccisa dall'indiano, non riesce a gridare ma corre verso la casa aiutato da 2 passanti ma la ragazza è stata uccisa. La donna era molto ricca e la polizia sospetta del marito spiantato. Jake individua in un'attrice porno Holly Dolly (Melanie Griffith figlia di Tippy Hedren nota per avere falsamente accusato Hitchcock di molestie) quella che in realtà ballava seminuda fingendosi Gloria. Nel finale dopo vari colpi di scena , si scopre che l'indiano era Sam il marito di Gloria che si era messo una maschera di gomma. Sam vuole uccidere sia Jake che Holly ma muore accidentalmente, Jake si libera dalla claustrofobia che gli impediva di chiedere aiuto, si mette con Holly e diventa anche lui un attore porno di film di serie B.
Il film è una mal riuscita e pasticciata imitazione di alcuni temi di "Hitch" (ad esempio il doppio, la claustrofobia che ricorda le vertigini di La donna che visse 2 volte), ma con una una sceneggiatura maldestra e confusa (povero "Hitch" che era un perfezionista nei minimi particolari) e con una trama non inverosimile ma non credibile, il trucco da indiano è fatto male e si vede subito che è una maschera, così si indovina presto che il marito della povera Gloria non può che essere Sam. Il film presenta una serie di nudi (non particolarmente trasgressivi) che sanno di posticcio messi per attirare (siamo nel 1984) le voglie pruriginose degli spettatori. La regia è penosa con scene che si sovrappongono e confondono le idee dello spettatore. La direzione degli attori è sfuggita completamente al controllo del regista e sembra che ognuno reciti per conto suo (incredibile l'ispettore di polizia!). Per la prima volta non sono d'accordo con il giudizio di Pino Farinotti.
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alessandro_bevilacqua
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venerdì 14 agosto 2015
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il peggior de palma
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Un giallo che non fa paura, non crea tensione ed annoia, arricchito da un pessimo contributo attoriale. Il tema del voyeurismo ė trattato in modo banale e superficiale. Musiche terribili, ripetitive. Non riesce nemmeno a far sorridere nei momenti in cui dovrebbe. Ė impossibile ed offensivo a mio parere paragonare questa produzione a capolavori come Carrie o Fury o Il fantasma del palcoscenico o Le due sorelle o addirittura a Vertigo di Hitchcock. Diciamo la verità: uno dei peggiori film di De Palma. Parola di fan..
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poliziano
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martedì 20 dicembre 2011
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il miglior manierismo di de palma
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Body Double appartiene a quel drappello di pellicole di De Palma apertamente citazionali e virtuosistiche che si presentano come una dilatazione tecnica e manierata di motivi del cinema di Hitchcock; ci riferiamo fra gli altri a Obsession, Dressed to Kill, Blow Out, fino al più recente Snake Eyes, tutti film considerati generalmente 'minori' (in rapporto ai capolavori 'ufficiali' Carrie, Scarface, The Untouchables e Carlito's way). Al di là della discutibilità di tale assunto, non si può nascondere che Body Double sia il risultato migliore della ricerca di De Palma nella filiazione hitchcockiana; sull'impalcatura di un plot che è ormai sui generis ma che è in grado di generare doppi multipli (ad esempio, Bouchard è in realtà Revel ma è anche l'indiano che Revel avrebbe ingaggiato) e finanche di riavvolgersi o di annullarsi, De Palma opera un esercizio di smontaggio e rimontaggio delle logiche visive sino a raggiungere effetti di parodia vera e propria; e se gli inserti del porno e del b-movie sono azzeccati e addirittura esilaranti, la loro presenza concorre proprio a smembrare sino in fondo i meccanismi della finzione che il maestro Alfred aveva iniziato a forzare.
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Body Double appartiene a quel drappello di pellicole di De Palma apertamente citazionali e virtuosistiche che si presentano come una dilatazione tecnica e manierata di motivi del cinema di Hitchcock; ci riferiamo fra gli altri a Obsession, Dressed to Kill, Blow Out, fino al più recente Snake Eyes, tutti film considerati generalmente 'minori' (in rapporto ai capolavori 'ufficiali' Carrie, Scarface, The Untouchables e Carlito's way). Al di là della discutibilità di tale assunto, non si può nascondere che Body Double sia il risultato migliore della ricerca di De Palma nella filiazione hitchcockiana; sull'impalcatura di un plot che è ormai sui generis ma che è in grado di generare doppi multipli (ad esempio, Bouchard è in realtà Revel ma è anche l'indiano che Revel avrebbe ingaggiato) e finanche di riavvolgersi o di annullarsi, De Palma opera un esercizio di smontaggio e rimontaggio delle logiche visive sino a raggiungere effetti di parodia vera e propria; e se gli inserti del porno e del b-movie sono azzeccati e addirittura esilaranti, la loro presenza concorre proprio a smembrare sino in fondo i meccanismi della finzione che il maestro Alfred aveva iniziato a forzare. Tenacemente antidrammatico e antipsicologico, De Palma fa del film è una piccola cornucopia, un'officina del visibile e dell'inquadratura; Body Double è la filosofia del suo autore: se la macchina da presa mente di continuo, occorre rendere la menzogna un carosello per gli occhi, stemperarla in qualcosa di piacevole, anzi assumerla quale prima categoria estetica.
