peppe97
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martedì 1 febbraio 2011
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le imprese del dottor "frankestin"
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Una pellicola del tutto da ridere,con un Mel Brooks che diverte anche da dietro la cinepresa e fa sì che anche i più seri riescano a sbellicarsi dalle risate.Di certo si capisce lontano un miglio che questa è una storia alquanto fantasticata sul dottor frankstein ma,comunque si riesce lo stesso a comprendere la trama e il fine.Cosa dirvi più!?
A tutti quanti consiglio di vederlo e rivederlo!!!!!!!
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marco petrini
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martedì 15 settembre 2015
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grandissimo
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E' diventato un cult: molte sue scene sono ricordate e scimmiottate in altri film o telefilm venuti negli anni a seguire. Girato in un modo stupendo, valorizzato da un bellissimo bianco e nero, è il capolavoro assoluto, almeno fino ad oggi, per Mel Brooks. Gene Wilder e Marty Feldman regalano gags che sono diventate proverbiali.
Film eccelso!
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alex62
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domenica 4 settembre 2016
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la commedia perfetta
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Mary Shelley scrisse Frankestein per una scommessa disputata in casa del poeta George Byron, sul Lago Lemano, a causa delle piogge insistenti e della noia. L'argomento della scommessa fu la scrittura di un romanzo nero. Quello fu l'atto di nascita della fantascienza e del romanzo “gotico”. Una donna, peraltro la moglie del celeberrimo poeta Percy Shelley, al quale si dichiarò non tributaria di alcun consiglio o contributo all'ideazione della storia, creò una leggenda che solletica le più recondite e oscure pretese di farsi Dio da parte dell'uomo: la riviviscenza. Riportare in vita ciò che è morto…e sepolto.
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Mary Shelley scrisse Frankestein per una scommessa disputata in casa del poeta George Byron, sul Lago Lemano, a causa delle piogge insistenti e della noia. L'argomento della scommessa fu la scrittura di un romanzo nero. Quello fu l'atto di nascita della fantascienza e del romanzo “gotico”. Una donna, peraltro la moglie del celeberrimo poeta Percy Shelley, al quale si dichiarò non tributaria di alcun consiglio o contributo all'ideazione della storia, creò una leggenda che solletica le più recondite e oscure pretese di farsi Dio da parte dell'uomo: la riviviscenza. Riportare in vita ciò che è morto…e sepolto. La sfida fu portata a termine solo dalla “madre di Frankestein” con un successo che non ha mai conosciuto oscurità.
Mel Brooks, regista yddish mediocre, che trovò con questo film il suo più grande (forse veramente unico) successo, insieme con la star Gene Wilder si accinsero a scrivere la più potente parodia che sia mai approdata al cinema. Probabilmente il grande merito di una sceneggiatura perfetta è da attribuire in gran parte a Gene Wilder. Ma questo non è l'unico aspetto sublime di questa commedia raffinatissima, dialoghi scoppiettanti, mai banali o volgari, una comicità di situazione alla Feydeau, un cast di attori inarrivabile: Gene Wilder in grande spolvero; Marty Feldman, lo sfortunato genio comico inglese; Teri Garr, assolutamente perfetta; Gene Hackman, cosa dire di questo pluripremiato, geniale attore americano? Semplicemente irripetibile nel ruolo dell'anacoreta cieco e nostalgico di compagnia…e tutti gli altri, nessuno escluso.
La vicenda è talmente nota che molti, ancora oggi, la ricordano praticamente a memoria, così come molte battute del film sono entrate nel gergo comune delle ultime tre generazioni…“rimetta a posto la candela”, “lupo ululì lupo ululà”, il nitrito dei cavalli ogni volta che viene pronunciato il nome della governante ed ex-amante del barone von Frankenstein, frau Blucher e tanti altri.
Se siete affranti, se avete avuto una giornata no, godetevi questo piccolo capolavoro in lingua originale e dimenticherete per incanto tutti i vostri dissapori, per regalarvi un'ora e quarantacinque minuti di ottimo buonuomore.
Il film uscì in sala nel 1974, con un budget di 3 milioni di dollari, incassandone nei soli USA 83.
Da allora in poi un successo senza tempo.
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marychan
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martedì 14 febbraio 2017
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un film che dà dipendenza
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Quando si vede per la prima volta non si sa cosa aspettarsi da un film scritto da Gene Wilder e diretto da Mel Brooks... In bianco e nero a metà anni ottanta! Ma da lì si insinua nella mente dello spettatore, che in men che non si dica si ritrova a vederlo in un loop infinito, snocciolando e riscrivendo battute del film anche a casa e al lavoro, della serie "taffettà amore" oppure "si pronuncia Aigor". Alcune battute rendono meglio in inglese, come l'intraducibile "werewolf", lupo mannaro, bel gioco di parole con "where wolf", mentre nella versione italiana è diventato un meno incisivo "lupululà". Una comicità unica, con un incredibile self-control, che si mescola alla perfezione con l'atmosfera gotica degna di un film dell'orrore.
