samanta
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lunedì 7 settembre 2020
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povero "hitch" ...
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Il film uscito nel 1984 venne accolto pessimamente dalla critica americana e benevolmente dal quella italiana spesso provinciale nei giudizi, per cui quando vede un film un pò strampalato va in "in brodo di giuggiole": è un film d'avanguardia. La regia è di Brian De Palma che si prese per questo film (meritatamente) un Razzie Award, un regista (Blow Out, Scarface, Mission Impossible) di successo, ma che ebbe alcuni alcuni flop coomerciali (Passion con 20 milioni di $ di spese ebbe incassi per 714.000 $ !).
La trama un pò frammentaria come la sceneggitura ha come protagonista Jake (Craig Wasson mediocre attore, con un modesto curriculum: Gli amici di Giorgia, Nightmare 3) un modesto attore di serie B, afflitto da una pesante forma di claustrofobia e da una patologia che lo blocca nei momenti di stress, dopo un'infelice ripresa, scopre la fidanzata con cui vive a letto con un altro.
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Il film uscito nel 1984 venne accolto pessimamente dalla critica americana e benevolmente dal quella italiana spesso provinciale nei giudizi, per cui quando vede un film un pò strampalato va in "in brodo di giuggiole": è un film d'avanguardia. La regia è di Brian De Palma che si prese per questo film (meritatamente) un Razzie Award, un regista (Blow Out, Scarface, Mission Impossible) di successo, ma che ebbe alcuni alcuni flop coomerciali (Passion con 20 milioni di $ di spese ebbe incassi per 714.000 $ !).
La trama un pò frammentaria come la sceneggitura ha come protagonista Jake (Craig Wasson mediocre attore, con un modesto curriculum: Gli amici di Giorgia, Nightmare 3) un modesto attore di serie B, afflitto da una pesante forma di claustrofobia e da una patologia che lo blocca nei momenti di stress, dopo un'infelice ripresa, scopre la fidanzata con cui vive a letto con un altro. In cerca di una casa incontra un conoscente Sam Bouchard (Greg Henry, modesto attore TV, ha girato alcuni film con De Palma: Femme fatale, Doppia personalità) che gli offre di guardare una casa di lusso di un amico in Europa dato che lui si deve assentare per alcune settimane. Facendgli vedere la casa gli mostra un potente canocchiale che puntato su una finestra vicina, mostra tutte le sere una ragazza (non si vede il volto) balla seminuda. Jake è attratto dalla ragazza: Gloria Revelle (Deborah Shelton bella ma modesta attrice TV) e scopre che è pedinata da un uomo indiano dai capelli lunghi. Dopo varie vicende Jake guardando con il canocchiale sorprende la ragazza che sta per essere uccisa dall'indiano, non riesce a gridare ma corre verso la casa aiutato da 2 passanti ma la ragazza è stata uccisa. La donna era molto ricca e la polizia sospetta del marito spiantato. Jake individua in un'attrice porno Holly Dolly (Melanie Griffith figlia di Tippy Hedren nota per avere falsamente accusato Hitchcock di molestie) quella che in realtà ballava seminuda fingendosi Gloria. Nel finale dopo vari colpi di scena , si scopre che l'indiano era Sam il marito di Gloria che si era messo una maschera di gomma. Sam vuole uccidere sia Jake che Holly ma muore accidentalmente, Jake si libera dalla claustrofobia che gli impediva di chiedere aiuto, si mette con Holly e diventa anche lui un attore porno di film di serie B.
Il film è una mal riuscita e pasticciata imitazione di alcuni temi di "Hitch" (ad esempio il doppio, la claustrofobia che ricorda le vertigini di La donna che visse 2 volte), ma con una una sceneggiatura maldestra e confusa (povero "Hitch" che era un perfezionista nei minimi particolari) e con una trama non inverosimile ma non credibile, il trucco da indiano è fatto male e si vede subito che è una maschera, così si indovina presto che il marito della povera Gloria non può che essere Sam. Il film presenta una serie di nudi (non particolarmente trasgressivi) che sanno di posticcio messi per attirare (siamo nel 1984) le voglie pruriginose degli spettatori. La regia è penosa con scene che si sovrappongono e confondono le idee dello spettatore. La direzione degli attori è sfuggita completamente al controllo del regista e sembra che ognuno reciti per conto suo (incredibile l'ispettore di polizia!). Per la prima volta non sono d'accordo con il giudizio di Pino Farinotti.
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dandy
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venerdì 31 marzo 2017
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relax!
