fabal
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sabato 5 novembre 2016
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esordio dei coen, poetica della follia
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore.
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore. E' proprio la mancanza di certezza, al limite del nichilismo, il messaggio (a)morale che pervade quasi tutte le opere dei Coen: Sangue Facile, col privilegio di essere un apripista, è meno paradigmatico nel contenuto e molto più immediato nella forma. La regia di Joel è marcata, decisa: indugia sui dettagli funzionali alla trama con precisione geometrica, come fa il thriller più classico, ma aggiungendo esiti visivi inaspettati. Un giornale che sbatte sulla porta a vetri durante un dialogo serrato tra la Mc Dormand e Getz, sa emozionare ben più che il classico killer che compare alle spalle, o altri topoi del genere. Blood Simple riesce ad essere un thriller emozionante nel senso canonico ma originale, senza la zavorra di un'impronta autoriale troppo radicata che consenta al pubblico di partire prevenuto.
Ma quello che più meraviglia nel film - e in tutta la successiva produzione dei Coen - è la continua sensazione che tutto possa andare storto, che la vittima diventi assassino in pochi secondi, che ogni pianificazione si rivolti puntualmente contro chi l'ha ideata. E lo stesso vale per lo spettatore e per gli sviluppi che egli è continuamente costretto a ri-immaginare, fino a fare l'unica cosa possibile: arrendersi a questa poetica del caos e della follia lasciandosi trascinare dalla forza delle immagini. E' lo sforzo preliminare e necessario per poter apprezzare pienamente i Coen che, nel porsi in quest'ottica del "prendere o lasciare", molto presentano in comune con il cinema tarantiniano. Con il merito di averlo anticipato ma, purtroppo, restando ingiustamente sottovalutati rispetto il più celebrato Quentin.
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fabal
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sabato 5 novembre 2016
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esordio dei coen, poetica della follia
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore.
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore. E' proprio la mancanza di certezza, al limite del nichilismo, il messaggio (a)morale che pervade quasi tutte le opere dei Coen: Sangue Facile, col privilegio di essere un apripista, è meno paradigmatico nel contenuto e molto più immediato nella forma. La regia di Joel è marcata, decisa: indugia sui dettagli funzionali alla trama con precisione geometrica, come fa il thriller più classico, ma aggiungendo esiti visivi inaspettati. Un giornale che sbatte sulla porta a vetri durante un dialogo serrato tra la Mc Dormand e Getz, sa emozionare ben più che il classico killer che compare alle spalle, o altri topoi del genere. Blood Simple riesce ad essere un thriller emozionante nel senso canonico ma originale, senza la zavorra di un'impronta autoriale troppo radicata che consenta al pubblico di partire prevenuto.
Ma quello che più meraviglia nel film - e in tutta la successiva produzione dei Coen - è la continua sensazione che tutto possa andare storto, che la vittima diventi assassino in pochi secondi, che ogni pianificazione si rivolti puntualmente contro chi l'ha ideata. E lo stesso vale per lo spettatore e per gli sviluppi che egli è continuamente costretto a ri-immaginare, fino a fare l'unica cosa possibile: arrendersi a questa poetica del caos e della follia lasciandosi trascinare dalla forza delle immagini. E' lo sforzo preliminare e necessario per poter apprezzare pienamente i Coen che, nel porsi in quest'ottica del "prendere o lasciare", molto presentano in comune con il cinema tarantiniano. Con il merito di averlo anticipato ma, purtroppo, rimanendo ingiustamente sottovalutati rispetto il più celebrato Quentin.
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aabbaa
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mercoledì 4 maggio 2016
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bello
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toty bottalla
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domenica 23 febbraio 2014
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thriller ingenuo, complicato un pò liso ma intenso
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Alcune incertezze nella sceneggiatura limitano la drammaticità di alcune scene, per esempio: rendendo un pò ridicolo il personaggio del marito tradito mal interpretato da dan hedaya, la trama poi, asseconda la fantasia di joel coen che, nella storia ci mette mistero, tensione e colpi d scena che tuttavia non meravigliano il finale. Saluti.
