josef
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lunedì 4 febbraio 2008
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entusiasmante
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Billy e Wyatt, detto Capitan America, partono da Los Angeles per raggiungere New Orleans in una sorta di "On the Road" versione figli dei fiori. Un viaggio ke doveva essere una piacevole avventura si rivela pieno di difficoltà. I due non verranno accolti nei motel e vengono arrestati nel New Mexico senza una reale motivazione. Qui trovano George Hanson, un avvocato alcolizzato che li segue verso New Orleans ma ke verrà ammazzato da una banda di balordi prima di arrivarci. A New Orleans i due incontrano due prostitute con cui assumono LSD e fanno un "viaggio" verso un'altra dimensione mentale nel cimitero di New Orleans. Il cimitero xò rappresenta anke la morte dei loro sogni e dei loro ideali.
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Billy e Wyatt, detto Capitan America, partono da Los Angeles per raggiungere New Orleans in una sorta di "On the Road" versione figli dei fiori. Un viaggio ke doveva essere una piacevole avventura si rivela pieno di difficoltà. I due non verranno accolti nei motel e vengono arrestati nel New Mexico senza una reale motivazione. Qui trovano George Hanson, un avvocato alcolizzato che li segue verso New Orleans ma ke verrà ammazzato da una banda di balordi prima di arrivarci. A New Orleans i due incontrano due prostitute con cui assumono LSD e fanno un "viaggio" verso un'altra dimensione mentale nel cimitero di New Orleans. Il cimitero xò rappresenta anke la morte dei loro sogni e dei loro ideali. I due proseguono x la Florida, ma il film mostra 1 serie di foto ke si susseguono una dietro l'altra, come se il paesaggio piatto e urbanizzato alternato a boski e paludi di questa porzione d'America fosse ormai privo di fascino, e un triste Capitan America dice a un fumato Billy "Siamo fregati", preludio al tragico epilogo del film.
Il film non é certo una cartolina turistica degli States. A parte il bellissimo paesaggio e le sue bellissime musiche, nulla sembra invitare ad avventurarsi nel ventre molle della grande America. Billy e Capitan America vengono sì ammirati dalle ragazze in un bar (probabilmente) del Texas, ma nello stesso bar vengono dileggiati da un gruppo di vecchietti iperconservatori. I due, inoltre, rimangono profondamente delusi da un viaggio ke doveva essere all'insegna della libertà ma in cui invece le droghe diventano la loro unica libertà. Nonostante ciò Easy Rider (così come anke il libro On the Road) ha fatto sognare intere generazioni e non poki si sono messi in viaggio sulle loro orme tra le infinite strade americane. Non si può vedere Easy Rider senza desiderare di stare su una di quelle moto per un lungo viaggio all'insegna della libertà infinita come le highways degli States!!!
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elgatoloco
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martedì 24 ottobre 2017
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easy rider is easy rider
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Si potrà dire ciò che si vuole, di"Easy Rider":che è un film ad effetto(non a effettacci, però), che esprime la poetica e l'estetica hippie, ma in realtà non esiste un film che esprima un'epoca come questo, di Dennis Hopper e Peter Fonda(apporti di Terry Southern(e forse anche, pur se non figura come co-sceneggiatore, di Jack Nicholson?Per non dire delle grandi musiche che fanno il sound track, dove tra Dylan e Hendrix, Steppenwolf e The Byrds tutto non fa solo"atmosfera"ma crea-concrea il film più che mai, come non era mai successo prima né sarebbe mai successo in seguito, almeno in quella misura). Sequenze fotorgrate multicolori, sequenze sghembe, sovrapposte-la maniera onirica di narrare il"trip"o meglio "the trips", al plurale, con tanto di salti temporali(dove, appunto, l'"esperienza"mette in "stand by" il tempo, inteso come"tempo dell'orologio", ancor inteso come linea temporale progressiva), con salti anche spaziali)Einstein non era ignoto a Hopper e Fonda).
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Si potrà dire ciò che si vuole, di"Easy Rider":che è un film ad effetto(non a effettacci, però), che esprime la poetica e l'estetica hippie, ma in realtà non esiste un film che esprima un'epoca come questo, di Dennis Hopper e Peter Fonda(apporti di Terry Southern(e forse anche, pur se non figura come co-sceneggiatore, di Jack Nicholson?Per non dire delle grandi musiche che fanno il sound track, dove tra Dylan e Hendrix, Steppenwolf e The Byrds tutto non fa solo"atmosfera"ma crea-concrea il film più che mai, come non era mai successo prima né sarebbe mai successo in seguito, almeno in quella misura). Sequenze fotorgrate multicolori, sequenze sghembe, sovrapposte-la maniera onirica di narrare il"trip"o meglio "the trips", al plurale, con tanto di salti temporali(dove, appunto, l'"esperienza"mette in "stand by" il tempo, inteso come"tempo dell'orologio", ancor inteso come linea temporale progressiva), con salti anche spaziali)Einstein non era ignoto a Hopper e Fonda). La contrappostizione tra la cultura hippie e quella "borghese"nell'accezione peggiore, da"deep AMerica"fondamentalista, è assolutamente marcata, quasi in forma manichea, a marcare compiutamente una dicotomia, una contrapposizione insanabile. Certo, non è un film"politico"(espressione comunque controversa...), come non lo era/è politica la cultura hippie in toto, come non lo è neppure il suo superamento(penso agli scritti teorici di Timothy Leary), ma è un film"culturale", dove viene descritta, appunto, una"cultura", con le sue modalità di vivere, i suoi"patterns", i suoi valori, le sue norme(la tolleranza, al limite l'ignorare l'altro per non averne reazioni violente, una tolleranza che, come si vede, gli"altri"non accettano). Molto più profondamente di"Zabriskie Point"di Antonioni che rimane oopera valida ma freddamente intellettuale, "Easy Rider"è un manifesto affisso sullo schermo, nella e con la sua estetica"flou", quasi"imprendibile"(non"Impalpabile", però, in quanto il coinvolgimento dei sensi è fortissimo e sempre multisensoriale), un'opera quasi"gridata sottovoce"che interroga chie la guarda. Per alcuni(leggo qualche commento)sarà pure nichilista(ma allora, però, è "il nulla", semmai, non nulla...)ma personalmente ritengo che sia un'opera importante, a tratti autoreferenziale ma di grande efficacia, che comunque suscita discussioni, cosa che pochi film sanno effettivamente fare.... Hopper e Fonda erano perfetti, come il"montante"Nicholson, ancora lontano dai grandi successi, Poi Karen Black etc... Bellissime anche le sequenze nel bar-saloon dove le ragazze osservano i tre"antieroi", vagabondi del"dharma"o del karma?Di nessuno dei due, diremmo... El Gato