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DePalma riprende la formula di "Vestito per uccidere" e torna a omaggiare Hitchcock(in questo caso il modello dichiarato è "La donna che visse due volte")in uno dei thriller più famosi della storia.Anche in qesto caso la trama passa in secondo piano rispetto al virtuosismo ammaliante e alla poetica sanguinosa e sensuale,diretta allo spettatore.E tornano temi del doppio e del piacere voyeristico.Melanie Griffith è in parte come non mai.Wasson purtroppo non troverà ruoli alla sua altezza negli anni a venire...Boicottato anche questo all'uscita,stigmatizzato dalle femministe,le associazinoni per il rispetto della morale e poi rivalutato alla grande in seguito.
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DePalma riprende la formula di "Vestito per uccidere" e torna a omaggiare Hitchcock(in questo caso il modello dichiarato è "La donna che visse due volte")in uno dei thriller più famosi della storia.Anche in qesto caso la trama passa in secondo piano rispetto al virtuosismo ammaliante e alla poetica sanguinosa e sensuale,diretta allo spettatore.E tornano temi del doppio e del piacere voyeristico.Melanie Griffith è in parte come non mai.Wasson purtroppo non troverà ruoli alla sua altezza negli anni a venire...Boicottato anche questo all'uscita,stigmatizzato dalle femministe,le associazinoni per il rispetto della morale e poi rivalutato alla grande in seguito.Ottima la scena del pedinamento,e da antologia le sequenze dell'omicidio con il trapano e del protagonista che gira il videoclip hardcore al ritmo di "Relax" dei Frankie Goes to Hollywood,anch'essi partecipanti.Sempre ottime le musiche di Pino Donaggio.Il regista è anche co-sceneggiatore e produttore.Si suppone che il titolo originale(leteralmente controfigura)alluda alle scene iniziali di Angie Dickinson in "Vestito per uccidere".
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fabal
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sabato 19 novembre 2016
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doppio corpo, doppia anima di de palma
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Jake è un attore che fatica a sbarcare il lunario, lavorando in serie tv minori e film low budget. Un brutto giorno scopre la moglie a letto con un altro e se ne va di casa. Trova alloggio da un collega incontrato durante i provini, Sam, che però deve recarsi a Seattle per lavoro: prima di partire Sam illustra a Jake come tenere in ordine la “casa” durante la sua assenza. L’abitazione è in realtà un futuristico appartamento rialzato sopra un boschetto, da cui si gode di una vista sensazionale. Soprattutto sulle finestre di una villa poco più in là, la cui proprietaria si esibisce in spogliarelli notturni. Troppa grazia per un guardone come Jake; difatti la fregatura è dietro l’angolo.
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Jake è un attore che fatica a sbarcare il lunario, lavorando in serie tv minori e film low budget. Un brutto giorno scopre la moglie a letto con un altro e se ne va di casa. Trova alloggio da un collega incontrato durante i provini, Sam, che però deve recarsi a Seattle per lavoro: prima di partire Sam illustra a Jake come tenere in ordine la “casa” durante la sua assenza. L’abitazione è in realtà un futuristico appartamento rialzato sopra un boschetto, da cui si gode di una vista sensazionale. Soprattutto sulle finestre di una villa poco più in là, la cui proprietaria si esibisce in spogliarelli notturni. Troppa grazia per un guardone come Jake; difatti la fregatura è dietro l’angolo. Sbirciando quotidianamente la donna da un cannocchiale, Jake diventa il testimone di un omicidio.
Continua la maratona celebrativa al regista feticcio di De Palma: il maestro Alfred Hitchcock. Se il precedente Obsession era unarevisione barocca ed esasperata di Vertigo ,dal piglio troppo ossessionato per costruire un storia credibile, in Double Body l’impianto citazionista è leggermente meno invasivo e consente un intreccio logico e intrigante. L’oggetto di interesse è di nuovo la donna “doppia”, dall’identità misteriosa, che muove la ricerca del protagonista. Ancora una femme fatale di ispirazione novakiana, miscelata però con le lunghe scene osservative di La finestra sul cortile. Amante dei lunghi piani sequenza, De Palma è molto più a suo agio nelle inquadrature analitiche alle finestre della villa, che nelle scene visionarie, ancora in grado di far scadere la solidità di un thriller potenzialmente ottimo in cui, però, le sequenze amorose con telecamera roteante e musichetta da Bmovie erotico sono semplicemente superflue. E persino il tira e molla hard boiled dell’omicidio col trapano non lascia esterrefatti. Belle invece le sequenze più pragmatiche, come l’inseguimento della donna lungo le vie cittadine con tanto di spionaggio nel negozio di intimo, così come le inquadrature notturne all’interno della singolare dimora.