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mystic
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martedì 14 maggio 2013
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i coen spengono il noir e la commedia nell'horror
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Paesaggi desolati, armi letali, violenza sparsa ovunque e tanto sangue. "Non è un paese per vecchi" vero? Sbagliato.
Primo tra i film dei Coen, diretto da Joel, prodotto da Ethan e scritto magistralmente da entrambi, "Blood Simple-Sangue Facile" si interroga sulla natura tendenzialmente perversa dell'uomo.
I personaggi dei Coen, dal Drugo di Bridges (Il grande Lebowski) allo psicopatico Anton Chigurh di Bardem (Non è un paese per vecchi), passando per l'Ed Crane di Thornton (L'uomo che non c'era), e negli anni ne abbiamo conosciuti altri, sono carismatiche figure che vivono in una specifica dimensione che i registi elaborano a partire da materiale più o meno divertente. Sono attratti dal denaro, dal benessere, dal sesso e dalla realizzazione in genere.
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Paesaggi desolati, armi letali, violenza sparsa ovunque e tanto sangue. "Non è un paese per vecchi" vero? Sbagliato.
Primo tra i film dei Coen, diretto da Joel, prodotto da Ethan e scritto magistralmente da entrambi, "Blood Simple-Sangue Facile" si interroga sulla natura tendenzialmente perversa dell'uomo.
I personaggi dei Coen, dal Drugo di Bridges (Il grande Lebowski) allo psicopatico Anton Chigurh di Bardem (Non è un paese per vecchi), passando per l'Ed Crane di Thornton (L'uomo che non c'era), e negli anni ne abbiamo conosciuti altri, sono carismatiche figure che vivono in una specifica dimensione che i registi elaborano a partire da materiale più o meno divertente. Sono attratti dal denaro, dal benessere, dal sesso e dalla realizzazione in genere. Anche qui non fanno eccezione. Sono uomini crudeli e opportunisti che non sembrano disprezzare più di tanto l'uccisione del prossimo quando questo fa comodo. In realtà, il mondo di "Blood Simple" (un Texas crudele abbandonato a se stesso) è pervaso da un'ironia tangibile solo a tratti, e qui in particolare viene mascherata da uno sviluppo narrativo più violento e macabro che in altre occasioni. Il noir e la commedia si spengono in un horror dalle atmosfere cupe, in cui gli interni vengono illuminati attraverso le veneziane come "Blade Runner" insegna, e in cui i due registi non si fanno troppi problemi a girare scene forti che comprendono badili, pistole e coltelli.
Comunque sia, si tratta di una pellicola forte, geniale e giustamente acclamata, in cui è possibile percepire, anni prima dei loro lavori più apprezzati e conosciuti, la magistrale sceneggiatura e lo splendore registico dei due fratelli. Un esordio da non perdere, con il "solito" finale imprevedibile a sigillare i tratti distintivi del loro cinema.
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tommaso milesi
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martedì 15 gennaio 2013
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i coen esordiscono con un film a tinte pulp
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Bellissimo film che precede il pulp di Tarantino con alcune trovate mirabolanti. Molto coraggioso perchè resta sul filo del rasoio fino all'ultimo fotogramma: in grado di perdere serietà da un momonto all'altro, resta nei binari e tiene col fiato sospeso fino allo splendido finale.
Curiosità: è stato relizzato con un budget di 2 milioni di dollari dei quali 1 preso in prestito da banca e amici; gli attori non sono stati pagati in anticipo perchè, secondo i 2 pazzi fratelli, "contribuivano al bene della società"...
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molenga
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lunedì 12 marzo 2012
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un ottimo esordio
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per il loro esordio i coen costruiscono un ottimo film a incastro sulla storia di un tradimento, di un uomo geloso e di un truffatore senza scrupoli: gli interpreti non hanno bisogno di fare più di tajnto perché regia e sceneggiatura sono calibrate al millimetro; "blood simple" è una lezione di semplicità e di sicurezza nella realizzazione di un film, eh sì, il cinema andrebbe lasciato fare a chi lo studia ed ha idee da trasformare in storie.
