edo
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mercoledì 20 ottobre 2021
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redenzione
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Film bellissimo dove Gary Cooper mostra tutte le sue qualità di attore senza mai eccedere. Crea una figura umana di grande spessore, dove il presente cerca e riesce con fatica a riscattare un oscuro passato di malvivente. Ottima anche l'interpretazione di Julie London, vittima delle violenze sessuali dei malviventi.
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danielamacherelli
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mercoledì 3 gennaio 2018
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dove la terra scotta : una resa dei conti
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In Dove la terra scotta, diretto da Anthony Mann nel 1958, il protagonista Link Jones (Gary Cooper) ci mostra una figura che, dopo aver assimilato e fatto propri modelli parentali deviati acquisiti dallo zio Dock (Lee J. Cobb), se ne è distaccato completamente, non senza però aver causato risentimenti e lasciato conti in sospeso. I rapinatori del treno su cui viaggiava per andare in città a trovare una maestra per la scuola del suo paesino, lo lasciano a piedi in mezzo alla prateria insieme ad altri due viaggiatori appena conosciuti; questa casuale circostanza gli dà occasione di portare a compimento un percorso di affrancamento dal passato, necessario per l’acquisizione di una serenità duratura.
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In Dove la terra scotta, diretto da Anthony Mann nel 1958, il protagonista Link Jones (Gary Cooper) ci mostra una figura che, dopo aver assimilato e fatto propri modelli parentali deviati acquisiti dallo zio Dock (Lee J. Cobb), se ne è distaccato completamente, non senza però aver causato risentimenti e lasciato conti in sospeso. I rapinatori del treno su cui viaggiava per andare in città a trovare una maestra per la scuola del suo paesino, lo lasciano a piedi in mezzo alla prateria insieme ad altri due viaggiatori appena conosciuti; questa casuale circostanza gli dà occasione di portare a compimento un percorso di affrancamento dal passato, necessario per l’acquisizione di una serenità duratura. Infatti il luogo dove si trova con i suoi casuali compagni e a poca distanza dalla sua casa di famiglia, dove, dopo la morte dei genitori, è cresciuto con lo zio Dock, un energumeno guidato nel suo agire e nel suo pensare dall’avidità di ricchezze e da istinti primordiali, come la banda, che è quella che ha assalito il treno, che Dock dirige e che vive con lui nel ranch in mezzo alla prateria; questa presenta dolci pendii e trasmette serenità, in contrapposizione alle vicende narrate nel film, con le quali sembra non volersi contaminare. Link, per salvarsi la vita, fa credere di voler aderire di nuovo alla banda e questa, sentendosi forte, progetta una rapina nella banca di Larum e si mette in viaggio per raggiungere la località, ma trova solo una città morta, abbandonata dai suoi abitanti: il gruppo ormai insegue fantasmi, non vive più nel presente. Durante il tragitto, il paesaggio cambia radicalmente, passando dalla prateria ad un ambiente arido, con pareti rocciose a strapiombo, che sembra simboleggiare l’incremento di asprezza e tensione a cui la vicenda sta andando incontro. Anche se la banda sembra ricomposta, Link però non è più quello della sua giovinezza, e anche i tempi ormai non sono più quelli del selvaggio west : siamo infatti alle soglie del XX secolo e alla legge del più forte si sta sostituendo quella dello stato e dei codici scritti. L’incontro con lo zio, che rappresenta il vecchio, non può quindi che trasformarsi in uno scontro dagli esiti mortali per l’anziano parente e i suoi seguaci. Link è entrato in sintonia con i nuovi tempi e nel finale grida a Dock, poco prima di ucciderlo : “Arrenditi, vivi in un mondo sorpassato, che non esiste più!”, ma questi sembra diventato quasi pazzo e non gli dà ascolto: il dialogo ormai è impossibile, possono parlare solo le armi.
Gary Cooper in questa interpretazione, tra le ultime dell’attore, trasmette intensamente, attraverso gli sguardi, la malinconia che a tratti lo assale, le tensioni del suo volto segnato dalla maturità e dalla malattia, l’intimo tormento di un uomo che ha cercato e trovato un riscatto, ma, ancora condizionato dai fantasmi del passato, intraprende con essi una lotta dolorosa e sofferta che lo vedrà vincitore e padrone del suo futuro, rendendolo simbolo di una moralità emergente che crede in valori nuovi : è lui il nuovo Man of the West, come recita il titolo originale del film.
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toty bottalla
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venerdì 29 luglio 2016
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western dalla storia intrigante!
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Un ex malvivente del west ormai diventato buono viene coinvolto dal suo passato...Un western dalla storia intrigante che la sceneggiatura rende a tratti piccante, ci sono i cattivi (Lee J. Cobb sempre grande), c'è la bella di turno e c'è Gary Cooper qui per la verità un pò ingessato nelle fasi d'azione ma sempre grande in quelle recitative, un film d'altri tempi che tuttavia si scosta dall'usanza di quell'epoca in cui assistevi a primissimi piani sugli occhi che duravano un quarto d'ora, Mann diresse in modo dinamico un western che ancora oggi rivedi con piacere. Saluti.
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celluloide
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lunedì 3 settembre 2012
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gary cooper over the top
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Il film e' talmente appassionante che sembra corto, quando arriva la parola fine dici;peccato gia' finito?.
Brivido dato da Julie London quando i banditi la obbligano allo spogliarello con Cooper sotto minaccia di un coltello.
Si respira L'aria del west autentico:Brutale negli uomini,elegante nelle donne,selvaggio nella natura.
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antonio2011
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martedì 17 gennaio 2012
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gary cooper
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Un sito di critica cinematografica deve accettare le critiche dei lettori. Non si può dire a Gary Coper che sa stare bene in sella. Se non lo sapete comunico che Gary Cooper in tutte le classifiche (a me piace quella dell'AFI) è sempre ai primi posti (in quella dell'AFI è quarto o quinto)tra le più grandi star di tutti i tempi!!!
Questa è lesa maestà.
Antonio
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