josef
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mercoledì 23 gennaio 2008
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"la rivoluzione non è un pranzo di gala..."
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Messico, anni '10. Juan Miranda è un bandito che, fingendosi autostoppista, depreda, assieme alla sua famiglia, le carrozze dei ricchi. Dopo aver depredato una di queste, nella quale c'era anche un imprenditore americano, incontra Sean Mallory, dinamitardo irlandese, già combattente dell'IRA. Juan tenta di convincerlo ad unirsi a lui per rapinare la banca della città di Mesa Verde. Apparentemente convinto da Juan a farsi rapinatore, Sean lo conduce dal dottor Villega, capo locale dei ribelli zapatisti, che progetta di liberare Mesa Verde occupando tutti i suoi punti strategici (la caserma, la banca ecc.). A Juan e a Sean tocca proprio quest'ultima. Juan, dopo aver ucciso tutti i soldati che facevano la guardia, scopre che in realtà la banca è una prigione segreta per i rivoluzionari.
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Messico, anni '10. Juan Miranda è un bandito che, fingendosi autostoppista, depreda, assieme alla sua famiglia, le carrozze dei ricchi. Dopo aver depredato una di queste, nella quale c'era anche un imprenditore americano, incontra Sean Mallory, dinamitardo irlandese, già combattente dell'IRA. Juan tenta di convincerlo ad unirsi a lui per rapinare la banca della città di Mesa Verde. Apparentemente convinto da Juan a farsi rapinatore, Sean lo conduce dal dottor Villega, capo locale dei ribelli zapatisti, che progetta di liberare Mesa Verde occupando tutti i suoi punti strategici (la caserma, la banca ecc.). A Juan e a Sean tocca proprio quest'ultima. Juan, dopo aver ucciso tutti i soldati che facevano la guardia, scopre che in realtà la banca è una prigione segreta per i rivoluzionari...
Storia di un bandito che, suo malgrado, diventa eroe della rivoluzione. Juan, però, non rappresenta certo la purezza rivoluzionaria (la sua natura di bandito emerge di tanto in tanto e tenta ancora di convincere Sean, senza successo, di darsi al banditismo), e non è nemmeno interessato a fare carriera (dopo aver compiuto gesta eroiche, quando Sean gli dice "ti faranno generale", Juan gli risponde "che me ne frega"). Egli è semplicemente mosso da un certo disgusto per l'ordine sociale di allora e per l'affarismo degli imprenditori stranieri e non. Non crede però realmente alla rivoluzione, in quanto dice che "alla fine non cambia mai niente" perchè, a suo avviso, i capi "parlano e mangiano". E di ciò riuscirà a convincere anche Sean. Concludo con la frase iniziale del film, che aiuta a capire il film: "La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una cena letteraria, la rivoluzione è un atto di violenza".
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paolomiki
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martedì 15 gennaio 2008
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ennio grazie! firmato sergio!
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le musiche dei film di Leone sono da sempre il condimento fondamentale diciamo la ricetta segreta del successo.Leone ammetiamolo è sopravvalutato e i suoi tifosi sono degli ultrà irriducibili.Ogni suo film sono pronti a definirlo come il capolavoro assoluto,il più bel film di sempre,la storia del cinema ecc.Non nascondo che in gioventù anch'io c'ero cascato,ero diventato un fan di Leone e guai a chi me lo toccava.La colonna sonora di "Giù la testa" imperversava nelle prime radio libere di allora ed io come gli altri mi estasiavo ad ascoltarla.Questo film non mi stancherei mai di guardarlo,è bellissimo anche divertente per certi aspetti ma..........Proviamo a immaginare Giù la testa con un'altra colonna sonora.
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le musiche dei film di Leone sono da sempre il condimento fondamentale diciamo la ricetta segreta del successo.Leone ammetiamolo è sopravvalutato e i suoi tifosi sono degli ultrà irriducibili.Ogni suo film sono pronti a definirlo come il capolavoro assoluto,il più bel film di sempre,la storia del cinema ecc.Non nascondo che in gioventù anch'io c'ero cascato,ero diventato un fan di Leone e guai a chi me lo toccava.La colonna sonora di "Giù la testa" imperversava nelle prime radio libere di allora ed io come gli altri mi estasiavo ad ascoltarla.Questo film non mi stancherei mai di guardarlo,è bellissimo anche divertente per certi aspetti ma..........Proviamo a immaginare Giù la testa con un'altra colonna sonora.....magari senza quella melodia incantevole.Provate!
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[+] non e sopravvalutato...