Tralasciando la pessima traduzione italiana del titolo, Double Body si riferisce anche ad Angie Dickinson e alla sua controfigura che posava nuda nella scena doccia (suscitando alcune polemiche) nel 1980, in un altro tributo hitchcockiano firmato De Palma: Vestito per uccidere, la cui ispirazione principale era invece Psycho ma i cui problemi restavano i medesimi del precedente Obsession. Omicidio a luci rosse - anche se è riduttivo chiamarlo così - è nettamente superiore ad entrambi, se non altro per la modernità dell’ambientazione e per la vita propria di una trama in cui Hitchcock è solo il contorno. Rimane l’esagerata quantità di immagini, oniriche o simboliche, che De Palma come sempre accenna senza concludere, suggerendo chiavi di lettura che spesso non ci sono o servono unicamente per illudere lo spettatore riflessivo. Promesse narrative non mantenute a parte, ci sono anche innegabili pregi. Il merito, ad esempio, di aver imbastito un thriller finalmente logico e ricostruibile dalla forza delle immagini più che dai dialoghi, ironico a tratti e con una fotografia variegata, capace di giocare tra realtà e finzione, cinema e metacinema senza andare troppo sopra le righe. E finché De Palma lavora con il senso della vista in questo modo, e cioè al servizio della trama e dello spettatore, i suoi film sono interessanti. Quando si piace un po’ troppo dietro la cinepresa, i risultati non sono altrettanto brillanti.
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elgatoloco
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sabato 15 agosto 2015
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de palma, thriller iper-polisemico
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"Body Double"(non il titolo italiano, accattivante per "maniaci""Omicidio a luci rosse"): già il titotlo, ma quanto veicola, gioca sull'ambiguità:due donne diverse, che al protagonista, che non le ha mai viste in volto, sembrano la stessa. il tema del "doppio"/Doppelgaenger, in questione, dunque, senza se e senza ma., dove idem vale per il personaggio dell'"attore"-"voyeur"; poi, ovviamente, il tema della vicenda delittuosa sognata(onirica)o meno, che rimane, certo volutamente, senza soluzione; ma si potrebbe addirittura azzardare una lettura ulteriore, appunto"azzardata"("hazard", c'est ça, letteralmente dalla parola araba che designa il gioco a dadi), per cui tutto il film sarebbe solamente un lungo sogno, dove il sognante(i sognanti)immagina/no tutto, dal mondo vampiresco(vita-morte-vita etc.
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"Body Double"(non il titolo italiano, accattivante per "maniaci""Omicidio a luci rosse"): già il titotlo, ma quanto veicola, gioca sull'ambiguità:due donne diverse, che al protagonista, che non le ha mai viste in volto, sembrano la stessa. il tema del "doppio"/Doppelgaenger, in questione, dunque, senza se e senza ma., dove idem vale per il personaggio dell'"attore"-"voyeur"; poi, ovviamente, il tema della vicenda delittuosa sognata(onirica)o meno, che rimane, certo volutamente, senza soluzione; ma si potrebbe addirittura azzardare una lettura ulteriore, appunto"azzardata"("hazard", c'est ça, letteralmente dalla parola araba che designa il gioco a dadi), per cui tutto il film sarebbe solamente un lungo sogno, dove il sognante(i sognanti)immagina/no tutto, dal mondo vampiresco(vita-morte-vita etc., )a quello del porno che esprime, in forma certo deformata, la sessualità, ossia una prepotente forma di vita. Ipotesi temeraria, certo, ma confermata (volendo)dal fatto che il protagonista è un attore, quindi attiene al mondo dello spettacolo, del fantasma filmico(ma, tornando al siglo de oro spagnolo, in particolare con"La vida es sueno"di Calderon de la Barca, ma anche shakespeariano, è anche il "playing the play" di zio William/Bill/il quasi"fantasma teatrale")... Lungo incubo tutto il film o solo la sua parte comunque centrale? Cambia poco, dopo di che la definizione di De Palma come mero"nipotino"di Hitchcock, senza negare i tributi sempre dovuti al grande Alfred (e innegabili)che De Palma deve , anche tecnicamente, al maestro inglese, appare decisamente infondata e gravemente limitativa. De Palma, qui, va oltre, ben oltre, anche rispetto a molti suoi grandissimi film precedenti, il che, forse, all'inizio, ha sconcertato vari critici USA che non hanno molto apprezzato il film, come noto. El Gato
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alessandro_bevilacqua
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venerdì 14 agosto 2015
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il peggior de palma
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Un giallo che non fa paura, non crea tensione ed annoia, arricchito da un pessimo contributo attoriale. Il tema del voyeurismo ė trattato in modo banale e superficiale. Musiche terribili, ripetitive. Non riesce nemmeno a far sorridere nei momenti in cui dovrebbe. Ė impossibile ed offensivo a mio parere paragonare questa produzione a capolavori come Carrie o Fury o Il fantasma del palcoscenico o Le due sorelle o addirittura a Vertigo di Hitchcock. Diciamo la verità: uno dei peggiori film di De Palma. Parola di fan..