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francesco2
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lunedì 1 luglio 2013
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interessanti riflessioni metacinematografiche
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Di De Palma si è detto ch eè un allievo di Hitchcock, anche in senso dispregiativo. Che ai tempi di "Mission:Impossible" si era venduto al cinema più commerciale. Ma questo film, in ogni caso, è forse una riflessione sul concetto stesso di cinema.
Già dalla prima scena è intuibile come a lui interessi, più che raccontare una storia, USARE quella storia come momento per una panoramica più generale. Ma al di là di altre tirate d'orecchi, vere o presunte, cui assisteremo successivamente (La scena del filmetto porno, per esempio, sembra un acricatura stessa dell'universo di cellulioide, forse persino nel confezionare dei trailer), in quest'opera di film ne esistono forse tre: e non per una banale teroria sul cinema nel cinema, di cui abbiamo esempi anche (Ma non solo)illustri come il bellissimo "Effeto notte" di Truffaut.
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Di De Palma si è detto ch eè un allievo di Hitchcock, anche in senso dispregiativo. Che ai tempi di "Mission:Impossible" si era venduto al cinema più commerciale. Ma questo film, in ogni caso, è forse una riflessione sul concetto stesso di cinema.
Già dalla prima scena è intuibile come a lui interessi, più che raccontare una storia, USARE quella storia come momento per una panoramica più generale. Ma al di là di altre tirate d'orecchi, vere o presunte, cui assisteremo successivamente (La scena del filmetto porno, per esempio, sembra un acricatura stessa dell'universo di cellulioide, forse persino nel confezionare dei trailer), in quest'opera di film ne esistono forse tre: e non per una banale teroria sul cinema nel cinema, di cui abbiamo esempi anche (Ma non solo)illustri come il bellissimo "Effeto notte" di Truffaut. No, perché il protagonista immagina lui stesso CINEMATOGRAFICAMENTE quando insegue la donna o, soprattutto, ha a che fare col nero. Come se a lui interessasse filmare la realtà, nels enso di riprenderla e ca(r)pirla.
Allora non c'è -Solo- qualche riferimento di troppo alla "Finestra sul cortile". Questo sarebbe troppo banale. No, c'è anche il colpevole che organizza una sua "Pellicola" personale, il cui protagonista è, sì, il vero protagonista che però a lui serve per tessere il proprio imbroglio. E' ancora più imbroglione del regista, che eventualmente lo è solo nel senso di ruffiano. E questa è un'accusa che viene mossa a De Palma, quasi come, trent'anni fa, avesse già voglia di rispondere a determinate critiche con l'autoimmedesimazione nel cattivo di turno.
No, forse (Ma non con assoluta certezza) è troppo. Più semplicemente -Sic!- possiamo dire che questo film prende sì spunto dalla "Finestra sul cortile", ma solo come ispirazione per un'altra riflessione metacinematografica. e gli è allora SPECULARE, forse anche nel senso letterale del termine, essendogli opposto e duguale allo stesso tempo. Come speculare è anche ad un altro bel film sugli e deglia nni '80, "Qualcosa di travolgente", anch' esso -Sarà un caso- interpretato dalla Griffith.
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wing117
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domenica 16 marzo 2014
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non puoi credere a tutto ciò che vedi
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 tematiche centrali del film).
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 tematiche centrali del film).
De Palma dirige con maestria un thriller coinvolgente, teso e con un buon ritmo, traendo ispirazione da "La donna che visse due volte" (per la patologia di cui soffre il protagonista: lì le vertigini, mentre qui la claustrofobia; per l'ossessione erotico-sentimentale) e da "La finestra sul cortile" (per il voyeurismo, altro tema centrale del film), 2 celebri film di Hitchcock (tra l'altro, l'attico lussuoso in cui va a vivere temporaneamente Jake Scully ricorda quello di "Intrigo Internazionale"). Non manca, inoltre, l'autocitazione: si pensi, ad esempio, all'ascensore ("Vestito per uccidere") al centro commerciale o al film nel film ("Blow out").
"Omicidio a luci rosse" non è solo un ottimo thriller, con rimandi al genere horror e a quello pornografico (peraltro mai pesanti), ma è anche un film sul mondo del cinema, in particolare su quello hollywoodiano, poichè De Palma, da una parte, lo critica (magari in risposta a quella parte della critica che sostiene che i suoi film siano spazzatura), mentre, dall'altra, ce ne fa assaporare la magia.
