fabio t.
|
martedì 23 ottobre 2007
|
buon seguito
|
|
|
|
"L'altra faccia del pianeta delle scimmie" non raggiunge certamente l'originalità e la tensione del precedente "Il pianeta delle scimmie", un must della fantascienza lodato da critica e pubblico, ma è da considerarsi davvero un buon seguito con poche idee buone e chiare e una sceneggiatura sobria, seppur suggestiva, che non disdegna di mostrarci un classico e drammatico finale senza lieto fine, degno di un classico film di fantascienza anni settanta. Teoricamente chiuderebbe il cerchio della storia, già autoconcludente, del primo film. Ma la serie continuerà, grazie all'espediente già utilizzato dello squarcio spazio-temporale, motivo per cui considero solo il secondo l'unico seguito accettabile.
[+]
"L'altra faccia del pianeta delle scimmie" non raggiunge certamente l'originalità e la tensione del precedente "Il pianeta delle scimmie", un must della fantascienza lodato da critica e pubblico, ma è da considerarsi davvero un buon seguito con poche idee buone e chiare e una sceneggiatura sobria, seppur suggestiva, che non disdegna di mostrarci un classico e drammatico finale senza lieto fine, degno di un classico film di fantascienza anni settanta. Teoricamente chiuderebbe il cerchio della storia, già autoconcludente, del primo film. Ma la serie continuerà, grazie all'espediente già utilizzato dello squarcio spazio-temporale, motivo per cui considero solo il secondo l'unico seguito accettabile. Quando si esagera, si strafa'. Molto godibile la resa in DVD. Bravo insomma Ted Post.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio t. »
[ - ] lascia un commento a fabio t. »
|
|
d'accordo? |
|
paolp78
|
sabato 5 febbraio 2022
|
sviluppo spiazzante, ma tutto sommato buono
|
|
|
|
Secondo capitolo del ciclo originario di film tratti dal fortunato romanzo “Il pianeta delle scimmie” dello scrittore francese Pierre Boulle, che sarà di ispirazione anche per l’omonimo film di Tim Burton del 2001, remake del primo capitolo di questo primo ciclo, nonché ispirerà anche la serie reboot avviata nel 2011 con “L'alba del pianeta delle scimmie” e seguita ad oggi da altre due pellicole.
Questa pellicola non è all’altezza del primo film della serie, diretto dal grande Franklin J. Schaffner, che poteva contare su dei punti di forza che lo facevano nettamente preferire: su tutti quello di sfruttare a pieno l’effetto sorpresa determinato dal portare per primo sul grande schermo la brillante idea delle scimmie evolute che sta alla base del futuro distopico immaginato da Boulle.
[+]
Secondo capitolo del ciclo originario di film tratti dal fortunato romanzo “Il pianeta delle scimmie” dello scrittore francese Pierre Boulle, che sarà di ispirazione anche per l’omonimo film di Tim Burton del 2001, remake del primo capitolo di questo primo ciclo, nonché ispirerà anche la serie reboot avviata nel 2011 con “L'alba del pianeta delle scimmie” e seguita ad oggi da altre due pellicole.
Questa pellicola non è all’altezza del primo film della serie, diretto dal grande Franklin J. Schaffner, che poteva contare su dei punti di forza che lo facevano nettamente preferire: su tutti quello di sfruttare a pieno l’effetto sorpresa determinato dal portare per primo sul grande schermo la brillante idea delle scimmie evolute che sta alla base del futuro distopico immaginato da Boulle. Inoltre la pellicola di Shaffner poteva contare anche su una seconda indimenticabile rivelazione finale, allorché il protagonista imbattendosi sui resti della Statua della Libertà, si rendeva conto che il pianeta su cui era approdato non era un lontano e sconosciuto pianeta, bensì era lo stesso pianeta Terra così ridottosi dopo l’autodistruzione della civiltà umana, probabilmente a causa dell’impiego della bomba atomica.
Con una scelta che personalmente ho apprezzato, questo film, diretto Ted Post, si pone in diretta continuazione con la pellicola di Shaffner, tanto che inizia esattamente dove era finita quest’ultima, riproponendone addirittura le sequenze finali, emblematicamente iniziate con la profetica frase che mette in guardia le scimmie circa la natura dell’uomo: “Guardati dalla bestia uomo, poiché egli è l'artiglio del demonio …”.
Eccellente anche il finale, che fa acquisire un senso alla storia narrata in questa seconda pellicola.
Il film di Post si divide sostanzialmente in due parti: la prima è dedicata all’approfondimento della società scimmiesca, di cui vengono meglio definiti alcuni aspetti, accennati nel primo film; la seconda prevede invece l’introduzione di una nuova società umanoide, di cui non si era fatto alcun cenno nel film di Shaffner e che pertanto almeno inizialmente spiazza un po’ lo spettatore; nel finale tuttavia apparirà chiaro il collegamento con il resto della storia, di cui viene ribadito e rafforzato il messaggio.
Nel cast c’è ancora il grande Charlton Heston, che però stavolta compare solo all’inizio ed alla fine del film, mentre in tutto il resto della pellicola il ruolo di protagonista passa al semi-sconosciuto James Franciscus che sembra scelto perché un po’ assomiglia ad Heston, finendo per costituirne una specie di brutta copia. C’è ancora Kim Hunter, benché non sia facilmente riconoscibile sotto la maschera della scienziata scimpanzè Zira, mentre sotto il costume del suo compagno e collega Cornelius, non troviamo più Roddy McDowall; confermati infine Linda Harrison e Maurice Evans negli stessi ruoli ricoperti nel primo capitolo.
Gli effetti speciali lasciano alquanto a desiderare, ma ai tempi non si disponeva delle tecniche di oggi.
I costumi e la cura dei particolari non convincono appieno, notandosi un certo abbassamento di livello rispetto all’opera precedente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolp78 »
[ - ] lascia un commento a paolp78 »
|
|
d'accordo? |
|
|