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stefano bruzzone
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giovedì 7 novembre 2013
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sopravvalutato
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diciamolo, easy rider è un film sopravvalutato ai massimi. anzi easy rider non è un film ma il video della colonna sonora, pazzesca per gli amanti del genere, che l'ha reso famoso. si perchè in questo caso il film è diventato famoso per le musiche perchè come film c'e' molto ma molto poco. sceneggiatura superficiale come non mai, recitazione pessima, daltronde peter fonda non è un fenomeno, regia scarsa, dennis hopper anche lui fa quel che può ma non ci ha regalato nella sua carriera momenti memorabili a parte Colors che era un buon film. monotono con scene e situazioni ripetitive e sempre incentrate su questi due vestiti come a carnevale che attraversano l'america in moto.
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diciamolo, easy rider è un film sopravvalutato ai massimi. anzi easy rider non è un film ma il video della colonna sonora, pazzesca per gli amanti del genere, che l'ha reso famoso. si perchè in questo caso il film è diventato famoso per le musiche perchè come film c'e' molto ma molto poco. sceneggiatura superficiale come non mai, recitazione pessima, daltronde peter fonda non è un fenomeno, regia scarsa, dennis hopper anche lui fa quel che può ma non ci ha regalato nella sua carriera momenti memorabili a parte Colors che era un buon film. monotono con scene e situazioni ripetitive e sempre incentrate su questi due vestiti come a carnevale che attraversano l'america in moto. belli i paesaggi (a chi non piacciono le strade desertiche americane?) ove incontrano sempre la solita gente tutta droga e peace&love. uno spot spudorato all'america di fine anni sessanta dove pare che i giovani avessero in mente solo droga,moto,musica e donne. forse visto in quel periodo aveva un senso, oggi annoia e non racconta nulla di interessante allo spettatore, mai.
Voto: 5
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(di giorgio)
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markus
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giovedì 21 maggio 2009
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film cult per eccellenza
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Una pellicola passata alla storia del cinema,una icona di una generazione.Un condensato molto attinente con quello che era lo spirito ed il sentimento di una intera generazione.Dalla bellissima colonna sonora,all'incarnazione della libertà,dal distacco dei valori imposti dalla società capitalista americana che mandava al macello la sua gioventu' in Vietnam, al desiderio di vivere in comunità per condividere assieme i propri valori ,le proprie aspirazioni,i propri sogni. Film assolutamente incomprensibile per i giovani di oggi,bellissimo e indimenticabile per i giovani di ieri.
A rivederlo ,questo come altri film del periodo viene la nostalgia
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amenic
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lunedì 12 maggio 2008
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il nulla esaltato come scopo di vita
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Un film sopravvallutato ad arte, l'arte della disonestà mentale, dai falsi profeti di un modernismo distruttivo dalle conseguenze catastrofiche che purtroppo si fanno sentire ancora oggi.
La droga e l'incultura il disimpegno e la fuga, paradisi artificiali spacciati ed esaltati come meta della vita.
Forse vedendolo oggi è più facile scoprire i danni che questa mentalità dilagata nella seconda metà degli anni 60 e protrattasi per più di un decennio ha fatto nella generazione che da essa si è fatta plagiare.
La critica di Moravia è poi un classico esempio di chi furono i sacerdoti applauditi ed osannati che predicarono per l'autodistruzione di un'intera generazione.
Un film comunque importante da un punto di vista storico e socio-antropologico.
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Un film sopravvallutato ad arte, l'arte della disonestà mentale, dai falsi profeti di un modernismo distruttivo dalle conseguenze catastrofiche che purtroppo si fanno sentire ancora oggi.
La droga e l'incultura il disimpegno e la fuga, paradisi artificiali spacciati ed esaltati come meta della vita.
Forse vedendolo oggi è più facile scoprire i danni che questa mentalità dilagata nella seconda metà degli anni 60 e protrattasi per più di un decennio ha fatto nella generazione che da essa si è fatta plagiare.
La critica di Moravia è poi un classico esempio di chi furono i sacerdoti applauditi ed osannati che predicarono per l'autodistruzione di un'intera generazione.
Un film comunque importante da un punto di vista storico e socio-antropologico.
Apprezzabile la tecnica di ripresa, la fotografia e la musica anche se questo non riesce ad attenuare la rabbia e la nausea.
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[+] libertà
(di aldo)
[ - ] libertà
[+] w l'ipocrisia
(di mikelangelo)
[ - ] w l'ipocrisia
[+] il coraggio di essere contro corrente.
(di camillo triolo)
[ - ] il coraggio di essere contro corrente.
[+] borghesuccio bigotto
(di no_data)
[ - ] borghesuccio bigotto
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