Il film, certamente tra i migliori di De Palma, ha più interpretazioni. Tra di esse, è particolarmente interessante quella relativa al binomio realtà-apparenza e agli effetti sulla percezione della potenza dell'immagine, che nella società dell'immagine in cui viviamo rappresentano temi interessanti e attuali.
Da segnalare, inoltre, c'è l'ottima colonna sonora.
In conclusione, "Body Double" rappresenta un "incontro felice" tra il genio di Hitchcock e lo stile, l'eleganza e il talento visionario di De Palma, è un piacere per gli occhi e per la mente.
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fabio1957
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giovedì 25 giugno 2015
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eccellente e sottovalutato
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Thriller al cardiopalma di un De Palma particolarmente ispirato, che ci regala un piccolo capolavoro del suo genere.Inquadrature mozzafiato,colpi di scena,musiche appropriate,angoscie esistenziali,paranoie claustrofobiche,ossessioni voyeristiche.Veramente notevole questo film che è quasi passato inosservato,mentre invece regala due ore di autentico divertimento.Per inciso sono un grande estimatore di questo regista,a ragion veduta considerato l'erede di Hitchcock.Attenzione le attrici sono veramente splendide.
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hulk1
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venerdì 5 agosto 2011
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non solo hitc.
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Htc. certamente : La donna che visse due volte, La finestra sul cortile, ma il nostro darione a pacchi, anche se a De Palma ha sempre dato fastidio ammettere di 'Ispirarsi' , palgiare, copiare brutalmente, non solo Argento, ma tutto il nostro cinema di genere. Pino Donaggio arriva non via Sanremo, ma da una colonna sonora di un oscuro triller italiano, che il saccheggiatore avrebbe ascoltato. Questa arroganza e supponenza ha sempre urtato i miei giudizi nel confroti di De Palma. Oltre a non considerare affatto la sua origine italiana, a differenza di Scorsese, Coppola, lo stesso Tarantino. Ma dopo aver dichiarato appunto, quaesta sua estraneità ad ogni legamo italico, ti gira Il sicliano, un orrido pasticcio, con il negato Lambert 'Lo ha riconosciuto egli stesso di non essere un attore, fallirà anche come produttore naturalmente' .
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Htc. certamente : La donna che visse due volte, La finestra sul cortile, ma il nostro darione a pacchi, anche se a De Palma ha sempre dato fastidio ammettere di 'Ispirarsi' , palgiare, copiare brutalmente, non solo Argento, ma tutto il nostro cinema di genere. Pino Donaggio arriva non via Sanremo, ma da una colonna sonora di un oscuro triller italiano, che il saccheggiatore avrebbe ascoltato. Questa arroganza e supponenza ha sempre urtato i miei giudizi nel confroti di De Palma. Oltre a non considerare affatto la sua origine italiana, a differenza di Scorsese, Coppola, lo stesso Tarantino. Ma dopo aver dichiarato appunto, quaesta sua estraneità ad ogni legamo italico, ti gira Il sicliano, un orrido pasticcio, con il negato Lambert 'Lo ha riconosciuto egli stesso di non essere un attore, fallirà anche come produttore naturalmente' .
Il film bello ma di passaggio, utilizza stilisticamente ancora i movimenti di macchina, le inquadrature, a tratti la stessa illuminazione del cinema tipicamentea anni 70, incrociandolo però con il patinato, asettico, fondale videoclipparo tipico degli anni 80. Le parti più ruscite stilisticamente sono il metafilm vampiresco, luci, scenografie, etc. hanno una loro coerenza liguistica. Il Videoclip è presente con la sequenza di Relax, insomma come ho sempre sostenuto De Palma è un pasticcione dotato di un certo talento.
con la Griffith , al tempo bellezza , gioia per tutti nerds era veramente il top, le sequenze, i costumi, la grazia , la bellezza , la sfrontatezza, mettono in cantina qualsiasi film hard, blue, erotic etc, era da sballo. Ed il fetentone gioca, racconta la leggenda che tra le tante bionde Htkcochiane, Tiippi la madre di Melani faceva letteralmente impazzire il maestro, tanto da bearsi per ore nel rivedere provini, scene inutilizzate, insomma tutto quanto girato ufficialmente e di nscosto. Tanto è vero che dopo Marnie, Tippi ha mollato il maestro e i rapporti sono stati troncati. Facile il giochetto di sostituire il nostro guardone di omicidio, con il maestro ed immaginare.......Purtoppo non si tratta di elucurbazioni, ma di commeti riportati da riviste, biografie etc. Le tanto utlizzate infermità dei protagonisti Hitcochiani, metafora dell'impotenza sessuale, o comunque traumatizzarta riguardavano lui medesimo. La figlia 'Sempre detestate, mai considerata' , forse non era sua.
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