barmario
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martedì 8 dicembre 2009
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uno dei tanti film critici con la guerra invietnam
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Film lungo, a tratti noioso, ma che può piacere anche per questo. Uno dei tanti critici verso la guerra in Vietnam, facendolo soprattutto evidenziando la vita antecedente e successiva dei protagonisti. Esemplare la festa di arrivederci ai soldati che partiranno, o quando Mike va alla ricerca di Walken datosi alla roulette russa restando a Saigon. Un film che qualcuno reputerà un capolavoro, altri noioso. E' comunque da vedere, soprattutto se cinofili.
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andrea s.
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venerdì 13 novembre 2009
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le insanabili ferite della guerra
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Il cacciatore di Michael Cimino (cinque premi oscar tra cui miglior film e miglior regia) è insieme ad Apocalypse now di Francis Ford Coppola la più importante opera cinematografica sulla guerra in Vietnam e sull’orrore della guerra universalmente intesa. Il grande merito di Cimino sta nel far percepire l’angoscia del conflitto bellico dall’inizio alla fine, un’angoscia che ci attanaglia e non ci lascia più, neanche dopo la conclusione del film. Per produrre quest’effetto la pellicola è strutturata sapientemente su tre piani temporali ed esistenziali: l’attesa dell’inferno; la caduta nell’abisso; l’impossibile risalita. La prima scena si apre su un’acciaieria della Pennsylvania all’interno della quale lavora un gruppo di amici ucraini.
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Il cacciatore di Michael Cimino (cinque premi oscar tra cui miglior film e miglior regia) è insieme ad Apocalypse now di Francis Ford Coppola la più importante opera cinematografica sulla guerra in Vietnam e sull’orrore della guerra universalmente intesa. Il grande merito di Cimino sta nel far percepire l’angoscia del conflitto bellico dall’inizio alla fine, un’angoscia che ci attanaglia e non ci lascia più, neanche dopo la conclusione del film. Per produrre quest’effetto la pellicola è strutturata sapientemente su tre piani temporali ed esistenziali: l’attesa dell’inferno; la caduta nell’abisso; l’impossibile risalita. La prima scena si apre su un’acciaieria della Pennsylvania all’interno della quale lavora un gruppo di amici ucraini. Tre di essi, veniamo poi a scoprire, sono stati chiamati per andare a combattere la “sporca guerra”: Mike (Robert De Niro) , Nick (Christopher Walken) e Stevan. Senza molte parole, ma dal loro modo di fare e di guardarsi, leggiamo nei loro volti il terrore per quello che li aspetta. Prima di partire hanno modo di festeggiare il matrimonio di un loro amico, di fare promesse che non potranno mantenere (tra Nick ed il personaggio interpretato da una giovanissima Streep nasce una simpatia), di giocare a biliardo cantando a squarciagola “Can’t take my eyes off you”, e soprattutto di andare a caccia di cervi. Ed è qui che capiamo il carattere e la statura morale di Mike: al cervo si spara un solo colpo perché non ha la possibilità di difendersi. Arriva poi il momento della partenza e fin da subito veniamo violentemente gettati nella realtà assurda della guerra. I tre amici vengono fatti prigionieri dai Vietcong dai quali subiscono la sadica tortura della roulette russa: indimenticabile la resistenza di Mike (De Niro al suo meglio) che affronta il gioco mortale a testa alta in un misto di rabbia e paura. Alla fine riusciranno a salvarsi e ad uscire dal conflitto, ma niente sarà più come prima: le conseguenze fisiche e psichiche di ciò che hanno vissuto saranno insanabili. Stevan perderà l’uso delle gambe, abbandonato alla sua sorte anche dalla compagna (solo Mike si ricorderà di lui), Nick non si riprenderà mai dallo shock, si trascinerà come un automa verso l’autodistruzione con il suo viso sbattuto ed i suoi occhi assenti (un Walken giustamente premiato con l’oscar); il suo sputo, senza rivelare il finale, diventa metafora del rifiuto del mondo, simboleggia pertanto una nausea esistenziale insostenibile. E poi Mike, il più forte caratterialmente dei tre, che se pur segnato anche lui, indelebilmente, da quella tragica esperienza, ritornerà in patria e cercherà di riannodare i fili della normalità portando avanti, se non la vita, almeno una parvenza di essa. Il canto finale “God bless America”, per molti rappresentò all’epoca lo scatto d’orgoglio di un popolo, vi si lesse, a torto, una presa di posizione quasi reazionaria, ma in realtà quelle note trasmettevano lo straziante lamento di una Nazione in ginocchio, esprimevano in definitiva il disorientamento di un’intera generazione spaventata e tormentata da un fantasma di nome Vietnam.
