Giù la testa

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m.raffaele92 sabato 2 novembre 2013
capolavoro di leone: un film elegiaco Valutazione 4 stelle su cinque
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 A lungo erroneamente considerato un Leone minore, questo film non ha invece nulla da invidiare ai grandi capolavori del regista nostrano.
Un’opera monumentale, ma soprattutto un film fortemente politico (come dimostra fin da subito la citazione di Mao Tse-tung all’inizio), che in questo si differenzia in parte dai precedenti western di Leone.
Già nei primi 15/20 minuti assistiamo a una sequenza geniale, che mostra attraverso primissimi piani di bocche e occhi le differenze sociali e culturali tra i peones rivoluzionari e i ricchi.
Nell’assenza di tempi morti o di una qualsiasi caduta di ritmo, e grazie invece alla presenza di più di un tocco di ironia, trascorrono due ore e mezza dove il regista sviluppa in maniera magistrale svariati temi importanti quali l’amicizia, nonché l’oppressione di un popolo afflitto e dilaniato da una situazione politica fatta di inganni (le false promesse del governatore Jaime “mostrate” attraverso i manifesti affissi sulle mura delle piazze) e crudeltà. [+]

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ennibal lunedì 19 agosto 2013
dov'è il western? Valutazione 5 stelle su cinque
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Il film è bellissimo, è un capolavoro. L'unica cosa che non ho mai capito ... è perché mai gli sia stata appiccicata l'etichetta di "western"! Non ci sono indiani, né cowboys, né la frontiera: tutti elementi che caratterizzano e definiscono il genere western (cfr. anche Wikipedia al riguardo). L'unico elemento "western" (occidentale) è la collocazione, in Messico, che appunto si trova "ad occidente", il che mi pare un po' pochino per classificarlo come western... Per il resto, è un film sulla rivoluzione messicana, punto. Allora anche "Viva Zapata" è un western? Suvvia, siamo seri! E pensare che mi ero sempre rifiutato di vederlo proprio perché era presentato come western, genere che non apprezzo (con pochissime eccezioni), finché un amico mi ha convinto a vederlo. [+]

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filippo catani sabato 10 agosto 2013
il western e le rivoluzioni Valutazione 5 stelle su cinque
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Durante la sollevazione messicana guidata da Zapata e Pancho Villa un bandito fa la conoscenza con un ex militante dell'IRA esperto di esplosivi. Il capobanda, intuite le possibilità della dinamite, propone all'irlandese di svuotare la banca di Mesa Verde. I due però si ritroveranno nel pieno della rivoluzione.
Per capire il genere di film al quale si sta andando incontro non occorre aspettare molto; nemmeno il tempo di partire che la pellicola ci consegna il pensiero di Mao sulla rivoluzione che non essendo un pranzo di gala o una festa letteraria si connota per essere un atto violento. La rivoluzione è sicuramente il tema guida del film ma è sviluppato in maniera ora ironica e leggera ora più intensa quando entrano in scena i due protagonisti. [+]

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juan leòn domenica 17 giugno 2012
sorprendente Valutazione 5 stelle su cinque
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Un film diverso dai Western di Sergio Leone, un western che non è solo western ma che vuole raccontare il dramma della rivoluzione. Un film molto attuale date le rivoluzioni in corso. Un film che racconta la storia di un'amicizia eroica nata da due antieroi per eccellenza. Romolo Valli antieroe improvvisamente ritornato eroe,la strana ironia della sorte di una guerra che trasforma comuni mortali in improvvisi capi di bestiame. Il bestiame è pur sempre il povero popolo. Eccellenti Coburn e Steiger, eccentrico e istrionico Morricone. Paesaggi da sogno, bui malinconici, dinamici compagna di vita e di morte di Coburn. Il film merita di essere visto, grande regista.

