gianni lucini
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martedì 13 settembre 2011
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cupo e teso come un noir
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Dio perdona… io no è un film cupo, ricco di tensione e attraversato da una violenza sotterranea che si percepisce e non sempre si vede. Della trilogia firmata da Colizzi e interpretata dalla coppia Bud Spencer e Terence Hill è sicuramente quello che meno si discosta dai codici del western all’italiana anche se questa rinuncia all’ostentazione della violenza lascia intuire l’evoluzione successiva del regista in senso sempre meno violento. La storia trasporta le caratteristiche dei noir all’epoca e nei luoghi della frontiera: un morto che ritorna, il suo presunto assassino braccato da vari vendicatori e, soprattutto una rete di continui scambi tra passato e presente per cui nessuno è davvero quel che sembra, neppure le banche che alla fine si scopre che sono d’accordo con i banditi.
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Dio perdona… io no è un film cupo, ricco di tensione e attraversato da una violenza sotterranea che si percepisce e non sempre si vede. Della trilogia firmata da Colizzi e interpretata dalla coppia Bud Spencer e Terence Hill è sicuramente quello che meno si discosta dai codici del western all’italiana anche se questa rinuncia all’ostentazione della violenza lascia intuire l’evoluzione successiva del regista in senso sempre meno violento. La storia trasporta le caratteristiche dei noir all’epoca e nei luoghi della frontiera: un morto che ritorna, il suo presunto assassino braccato da vari vendicatori e, soprattutto una rete di continui scambi tra passato e presente per cui nessuno è davvero quel che sembra, neppure le banche che alla fine si scopre che sono d’accordo con i banditi. In questo quadro anche le caratteristiche di Terence Hill e Bud Spencer sono ancora molto lontane da quelle della fortunata coppia manesca e ridanciana. Il primo è una sorta di via di mezzo tra Clint Eastwood di Per un pugno di dollari e il Franco Nero di Django. Non a caso verrà poi chiamato a interpretare la parte di Django in Preparati la bara. Bud Spencer invece è un gigante abile con la pistola e di grande prestanza fisica. Nella definizione del personaggio Colizzi, che ancora non lo fa interagire se non per pochi momenti con il suo socio futuro, attinge ai forzuti dei film mitologici come dimostra la scena della sua liberazione dal giogo dove è legato, più simile a Ercole o Maciste che alle tipologie del western all’italiana.
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gianni lucini
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martedì 13 settembre 2011
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la prima volta di spencer e hill
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È proprio sul set di Dio perdona… io no che si forma per la prima volta la coppia formata da Terence Hill e Bud Spencer. Tutto accade un po’ per caso. Quando il regista Giuseppe Colizzi inizia a girare il film Bud Spencer è al fianco di Peter Martell, al secolo Pietro Martellanza, il futuro Rafael de Il pistolero dell’Ave Maria che ha appena finito di interpretare la parte del cattivo Douglas in Dio li crea… io li ammazzo ed è stato scelto da Colizzi stesso per la parte di Doc. È il destino a sciogliere la coppia Spencer – Martell prima ancora che sia nata. Nei primi giorni di ripresa, infatti, il buon Martellanza si rompe un piede.
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È proprio sul set di Dio perdona… io no che si forma per la prima volta la coppia formata da Terence Hill e Bud Spencer. Tutto accade un po’ per caso. Quando il regista Giuseppe Colizzi inizia a girare il film Bud Spencer è al fianco di Peter Martell, al secolo Pietro Martellanza, il futuro Rafael de Il pistolero dell’Ave Maria che ha appena finito di interpretare la parte del cattivo Douglas in Dio li crea… io li ammazzo ed è stato scelto da Colizzi stesso per la parte di Doc. È il destino a sciogliere la coppia Spencer – Martell prima ancora che sia nata. Nei primi giorni di ripresa, infatti, il buon Martellanza si rompe un piede. Siccome in una produzione a basso costo non si può nemmeno pensare alla sospensione delle riprese, la parte del protagonista cambia di mano e viene affidata a Terence Hill. La storia di una delle coppie di maggior successo inizia così, quasi per uno scherzo del destino, tra la polvere degli esterni nei dintorni di Almeria, in Spagna. Il resto lo farà il pubblico che, tra lo scetticismo della critica, regalerà al film due miliardi di lire e lo porterà al vertice della classifica dei film più ricchi del 1967. Dio perdona… io no segna l’inizio della trilogia western di Coalizzi con Spencer e Hill che comprende anche I quattro dell’Ave Maria e La collina degli stivali.
