I mostri |
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Un film di Dino Risi.
Con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Lando Buzzanca, Marisa Merlini, Rika Dialina.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 118 min.
- Italia 1963.
MYMONETRO
I mostri
valutazione media:
3,90
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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cinicamente intelligente e corrosivodi elgatolocoFeedback: 257547 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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domenica 28 agosto 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Certo, i venti episodi de"I Mostri"di Dino Risi oggi sarebbero troppi, ma lo sarebbero stati anche negli anni Settanta. Non lo erano allora(1963)quando il film a episodi era richiesto, se non"Imposto". Decisamente, un film importante, per la capacità di aggredire ipocrisia, falsa moralità, convenzioni e abitudini ricevute, accettate per convenienza e conformismo(buon senso e viltà, recitava una poesia), non risparmiando la politica e in particolare anche facendo riferimenti precisi a politici dell'epoca, in gran parte per noi ormai incomprensibili. Una demistificazione realista(neorealista, con accentuazione dei tratti grotteschi, per cui forse dovremmo parlare di"naturalismo", ma è espressione più usata per la letteratura e il teatro, decisamente meno per il cinema)della realtà, che però infrange il mito, per es., del"boom"economico, mostrando invece cinismo, cattiveria, mera convenienza, brama folle e dannata di guadagno("sacra auri fames", virgilianamente)dietro il paravento moralistico di una Chiesa usata come mero"instrumentum regni"di partiti che si dicevano puramente cristiani... Inutile esaminare ogni episodio in dettaglio; converrà concentrarsi, piuttosto, su alcuni: 1)ne"L'educazione sentimentale"un padre cinico fa lezione di cinismo al figlio bambino; una logica che gli si ritorcerà contro, con il figlio che potrà rimproverargli sempre come è stato educato; 2)Ne"Il povero soldato"il militare di leva approfitta della morte della sorella, prostituta uccisa(ma lui finge di non sapere quale mestiere esercitasse)che vende la notizia alla stampa, anzi alle diverse agenzie stampa e"L'oppio dei popoli"(Marx per l'esattezza parlava de"l'oppio del popolo", i.e.al singolare, riferendosi alla religione)dove un marito viene"cornficato"assistendo a uno spettacolo in TV-entrambi gli episodi sottolineano(allora!)l'"onnipervasività condizionante"dei media, servendosi del medium stesso, quello"diretto"e"immediato"(W.Benjamin) e allora"popolare"(su questa espressione ci sarebbe da discutere a lungo)che è il cinema; 3)ne"La nobile arte"un pugile già suonato viene gettato allo sbaraglio in un ulteriore combattimento, diventando una sorta di "larva umana", di "decerebrato", solo per gli interessi finanziari dell'organizzatore di incontri, finto-falso"amico". IL bianco e nero conferisce a questo episodio finale, ma in genere a tutto il film un carattere di maggiore asprezza , realizzando quasi una sintesi tra documentazione e poesia, come nelle sequenze finali sulla spiaggia dei due protagonisti, con il"coro"delle donne narranti. Un'osservazione finale: mattatori assoluti erano/sono Gassman e Tognazzi, in qualche episodio fa capolino Lando Buzzanca, le presenze femminili sono sporadiche e meramente"decorative". Il ruolo della donna(A.D.1963, appunto)era di assoluta marginalità e di discriminazione, in una società ipermaschilsita. El Gato
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