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francesco2
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martedì 28 luglio 2009
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un esordio rivelatore
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I registi Coen già si rivelano nel lontano '84, anche se "Qui" rischiano di essere fin troppo registi, nella misura in cui lo stile prende(A tratti) il sopravvento sulla storia che raccontano.
Certo è che il personaggio del "Killer" precorre i tempi, ad esempio, rispetto al produttore di "Mister Hula Hoop", che però sarà ovviamente un "Deus ex macchina", non un esecutore.Un personaggio la cui scena dei pesci viene presa _IN qualche modo- in prestito in "Che ora è"(Uno strano pescione nel locale frequentato da Troisi e Mastroianni), ma anche nell'ottima "Commedia di Dio", quando una testa di quel tipo viene spezzata dal pescivendolo di fronte al personaggio interpretato e diretto da Joao Cesar Monteiro.
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I registi Coen già si rivelano nel lontano '84, anche se "Qui" rischiano di essere fin troppo registi, nella misura in cui lo stile prende(A tratti) il sopravvento sulla storia che raccontano.
Certo è che il personaggio del "Killer" precorre i tempi, ad esempio, rispetto al produttore di "Mister Hula Hoop", che però sarà ovviamente un "Deus ex macchina", non un esecutore.Un personaggio la cui scena dei pesci viene presa _IN qualche modo- in prestito in "Che ora è"(Uno strano pescione nel locale frequentato da Troisi e Mastroianni), ma anche nell'ottima "Commedia di Dio", quando una testa di quel tipo viene spezzata dal pescivendolo di fronte al personaggio interpretato e diretto da Joao Cesar Monteiro.Certo questa figura è uno dei pochi indizi del genio dei registi che si interrogheranno così tanto sulla storia(Del cinema?) da essere valutati dallo scomparso Vincenzo Buccheri qualcosa di più di "semplici" registi.Proprio partendo da questo presupposto e facendo un confronto con un altro film "Meno riuscito","Fratello,dove sei"?, si potrebbe dire che lì pretenderanno troppo, ma qui troppo poco(Forse perché è un debutto).
Ma questo ci introduce ad un paragone molto interessante:quando è uscito "Fargo", nel '96, qualcuno preferì questo debutto allo stile iperrealista dell'ottimo film citato.E invece io credo che, paradossalmente, non solo "Fargo" non sia una brutta copia iperrealista di questo, ma gli sia decisamente superiore;in quanto la tragica ca-sualità(e non Cau-salità della vita) viene mostrata più in quest'assurda serie di avvenimenti, illustrati in questi scenari freddi e(Volutamente)?) aridi, che non in un "Giallo" in cui una coppia viene presa di mira, il killer disobbedisce, e poi lei continua ad aver paura del marito che vorrebbe vendicarsi.............
A volte la freddezza(Ma si può usare questo termine per loro?) è "Trgicamente" illustrativa, più dell'intreccio "Partecipato" di questo film.........
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paride86
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martedì 27 gennaio 2009
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bell'esordio
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Buon esordio per i fratelli Coen, che stupiscono con un thriller originale non nella trama, ma nella costruzione della storia. Infatti i personaggi sono realistici e gli accadimenti davvero imprevedibili; insomma c'è grande suspense e si tiene il fiato sospeso fino alla fine del film. Solo una cosa:
La pistola di Abbey era scarica, si vede benissimo quando il marito tenta di sparare a Ray. Invece alla fine del film lei riesce ad uccidere l'investigatore. Ma quando era stata caricata?
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sixoclock
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giovedì 29 maggio 2008
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morire guardando un lavandino
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Ottimo film se si pensa alla povertà del cast e della sceneggiatura. La trama si carica partendo da un banalità, un tradimento ed il film pian piano assume toni interessanti fino ad arrivare ad un finale entusiasmante che lascia col fiato sospeso
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