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Quando si vede per la prima volta non si sa cosa aspettarsi da un film scritto da Gene Wilder e diretto da Mel Brooks... In bianco e nero a metà anni ottanta! Ma da lì si insinua nella mente dello spettatore, che in men che non si dica si ritrova a vederlo in un loop infinito, snocciolando e riscrivendo battute del film anche a casa e al lavoro, della serie "taffettà amore" oppure "si pronuncia Aigor". Alcune battute rendono meglio in inglese, come l'intraducibile "werewolf", lupo mannaro, bel gioco di parole con "where wolf", mentre nella versione italiana è diventato un meno incisivo "lupululà". Una comicità unica, con un incredibile self-control, che si mescola alla perfezione con l'atmosfera gotica degna di un film dell'orrore. Incommensurabili Marty Feldman e Gene Wilder, non si può fare a meno di ridere solo a guardarli, senza dimenticare la geniale Madeleine Kahn( e, devo dire, tanto di cappello anche alla sua doppiatrice italiana). Una delle versioni di Frankenstein che rimarrà nella storia, anche la stessa Mary Shelley approverebbe. Ringraziamo i grandi Wilder e Brooks per questo dono all'umanità.
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alejazz
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martedì 23 aprile 2019
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la versione ironica di un celebre film e romanzo
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Il dottor Frankenstein junior (Gene Wilder) è un noto e stimato professore universitario e neurochirurgo che dedica la propria vita alla medicina e all’insegnamento allontanando tutto il suo passato, sopratutto quello legato a suo nonno e ai suoi esperimenti. Ma un giorno, costretto ad andare in Transilvania per ritirare il testamento del suo predecessore, il dottor Frankenstein si lascia attirare dal laboratorio segreto del nonno e quindi a valutare l’idea di riprovare gli esperimenti sulle creature morte. Tutto questo grazie alla complicità della signora Frau Blucher e dei suoi assistenti, il gobbo Igor (Marty Feldman) e Inga (Teri Garr).
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Il dottor Frankenstein junior (Gene Wilder) è un noto e stimato professore universitario e neurochirurgo che dedica la propria vita alla medicina e all’insegnamento allontanando tutto il suo passato, sopratutto quello legato a suo nonno e ai suoi esperimenti. Ma un giorno, costretto ad andare in Transilvania per ritirare il testamento del suo predecessore, il dottor Frankenstein si lascia attirare dal laboratorio segreto del nonno e quindi a valutare l’idea di riprovare gli esperimenti sulle creature morte. Tutto questo grazie alla complicità della signora Frau Blucher e dei suoi assistenti, il gobbo Igor (Marty Feldman) e Inga (Teri Garr).
Mel Brooks è un maestro delle parodie fatte da ironia e sarcasmo. “Frankenstein junior” ne è la prova; il successo del film sta proprio nel riprendere la trama originale e arricchirla di aspetti grotteschi che riescono a strappare più di un sorriso. Il regista si avvale anche di un cast valido capitanato dal bravo Gene Wilder che fa coppia con Feldman, l’uomo dagli occhi naturalmente storti. I due attori, per questa pellicola, interpretano i rispettivi personaggi che si completano a vicenda.
Entrando più nel vivo dell’analisi, non passa inosservata l’espressività adottata da Gene Wilder resa evidente grazie al buon doppiaggio italiano; ogni frase da lui pronunciata è scandita attentamente come se seguisse i rintocchi di una campana.
Infine, giudizio positivo anche per la fotografia: rigorosamente in bianco e nero senza mai trascurare ogni particolare di ciascuna scena.
Consigliato: Sì a tutti
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mikorlandi
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martedì 1 febbraio 2011
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blucher!!!
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A dicembre arriverò a sessant'anni ed il film l'ho visto e rivisto tantissime volte, sempre con un gusto enorme.
Ed ogni volta la mente ed i ricordi ritornano alla primavera-estate del 1975 quando, quale allievo di Cavalleria a Caserta alla allora Scuola Truppe Meccanizzate e Corazzate, frequentavo il Corso Allievi Ufficiali. Sotto naja era normale abitudine chiamarsi sempre ad alta voce e potete solo immaginare cosa succedeva tutte le volte che veniva chiamato un compagno di corso, che di cognome faceva Stallone. Esattamente come avviene nel film per Frau Blucher. E questo per circa sei mesi; chissà se noi del "Bricchetto" (così si chiamava l'ottavo squadrone allievi) abbiamo diritto a qualche royalty per la battuta o se ci dobbiamo solamente divertire al pensiero che un grande come Mel Brooks ci ha copiati!
