In compagnia dei lupi

Al suo secondo film, ad appena 34 anni, Neil Jordan sfiora il capolavoro con "In compagnia dei lupi" e firma una delle migliori pellicole degli anni ottanta. E' un film indimenticabile dove tutto funziona benissimo. Ma, andiamo con ordine. "In compagnia dei lupi" è liberamente tratto da "Cappuccetto rosso", l'inquietante favola di origine popolare di cui esistono numerose trascrizioni comprese quelle di Charles Perrault e dei fratelli Grimm. E' una favola gotica con momenti horror e una forte carica sessuale che ben si presta a letture psicoanalitiche. Ben si accompagna ad altre inquietanti fiabe come "Barbablù", "Pollicino", "Hänsel e Gretel" o "Il pifferaio di Hamelin", tanto per fare qualche esempio. Fatta questa piccola prefazione, si può dire che Neil Jordan rilegge "Cappuccetto rosso" da diverse angolazioni e quasi da tutte ne ricava punti di vista originali. Incredibile è la scenografia che ricrea l'ambientazione gotica e "fuori dal tempo" tipica delle fiabe. La sceneggiatura non perde colpi e sottolinea, talvolta con ironia, il fattore sessuale e morale; incredibile il fatto che riesce a ripartire quasi dall'inizio una decina di volte. La colonna sonora è bellissima e impregna il film dall'inizio alla fine; senza queste musiche stupende (alcune originali altre tratte dal repertorio classico) il film non sarebbe tanto bello. Notevole è la regia con inquadrature mai banali e sempre significanti. Anche la fotografia è notevole e rende gli ambienti alquanto inquitanti. Tra gli attori, tutti piuttosto bravi spicca Angela Lansbury che riesce ad essere inquietante nonostante il pacioso volto della nonnina. Certo, visti oggi, gli effetti speciali fanno sorridere; ma, venticinque anni fa erano all'avanguardia e funzionano benino ancora oggi. E comunque, in questo film gli effetti speciali sono al servizio della simbologia piuttosto della ricreazione del verosimile. Ad ogni modo, "In compagnia dei lupi" è uno di quei rari film che non risulta datato: è fuori del tempo, proprio come la favola che racconta. Infine due considerazioni: 1) perchè un regista come Jordan ha fatto un film mediocre come "Il buio nell'anima"?; 2) perchè Terry Gilliam, autore e regista talvolta geniale, per il suo "I fratelli Grimm e l'incantevole strega" non ha preso come esempio questo piccolo gioiello? milomar