(di ciceruacchio 70)
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serpico
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venerdì 11 maggio 2007
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colonna sonora
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ma la colonna sonora di c' era una volta il west non è uguale a quella di giu la testa. cambia solo il tono? ditemi voi. pero stupenda. risp
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nathan
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sabato 17 febbraio 2007
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una grande storia d'amore e di morte
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Questo film secondo me segna il passaggio tra il primo Leone,quello iventivo,barocco,ironico,della trilogia del dollaro,e il secondo Leone,quello riflessivo,malinconico,di C'era una volta in America (ed è un peccato che Leone sia morto prima delle riprese del film sull'assedio di Stalingrado...).Questo film è diviso chiaramente in due parti che rispecchiano la summenzionata divisione.Si passa dalle scaramuccie e i litigi alle fucilazioni di massa,dove emerge l'antimilitarismo del regista.Personalmente io preferisco il primo Leone,quello della trilogia,ma tuttavia ritengo Giù la testa di gran lunga superiore a C'era una volta in America.Le due anime di Leone si trovano qui in un connubio che viene sempre mantenuto in un difficile equilibrio,la struttura a flash back qui è inarrivabile,la colonna sonora struggente.
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Questo film secondo me segna il passaggio tra il primo Leone,quello iventivo,barocco,ironico,della trilogia del dollaro,e il secondo Leone,quello riflessivo,malinconico,di C'era una volta in America (ed è un peccato che Leone sia morto prima delle riprese del film sull'assedio di Stalingrado...).Questo film è diviso chiaramente in due parti che rispecchiano la summenzionata divisione.Si passa dalle scaramuccie e i litigi alle fucilazioni di massa,dove emerge l'antimilitarismo del regista.Personalmente io preferisco il primo Leone,quello della trilogia,ma tuttavia ritengo Giù la testa di gran lunga superiore a C'era una volta in America.Le due anime di Leone si trovano qui in un connubio che viene sempre mantenuto in un difficile equilibrio,la struttura a flash back qui è inarrivabile,la colonna sonora struggente.Ed è bellissima l'evoluzione psicologica dei due personaggi:Juan Miranda da chiassoso ladruncolo a vendicatore triste,Sean da professionista della rivoluzione a disilluso alcolizzato.La trama mostra come il destino di un uomo possa essere influenzato dagli eventi,in Juan Miranda la coscienza di classe all'inizio del film è nascosta,successivamente diventa un eroe per caso e un rivoluzionario per necessità (la necessità di vendicare i suoi figli).Sean invece rappresenta il destino,che coinvolge Juan nella storia;il destino disilluso protagonista della trilogia del dollaro,lo stesso destino che si accompagna alla bellissima storia d'amore e morte che viene rievocata dai flash back.Infine appare per Juan la scritta Giù la testa,il destino della rivoluzione è segnato,il povero è destinato a perdere.
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giovy
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mercoledì 14 febbraio 2007
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un elogio alle colonna sonora
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Questo capolavoro resterà per sempre nella storia del Cinema italiano.
Va anche detto però che le colonne sonore di Morricone sono mitiche e immortali.
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toro
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domenica 28 gennaio 2007
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viva la revoluzion!
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Dopo C'era una volta il West secondo molti genere cosidetto "western"era finito,si era concluso in bellezza un capitolo della storia del cinema,simboleggiato dal lento sbuffare del treno che se ne andava malinconico dall'east alla west coast.
é con Giù la testa che il regista romano riesce però a riaprire questo capitolo,almeno con un'inizio che ha il sapore dei suoi primi film.
Infatti Giu la testa è ambientato nei primi anni del 900' il far west e le conquiste pionieristiche sono ormai concluse,e allora solo il Messico ancora selvaggio puo essere raccontato attraverso le sue contraddizioni dal piu grande regista forse della storia del cinema italiano,che partendo da un western narra,attraverso le vicende della rivoluzione una storia di amicizia fra due personaggi diametralmente opposti come James COburn,che incarna l'eroe del 900,il rivoluzionario ingannato dai suoi stessi ideali e quello interpretato da Rod Steiger,l'eroe del secolo precedente,che ricorda il Brutto dell'omonimo film,ignorante ma furbo come una volpe,che forse più si avvicina allo stereotipo di personaggi che Leone è riuscito a fare amare al suo pubblico che ancora oggi lo ricorda con affetto.
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marco e 91
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sabato 30 dicembre 2006
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avevi ragione tu, fa male prenderlo nel culo
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Un'altro, ennesimo capolavoro di Sergio Leone. Questa volta viene presa la rivoluzione messicana come pretesto per costruire un film fantastico. Musiche da far venire la pelle d'oca per la loro intensità e poesia. James Coburn è fantastico nel ruolo dell'irlandese.
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west
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domenica 3 dicembre 2006
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magnifico
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Molti hanno detto che questo film è fritto e rifritto e che di conseguenza non sa di niente. Io dico solo una cosa: è MAGNIFICO!!!
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cineofilo92
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venerdì 25 agosto 2006
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giù la testa, c******e.