Scherzi a parte (e con grandissima stima per l'amico vittima delle nostre bonarie giovanili goliardate), il film è uno di quelli che rimangono nella storia del cinema come miniera di battute fulminanti.
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A dicembre arriverò a sessant'anni ed il film l'ho visto e rivisto tantissime volte, sempre con un gusto enorme.
Ed ogni volta la mente ed i ricordi ritornano alla primavera-estate del 1975 quando, quale allievo di Cavalleria a Caserta alla allora Scuola Truppe Meccanizzate e Corazzate, frequentavo il Corso Allievi Ufficiali. Sotto naja era normale abitudine chiamarsi sempre ad alta voce e potete solo immaginare cosa succedeva tutte le volte che veniva chiamato un compagno di corso, che di cognome faceva Stallone. Esattamente come avviene nel film per Frau Blucher. E questo per circa sei mesi; chissà se noi del "Bricchetto" (così si chiamava l'ottavo squadrone allievi) abbiamo diritto a qualche royalty per la battuta o se ci dobbiamo solamente divertire al pensiero che un grande come Mel Brooks ci ha copiati!
Scherzi a parte (e con grandissima stima per l'amico vittima delle nostre bonarie giovanili goliardate), il film è uno di quelli che rimangono nella storia del cinema come miniera di battute fulminanti. Basta andare su youube a cercare "lupo ulula" e "Frau Blucher"; oppure nella vita quante volte capita di dire "E' lei il padrone!" o di sentire "adesso si dice così". Ad esempio, ricordate più di dieci anni fa la pubblicità di Intesa B.C.I. (Banca Commerciale Italiana) pronunciata Intesa Bi Si Ai? Forse quelli che hanno ideato lo slogan non conoscevano Aigor e ed il dottor Frankenstine.
Detto questo, non mi resta che augurare a tutti buon divertimento.
Mikorlandi
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(di mikorlandi)
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t.lavitz
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martedì 1 febbraio 2011
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film che restano
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Anno millenovecentosettantacinque, sabato sera, chiedo ai miei genitori di accompagnarmi al cinema “Verdi” per vedere un film che si intitola “Frankenstein Junior”. Mi guardano con la faccia di chi non ne ha proprio voglia di sorbirsi un film-giocattolo ma, consapevoli che sarà uno degli ultimi sabato sera che potranno passare insieme al figlio che sta crescendo e presto sceglierà altre compagnie, recitano che è una meraviglia e mi accontentano. Così entro nel cinema, mi posiziono tra mamma e papà (babbo), e aspetto l’inizio della proiezione, che arriva. Bianconero? Boh, non lo sapevo. Uffa però, non ho voglia di vedere un film in bianco e nero. Ora, il Prof. Frankestein esegue una dimostrazione su un volontario presso l’Università in cui esercita.
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Anno millenovecentosettantacinque, sabato sera, chiedo ai miei genitori di accompagnarmi al cinema “Verdi” per vedere un film che si intitola “Frankenstein Junior”. Mi guardano con la faccia di chi non ne ha proprio voglia di sorbirsi un film-giocattolo ma, consapevoli che sarà uno degli ultimi sabato sera che potranno passare insieme al figlio che sta crescendo e presto sceglierà altre compagnie, recitano che è una meraviglia e mi accontentano. Così entro nel cinema, mi posiziono tra mamma e papà (babbo), e aspetto l’inizio della proiezione, che arriva. Bianconero? Boh, non lo sapevo. Uffa però, non ho voglia di vedere un film in bianco e nero. Ora, il Prof. Frankestein esegue una dimostrazione su un volontario presso l’Università in cui esercita. Ma perché non fa paura? Anzi, c’è qualcuno in sala che sembra abbia preso il tutto in maniera un po’ ilare. Mah, voglio capire meglio. Si è appena fermato il treno in una stazione della Transilvania. Nebbia, nessuno in giro, un rumore di qualcosa che striscia cresce sempre di più. Ecco, ci siamo, arriva il mostro. Ma cos’è? Ma che faccia ha? Cosa ha detto? Per scendere le scale, si aiuti con questo? Che bello essere andati a vedere il film sbagliato quella sera.
