raptus
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martedì 15 novembre 2005
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molto bellino!
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Una commedia che fa tuttoggi ridere molto di più rispetto a quelle della media odierna. dolce, raffinata e ironica. P.S.: l'interpretazione di Petr Falk è un piccolo gioiellino!
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(di sabrina)
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alejazz
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mercoledì 10 aprile 2019
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la forza della mela rossa
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New York anni ’60. Dave (detto lo sciccoso) è un capobanda gentiluomo con stile e classe; è assistito da due scagnozzi, Carmelo e Piccolo. Tutto scorre normale con i soliti affari tra gangster e caccia di potere. Nella cerchia di Dave c’è anche Annie, una mendicante anziana e venditrice di mele. E’ così come per Adamo ed Eva fu fatale la mela rossa, anche per lo stesso Dave il frutto diventa il suo talismano per avere successo; non va da nessuna parte per concludere i suoi affari senza la mela in mano. Per lui il frutto diventa così importante che l’interesse per Annie improvvisamente cresce; ovviamente non per lei ma per preservare la possibilità di avere nuove mele.
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New York anni ’60. Dave (detto lo sciccoso) è un capobanda gentiluomo con stile e classe; è assistito da due scagnozzi, Carmelo e Piccolo. Tutto scorre normale con i soliti affari tra gangster e caccia di potere. Nella cerchia di Dave c’è anche Annie, una mendicante anziana e venditrice di mele. E’ così come per Adamo ed Eva fu fatale la mela rossa, anche per lo stesso Dave il frutto diventa il suo talismano per avere successo; non va da nessuna parte per concludere i suoi affari senza la mela in mano. Per lui il frutto diventa così importante che l’interesse per Annie improvvisamente cresce; ovviamente non per lei ma per preservare la possibilità di avere nuove mele. Quindi Dave, pur di tenere con sé Annie, è complice di una messa in scena per nascondere agli occhi di Louise (la figlia della mendicante) in arrivo dalla Spagna il triste stato sociale in cui la mamma vive.
In questo modo un uomo di riferimento della piccola criminalità organizzata di New York diventa un paladino della classe povera newyorkese e da “cattivo” si trasforma in un “brav’uomo".
Trattasi di un film diretto molto bene. La storia può insegnarci che nella vita bisogna saper cogliere l’attimo per risolvere problemi che all’occhio potrebbero sembrare irrisolvibili. Ad una prima analisi la storia possiede dei caratteri fiabeschi. Il primo è il richiamo (per così dire) a Cenerentola: una donna anziana (la Cenerentola di turno) alcolizzata, umile venditrice di mele, si trasforma (dopo ore e ore di preparazione) in una donna di alto borgo che vive in una lussuosa suite di un albergo ed è accompagnata da un nobiluomo; il secondo carattere fiabesco è la mela, talismano molto importante per Danny lo Sciccoso grazie al quale riesce a concludere positivamente i suoi affari e a battere gli avversari.
Tecnicamente la fotografia in Angeli con la pistola riceve la giusta attenzione: scene con colori nitidi e vivaci (quasi come se vedessimo una serie di dipinti) e riprese frontali che riescono a far immergere lo spettatore nel personaggio.
Infine si apprezza il doppiaggio italiano e in particolare modo quella di Carmelo (uno straordinario Peter Falk): egli riceve una voce tipica siciliana che rende ancora più naturale il personaggio.
In definitiva si consiglia la visione per non dimenticare la bellezza del cinema anni ’60 e dei capolavori firmati da Frank Capra.
Consigliata la visione: Sì
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samanta
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martedì 11 ottobre 2022
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capra è sempre grande!
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Uscito nel 1961 è l'ultimo film di Frank Capra remake di un suo film del 1933 Signora per un giorno, poco considerato dalla critica, girato a colori (ottimi). Frank Capra è stato un grande regista: come regista ricevette 3 Oscar: Accadde una notte, E' arrivata la felicità, L'eterna illusione, e ha diretto un capolavoro assoluto come La vita è meravigliosa, dipinto superficialmente come un creatore di "favole" a lieto fine, spesso descrisse dietro l'immagine ottimista un sottofondo di realtà amare ( L'eterna illusione, Orizzonte perdute). Dopo la guerra dove eccelse come documentarista contesta un sistema politico in cui prevale l'affarismo (Lo stato dell'Unione) dipingendo con realismo la prepotenza della politica.