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georgia
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sabato 7 novembre 2009
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da guardare con attenzione
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in una serata in cui non si è troppo stanchi.
guardare, entrare dentro al film, cercare di capire, emozionarsi...
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princifiume
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sabato 4 luglio 2009
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bei tempi.
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C'è poco da dire. Un film stupendo. Attori magnifici. Bei tempi erano quelli. Ora le cose che vanno sono Natale a Rio e Il cosmo sul Comò, salvo alcune eccezioni.
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joker91
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martedì 30 giugno 2009
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un capolavoro
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questo e un film splendido reso grande da attori che con gli anni come de niro,meryl streep e walken diventeranno delle star mondiali.
non riesco a capir chi critica questo film che ha anche vinto molti oscar,evidentemente chi lo critica non ci capisce molto di cinema.
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hal 9000
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martedì 23 giugno 2009
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straziante e commovente film sull' america
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Un film non sulla guerra del Vietnam, ma sull' America, un appassionato ritratto degli anni Settanta negli USA, che fonde commozione e crudeltà per risultare in alcune sequenze estremamente straziante.
Cimino non vuole raccontare la guerra del Vietnam, ma la sconfittta e il tormento dovuto ad essa. Il film si può quasi dividere in emblematici ed allegorici episodi come la caccia, il matrimonio e la guerra, e il filo conduttore è dato da questo gruppo di amici interpretato da un grade cast tra cui emerge uno straordinario Christopher Walken.
Molte le sequenze indimenticabili: Robert De Niro che non riesce ada abbattere il cervo, Christopher Walken che per l'ultima volta gioca alla roulette "in duello contro sè stesso e con il nemico, contro la parte maledetta propria e di un'intera società" (Volpi), e infine la scena del funerale quando gli amici intonano "God Bless America", nella ricerca della speranza di un futuro migliore.
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Un film non sulla guerra del Vietnam, ma sull' America, un appassionato ritratto degli anni Settanta negli USA, che fonde commozione e crudeltà per risultare in alcune sequenze estremamente straziante.
Cimino non vuole raccontare la guerra del Vietnam, ma la sconfittta e il tormento dovuto ad essa. Il film si può quasi dividere in emblematici ed allegorici episodi come la caccia, il matrimonio e la guerra, e il filo conduttore è dato da questo gruppo di amici interpretato da un grade cast tra cui emerge uno straordinario Christopher Walken.
Molte le sequenze indimenticabili: Robert De Niro che non riesce ada abbattere il cervo, Christopher Walken che per l'ultima volta gioca alla roulette "in duello contro sè stesso e con il nemico, contro la parte maledetta propria e di un'intera società" (Volpi), e infine la scena del funerale quando gli amici intonano "God Bless America", nella ricerca della speranza di un futuro migliore.
Vincitore di 5 meritatissimi Oscar: Miglior Film, Miglior Regista, Miglior Attore non Protagonista (Christopher Walken), Montaggio e Sonoro.
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taniamarina
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giovedì 14 maggio 2009
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spiazzanti film e musiche
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Cimino non ha pietà. Anche se de Niro è bravissimo nela sua parte, l'interpretazione di Christopher Walken è semplicemente mozzafiato, ed è un peccato che non riuscirà più a fare un film degno della sua recitazione. Questo è un film che mutila l'anima, mette a nudo le contraddizioni e le realtà intollerabili della guerra, sfumando in una malinconia che fa male, supportata dalla Cavatina di Meyers, una chitarra classica che sintetizza con lirismo dolorosissimo il valore di un film che deve essere visto. Clicca Taniamarina su google :)
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(di karlettinos)
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renato corriero
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domenica 22 marzo 2009
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un bellissimo film sulla guerra nel vietnam!