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luca g
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sabato 21 settembre 2024
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correggo: è un capolavoro
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Nessuno s'accorge che questo film è un capolavoro e ieri sera nemmeno io, ma stamattina a mente fresca, rivedendone alcune parti su you tube, ora mi rendo conto che questo western è un film di grande valore, che non è per nulla da meno dei western americani; era il primo film di C. ma non vuol dir niente che fosse così, perché accadeva che un regista al primo suo film realizzava un capolavoro, Visconti con 'Ossessione', Bellocchio con 'i pugni in tasca' ...gli uomini del Rinascimento avevano trasmesso il loro spirito ai registi di allora...era nel DNA degli italiani ...
la scena della partita di poker è un capolavoro...i classici tempi lunghi di Sergio i gesti normali che divengono eccezionali il sigaro girato da hill la carta appoggiata sul tavolo.
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Nessuno s'accorge che questo film è un capolavoro e ieri sera nemmeno io, ma stamattina a mente fresca, rivedendone alcune parti su you tube, ora mi rendo conto che questo western è un film di grande valore, che non è per nulla da meno dei western americani; era il primo film di C. ma non vuol dir niente che fosse così, perché accadeva che un regista al primo suo film realizzava un capolavoro, Visconti con 'Ossessione', Bellocchio con 'i pugni in tasca' ...gli uomini del Rinascimento avevano trasmesso il loro spirito ai registi di allora...era nel DNA degli italiani ...
la scena della partita di poker è un capolavoro...i classici tempi lunghi di Sergio i gesti normali che divengono eccezionali il sigaro girato da hill la carta appoggiata sul tavolo...'carta'...'per me va bene' 'cinquecento' 'ce ne vogliono mille per vedere'...'fai male amico sono mille buoni' 'preferisco vederli''garantisco io' 'con che cosa contanti o mozziconi visto che hai finito anche i sigari''forse non hai capito ho detto che garantisco io'.'vedo che non avete più voglia di giocare'...... come mi emozionavo !!!
queste scene queste battute erano l'essenza del western italiano colla stessa nobiltà dei grandi film, con lo stesso senso dello spettacolo di Ford, di Mann ed anzi di più perchè la suspence l'emozione l'entusiasmo che suscitava una sequenza come quella F. non sarebbe mai stato capace di farla, non intendo tecnicamente, non gli veniva in mente, perchè per farla non ci vuole il talento solo, ma il genio e questo non s'impara di certo !
e provavo la stessa emozione stamattina come da ragazzino e parola mia parola mia li preferisco a una donna, sicuramente son più fedeli,
è inutile che chi non s'emoziona parli di questi film, appartengono solo solo a chi li amava; il vero appassionato di cinema è uno che tra l'uscire con una donna e andare a vedere Dio perdona io no (da solo) corre di filato al cinema dove lo programmano e la manda al diavolo, a cui non importa un fico di niente se non del cinema, al quale della realtà non interessa più nulla;
il 1° tempo di 'Dio perdona' è assolutamente perfetto, intrappola lo spettatore nella suspence, e Hitchkoch non avrebbe saputo fare meglio, C. inserisce l'elemento giallo, nella sequenza del lago in cui bud dice a terence 'lascia che ti spieghi che cos'accaduto ...conosco una sola persona capace di ideare e realizzare un piano del genere il nostro amico billsantantonio questo massacro porta la sua firma!'
il 2° tempo si sviluppa all'interno della fortezza del demoniaco Frank Wolf crimininale squilibrato e paranoico che spara agli avventori del saloon 'troppa gente' e come ridevo quando la vidi al cinema... Wolf lo trovarono all'Hilton di Roma che si era tagliato le vene, nel dicembre 71 subito dopo aver interpretato 'la morte cammina con i tacchi alti' chissà che cosa lo faceva soffrire, fu Gaspare Pisciotta nel possente film di Rosi,gli assomigliava anche;
questo film è un capolavoro perchè è costruito in maniera perfetta, con una struttura drammatica fortissima, incalzante, lo spettatore tenuto costantamente in tensione ... la struttura è americana, le sparatorie sono centellinate perchè il regista vuole fare degli spaghetti sofisticati;
degno film di un grande regista allievo di L., fu lui a trovare il romanzo di Grey da cui trarre 'c'era una volta in America',... nel 66 !!!!!
scriveva i film da solo ma questo secondo me era uno sbaglio;
in ogni caso, emozioni come queste che dava questo film non le ho più provate,
anche se non vorrei più vederli tornato indietro, mi rimandarono in aritmetica, i miei genitori mi proibirono di andare a vedere i western ed anzi al cinema, potei tornare solo quando uscì 'c'era una volta il west' ma vennero anche loro.
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