Easy Rider |
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Un film di Dennis Hopper.
Con Peter Fonda, Jack Nicholson, Karen Black, Dennis Hopper, Luana Anders.
continua»
Titolo originale Easy Rider.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 94 min.
- USA 1969.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 9 settembre 2019.
- VM 14 -
MYMONETRO
Easy Rider
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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easy rider is easy riderdi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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martedì 24 ottobre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Si potrà dire ciò che si vuole, di"Easy Rider":che è un film ad effetto(non a effettacci, però), che esprime la poetica e l'estetica hippie, ma in realtà non esiste un film che esprima un'epoca come questo, di Dennis Hopper e Peter Fonda(apporti di Terry Southern(e forse anche, pur se non figura come co-sceneggiatore, di Jack Nicholson?Per non dire delle grandi musiche che fanno il sound track, dove tra Dylan e Hendrix, Steppenwolf e The Byrds tutto non fa solo"atmosfera"ma crea-concrea il film più che mai, come non era mai successo prima né sarebbe mai successo in seguito, almeno in quella misura). Sequenze fotorgrate multicolori, sequenze sghembe, sovrapposte-la maniera onirica di narrare il"trip"o meglio "the trips", al plurale, con tanto di salti temporali(dove, appunto, l'"esperienza"mette in "stand by" il tempo, inteso come"tempo dell'orologio", ancor inteso come linea temporale progressiva), con salti anche spaziali)Einstein non era ignoto a Hopper e Fonda). La contrappostizione tra la cultura hippie e quella "borghese"nell'accezione peggiore, da"deep AMerica"fondamentalista, è assolutamente marcata, quasi in forma manichea, a marcare compiutamente una dicotomia, una contrapposizione insanabile. Certo, non è un film"politico"(espressione comunque controversa...), come non lo era/è politica la cultura hippie in toto, come non lo è neppure il suo superamento(penso agli scritti teorici di Timothy Leary), ma è un film"culturale", dove viene descritta, appunto, una"cultura", con le sue modalità di vivere, i suoi"patterns", i suoi valori, le sue norme(la tolleranza, al limite l'ignorare l'altro per non averne reazioni violente, una tolleranza che, come si vede, gli"altri"non accettano). Molto più profondamente di"Zabriskie Point"di Antonioni che rimane oopera valida ma freddamente intellettuale, "Easy Rider"è un manifesto affisso sullo schermo, nella e con la sua estetica"flou", quasi"imprendibile"(non"Impalpabile", però, in quanto il coinvolgimento dei sensi è fortissimo e sempre multisensoriale), un'opera quasi"gridata sottovoce"che interroga chie la guarda. Per alcuni(leggo qualche commento)sarà pure nichilista(ma allora, però, è "il nulla", semmai, non nulla...)ma personalmente ritengo che sia un'opera importante, a tratti autoreferenziale ma di grande efficacia, che comunque suscita discussioni, cosa che pochi film sanno effettivamente fare.... Hopper e Fonda erano perfetti, come il"montante"Nicholson, ancora lontano dai grandi successi, Poi Karen Black etc... Bellissime anche le sequenze nel bar-saloon dove le ragazze osservano i tre"antieroi", vagabondi del"dharma"o del karma?Di nessuno dei due, diremmo... El Gato
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