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brando fioravanti mercoledì 28 marzo 2012
il miglior film di leone Valutazione 5 stelle su cinque
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I film di Sergio Leone sono sempre stati apprezzati per il suo grande stile, ma considerati banali nella trama. Lui stesso riconosceva un certo infantilismo. il mito è nato nell'antica Grecia, oggi la vita vista dai greci è paragonata alla visione del mondo dei bambini. Ma anche i grandi possono emozionarsi e tornare bambini. Il Film più difficile da girare e meno amato dal regista è Giu la testa. Questo perchè si va incontro ad una maturità assente in tutte le sue opere. Qui la violenza non è solo spettacolare, ma serve a rappresentare un complicato periodo storico. Ci sono anche molte riflessioni sulla rivoluzione. Serve davvero questo massacro a far cambiare le sorti di un paese? Quando si impara ad usare la dinamite si credono tante cose, ma si finisce per divenire solo uomini violenti e sensa un futuro. [+]

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gianni lucini giovedì 15 settembre 2011
il western più politico di leone Valutazione 5 stelle su cinque
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Giù la testa è considerato il western di maggior impegno politico diretto da Sergio Leone in tutta la sua carriera. La citazione di Mao, le letture di Bakunin da parte di Sean, l’impianto narrativo, i dialoghi, tutto concorre a farne una sorta di riflessione sul Sessantotto, i suoi miti e i rischi insiti in ogni ideologia. In realtà, però, non è in assoluto la più forte e schierata pellicola politica del regista. Sergio Leone infatti, l’anno prima dell’uscita nelle sale di Giù la testa, firma con Tinto Brass, Cesare Zavattini, Luigi Magni, Ugo Pirro, Mario Monicelli, Valerio Zurlini, Nelo Risi, Luchino Visconti, Elio Petri e Nanni Loy il lungometraggio 12 dicembre, un documentario di controinformazione sulla Strage di Piazza Fontana. [+]

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gianni lucini giovedì 15 settembre 2011
l’ultimo western diretto da sergio leone Valutazione 5 stelle su cinque
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All’inizio degli anni Settanta, dopo C’era una volta il West, Sergio Leone ha deciso di chiudere con il genere western e sta lavorando al progetto di C’era una volta in America. In quel periodo lavora anche a Giù la testa, ma nelle sue intenzioni è poco più di un soggetto destinato ad altri, primi tra tutti il suo assistente Giancarlo Santi o lo statunitense d’origini russe Peter Bogdanovich, preferito dai distributori d’oltreoceano. La situazione comincia a modificarsi quando nessun produttore sembra intenzionato a investire su C’era una volta in America e Sergio Leone comincia a farsi tentare dall’idea di mettersi in gioco direttamente. [+]

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gianni lucini giovedì 15 settembre 2011
antieroi nella rivoluzione Valutazione 5 stelle su cinque
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«La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una cena letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza». La frase di Mao appare sullo schermo nero prima dell’inizio della storia e fornisce allo spettatore una guida preziosa per interpretare l’incontro con gli eventi. E quando inizia la storia con Juan Miranda sbeffeggiato dai rappresentanti delle classi dominanti che lo credono un innocuo e miserabile peone, si capisce al volo che il regista sta dalla parte della rivoluzione, anche se non rinuncia a guardarla con l’occhio critico dei suoi antieroi. [+]

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jack tanner venerdì 24 dicembre 2010
la rivoluzione non è un pranzo di gala Valutazione 4 stelle su cinque
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andrea b domenica 21 novembre 2010
giù la testa Valutazione 4 stelle su cinque
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Un irlandese esperto di esplosivi si unisce ad un rozzo bandito per rapinare una banca ma si troveranno a combattere con i rivoltosi di Villa e Zapata.Una pregevole colonna sonora del grande Ennio Morricone aiuta e non poco lo sviluppo di una trama che non ha nulla di banale.All' inizio questo western sembra quasi ironico nella sua parte iniziale ma,soprattutto nella seconda,tocca i temi più scottanti dell' epoca e allo stesso tempo dei giorni nostri.Si susseguono grandi scene di storia cinematografica con una recitazione ottima da parte di James Coburn che dimostra di essere uno dei migliori attori di questo genere.Il finale ci lascia con una grande malinconia.Meritato il David di Donatello.

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