mystic
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martedì 14 maggio 2013
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i coen spengono il noir e la commedia nell'horror
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Paesaggi desolati, armi letali, violenza sparsa ovunque e tanto sangue. "Non è un paese per vecchi" vero? Sbagliato.
Primo tra i film dei Coen, diretto da Joel, prodotto da Ethan e scritto magistralmente da entrambi, "Blood Simple-Sangue Facile" si interroga sulla natura tendenzialmente perversa dell'uomo.
I personaggi dei Coen, dal Drugo di Bridges (Il grande Lebowski) allo psicopatico Anton Chigurh di Bardem (Non è un paese per vecchi), passando per l'Ed Crane di Thornton (L'uomo che non c'era), e negli anni ne abbiamo conosciuti altri, sono carismatiche figure che vivono in una specifica dimensione che i registi elaborano a partire da materiale più o meno divertente. Sono attratti dal denaro, dal benessere, dal sesso e dalla realizzazione in genere.
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Paesaggi desolati, armi letali, violenza sparsa ovunque e tanto sangue. "Non è un paese per vecchi" vero? Sbagliato.
Primo tra i film dei Coen, diretto da Joel, prodotto da Ethan e scritto magistralmente da entrambi, "Blood Simple-Sangue Facile" si interroga sulla natura tendenzialmente perversa dell'uomo.
I personaggi dei Coen, dal Drugo di Bridges (Il grande Lebowski) allo psicopatico Anton Chigurh di Bardem (Non è un paese per vecchi), passando per l'Ed Crane di Thornton (L'uomo che non c'era), e negli anni ne abbiamo conosciuti altri, sono carismatiche figure che vivono in una specifica dimensione che i registi elaborano a partire da materiale più o meno divertente. Sono attratti dal denaro, dal benessere, dal sesso e dalla realizzazione in genere. Anche qui non fanno eccezione. Sono uomini crudeli e opportunisti che non sembrano disprezzare più di tanto l'uccisione del prossimo quando questo fa comodo. In realtà, il mondo di "Blood Simple" (un Texas crudele abbandonato a se stesso) è pervaso da un'ironia tangibile solo a tratti, e qui in particolare viene mascherata da uno sviluppo narrativo più violento e macabro che in altre occasioni. Il noir e la commedia si spengono in un horror dalle atmosfere cupe, in cui gli interni vengono illuminati attraverso le veneziane come "Blade Runner" insegna, e in cui i due registi non si fanno troppi problemi a girare scene forti che comprendono badili, pistole e coltelli.
Comunque sia, si tratta di una pellicola forte, geniale e giustamente acclamata, in cui è possibile percepire, anni prima dei loro lavori più apprezzati e conosciuti, la magistrale sceneggiatura e lo splendore registico dei due fratelli. Un esordio da non perdere, con il "solito" finale imprevedibile a sigillare i tratti distintivi del loro cinema.
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andy
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martedì 18 dicembre 2001
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il triangolo amoroso
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Lui,lei ,l'altro:è il classico triangolo amoroso solo che il tutto è semplicemente condito dal genio dei fratelli Coen.Ben costruito l'intreccio si sviluppa tra sangue e colpi di scena.Lui decide di uccidere entrambi gli amanti ma...parte da qui la vicenda che prenderà pieghe inaspettate e si risolverà con un finale rocambolesco.Un film per spiegarci che nel mondo capitalistico tutti pensano solo ed esclusivamente a se stessi.Danon perdere!
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fabal
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sabato 5 novembre 2016
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esordio dei coen, poetica della follia
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore.