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Uscito nel 1961 è l'ultimo film di Frank Capra remake di un suo film del 1933 Signora per un giorno, poco considerato dalla critica, girato a colori (ottimi). Frank Capra è stato un grande regista: come regista ricevette 3 Oscar: Accadde una notte, E' arrivata la felicità, L'eterna illusione, e ha diretto un capolavoro assoluto come La vita è meravigliosa, dipinto superficialmente come un creatore di "favole" a lieto fine, spesso descrisse dietro l'immagine ottimista un sottofondo di realtà amare ( L'eterna illusione, Orizzonte perdute). Dopo la guerra dove eccelse come documentarista contesta un sistema politico in cui prevale l'affarismo (Lo stato dell'Unione) dipingendo con realismo la prepotenza della politica. Critico di Hollywood iperchè prevalevano prevalevano solo interessi economici si allontanò per 8 anni dal cinema relizzando documentari per la TV, ritornando allo schermo nel 1959 con Un uomo da vendere e poi con questo film.
La storia è semplice: Annie (Bette Davis) è una pezzente ubriacona di New York del 1933, abita in un sottoscala e vive vendendo mele e affittando pezzi di marciapiede a mendicanti emarginati come lei. E' amica di un boss mafioso Dave (Glenn Ford) che ha fatto fortuna con il proibizionismo, superstizioso è convinto che comprare le mele di Annie gli porti fortuna. Annie ha un segreto: una figlia che ha tolto dallo squallore della sua vita mandandola in un collegio in Spagna per ragazze "bene" e si priva di tutto per mantenerla. Annie riceve una notizia terribile: Louise (Ann Margret) che ormai ha 18 anni è fidanzata con un nobile ricco spagnolo la cui famiglia vuole conoscere la sua prima delle nozze e stanno per arrivare.Contemporaneamente Dave deve concludere un lucroso affare con il boss dei boss che arriva apposta da Chicago, ha quindi bisogno della mela ma Annie è sparita, la fa ritrovare dai suoi uomini capeggiati da Carmelo (Peter Falk) ubriaca, ma poi convinto dalla fidanzata Regina (Hope Lange) fa alloggiare Annie in un lussuoso appartamento la fa vestire e truccare da gran signora, avrà un maggiordomo e un marito ex giudice: Blake (Thomas Mitchell). Ci saranno equivoci e colpi di scena ma poi tutto si sistemerà.
Per capire questo film bisogna comprendere la visione della vita che ha Capra, la sua scelta è una favola che presuppone una realtà difficile di emarginati, di sognatori poveri, se nel primo Capra il regista arrivava al finale ottimistico, nel secondo Capra il finale lieto c'é ma il male non è sconfitto (ne La vita è meravigliosa Potter non restituisce il malloppo rubato) il protagonista dovrà continuare a lottare. In questo film c'é il primo Capra che guarda con occhio benevolo un'umanità disagiata che lotta (Louise si sposerà) ma che continuerà a essere emarginata, solo Dave uscirà dal giro malavitoso sposando Regina. Ottima la recitazione con una grande Bette Davis e un Glenn Ford che passa tranquillamente dal Dramma (Gilda, i 4 cavalieri dell'Apocalisse) alla commedia e al western (Quel treno per Yuma), bravi l'esordiente Ann Margret, e i comprimari di lusso (Thomas Mitchell, Hope Lange e Peter Falk). Eccellenti la scenografia e i costumi (di Edith Head!).
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elgatoloco
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mercoledì 22 aprile 2020
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capolavoro nascosto
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"Pocketful of Happyness"(Frank Capra, 1961, remake di un suo film di quasi 3O anni prima, del 1933, da un racconto di Damon Runyon, "Lady for a Day"; trasposto poi in commedia da Robert Riskin), é fedele alla "filosofia" di fondo del grande regista americano di origini italiane, troppo spesso trascurato dalle storie del cinema e dai corsi di storia del cinema, nel quale il tema del happyness, peraltro ben radicato anche nella Costituzione USA-come noto-emerge in modo molto chiaro, con una Apple Annie, mendicante che vende mele"magiche"o almeno considerate tali dal gangster"buono"Dave, con la complicazione per cui Anniie ha una figlia che vive in Spagna ed è in procinto di tornare negli States, trovando una madre creduta ricca, per cui si organizza uno show con finti attori/attrici(quasi uno spettacolo alla terza potenza, con la finzione che si dice realtà essendo invero ancora una volta"finzione"), dove tutto mira a una produzione di senso(la ricchezza, il bon ton)che in realtà ovviament enone esiste, ma persiste fermamente nel voler essere tale.