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fabio1957
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giovedì 25 giugno 2015
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eccellente e sottovalutato
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Thriller al cardiopalma di un De Palma particolarmente ispirato, che ci regala un piccolo capolavoro del suo genere.Inquadrature mozzafiato,colpi di scena,musiche appropriate,angoscie esistenziali,paranoie claustrofobiche,ossessioni voyeristiche.Veramente notevole questo film che è quasi passato inosservato,mentre invece regala due ore di autentico divertimento.Per inciso sono un grande estimatore di questo regista,a ragion veduta considerato l'erede di Hitchcock.Attenzione le attrici sono veramente splendide.
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wing117
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domenica 16 marzo 2014
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non puoi credere a tutto ciò che vedi
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 tematiche centrali del film).
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 tematiche centrali del film).
De Palma dirige con maestria un thriller coinvolgente, teso e con un buon ritmo, traendo ispirazione da "La donna che visse due volte" (per la patologia di cui soffre il protagonista: lì le vertigini, mentre qui la claustrofobia; per l'ossessione erotico-sentimentale) e da "La finestra sul cortile" (per il voyeurismo, altro tema centrale del film), 2 celebri film di Hitchcock (tra l'altro, l'attico lussuoso in cui va a vivere temporaneamente Jake Scully ricorda quello di "Intrigo Internazionale"). Non manca, inoltre, l'autocitazione: si pensi, ad esempio, all'ascensore ("Vestito per uccidere") al centro commerciale o al film nel film ("Blow out").
"Omicidio a luci rosse" non è solo un ottimo thriller, con rimandi al genere horror e a quello pornografico (peraltro mai pesanti), ma è anche un film sul mondo del cinema, in particolare su quello hollywoodiano, poichè De Palma, da una parte, lo critica (magari in risposta a quella parte della critica che sostiene che i suoi film siano spazzatura), mentre, dall'altra, ce ne fa assaporare la magia.
Il film, certamente tra i migliori di De Palma, ha più interpretazioni. Tra di esse, è particolarmente interessante quella relativa al binomio realtà-apparenza e agli effetti sulla percezione della potenza dell'immagine, che nella società dell'immagine in cui viviamo rappresentano temi interessanti e attuali.
Da segnalare, inoltre, c'è l'ottima colonna sonora.
In conclusione, "Body Double" rappresenta un "incontro felice" tra il genio di Hitchcock e lo stile, l'eleganza e il talento visionario di De Palma, è un piacere per gli occhi e per la mente.
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wing117
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domenica 16 marzo 2014
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non puoi credere a tutto ciò che vedi
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 temi centrali del film).
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"Non puoi credere a tutto ciò che vedi". La lezione fondamentale di "Omicidio a luci rosse" ("Body Double", cioè "controfigura", è, invece, il titolo americano) è, infatti, di andare oltre l'apparenza, spesso ingannatrice, di osservare meglio, di guardare alla vera realtà delle cose e delle persone, alla sostanza, che può coincidere con la forma, ma più spesso diverge da essa. Per far ciò, i 5 sensi e le emozioni non bastano, anzi ingannano, se non vengono coniugate con il senso critico e la ragione. Grazie a ciò, il protagonista del film, Jake Scully, scoprirà la verità e vincerà le sue paure e le sue ossessioni (2 temi centrali del film).
De Palma dirige con maestria un thriller coinvolgente, teso e con un buon ritmo, traendo ispirazione da "La donna che visse due volte" (per la patologia di cui soffre il protagonista: lì le vertigini, mentre qui la claustrofobia; per l'ossessione erotico-sentimentale; per il tema del doppio) e da "La finestra sul cortile" (per il voyeurismo, altro tema centrale del film), 2 celebri film di Hitchcock (tra l'altro, l'attico lussuoso in cui va a vivere temporaneamente Jake Scully ricorda quello di "Intrigo Internazionale"). Non manca, inoltre, l'ironia e l'autocitazione: si pensi, ad esempio, all'ascensore ("Vestito per uccidere") al centro commerciale o al film nel film ("Blow out").