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore. E' proprio la mancanza di certezza, al limite del nichilismo, il messaggio (a)morale che pervade quasi tutte le opere dei Coen: Sangue Facile, col privilegio di essere un apripista, è meno paradigmatico nel contenuto e molto più immediato nella forma. La regia di Joel è marcata, decisa: indugia sui dettagli funzionali alla trama con precisione geometrica, come fa il thriller più classico, ma aggiungendo esiti visivi inaspettati. Un giornale che sbatte sulla porta a vetri durante un dialogo serrato tra la Mc Dormand e Getz, sa emozionare ben più che il classico killer che compare alle spalle, o altri topoi del genere. Blood Simple riesce ad essere un thriller emozionante nel senso canonico ma originale, senza la zavorra di un'impronta autoriale troppo radicata che consenta al pubblico di partire prevenuto.
Ma quello che più meraviglia nel film - e in tutta la successiva produzione dei Coen - è la continua sensazione che tutto possa andare storto, che la vittima diventi assassino in pochi secondi, che ogni pianificazione si rivolti puntualmente contro chi l'ha ideata. E lo stesso vale per lo spettatore e per gli sviluppi che egli è continuamente costretto a ri-immaginare, fino a fare l'unica cosa possibile: arrendersi a questa poetica del caos e della follia lasciandosi trascinare dalla forza delle immagini. E' lo sforzo preliminare e necessario per poter apprezzare pienamente i Coen che, nel porsi in quest'ottica del "prendere o lasciare", molto presentano in comune con il cinema tarantiniano. Con il merito di averlo anticipato ma, purtroppo, rimanendo ingiustamente sottovalutati rispetto il più celebrato Quentin.
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fabal
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sabato 5 novembre 2016
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esordio dei coen, poetica della follia
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore.
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Il proprietario di un pub scopre che la moglie se la intende con uno dei suoi dipendenti. Furibondo di gelosia, chiede all'investigatore privato che pedinava gli amanti di completare il lavoro. Uccidendoli. L'altro accetta ma fa il doppio gioco, e le cose prenderanno una piega decisamente imprevista.
Esordio dei fratelli Coen, con il solo Joel accreditato alla regia ed Ethan alla produzione. Ma, di fatto, il primo di un lungo e fortunato sodalizio che, già nel 1984, ridisegna il noir classico con tinte umoristiche e grottesche, lampi di genio in un plot sempre in bilico e personaggi la cui mente perversa scade nella più disarmante ingenuità.
Così come nel futuro Fargo, Blood Simple è la storia di un crimine improvvisato, quasi artigianale e le cui conseguenze impreviste rivoltano continuamente le certezze dello spettatore. E' proprio la mancanza di certezza, al limite del nichilismo, il messaggio (a)morale che pervade quasi tutte le opere dei Coen: Sangue Facile, col privilegio di essere un apripista, è meno paradigmatico nel contenuto e molto più immediato nella forma. La regia di Joel è marcata, decisa: indugia sui dettagli funzionali alla trama con precisione geometrica, come fa il thriller più classico, ma aggiungendo esiti visivi inaspettati. Un giornale che sbatte sulla porta a vetri durante un dialogo serrato tra la Mc Dormand e Getz, sa emozionare ben più che il classico killer che compare alle spalle, o altri topoi del genere. Blood Simple riesce ad essere un thriller emozionante nel senso canonico ma originale, senza la zavorra di un'impronta autoriale troppo radicata che consenta al pubblico di partire prevenuto.
Ma quello che più meraviglia nel film - e in tutta la successiva produzione dei Coen - è la continua sensazione che tutto possa andare storto, che la vittima diventi assassino in pochi secondi, che ogni pianificazione si rivolti puntualmente contro chi l'ha ideata. E lo stesso vale per lo spettatore e per gli sviluppi che egli è continuamente costretto a ri-immaginare, fino a fare l'unica cosa possibile: arrendersi a questa poetica del caos e della follia lasciandosi trascinare dalla forza delle immagini. E' lo sforzo preliminare e necessario per poter apprezzare pienamente i Coen che, nel porsi in quest'ottica del "prendere o lasciare", molto presentano in comune con il cinema tarantiniano. Con il merito di averlo anticipato ma, purtroppo, restando ingiustamente sottovalutati rispetto il più celebrato Quentin.
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