paride86
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martedì 11 agosto 2009
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ottimo film
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Uno dei film più riusciti di Mario Bava.
Non è esente da difetti nella sceneggiatura e nella mancanza di suspense, ma il tutto è compensato dalla strepitosa cura per le musiche e soprattutto per le immagini: le scenografie sono bellissime e particolari, il colore la fa da padrone in ogni inquadratura.
La regia è perfetta e ben calibrata e il film non annoia mai.
Insomma, un thriller all'italiana perfettamente riuscito e ampiamente scopiazzato nel corso degli anni.
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henry
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martedì 16 dicembre 2008
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parecchia creatività, ma con alti e bassi
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Un misterioso assassino mascherato fa strage delle modelle di un atelier utilizzando le tecniche più fantasiose. Un poliziotto stordito indaga ma arriva sempre tardi. Naturalmente il finale riserva una sorpresa. Sei Donne Per L'Assassino è forse il giallo più importante di Bava: girato nel lontano 1964, il film è stato il precursore silenzioso del giallo all'italiana che impazzerà sul grande schermo per tutto il decennio succesivo (soprattutto grazie ad Argento). Sul piano narrativo il film fa decisamente pietà, ma non è la sceneggiatura (che crea situzioni volutamente illogiche) l'elemento da cui Bava vuole ricavare la suspense: tutto infatti si gioca sullo stile, personalissimo e inventivo, del regista.
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Un misterioso assassino mascherato fa strage delle modelle di un atelier utilizzando le tecniche più fantasiose. Un poliziotto stordito indaga ma arriva sempre tardi. Naturalmente il finale riserva una sorpresa. Sei Donne Per L'Assassino è forse il giallo più importante di Bava: girato nel lontano 1964, il film è stato il precursore silenzioso del giallo all'italiana che impazzerà sul grande schermo per tutto il decennio succesivo (soprattutto grazie ad Argento). Sul piano narrativo il film fa decisamente pietà, ma non è la sceneggiatura (che crea situzioni volutamente illogiche) l'elemento da cui Bava vuole ricavare la suspense: tutto infatti si gioca sullo stile, personalissimo e inventivo, del regista. Ne esce un film cupo, delirante, barocco, più attento alle sfumature e ai giochi di colore che non alla solidità dell'intreccio. Il disinteresse per la verosimiglianza è gigantesco e il desiderio di confondere lo spettatore con mezzi poco onesti (tutti i personaggi ad esempio sono tutti ampiamante confondibili) fa parte di un esercizio registico (dispettoso) che si muove esclusivamante verso la ricerca di eleganti virtuosismi. Il gioco può quindi appassionare, ma anche stufare (dipende dai gusti). Oggi è un film che appare assai datato.
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(di kronos)
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