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"Pocketful of Happyness"(Frank Capra, 1961, remake di un suo film di quasi 3O anni prima, del 1933, da un racconto di Damon Runyon, "Lady for a Day"; trasposto poi in commedia da Robert Riskin), é fedele alla "filosofia" di fondo del grande regista americano di origini italiane, troppo spesso trascurato dalle storie del cinema e dai corsi di storia del cinema, nel quale il tema del happyness, peraltro ben radicato anche nella Costituzione USA-come noto-emerge in modo molto chiaro, con una Apple Annie, mendicante che vende mele"magiche"o almeno considerate tali dal gangster"buono"Dave, con la complicazione per cui Anniie ha una figlia che vive in Spagna ed è in procinto di tornare negli States, trovando una madre creduta ricca, per cui si organizza uno show con finti attori/attrici(quasi uno spettacolo alla terza potenza, con la finzione che si dice realtà essendo invero ancora una volta"finzione"), dove tutto mira a una produzione di senso(la ricchezza, il bon ton)che in realtà ovviament enone esiste, ma persiste fermamente nel voler essere tale. Finzione-realtà-finzione, sempre, con un sense of humor inteso e praticato in maniera totale, dove il tutto è già fortemente presente all'inizio del film, ma poi ha un climax progressivo fino all'arrivo degli Spagnoli(inclusa la figlia Louise della mendicante Anne, ormai "ispanizzata")e naturalmente di fronte alle autorità(dove è signficativo che, certo. very american style, ci si burli ben più dello sfortunato console spagnolo che delle autorità statunintensi...). Un"play"splendido e per nulla solamente autorefenziale, in cui anche l'uso del colore, con scenografie -di Roland Anderson e Hal Pereira-pienamente finalizzate a quanto si vuole ottenere-mostrare. L'ambientazione anni 1930, dapprima in epoca pienamente proibizionistica, poi immediatamente post-proibizionistica(anche qui lo humor è notevolissimo, calibrato in modo più che"esatto", quasi si potesse stabilire un livello aritmetico o di progressione geometrica dello humor....), corrisponde all'ambientazione del racconto e poi della commedia, ma è ovviamente anche riferito alla persistenza di un fenomeno che alll'inizio dei"Sixties"non è certo in fase decrescente, presentandosi solo con modalità diverse, peraltro senza tralasciare nulla del fasto e dell'esibizione di lusso che il gangsterismo ha sempre conosciuto. Le musiche sono pienamente d'epoca, per nulla risentendo della ventata rock'n roll che in quegli anni(intendo l'inizio degli anni Sessanta, appunto)era ormai pienamente diffuso e affermato.Eccelsa Bette Davis quale Apple ANnie, Glenn Ford come Dave detto"italian translation""Lo Sciccoso", Un noteovlissimo Peter Falk come "Carmelo", mafioso più"saggio"del superstizioso Dave, dove è da rilevare come Falk, attore assolutamente notevolissimo, di origini russo-ebraiche, sia stato più o meno sempre stato costretto a interpretare degli italo-americani, o mafiosi, come qui oppure in seguito come"Colombo", l'indefesso e trascurato detective. Ancora Ann-Margret, qui ottima esordiente nel ruolo di "Louise", Hope Lang, che diventa regina del cabaret gestito da Dave e poi sua fidanzata-rpomessa sposa, tanti/e altri/e caratteristi/e dell'epoca. Un film da rivedere, per riesaminarlo e ristudiarlo, anche scambiandosi giudizi, visto che tutti/e possno arricchire la discussione e l'analisi dello stesso, notando particolari che sfuggono agli altri/alle altre persone. El Gato
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