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manuezozz�
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sabato 23 luglio 2016
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quarantadue, ma non li dimostra-
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Il professor Frederick Von Frankenstein (lui pretende che lo si pronunci "Frankenstin") afferma che il lavoro e le scoperte del suo illustre nonno sono solo "cacca"; ma un cofanetto, un'eredità ed un viaggio nei luoghi teatro degli esperimenti del Barone lo faranno ricredere. A nostra memoria - e non siamo certo nati ieri - non esiste, nel panorama cinematografico mondiale, una parodia più riuscita. Al di là della "trovata" del bianco e nero e delle virtù registiche di Mel Brooks, il film non sbaglia un colpo ed è un regolare susseguirsi di gag spassose - alcune ormai entrate a pieno titolo nella storia del cinema - talvolta permeate da una leggera ed elegante volgarità che non disturba.
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Il professor Frederick Von Frankenstein (lui pretende che lo si pronunci "Frankenstin") afferma che il lavoro e le scoperte del suo illustre nonno sono solo "cacca"; ma un cofanetto, un'eredità ed un viaggio nei luoghi teatro degli esperimenti del Barone lo faranno ricredere. A nostra memoria - e non siamo certo nati ieri - non esiste, nel panorama cinematografico mondiale, una parodia più riuscita. Al di là della "trovata" del bianco e nero e delle virtù registiche di Mel Brooks, il film non sbaglia un colpo ed è un regolare susseguirsi di gag spassose - alcune ormai entrate a pieno titolo nella storia del cinema - talvolta permeate da una leggera ed elegante volgarità che non disturba. Azzeccatissimo il cast: un allucinato Gene Wilder è Frederick, Marty Feldman è lo spassosissimo maggiordomo Igor (con la gobba mobile), Madeline Kahn è l'equivoca fidanzata del protagonista, Peter Boyle è un elegante mostro e la splendida Teri Garr - futura nominata all'Oscar per l'interpretazione in Tootsie e che lotta da anni contro la sclerosi multipla - è la procace assistente Inga. Il tutto, condito dalla felice colonna sonora di John Morris, per due ore di divertimento allo stato puro e che, a distanza di quarantadue anni e dopo innumerevoli visioni, non cessa mai di divertire e di consentirci - cosa di cui tutti, oggi, abbiamo particolarmente bisogno - di farci quattro grasse risate.
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jacopo b98
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sabato 20 luglio 2013
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il miglior brooks di sempre!
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Il dottor Frankenstein (Wilder), che lui dice pronunciarsi Frankenstin, torna nella terra dei suoi antenati: la Transilvania. Lì trova un gruppo di dipendenti del castello di famiglia, il gobbo Igor (Feldman), la bionda assistente di laboratorio (Garr) e la temibile Fraü Blücher (Leachman). Ritroveranno un antico libro che spiega come riportare in vita i morti e faranno un terribile esperimento. Parodia a trecentosessanta gradi dei film horror e di fantasia, interpretata da un cast di attori impeccabili e condita da alcuni dialoghi geniali. È sicuramente il capolavoro di Brooks che lo ha scritto insieme a Wilder, ricchissimo di citazioni e fotografato in uno splendido bianco e nero, mai volgare resta uno dei più grandi esempi di comicità al cinema.
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Il dottor Frankenstein (Wilder), che lui dice pronunciarsi Frankenstin, torna nella terra dei suoi antenati: la Transilvania. Lì trova un gruppo di dipendenti del castello di famiglia, il gobbo Igor (Feldman), la bionda assistente di laboratorio (Garr) e la temibile Fraü Blücher (Leachman). Ritroveranno un antico libro che spiega come riportare in vita i morti e faranno un terribile esperimento. Parodia a trecentosessanta gradi dei film horror e di fantasia, interpretata da un cast di attori impeccabili e condita da alcuni dialoghi geniali. È sicuramente il capolavoro di Brooks che lo ha scritto insieme a Wilder, ricchissimo di citazioni e fotografato in uno splendido bianco e nero, mai volgare resta uno dei più grandi esempi di comicità al cinema. Magnifiche le esagerate scenografie settecentesche. Memorabili gli attori, su tutti Feldman, con la mitica gobba che si muove.
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peppe97
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domenica 6 febbraio 2011
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una pellicola "da parodia classica"
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Seriamente ironica questo classico parodiato.Infatti con esso si può parlare di un film culto a sfondo ridicolo.Dopo averlo visto mi venne l'aquolina in bocca di rivederlo,grazie anche alla comicità del cast,ma anche alla travolgente curiosità che il regista,Brooks,ci offre.Io,quindi,lo considererei una commedia fantastica ed immortale perchè sicuramente nel tempo non verrà dimenticato.Da vedere,ovviamente,ed io consiglio di rivderlo nel migliore dei modi.
(Buona visione/risate!)
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