"Omicidio a luci rosse" non è solo un ottimo thriller, con rimandi al genere horror e a quello pornografico (peraltro mai pesanti), ma è anche un film sul mondo del cinema, in particolare su quello hollywoodiano, poichè De Palma, da una parte, lo critica (magari in risposta a quella parte della critica che sostiene che i suoi film siano spazzatura), mentre, dall'altra, ce ne fa assaporare la magia.
Il film, certamente tra i migliori di De Palma, ha più interpretazioni. Tra di esse, è particolarmente interessante quella relativa al binomio realtà-apparenza e agli effetti sulla percezione della potenza dell'immagine, che nella società dell'immagine in cui viviamo rappresentano temi interessanti e attuali.
Da segnalare, inoltre, c'è l'ottima colonna sonora.
In conclusione, "Body Double" rappresenta un "incontro felice" tra il genio di Hitchcock e lo stile, l'eleganza e il talento visionario di De Palma, è un piacere per gli occhi e per la mente.
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toty bottalla
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sabato 22 febbraio 2014
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il flop di de palma!
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Trama che sembra a episodi, riprese che a tratti sembrano quelle di un filmino da matrimonio, storia scopiazzata e fase thriller complicata e confusa, due cose belle nel film: la shelton e l'appartamento stile ufo. Saluti.
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francesco2
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lunedì 1 luglio 2013
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interessanti riflessioni metacinematografiche
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Di De Palma si è detto ch eè un allievo di Hitchcock, anche in senso dispregiativo. Che ai tempi di "Mission:Impossible" si era venduto al cinema più commerciale. Ma questo film, in ogni caso, è forse una riflessione sul concetto stesso di cinema.
Già dalla prima scena è intuibile come a lui interessi, più che raccontare una storia, USARE quella storia come momento per una panoramica più generale. Ma al di là di altre tirate d'orecchi, vere o presunte, cui assisteremo successivamente (La scena del filmetto porno, per esempio, sembra un acricatura stessa dell'universo di cellulioide, forse persino nel confezionare dei trailer), in quest'opera di film ne esistono forse tre: e non per una banale teroria sul cinema nel cinema, di cui abbiamo esempi anche (Ma non solo)illustri come il bellissimo "Effeto notte" di Truffaut.
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Di De Palma si è detto ch eè un allievo di Hitchcock, anche in senso dispregiativo. Che ai tempi di "Mission:Impossible" si era venduto al cinema più commerciale. Ma questo film, in ogni caso, è forse una riflessione sul concetto stesso di cinema.
Già dalla prima scena è intuibile come a lui interessi, più che raccontare una storia, USARE quella storia come momento per una panoramica più generale. Ma al di là di altre tirate d'orecchi, vere o presunte, cui assisteremo successivamente (La scena del filmetto porno, per esempio, sembra un acricatura stessa dell'universo di cellulioide, forse persino nel confezionare dei trailer), in quest'opera di film ne esistono forse tre: e non per una banale teroria sul cinema nel cinema, di cui abbiamo esempi anche (Ma non solo)illustri come il bellissimo "Effeto notte" di Truffaut. No, perché il protagonista immagina lui stesso CINEMATOGRAFICAMENTE quando insegue la donna o, soprattutto, ha a che fare col nero. Come se a lui interessasse filmare la realtà, nels enso di riprenderla e ca(r)pirla.
Allora non c'è -Solo- qualche riferimento di troppo alla "Finestra sul cortile". Questo sarebbe troppo banale. No, c'è anche il colpevole che organizza una sua "Pellicola" personale, il cui protagonista è, sì, il vero protagonista che però a lui serve per tessere il proprio imbroglio. E' ancora più imbroglione del regista, che eventualmente lo è solo nel senso di ruffiano. E questa è un'accusa che viene mossa a De Palma, quasi come, trent'anni fa, avesse già voglia di rispondere a determinate critiche con l'autoimmedesimazione nel cattivo di turno.
No, forse (Ma non con assoluta certezza) è troppo. Più semplicemente -Sic!- possiamo dire che questo film prende sì spunto dalla "Finestra sul cortile", ma solo come ispirazione per un'altra riflessione metacinematografica. e gli è allora SPECULARE, forse anche nel senso letterale del termine, essendogli opposto e duguale allo stesso tempo. Come speculare è anche ad un altro bel film sugli e deglia nni '80, "Qualcosa di travolgente", anch' esso -Sarà un caso- interpretato dalla Griffith.
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