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Giù la testa, oltre ad essere la prova generale di Leone prima del capolavoro C'era una volta in America, è anche un wester piuttosto moderno, riferendoci al periodo storico. Ambientato in messocp durante la rivoluzione, dove già esistevano mitragliatrici, camion, motociclette e composti esplosivi liquidi, emerge una storia che attacca facilmente, diverte e commuove, la fotografia nitida e i pochi effetti speciali (intesi come esplosioni di treni e carrozze) sono puramente artigianali. Come sempre la bizzarra musica di Morriconr contorna lo spettacolo. E poi c'è da notare qualche riferimento alla seconda guerra mondiale e alla fuga del Duce. E poi, quella bizzara carrozza a inizio film, fuori spoglia e dentro vittoriana e spaziosa? Cose da Sergio Leone.
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Giù la testa, oltre ad essere la prova generale di Leone prima del capolavoro C'era una volta in America, è anche un wester piuttosto moderno, riferendoci al periodo storico. Ambientato in messocp durante la rivoluzione, dove già esistevano mitragliatrici, camion, motociclette e composti esplosivi liquidi, emerge una storia che attacca facilmente, diverte e commuove, la fotografia nitida e i pochi effetti speciali (intesi come esplosioni di treni e carrozze) sono puramente artigianali. Come sempre la bizzarra musica di Morriconr contorna lo spettacolo. E poi c'è da notare qualche riferimento alla seconda guerra mondiale e alla fuga del Duce. E poi, quella bizzara carrozza a inizio film, fuori spoglia e dentro vittoriana e spaziosa? Cose da Sergio Leone.
Splendido
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luigim
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venerdì 21 aprile 2006
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...soltanto un western?
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Inizialmente un film che Leone fu costretto a girare soltanto per adempiere ad un contratto, in quanto la casa produttrice (*) non aveva accettato la sceneggiatura di C'era una volta in America (che poi Leone perfezionò e modificò infinite volte fino a quando non riuscì a girarlo come lo voleva e l'aveva sempre desiderato). Poi, a lavoro ultimato, l'ennesimo capolavoro. Purtroppo devo ammettere di non essere del tutto imparziale, da fan sfegatato di questo genio del cinema italiano, leggermente sottovalutato rispetto agli onori che avrebbe meritato in vita e che meriterebbe tuttora dopo la morte. Ma Giù la testa completa un ciclo a dir poco perfettamente simmetrico e a 360° sull'epopea del West.
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Inizialmente un film che Leone fu costretto a girare soltanto per adempiere ad un contratto, in quanto la casa produttrice (*) non aveva accettato la sceneggiatura di C'era una volta in America (che poi Leone perfezionò e modificò infinite volte fino a quando non riuscì a girarlo come lo voleva e l'aveva sempre desiderato). Poi, a lavoro ultimato, l'ennesimo capolavoro. Purtroppo devo ammettere di non essere del tutto imparziale, da fan sfegatato di questo genio del cinema italiano, leggermente sottovalutato rispetto agli onori che avrebbe meritato in vita e che meriterebbe tuttora dopo la morte. Ma Giù la testa completa un ciclo a dir poco perfettamente simmetrico e a 360° sull'epopea del West. Infatti, Sergio Leone, in soli cinque film (molti di meno rispetto a quanti ne ha girati John Ford, considerato il maestro in questo genere), ha trattato tutti gli argomenti e i topoi ricorrenti del genere western (considerando che le guerre contro gli indiani non appartengono all'epopea del Far West): il cacciatore di taglie, il desiderio di vendetta implacabile a distanza di anni, la guerra di Secessione, la caccia al tesoro, i duelli all'ultimo sangue, la rivoluzione dei campesinos, la costruzione della ferrovia come metafora del progresso e quindi della fine dell'epopea stessa. Molto più maturo (ma non per questo più riuscito) delle opere precedenti, Giù la testa è infarcito di un'ideologia politica testimoniata chiaramente dall'aforisma di Mao con cui si apre il film. Inoltre è anche il percorso d'iniziazione di un bandito ignorante ma molto furbo (da antologia il discorso sugli "uomini che leggono i libri" che decidono che le cose devono cambiare e coloro che ci vanno a perdere e poi non avvertono il cambiamento quando c'è sono gli "uomini che non sanno leggere"). Poi, che Ennio Morricone sia un maestro di colonne sonore (come si fa a non premiare tutti i suoi film con l'Oscar!?) già lo sapevamo, ma questo è uno dei rari casi in cui supera veramente se stesso: soltanto lui riesce a dare ai continui flash-back di Sean/John l'intensità che richiedono. Rod Steiger ricorda molto l'Eli Wallach de Il buono, il brutto, il cattivo e non riusciremmo a immaginare nessun'altro nel ruolo di Juan, mentre più che James Coburn (che riprende quella tenebrosa inespressività che tanto piaceva a Sergio Leone e che già era stata appannaggio di Clint Eastwood e Charles Bronson) bisogna elogiare Romolo Valli, perfetto nei panni del dottor Villega, uomo dai forti ideali ma dalla morale non tanto pulita. Insomma, un capolavoro.
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