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La prima parte si apre con un matrimonio ed il ballo (una delle pochissime volte in cui ho trovato delle sequenze troppo lunghe,io che amo le versioni integrali!) e mi ricordava un po'"Il padrino", aiuiato forse anche dalla presenza di John Cazale. Questa parte rappresenta la spensieratezza che si cerca di avere prima di partire per una guerra, i protagonisti, almeno a parole, si sentivano abbastanza sicuri di ritornare! Poi la caccia al cervo, e nonostante la pretesa lealtà di De Niro nei confronti degli animali,lo sguardo del cervo colpito a morte è veramente impressionante e terribile, di condanna! Quasi a predire l'ambiente di morte e violenza a cui poi sarebbero andati incontro. Nella successiva caccia al cervo che De Niro farà durante la licenza, lascerà sopravvivere un bellissiomo c
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La prima parte si apre con un matrimonio ed il ballo (una delle pochissime volte in cui ho trovato delle sequenze troppo lunghe,io che amo le versioni integrali!) e mi ricordava un po'"Il padrino", aiuiato forse anche dalla presenza di John Cazale. Questa parte rappresenta la spensieratezza che si cerca di avere prima di partire per una guerra, i protagonisti, almeno a parole, si sentivano abbastanza sicuri di ritornare! Poi la caccia al cervo, e nonostante la pretesa lealtà di De Niro nei confronti degli animali,lo sguardo del cervo colpito a morte è veramente impressionante e terribile, di condanna! Quasi a predire l'ambiente di morte e violenza a cui poi sarebbero andati incontro. Nella successiva caccia al cervo che De Niro farà durante la licenza, lascerà sopravvivere un bellissiomo cervo, forse per la maestosa bellezza dell'animale e forse anche per il troppo contatto con la morte durante la guerra! Nelle scene di guerra vi sono sequenze terribili, vedi ad asempio quella famiglia nascosta in una buca sotto una porta in un villaggio incendiato alla quale un soldato che sembrava ormai impazzito butta una bomba! E poi la prigionia in cui si può chiaramente capire perchè la maggioranza dei soldati americani tornati dal Vietnam non sono più stati quelli di prima! E Nick ne è l'esempio più classico: prima di partire per la guerra implora l'amico di riportarlo nel suo paese che diceva di amare e poi rimane quasi disperso in Vietnam giocando nelle peggiori bettole il più rischioso gioco che possa esistere: "la roulette russa", per guadagnare del denaro che forse lui stesso non aveva più nemmeno le idee chiare di come avrebbe potuto spendere (ne manderà una parte all'amico rimasto invalido)!
Alla fine, perso il desiderio di tornare a casa e tutto preso da quel gioco ci lascerà la pelle ed al suo amico che era andato a prenderlo, mantenedo la promessa, non resterà che riportarlo a casa in una bara! Anche se nonstante la guerra sembra più un film sulle vicende personali dei tre protagonisti, il film fa vedere chiaramente quanto si stata terribile la guerra del Vietnam oltre che ovviamente per i poveri Vietnamiti, anche per gli Americani che sono stati mandati a combatterla! Molto significativa e reale è la frase che De Niro dice a Meryl Streep durante la licenza: "Nessuno di noi sarà più come prima!"
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drake
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mercoledì 11 marzo 2009
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una scempiaggine!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Capolavoro sì,ma di comicità!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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(di marvelman (quello vero!))
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(di princifiume)
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(di isin89)
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giordano colombo
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domenica 8 febbraio 2009
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il cacciatore
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Amicizia, dolore e sopravvivenza in questo capolavoro di Michael Cimino.
Le avventure di Michael Vronsky(Robert De Niro), Steven (John Savage) e Nick(Christopher Walken) rappresentano l'amicizia.
Il Vietnam, la morte di Nick e le gambe mutilate di Steven rappresentano il dolore.
Il ritorno di Michael dal Vietnam rappresenta la sopravvivenza.
Tre nomi per analizzare questo film di guerra.
Grande regia e grandi attori, con De Niro già famoso per: Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno. Il padrino - Parte II. Taxi Driver. New York New York.
Walken già famoso per: Io e Annie.
E Meryl Streep già famosa per: Giulia.
Il premio oscar è andato a Christopher Walken.
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